Nucleare. Bombardieri strategici USA in Africa e nel Mediterraneo “allargato”
Non bastano più evidentemente le unità da guerre di mezzo mondo per presidiare le acque del Golfo di Guinea, una delle aree geostrategiche ed economiche più rilevanti del continente africano. Il 9 giugno, infatti, per la prima volta nella storia, gli Stati Uniti d’America hanno deciso di fare esercitare sui cieli dell’Africa occidentale un bombardiere B-52H “Stratofortress”, la fortezza volante che ha preso parte a tutti i maggiori conflitti degli ultimi sessant’anni. Il velivolo dell’US Air Force (48,5 metri di lunghezza, un’apertura alare di 56,4 metri e un peso massimo al decollo sino a 200 tonnellate) dopo essere partito dalla base aerea spagnola di Morón de la Frontera ha sorvolato prima il nord Africa e poi si è diretto verso il Golfo di Guinea per rientrare a fine missione in Spagna. “Il volo su alcune regioni dell’Africa settentrionale e occidentale del bombardiere strategico in forza al 2nd Bomb Wing di stanza a Barksdale, Louisiana, ha consentito all’equipaggio di esercitarsi ad operare in diversi spazi aerei”, ha dichiarato il generale Steven Basham, vicecomandante delle forze aeree statunitensi in Europa e in Africa. “La missione odierna ci ha fornito un’importante opportunità per testare e stabilire linee vitali di comunicazione che saranno una componente chiave per le nostre future operazioni nell’area”.
Bombardiere
strategico a lungo raggio (ha un’autonomia di volo sino a 16.000 km), il B-52H “Stratofortress”
à stato prodotto dal colosso aerospaziale Boeing a partire dalla fine degli
anni ’50 e grazie ai multimilionari interventi di aggiornamento è destinato ad
operare sino alla fine del prossimo decennio. Si tratta di una micidiale arma
di distruzione di massa: può trasportare e lanciare sino a 31.500 kg di bombe
ed è l’unico velivolo dell’Aeronautica USA che può essere armato con i missili da crociera aria-superficie AGM-86 ALCM abilitati al
trasporto di testate nucleari con una potenza variabile tra i 5 e i 150
kiloton. Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’autorevole Istituto Internazionale di
Ricerche sulla Pace di Stoccolma (Sipri), le forze aeree USA avrebbero in
dotazione attualmente 528 missili AGM-86 ALCM (ogni B-52 ne può trasportare
sino a 20); di questi, 200 circa sarebbero a disposizione nelle basi aeree in
cui sono schierati i bombardieri, tutto il resto sarebbero stoccati in un unico
deposito protetto di US Air Force. Data la rilevanza militare di questi
velivoli strategici, ogni loro missione è sotto il comando e il controllo
diretto del Dipartimento della Difesa, “ovunque nel mondo e in ogni tempo”. “Le
missioni dei bombardieri B-52 – spiega ancora il Comando di US Air Force –
dimostrano l’impegno degli Stati Uniti ai propri partner e riflettono l’abilità delle nostre forze a operare a favore della sicurezza globale in
un ambito che è sempre più dinamico e stimolante che mai”.
Il
Pentagono ha ordinato il trasferimento di due B-52H del 2nd Bomb Wing dell’Aeronautica dalla Luoisiana alla base spagnola di Morón (Andalusia) a
metà maggio. “Il dislocamento di una bomber
task force con i bombardieri strategici, gli equipaggi e le attrezzature di
supporto nell’area di responsabilità del Comando USA in Europa ha l’obiettivo
di rafforzare le capacità operative delle forze armate in una serie di località
d’oltremare”, spiega il Comando di US Air Force. “L’addestramento e
l’integrazione con i nostri partner e alleati e altre unità permettono di
costruire relazioni durature e strategiche necessarie per confrontarsi con un
ampio raggio di sfide globali”.
