MUOS di Niscemi: verso la guerra globale permanente
A Niscemi, in provincia di Caltanissetta, nel
cuore di un’importante riserva naturale, sta per essere installato uno dei
quattro terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari per i conflitti del XXI secolo, quelle con i missili all’uranio impoverito, gli aerei senza pilota e
le armi nucleari in miniatura, conflitti sempre più “virtuali”, computerizzati,
disumanizzati.
Disumanizzanti.
Il
sistema MUOS, ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, consentirà di
propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica,
batteriologica e nucleare. E finanche quelli per scatenare la guerra al clima e
all’ambiente. Collegherà tra loro i centri di comando e
controllo delle forze armate, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali
militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento e gli arsenali di
morte sparsi in tutto il pianeta. La nuova rete di satelliti e terminali
terrestri consentirà di moltiplicare di dieci volte il numero delle
informazioni che saranno trasmesse nell’unità di tempo, accrescendo in modo
esponenziale i rischi che venga scatenato l’olocausto per un mero errore
tecnico.
Il MUOS incarna le mille
contraddizioni della globalizzazione neoliberista. Elemento chiave delle future
guerre stellari, avrà effetti devastanti sull’ambiente, il territorio e la
salute delle popolazioni. Le tre mega-antenne emetteranno micidiali microonde
che si aggiungeranno all’inquinamento elettromagnetico generato dalla stazione
di telecomunicazione della marina militare USA presente da vent’anni in
contrada Ulmo. In un recente studio sui rischi del nuovo sistema di telecomunicazioni a
firma dei professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnico di
Torino, si riporta che nel periodo compreso tra il dicembre 2008 e l’aprile 2010
«l’Arpa
Sicilia ha effettuato una serie di rilievi sulle emissioni generate dalla
stazione di radiotrasmissione di Niscemi che hanno consentito di rilevare
valori di campo elettrico prossimi al valore di attenzione di 6 V/m». Le
misurazioni hanno evidenziato in particolare «la
presenza di un campo elettrico intenso e costante in prossimità delle
abitazioni, mostrando un sicuro raggiungimento dei limiti di sicurezza per la
popolazione e, anzi, un loro probabile superamento. In un caso il valore
rilevato è risultato prossimo al limite di attenzione stabilito dalla normativa».
I lavori del MUOS hanno già
compromesso irrimediabilmente l’habitat dell’area naturale “Sughereta”, Sito di Importanza Comunitaria (SIC). I crescenti processi di
militarizzazione, con i loro effetti
deleteri sulle attività produttive ed economiche, stanno contribuendo allo
spopolamento delle campagne e al massiccio esodo verso il Nord di centinaia di
giovani niscemesi. E come se non bastasse, nello
sfondo, l’inquietante presenza della criminalità organizzata. A eseguire una
parte delle opere per il MUOS sarebbe stata chiamata un’impresa contigua alle
“famiglie” mafiose locali.
Il
Politecnico di Torino ha pure rilevato che il nuovo terminale per le Stars Wars avrà pesantissimi effetti sul
traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sul vicino aeroporto di
Comiso, riconvertito ad uso di civile dopo avere ospitato negli anni ’80 i 112
missili nucleari Cruise della NATO. «La
potenza del fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare
gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse
essere investito accidentalmente», scrivono
i professori Zucchetti
e Coraddu. «Gli incidenti
provocati dall’irraggiamento accidentale di aeromobili distanti anche decine di
Km. sono eventualità tutt’altro che remote e trascurabili ed è incomprensibile
come non siano state prese in considerazione dagli studi progettuali della
Marina militare USA. I rischi d’interferenza investono potenzialmente tutto il
traffico aereo della zona circostante il sito MUOS. Nel raggio di 70 Km si
trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km dalla stazione di
Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa
(Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km». Sigonella e
Fontanarossa, tra l’altro, sono già oggetto delle spericolate operazioni di
atterraggio e decollo dei velivoli da guerra senza pilota Global Hawk, Predator e Reaper a disposizione delle forze armate
USA e NATO.
