L’Europa e il Muos: cosa può fare l’Ue
Le
problematiche di militarizzazioni ed inquinamento ambientale legate
all’istallazione dell’ultimo terminale terrestre del Muos, nella Sughereta di
Niscemi, sono tornate alla ribalta nel corso di questa campagna elettorale in
vista delle europee ormai imminenti. C’è da dire, però, per fare chiarezza una
volta per tutte, che l’Europa non può compiere nessuna azione diretta circa il
Muos, ovvero: non può impedirlo o farlo smantellare. Questo perché, come è
noto, questa micidiale arma per controllare a distanza le prossime guerre, di
proprietà ed uso esclusivo del Pentagono, viene installata proprio in Sicilia
in seguito a un “accordo” tra le forze armate degli Stati Uniti ed italiane,
bypassando il Parlamento e in violazione agli artt. 11, 80 e 87 della
Costituzione. Ci sono, però, diverse cose che l’UE può e deve fare. Strade
indirette per la salvaguardia della vita della popolazione, dell’ambiente e per
scongiurare uno dei passi più decisivi in vista dell’automatizzazione di tutti
i conflitti.
- Regolamentare centralmente le norme sull’elettromagnetismo, attualmente affidate all’arbitrio dei vari paesi comunitari, imponendo a tutti le stesse regole e prendendo a modello quelle più rigide, ovvero le direttive redatte dagli scienziati più attenti a queste problematiche e non al soldo delle lobby della telefonia mobile.
- Siglare e rispettare l’appello della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite che l’anno scorso ha creato la moratoria per la regolamentazione degli aerei senza pilota, i cosiddetti droni. L’UE, viceversa, attualmente è all’avanguardia in questo tipo di ricerche, e i droni vengono applicati anche nelle politiche securitarie contro i migranti, per il controllo delle frontiere e del Mediterraneo.
- Rispettare le convenzioni internazionali circa la messa al bando di uso di armi che hanno impatti devastanti sull’ambiente. Tra questa tipologia di armi messe in mora ci sono quelle che minacciano la modifica e il controllo del clima, studi affermati dimostrano che il Muos rientra in questa tipologia, come viene spiegato anche in un capitolo del mio ultimo libro “IL Muostro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo”.
Un altro
aspetto della questione “Muos” e delle possibili modalità di intervento europee
per scongiurare il progetto riguarda la zona in cui è stato allestito: proprio
nel cuore della riserva naturale della Sughereta, vicino a Niscemi (provincia
di Caltanissetta). La Sughereta è stata riconosciuta come zona “Sic- sito di
interesse comunitario”, per questo il Parlamento europeo e soprattutto le
commissioni preposte, avrebbero dovuto opporsi ad un progetto tanto invasivo
per il prezioso ecosistema di una riserva naturale. A un simile scempio
perpetrato in un sito definito “d’interesse comunitario” l’Europa avrebbe
dovuto reagire stigmatizzando la scelta di Stato e Regione e sanzionandola.
In generale l’Unione Europea
sta assumendo sempre di più un ruolo , nelle politiche geostrategiche, di
soggetto appiattito sulle decisioni del Pentagono e della Nato, perdendo
autonomia e rinunciando al ruolo di dialogo e di mediazione che doveva esserle
proprio. Quella che, viceversa, io, insieme a milioni di compagne e compagni,
non sogniamo, ma esigiamo, è un’Europa culla e paladina dei diritti e della
vocazione democratica che vuole, nel dialogo e nell’apertura all’altro, la sua
massima espressione.
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