Trident Juncture 2015. Mediterraneo teatro di guerra
Una grande
esercitazione Nato che coinvolge anche il Sud Italia. Dalla Sicilia con furore,
per tutto il Mediterraneo scorrazzeranno velivoli e navi da guerra. Vi
presentiamo il Trident Juncture 2015.
La più grande esercitazione NATO dalla fine della Guerra
fredda ad oggi. Così è stata
definita dal Comando generale dell’Alleanza Atlantica Trident Juncture 2015, la complessa serie di operazioni aeree,
navali e terrestri che per buona parte dell’autunno investiranno un’area
geografica imponente, compresa tra il nord America, l’Oceano Atlantico, il
Mediterraneo e i poligoni di guerra di Spagna, Portogallo, Italia, Belgio,
Germania, Olanda e Norvegia. Sotto la supervisione del Comando generale alleato
(Joint Task Force - JFC) di
Brunssum (Olanda), Trident Juncture vede la partecipazione
di 36.000 militari
(3.000 dei quali giunti in Europa direttamente dagli Stati Uniti), 200 tra cacciabombardieri, aerei-spia e grandi
velivoli cargo e una sessantina di unità navali di superficie e sottomarini.
Trentatre le nazioni presenti (i 28 membri NATO più 5 partner internazionali)
e, in qualità di osservatori, dodici
tra le maggiori organizzazioni internazionali (l’Unione europea e l’Unione
africana), agenzie di cooperazione (USAID, ecc.) e Ong. Ospiti d’eccezione
della megaesercitazione i manager delle industrie militari di 15 Paesi “per
consentire una conoscenza più amplia e più profonda tra il settore produttivo e
il regime addestrativo dell’Alleanza”, come dichiarato dal Comando NATO di
Bruxelles.
“Trident Juncture è finalizzata
all’addestramento e alla verifica delle capacità dei suoi assetti aerei,
terrestri, navali e delle forze speciali, nell’ambito di una forza ad elevata
prontezza d’impiego e tecnologicamente avanzata, da utilizzare rapidamente
ovunque sia necessario”, spiegano i vertici militari. “L’esercitazione simula uno scenario adattato alle
nuove minacce, come la cyberwar e la guerra asimmetrica e rappresenta, inoltre,
per gli alleati ed i partner, l’occasione per migliorare l’interoperabilità
della NATO in un ambiente complesso ad alta conflittualità”.
La
prima fase di Trident Juncture ha
preso il via il 26 settembre con l’allestimento nello scalo aereo spagnolo di
Zaragoza
di un grande polo logistico dove
sono stati stipati 400 container zeppi di sistemi d’arma, munizioni e viveri
per le truppe NATO. Dal 3 al 16 ottobre sono previsti numerosi incontri di pianificazione
dei principali Comandi alleati esistenti nella penisola iberica, in Italia e
nord Europa, mentre le esercitazioni a fuoco vere e proprie si svolgeranno dal
21 ottobre al 6 novembre, principalmente nello spazio aereo e terrestre di
Italia, Spagna e Portogallo e nelle acque del Mediterraneo centrale. Giornata
clou il 4 novembre, quando il Comando delle forze terrestri statunitensi per lo
scacchiere europeo (US Army Europe) dirigerà gli assalti di centinaia di
paracadutisti della 173^ Brigata aviotrasportata di stanza a Vicenza, mezzi
pesanti e carri armati, mentre i marines del 4th Light Armored Reconnaissance Battalion di Camp Pendleton,
California, a bordo delle unità da sbarco salpate dalla base di Rota, Spagna,
simuleranno un’operazione di pronto intervento anti-terrorismo a 300 miglia di
distanza.