Per gli studiosi del Politecnico,
l’irraggiamento a distanza ravvicinata, di un aereo militare, potrebbe avere
conseguenze inimmaginabili. «Le interferenze generate dalle antenne
possono arrivare infatti a innescare accidentalmente gli ordigni trasportati. È quanto accaduto il 29 luglio 1967 nel Golfo del Tonchino alla
portaerei US Forrestal, quando le
radiazioni emesse dal radar di bordo detonarono un missile in dotazione ad un
caccia F-14, causando una violenta esplosione e la morte di 134 militari. Tali considerazioni
dovrebbero portare a interdire cautelativamente vaste aree dello spazio aereo
sovrastanti l’installazione del MUOS».
Gli insostenibili pericoli per il traffico
aereo del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari sono del tutto noti ai
tecnici statunitensi, al punto che sei anni fa fu deciso di dirottare a Niscemi il terminale MUOS destinato originariamente alla
stazione aeronavale di Sigonella. A determinare il cambio di destinazione, le
risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate
dalle grandi antenne (Sicily RADHAZ Radio
and Radar Radiation Hazards Model), eseguito da due aziende statunitensi,
AGI - Analytical Graphics Inc. e Maxim Systems. Nello specifico, venne
elaborato un modello di verifica dei rischi di irradiazione sui sistemi d’armi,
munizioni, propellenti ed esplosivi (il cosiddetto HERO - Hazards of
Electromagnetic to Ordnance), ospitati nella grande base siciliana.
Appurato che le fortissime emissioni
elettromagnetiche del MUOS potevano avviare la detonazione degli ordigni, AGI e
Maxim Systems raccomandarono i militari statunitensi di
non installare i trasmettitori a Sigonella. Anche Filippo Gemma,
amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la
statunitense AGI), ha confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto
elettromagnetico. Nel corso dello speciale di Rai News 24 Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato, trasmesso il 22
novembre 2007, Gemma ha dichiarato che «una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo
di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati
di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni
elettromagnetiche del trasmettitore stesso».
Contro il devastante progetto militare - mai
discusso in sede parlamentare – si sono pronunciati tre consigli provinciali
(Catania, Ragusa e Caltanissetta) e quasi tutti i Comuni vicini
all’installazione USA di contrada Ulmo. In un primo tempo anche il Presidente
della regione siciliana, Raffaele Lombardo, si era dichiarato contro il MUOS,
poi con un repentino e più che sospetto giro di valzer si è trasformato in uno
dei suoi più convinti sostenitori. Ciononostante comitati
spontanei di cittadini, istituzioni e associazioni politiche, sindacali e ambientaliste
stanno moltiplicando gli sforzi per ottenere la revoca delle autorizzazioni
concesse per l’installazione delle mega-antenne. Dopo un corteo di protesta a
Niscemi il 31 marzo scorso e un presidio a Comiso il 4 aprile in occasione del
trentennale della grande manifestazione contro i missili nucleari Cruise, i No MUOS siciliani si ritroveranno a
Niscemi il 29-30 aprile e l’1 maggio per una tre giorni di eventi e iniziative
di sensibilizzazione.
«L’intero territorio dell’Isola ha già pagato altissimi
costi sociali ed economici per le dissennate scelte di riarmo e
militarizzazione»,
afferma Alfonso Di Stefano della Campagna
per la smilitarizzazione di Sigonella. «Il recente conflitto in Libia ha consacrato
il ruolo della Sicilia come grande portaerei per le operazioni di attacco USA,
NATO ed extra-NATO in Africa e Medio Oriente. Dallo scalo “civile” di Trapani
Birgi sono stati scatenati buona parte dei bombardamenti contro l’esercito e la
popolazione civile libica. Sigonella è stata trasformata in capitale mondiale
dei famigerati Global Hawk mentre
prolifera ovunque l’installazione di radar per l’intercettazione delle
imbarcazioni di migranti. Tutto ciò per perpetuare il modello di rapina delle
risorse energetiche e arricchire i signori del complesso militare-industriale
statunitense». Il MUOS, costato già più di sei miliardi di dollari, ha come
principale contractor Lockheed Martin, il colosso a capo del dissennato
programma dei cacciabombardieri F-35. Il dio di tutte le guerre ha sempre lo
stesso volto di morte.
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