Voto bipartisan in Parlamento per la nuova Base di Guerra Navale di Messina
Il potenziamento bellico della
Base Navale di Messina è stato deciso con voto bipartisan del Parlamento.
Il devastante piano di “ammodernamento”
infrastrutturale del Comando della Marina Militare nella Zona falcata della
Città dello Stretto, area di straordinario pregio storico-architettonico e paesaggistico,
è stato approvato all’unanimità dalle Commissioni Difesa della Camera dei
Deputati e del Senato, rispettivamente il 7 e 14 febbraio 2024. Maggioranza ed “opposizioni”
(Pd e M5S), sempre insieme quando c’è da finanziare l’acquisto di nuovi sistemi
d’arma o progetti di ampliamento e/o rafforzamento di basi, porti e aeroporti
militari. Con l’aggravante che questi provvedimenti strategici ed ultra onerosi
vengono deliberati in tempi record. Il ricercatore William Domenichini di La
Spezia (autore del volume “No Base Blu”) ricorda che il piano per le basi
navali è stato approvato in soli 8 minuti dalla Camera dei Deputati e in 10 minuti
dal Senato.
La realizzazione del Grande
Hub di Guerra a Messina è stata inserita nel cosiddetto Programma “Basi Blu”, relativo all’adeguamento e ammodernamento delle
basi navali della Marina Militare predisposto dallo Stato Maggiore della
Difesa.
“Il programma in esame - si
legge nella scheda tecnica del Governo - nasce dall’esigenza, di adeguare le
capacità di supporto logistico delle principali Basi navali italiane (Taranto, La Spezia e Augusta),
nonché di quelle delle Basi secondarie e di supporto logistico presenti nel
Paese (Brindisi, Messina, Cagliari, Ancona, Venezia, Napoli e Livorno),
in termini di spazio disponibile per l’ormeggio in banchina e di impianti
preposti alla fornitura dei servizi”.
Oltre alla realizzazione delle
opere marittime, funzionali ad ampliare le banchine disponibili per l’ormeggio
delle nuove unità da guerra e dei sottomarini in via d’acquisizione, il
Programma “Basi Blu” prevede il “potenziamento
dei servizi essenziali di base, come lo scarico e il trattamento
di acque nere e grigie, il miglioramento delle capacità di distribuzione dei
combustibili e l’adeguamento delle reti
elettriche sulla base
delle maggiori esigenze di carico”. La realizzazione di tali opere – si legge
ancora nella scheda del Governo - consentirà alle basi della Marina Militare di
“adeguarsi ai nuovi standard della NATO, consentendo di
ospitare gruppi navali dell’Alleanza o di altri Paesi alleati”.
Tra gli interventi di potenziamento
e trasformazione delle infrastrutture portuali militari è previsto a Taranto il dragaggio dei
fondali e il consolidamento
strutturale delle banchine della Stazione Navale Mar Grande,
nonché l’ampliamento della
stessa, con la realizzazione di due nuovi moli. A La Spezia sarà incrementata la capacità ricettiva della base navale grazie alla
ristrutturazione degli approdi e all’ampliamento
del numero di ormeggi disponibili. Per quanto riguarda la base di Augusta (Siracusa)
saranno invece ammodernate le opere marittime e dei servizi in banchina
presso le aree tecnico-operativa (banchina “Tullio Marcon”) e tecnico-logistica
(tra cui l’Arsenale).
Nel capitolo
relativo alle “Basi secondarie e di
supporto logistico” è stato finanziato l’ammodernamento delle
infrastrutture, delle opere marittime e dei servizi in banchina della stazione
navale di Brindisi, “finalizzato all’ormeggio principalmente delle unità navali
maggiori di nuova generazione impiegate per operazioni anfibie”. È inoltre
previsto “l’adeguamento delle opere e delle infrastrutture di supporto
logistico e abitative presso le basi destinate a ospitare il naviglio minore di
nuova costruzione (Cagliari, Messina, Ancona, Venezia, Napoli e Livorno)”.