Una
ventina circa le basi e le infrastrutture europee investite dai war games NATO:
tre in Portogallo (Santa Margarida, Beja e Pinheiro da Cruz); i quartier
generali alleati di Mons (Belgio) e Brunssum; Stoccarda (Germania); Stavanger
(Norvegia) e ben nove in Spagna (oltre Zaragoza e Rota, Albacete, Chinchilla,
San Gregorio, Sierra del Retìn, Son San Joan, Sotomayor e Torrejon). Decisivo
il ruolo di alcune tra le maggiori installazioni militari italiane. Il centro nodale delle operazioni aeree di Trident Juncture 2015 è affidato allo
scalo siciliano di Trapani-Birgi. “L’esercitazione internazionale, inizialmente
pianificata sull’aeroporto sardo di Decimomannu, porterà a Trapani oltre 80
velivoli e circa 5.000 militari di varie nazionalità”, ha spiegato lo Stato
maggiore dell’Aeronautica militare. “In relazione allo svolgimento di Trident Juncture, la scelta della base
di Trapani, unitamente ad altre aree operative nazionali utilizzate dalle altre
componenti, è stata presa in considerazione per motivi eminentemente logistici, operativi e di distanze percorribili
per ottimizzare le risorse a disposizione e per la pregressa esperienza
maturata nel corso di altre operazioni condotte sulla base”. Oltre a Trapani,
gli assetti aerei NATO sono stati schierati a Pisa e nello stesso scalo di
Decimomannu e, come riportato da un recente comunicato del Comando generale
dell’Alleanza “in diverse altre installazioni italiane”. Determinante per il
coordinamento di una parte delle esercitazioni il Joint Force Command di Napoli, il Comando congiunto delle forze alleate per il sud Europa trasferito a
fine 2012 nel nuovo quartier generale di Lago Patria, mentre diverse esercitazioni
di sbarco e tiro a fuoco sono previste nel grande poligono sardo di Capo
Teulada. La direzione e il controllo delle attività dei cacciabombardieri NATO
è stata affidata invece alla base dell’Aeronautica di Poggio
Renatico (Ravenna), installazione che negli ultimi anni ha assunto un ruolo
chiave nella gestione delle operazioni aeree e di controllo radar dell’Alleanza atlantica. Proprio a Poggio
Renatico, a inizio estate, sono stati attivati il primo sito ACCS (Air Command and
Control System) che fornisce alla NATO un sistema di comando e controllo
unificato per la pianificazione e l’esecuzione di tutte le operazioni aeree e l’EPRC (European Personnel Recovery Center), un
polo d’eccellenza per il rifornimento in volo, gli interventi delle forze
speciali, la difesa aerea e la ricerca e il soccorso nelle aree di
combattimento del personale militare e civile, cofinanziato da Italia, Belgio,
Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito.
Grazie
a Trident Juncture 2015, la NATO
potrà sperimentare per la prima volta in scala continentale quella che è
destinata a fare da corpo d’élite della propria Forza di pronto intervento (NATO
Response
Force - NRF), la Very High
Readiness Joint Task Force (VJTF), opportunamente denominata Spearhead (punta di lancia).
La VJTF sarà pienamente operativa a partire dal prossimo anno e verterà su una brigata di
terra di 5.000 militari, supportata da forze
aeree e navali speciali e, in caso di
crisi maggiori, da due altre brigate fornite a rotazione
e su base annuale da alcuni paesi dell’Alleanza. “La Spearhead force sarà in grado di essere
schierata in meno di 48 ore”, afferma il Comando NATO. “In particolare, essa
potrà essere di grande aiuto nel contrastare operazioni irregolari ibride come ad esempio lo schieramento
di truppe senza le insegne nazionali o regolari e contro gruppi d’agitatori. Se
saranno individuati infiltrati o pericoli di attacchi terroristici, la VJTC potrà essere inviata in un paese per operare
a fianco della polizia nazionale e delle autorità di frontiera per bloccare le
attività prima che si sviluppi una crisi”.
In
vista della creazione della nuova task force, la NATO ha riorganizzato quartier
generali e comandi operativi: la Forza di pronto intervento NRF, nello
specifico, è stata posta gerarchicamente sotto il controllo del Joint Force Command di Brunssum e del Comando congiunto
per il Sud Europa di Napoli - Lago Patria. Proprio l’edizione 2015 di Trident Juncture consentirà di certificare la piena funzionalità dei centri
di comando e controllo e le capacità di risposta della
NATO Response
Force.
Attualmente la NRF dispone di una brigata
multinazionale con 30.000 militari, supportata da altre due brigate
pre-designate all’impiego, due gruppi navali (lo Standing Nato Maritime Group SNMG e lo Standing Nato Mine Countermeasures Group SNMCG), una componente
aerea e un’unità CBRN (Chemical,
Biological, Radiological, Nuclear). I documenti alleati prevedono a breve un
ulteriore rafforzamento della NRF con una brigata da combattimento di
2.500-3.000 uomini (con tre battaglioni di fanteria leggera, motorizzata
o aeromobile, più alcuni battaglioni pesanti dotati di artiglieria, del genio,
per la “difesa” nucleare, batteriologica e chimica); un gruppo aereo composto
da una quarantina tra velivoli da combattimento, di trasporto ed elicotteri “in
grado di realizzare sino a 200 sortite al giorno”; una task force navale
formata da un gruppo guidato da una portaerei, un gruppo anfibio e un gruppo
d’azione di superficie, per un totale di 10–12 navi. Allo smisurato potere offensivo
della NATO Response Force contribuirà
sin dal prossimo anno il sofisticato sistema di telerilevamento ed intelligence
AGS (Alliance Ground Surveillance)
che sarà attivato nella base siciliana di Sigonella con l’acquisizione di
alcuni velivoli senza pilota Global Hawk di ultima generazione.
Articolo pubblicato in Mosaico di pace, n. 10,
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