Messina. Sosta ad alto rischio della nave deposito armi e carburanti della Royal Navy
Neanche un mese fa, il 10 maggio 2021, mentre era in sosta a Portland (Inghilterra), la nave rifornimento munizioni e carburanti “RFA Fort Victoria” della Royal Navy aveva rischiato un incidente dalle conseguenze inimmaginabili. Un piccolo incendio a bordo era stato provvidenzialmente spento dal personale d’equipaggio prima che potesse estendersi sino ai depositi ospitati, 3.400 metri cubi di volume quelli per le armi e gli esplosivi, 12.500 metri cubi per il gasolio. “Non si sono verificati gravi lesioni all’unità navale durante l’incidente”, dichiarava con un laconico comunicato il Ministero della Difesa del Regno Unito. In verità le autorità locali di Portland avevano allertato la protezione civile per attivare tutti gli interventi previsti dal protocollo sicurezza, mentre almeno quattro marinai sarebbero stati soccorsi dalle autoambulanze e condotti in ospedale a seguito dell’inalazione dei gas tossici emessi durante l’incendio.
Da mercoledì
9 giugno la “RFA Fort Victoria” effettua una sosta tecnica nel porto di Messina,
proprio di fronte al Municipio e a pochi passi di distanza dalla centralissima
Piazza Duomo. L’unità da guerra partecipa alla missione nel Mediterraneo del Carrier Strike Group delle forze navali
britanniche guidato dalla portaerei “HMS Queen Elizabeth” (oggi in rada
nel Golfo di Augusta). La formazione navale è impegnata in questi giorni nella
maxi-esercitazione “Falcon Strike 21” insieme alle unità e ai cacciabombardieri
di Italia, Stati Uniti e Israele, quest’ultimo solo qualche settimana fa
impegnato in sanguinosi bombardamenti contro la popolazione palestinese della
Striscia di Gaza.
La “Fort Victoria” funge proprio da nave
appoggio del Carrier
Strike Group, assicurando il
rifornimento di sistemi d’arma, missili, munizioni e carburanti per le unità
navali, gli elicotteri e gli aerei imbarcati (tra essi anche i nuovi caccia
F-35 a decollo verticale). Proprio per le sue funzioni e le sue specificità
tecniche è impossibile che possa essere giunta a Messina senza una vera e
propria santabarbara a bordo. Chi, come e quando abbia autorizzato questa
insensata e pericolosissima sosta tecnica nella città capoluogo dello Stretto non
è possibile sapere, così come si sconosce se la Prefettura, il Sindaco e la
Protezione Civile abbiano predisposto un piano d’emergenza in caso di incidenti
o eventuali altre misure di prevenzione e “contenimento” degli enormi rischi
che comporta la sua presenza in città. Domenica scorsa, l’unità da rifornimento
armi e carburante era transitata nello Stretto di Messina di scorta alla
portaerei “Queen Elisabeth” insieme ad altre due unità britanniche e al
cacciatorpediniere lanciamissili “Andrea Doria” della Marina militare italiana.
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