Il Programma “Basi Blu” è stato
concepito secondo un piano di sviluppo pluriennale che dovrebbe concludersi
entro il 2033, con una spesa prevista in 1.760 milioni di euro. Ad oggi sono già stati finanziati 559,36 milioni con voto unanime del Parlamento. “Il completamento del
programma, per il restante valore previsionale complessivo di circa 997,64 milioni di euro, sarà
realizzato attraverso successivi provvedimenti di finanziamento”, riporta il
Ministero della Difesa. “Il programma potrà beneficiare di ulteriori finanziamenti
per mezzo dei Fondi di sviluppo e
coesione, disponibili nell’ambito del Contratto interministeriale di
sviluppo (CIS) per l’area di Taranto, per complessivi 203 milioni di euro”.
Cioè soldi letteralmente rubati dai programmi di sviluppo territoriale e
riduzione dei gap infrastrutturali Nord-Sud per accrescere la militarizzazione
delle aree del Mezzogiorno.
Il progetto dello Stato Maggiore
della Marina Militare prevede per Messina la realizzazione di una nuova Banchina Comando presso la Base Navale
della Zona Falcata, “con una nuova lunghezza utile di attracco, in prossimità
del waterfront, pari a 210 ml., ed una larghezza di 15 mt., nonché la
realizzazione di un nuovo piazzale, attraverso l’utilizzo della piccola
porzione di specchio d’acqua, con profondità pari a 1,5 mt, situato tra la
Banchina Comando ed il pontile Commissariato”.
L’ampliamento della banchina consentirà
l’ormeggio fino a quattro pattugliatori d’altura di nuova generazione PPX, la cui realizzazione è stata affidata alla società OSN
- Orizzonte Sistemi Navali,
joint venture dei colossi del comparto militare-industriale Fincantieri SpA
(51%) e Leonardo SpA (49%). Le nuove unità da guerra saranno lunghe 95 metri, larghe 14,2 e avranno un dislocamento
di 2.400 tonnellate.
Relativamente alle opere a
terra, il progetto per l’Hub Navale prevede la “ristrutturazione degli edifici,
la riqualificazione ambientale delle aree contermini e dei sottoservizi
(fognature, depurazione, ecc.), necessari a garantire un sufficiente supporto
operativo e logistico”.
Più specificatamente saranno
“risanati” gli edifici che attualmente ospitano la “Palazzina I” (Villa
Ammiraglio da destinare ad alloggi per gli Ufficiali) e il Cinema – sala
congressi. Verranno invece demoliti e ricostruiti ex novo le Palazzine ex
Lante, De Lutti, “N” (destinate tutte ad alloggi per il personale militare);
l’ex Magazzino doganale; i magazzini SCC64 e SCC65; la mensa di servizio; l’infermeria
presidiaria; il complesso sportivo; lo spogliatoio tennis; la palestra; i campi
da calcio e basket; l’officina S.E.N.; la cabina elettrica.
“In questa fase di
progettazione non è ancora stato definito un preciso cronoprogramma delle
attività, tenuto conto che le opere a mare e le opere a terra potrebbero essere
avviate secondo stralci funzionali”, riporta lo Stato Maggiore della Marina. “Si
evidenzia comunque che le opere a mare avranno una durata massima di 12 mesi
(pertanto di entità lieve),
mentre è presumibile che le opera a terra una durata di due anni”. Opere
infrastrutturali – in verità - tutt’altro che “lievi” e che modificheranno irrimediabilmente
il volto di un’area che potrebbe fare invece da polmone verde e museo
storico-artistico all’aperto per una Città finalmente liberatasi dal ricatto
del Ponte-Mostro sullo Stretto.
Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 26 novembre 2025, https://www.stampalibera.it/2025/11/26/linchiesta-voto-bipartisan-in-parlamento-per-la-nuova-base-di-guerra-navale-di-messina/



Commenti
Posta un commento