Acque al veleno nelle basi USA siciliane
Acqua potabile per il personale delle basi US Navy di Sigonella e Niscemi
con “livelli inaccettabili di un inquinante chimico sospettato di essere
cancerogeno”. A renderlo noto, il quotidiano delle forze armate statunitensi Stars and Stripe in un servizio
pubblicato da Heidelberg (Germania). “La scoperta è stata fatta durante le
analisi di routine effettuate lo scorso 17 maggio dal personale sanitario della
Marina”, scrive Stars and Stripes. “L’acqua
delle stazioni aeronavali NAS I e NAS II a Sigonella e dell’installazione di
telecomunicazioni di Niscemi è stata contaminata dal bromato e al personale
militare è stato dato l’ordine di non bere più dai rubinetti”.
Nelle aree dove è stato individuato
il pericoloso inquinante chimico sorgono le scuole per i figli dei militari USA,
il grande presidio ospedaliero della Marina, un megastore, le aree abitative e
le caserme per i marines e un hotel. “Non sono stati rilevati invece livelli elevati
di bromato nelle acque di Marinai, il principale villaggio residenziale del
personale di stanza a Sigonella, che utilizza un differente sistema di
trattamento delle acque”, ha dichiarato il portavoce del comando US Navy di
Napoli, Timothy Hawkins.
“I test hanno provato che la
quantità di bromato è superiore al valore massimo stabilito dall’EPA, l’agenzia
statunitense per la protezione dell’ambiente”, ha aggiunto Hawkins. “L’EPA fissa
questo valore in 10 microgrammi per litro, ma a Sigonella sono stati
riscontrati valori compresi tra i 52 e i 170 microgrammi”.
Sia l’agenzia per la protezione
dell’ambiente che l’Organizzazione mondiale della sanità classificano il bromato
come un “possibile” cancerogeno per l’uomo. La sua ingestione, secondo il
Dipartimento della salute dello Stato di New York, può causare disfunzioni
gastrointestinali, nausea, vomito, diarrea e dolori addominali, può avere gravi
effetti sul funzionamento dei reni e del sistema nervoso e comportare anche la
perdita dell’udito. “Le quantità rilevate nelle installazioni siciliane non
possono causare alcun sintomo”, ha tuttavia affermato il portavoce di US Navy. Stranamente,
però, il Comando di Sigonella ha invitato il personale con “problemi specifici
di salute” a consultare i medici dell’Ospedale navale. Inoltre, dal 29 maggio,
è stata disposta la distribuzione di acqua imbottigliata “due volte al giorno,
tre volte alla settimana” presso i parcheggi di NAS I e NAS II. Verranno
inoltre distribuiti quotidianamente oltre 7.000 litri di acqua nelle mense, nei
ristoranti, nei centri scolastici e nelle strutture sanitarie del complesso
militare.
Secondo il quotidiano delle
forze armate, ad inquinare le fonti idriche delle basi di Sigonella e Niscemi
sarebbero stati i prodotti chimici utilizzati per la loro disinfezione. Il
Comando USA che in un primo momento aveva respinto ogni addebito, ha poi
ammesso che per ridurre le quantità di bromato ai valori ammessi dalla legge “verrà
ridotto l’uso di prodotti chimici al minimo necessario per consentire la
disinfezione dell’acqua, così come ne verranno utilizzati di differenti”. I
responsabili della base si sono però rifiutati di fornire informazioni dettagliate
sul tipo di disinfettanti sino ad oggi utilizzati.
Nel 2011 era entrato in
funzione a NAS II un nuovo impianto di trattamento e purificazione delle acque destinate
all’irrigazione dei terreni. Costato più di un milione di dollari, era stato
voluto dal Public
Works Department per ridurre la quantità di acqua potabile utilizzata a
scopi irrigui. “Naturalmente, esistono problemi ambientali nell’usare l’acqua
purificata per l’irrigazione”, ammisero i tecnici del PWD in occasione dell’inaugurazione
del nuovo impianto. “Prima che il sistema venisse installato, il nostro
personale ha lavorato con le autorità italiane e gli ufficiali medici di US
Navy per ottenere le necessarie autorizzazioni e assicurare all’impianto la
completa rispondenza agli standard previsti dall’US Public Health”. Gli stessi tecnici statunitensi hanno dovuto
riconoscere però che i permessi ambientali e sanitari sono stati ottenuti dal
Governo italiano con molta fatica. L’impianto e le condutture idriche sono stati
realizzati da una società italiana sotto la direzione di Ameresco, una grossa
società d’ingegneria e costruzioni con sede a Knoxville, Tennesse.
Nonostante l’entrata in
funzione del nuovo sistema di purificazione, i consumi idrici a Sigonella continuano
ad essere enormi. Nel luglio 2004, i senatori Luigi Malabarba e Tommaso Sodano (Prc), presentarono un’interrogazione
parlamentare dove si rilevava che “una gran parte delle risorse idriche della
provincia di Catania viene sottratta dalla base militare USA-NATO di Sigonella,
non solo per essere sprecata nelle attività tecniche, come la pulizia degli
impianti dei veicoli, ma anche per riempire le piscine delle villette dei
soldati americani”. Secondo gli interroganti, gli oltre 5.000 militari
residenti nella base “consumano ogni anno un miliardo di litri d’acqua, molto
più del doppio di quanto sia concesso ai cittadini di una qualsiasi grande
città italiana”.
La stima però sarebbe
stata inferiore al dato reale. In un report del settembre 2008, il Public Works Department riportava che il
consumo medio settimanale di Sigonella era in quel periodo di 5.600.000 galloni
d’acqua, cioè complessivamente di un miliardo e cento milioni di litri all’anno.
Con i “risparmi” odierni, il consumo medio settimanale si sarebbe attestato intorno
ai 3.500.000 di galloni. Sta però crescendo il numero dei marines USA (erano 4.097
nel 2005, saranno 4.372 entro la fine del 2012), mentre entro il 2015 giungeranno
a Sigonella altri 800 militari (più familiari a seguito) con l’AGS, il
programma di sorveglianza terrestre della NATO basato sugli aerei senza pilota Global Hawk. Sempre più risorse idriche
verranno sacrificate mentre altri pericolosi composti chimici e idrocarburi continueranno
ad inquinare i terreni e le falde acquifere della piana di Catania e Niscemi.
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