Subito
dopo il loro l’arrivo a Morón, le due fortezze
volanti USA hanno operato in molteplici scenari, principalmente in nord ed
est Europa, ma anche nel Mediterraneo centrale ed orientale, simulando una
serie di interventi di aperto e provocatorio contrasto delle forze aeronavali
russe. Il 24 maggio i B-52H sono stati impiegati nello spazio aereo dell’Egeo e
del Mar Nero in una esercitazione di guerra aerea e attacchi contro obiettivi
navali insieme alle unità di cinque alleati NATO (Bulgaria, Grecia, Romania,
Ungheria e Italia). Due giorni dopo, nelle acque del Mediterraneo, i due
bombardieri strategici hanno effettuato un
addestramento di “contrasto marittimo” insieme ai caccia F-16
dell’aeronautica ellenica e agli Eurofighter “Typhoon” della Royal Air Force e
a un pattugliatore P-8A “Poseidon” del Patrol Squadron 40 di US Navy di stanza
nella base siciliana di Sigonella. “I caccia F-16 della Turchia che attualmente
supportano la NATO Enhance Air Policing
(le misure militari adottate nel 2016 dall’Alleanza Atlantica nel Mediterraneo
orientale, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, nda), hanno poi scortato i B-52H nel
loro rientro alla base aera di Morón”, informa l’US Air Force.
War games, il 31 maggio, nei cieli di tutto il vecchio
continente con le forze aeree di venti paesi NATO in quella che è stata
denominata “Operation Allied Sky”. “Le diverse missioni eseguite in un solo
giorno dai due bombardieri hanno dimostrato la credibilità delle nostre forze
aeree in un ambiente la cui sicurezza globale è assai diversa e più incerta di
quella di ogni altro tempo della storia”, ha commentato a conclusione della
maxi-esercitazione il generale Jeff Harrigian, comandante delle forze aeree
alleate NATO e di quelle statunitensi in Europa e nel continente africano. “L’odierna
esercitazione è una dimostrazione eccezionale della superiorità aerea della
NATO e insieme non c’è sfida che non possiamo affrontare”.
Dal 7 al 9 giugno i due
bombardieri del 2nd Bomb Wing di US Air Force si sono addestrati nello spazio
aereo del Baltico congiuntamente con i caccia F-16 dell’Aeronautica militare di
Danimarca e Paesi Bassi e ai velivoli d’attacco JAS-39 Gripen della Svezia.
Cinque giorni più tardi, ancora una volta dopo il loro decollo da Morón, le fortezze volanti hanno
svolto un’altra missione di “contenimento” anti-Russia nell’Egeo e nel Mar
Nero, insieme agli F-16 di Grecia e Turchia.
Ovvio che la presenza nel teatro europeo – e, adesso, pure
africano - non passi inosservata a Mosca. Il 24 maggio il ministero della
Difesa russo ha ordinato lo schieramento nella base siriana di Khmeimim (nella provincia di Latakia, sul Mediterraneo orientale, vicina
alla base navale di Tartus) di alcuni cacciabombardieri strategici Tu-22M3
“Backfire”, utilizzabili per operazioni di attacco, ricognizione e
pattugliamento navale. Anche questi velivoli, come i B52, sono abilitati al
trasporto e all’uso di testate nucleari (la portata massima è di 24 tonnellate
di bombe per ognuno di essi). “Gli equipaggi dei bombardieri a lungo raggio
acquisiranno abilità pratiche nell’esercizio di compiti di addestramento in
nuove aree geografiche durante i voli nello spazio aereo sul Mar Mediterraneo”,
riporta la nota della Difesa russa.
Secondo
quanto riferito da Formiche.net, le pista
dello scalo aereo di Khmeimim sono state recentemente ripavimentate; inoltre
sono stati potenziati i dispositivi di comunicazione ed illuminazione notturna.
“Adesso la base siriana è in grado di accogliere non solo Tu-22, ma anche i
Tu-95 e i Sukhoi Su-160, il top di gamma dei bombardieri strategici russi”,
aggiunge la testata. “Quello che è chiaro è che Mosca sta generalmente alzando
il livello della propria presenza nel Mediterraneo – come dimostra anche
la grossa
presenza navale degli ultimi mesi (…) Dalla
Siria alla Libia, passando per l’intensificarsi della penetrazione africana, la
Russia sta creando sfere di intervento da trasformare in sfere di influenza”.
Formiche.net
avverte come il consolidamento russo nel cosiddetto Mediterraneo allargato preoccupi tantissimo il Pentagono, la Difesa
italiana e la NATO, i quali “vedono minacciata la funzionalità di strutture
nevralgiche della stabilità regionale e delle relazioni transatlantiche come la
base di Sigonella, o il MUOS e i cavi sottomarini che solcano il Canale di
Sicilia”. All’orizzonte si ripropongono come alla fine degli anni ’70 del
secolo scorso, pericolosissimi scenari di ultramilitarizzazione e
nuclearizzazione dell’area mediterranea. Con la Sicilia e le sue isole minori
condannate a fare da piattaforme avanzate per le strategie di guerra globale
del terzo millennio…
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