Caccia e aerei-spia israeliani si esercitano in Italia per le prossime guerre in Medio Oriente
Dodici giorni di esercitazioni aeronavali con l’uso dei più avanzati sistemi missilistici in un’area geografica che dai poligoni della Sardegna si estende sino alla Campania, alla Basilicata e alla Calabria, al Golfo di Taranto e al mar Ionio. Un test strategico della potenza di fuoco dei nuovi cacciabombardieri in dotazione alle aeronautiche di Italia, Stati Uniti d’America, Regno Unito ed Israele, paese quest’ultimo che solo un paio di settimane fa è stato l’autore dei sanguinosi bombardamenti nella striscia di Gaza. E proprio Israele, tramite un portavoce delle forze armate, fa sapere che la maxi-esercitazione negli spazi aerei e nelle acque italiane sarà una storica opportunità per addestrare i propri piloti alle prossime guerre in Medio oriente, Iran in testa.
Il 6 giugno ha preso il via dalla base aerea di Amendola
(Foggia), “Falcon Strike 21”, l’esercitazione multinazionale promossa dallo
Stato Maggiore della difesa, congiuntamente a due partner NATO (USA e Regno
Unito) e Israele. Ad oggi nessun comunicato officiale è stato emesso dalle autorità
militari italiane, probabilmente imbarazzate per la partecipazione ai war games
di sei cacciabombardieri F-35 “stealth” dell’IAf - Israelian Air Force che
hanno fatto il loro debutto operativo proprio durante la recentissima operazione
di guerra anti-palestinese “Guardians of the Wall”. Per avere qualche
informazione su “Falcon Strike 21” si deve consultare il sito delle forze
armate USA dove compare un laconico comunicato stampa che spiega come l’esercitazione
serva “ad ottimizzare l’integrazione tra gli aerei di 4^ e 5^ generazione e ad
accrescere il livello di cooperazione nei campi della logistica e del
trasferimento dei caccia F-35, rafforzando l’interoperabilità delle forze aeree
alleate e dei partner durante le operazioni congiunte”.
Molto più numerosi e inquietanti i dettagli forniti dai media
israeliani. Times of Israel spiega
che i sei F-35 dell’aeronautica israeliana impiegati per “Falcon Strike” sono
giunti in Italia già nei primi giorni di giugno e si eserciteranno sino a martedì
15. “Si tratta della più grande e più lontana esercitazione a cui hanno mai preso
parte questi nostri velivoli”, ha dichiarato alla testata un ufficiale dell’aeronautica
israeliana, la cui identità è stata mantenuta segreta. “Nonostante l’obiettivo ufficiale
dell’esercitazione è quello di migliorare le capacità complessive del velivolo F-35,
l’alto ufficiale dell’aeronautica ha riconosciuto che in parte essa è stata destinata
a preparare i piloti israeliani all’uso dei cacciabombardieri contro le forze
iraniane”.
“L’Iran è il nostro obiettivo”, ha espressamente dichiarato
l’alto ufficiale a Times of Israel. “Sebbene gli F-35
israeliani hanno preso parte a esercitazioni internazionali in passato, questa
sarà la prima volta che il velivolo volerà insieme agli F-35 di altri tre paesi”.
Sempre secondo il quotidiano israeliano, oltre ai nuovi caccia di Lockheed
Martin, a “Falcon Strike 21” prenderanno parte i cacciabombardieri F-16 USA
(sicuramente provenienti dalla base di Aviano, Pordenone), un aereo-spia Gulfstream
“Etam” e due aerei da rifornimento Boeing “Re’em” dell’aeronautica israeliana, due
velivoli-tanker KC767 e HC130 e un velivolo da ricognizione Gulfstream “Eitam” dell’Aeronautica
italiana e l’aereo da rifornimento britannico Voyager A330.
“Gli aerei incontreranno una flotta di velivoli italiani che
agiranno come una squadra rossa,
simulando un’aviazione nemica, tra cui Eurofighter Typhoon, caccia da
combattimento AMX International, Panavia Tornado, droni Predator ed elicotteri
Bell Augusta”, aggiunge Times of Israel.
“Anche la portaerei britannica HMS Queen Elizabeth sarà impiegata nel corso
dell’esercitazione che si svolgerò sia in territorio italiano che nel
Mediterraneo”. Per la cronaca proprio la “Queen Elisabeth” ha attraversato
domenica 6 giugno lo Stretto di Messina per raggiungere lo Ionio meridionale,
scortata da quattro navi da guerra britanniche e dal cacciatorpediniere
lanciamissili “Andrea Doria” della Marina italiana.
“Sempre secondo l’ufficiale di IAF, un gran numero di
batterie di missili terra-aria sarà utilizzato nel corso dell’esercitazioni
contro i caccia F-35 al fine di creare un’atmosfera
piena di minaccie”, aggiunge Times od
Israel. “I caccia israeliani F-35 parteciperanno a due sortite quotidiane. Nella
prima gli aerei voleranno con gli americani, mentre nella seconda voleranno con
le forze aeree britanniche e italiane. Durante queste missioni, i piloti
israeliani simuleranno attacchi aerei su obiettivi dietro le linee nemiche e
missioni di supporto terrestre, mentre voleranno su terreni non familiari. Oltre
a contrastare le minacce dei missili terra-aria, i velivoli israeliani
prenderanno parte a vere e proprie battaglie aeree”.
Anche The Jerusalem
Post ha dedicato un ampio articolo alla missione IAF sui cieli italiani. Il
quotidiano, in particolare, ha specificato l’identità dei i reparti israeliani impiegati
(il 140th Squadron dell’Aeronautica con gli F-35, il 116th
Squadron con gli F-16A/B, il 122nd Squadron con l’aereo d’intelligence G550 e
il 120th Squadron con i due aerei tanker). “L’aeronautica militare israeliana ha
ricevuto i primi cacciabombardieri F-35 nel dicembre 2016 e ad oggi conta su 27 velivoli di
questo tipo”, scrive il quotidiano di Gerusalemme. “Altri 23 caccia saranno
consegnati entro il 2024, completando così l’ordine di IDF di 50 velivoli, anche
se gli ufficiali israeliani contano di acquistarne ancora altri”.
Il sito specializzato Desk
aeronautico che fornisce, tra l’altro, informazioni sulle limitazioni del
traffico aereo in Italia in caso di esercitazioni militari, ha pubblicato una
mappa con le aree che saranno utilizzate per “Falcon Strike 21”. “Durante la reale attivazione delle aree lo spazio aereo interessato sarà
da considerare come zona
temporaneamente segregata in cui l’attraversamento da parte di altro traffico non è consentito”, riporta la
nota. “I due corridoi Poseidon
e Brown collegheranno le aree delle
operazioni alla base militare di Amendola. Per mezzo NOTAM A3569/21 è stata
inoltre istituita una zona dal suolo a FL350 in cui sarà possibile riscontrare
la poco affidabilità del segnale GPS per attività di jamming”.
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