Qatar 2022. Le forze di polizie italiane scendono in campo

 


Le forze di polizia italiane coopereranno con le autorità del Qatar per la gestione dell’ordine pubblico e delle attività di sicurezza durante i prossimi mondiali di calcio del 2022 che saranno ospitati dal petroregime arabo. Lo scorso 15 marzo è stato firmato a Doha un protocollo di collaborazione bilaterale tra le forze di polizia dal prefetto Vittorio Rizzi, vicedirettore generale della Pubblica sicurezza e direttore generale della Polizia criminale e dal generale Abdul Aziz Abdalla Al Ansari, capo della FIFA World Cup 2022 del Safety and Security Operation Committee. Alla cerimonia erano presenti pure il primo ministro e ministro dell’Interno del Qatar, Khalid bin Khalifa bin Abdulaziz Al Thani e l’ambasciatore d’Italia a Doha Alessandro Prunas.

Il prefetto Rizzi è stato accompagnato in missione in Qatar da qualificati rappresentanti delle forze dell’ordine: tra gli altri, il generale dell’Arma dei carabinieri Giuseppe Enzio Spina, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, già a capo della task force dell’Interpol che ha coordinato le operazioni che nel gennaio 2019 hanno portato all’arresto in Bolivia dello scrittore Cesare Battisti, già membro dei Proletari armati per il comunismo, condannato in Italia per quattro omicidi. Della delegazione italiana in Qatar facevano pure parte il generale Giovanni Truglio, comandante delle Unità mobili dell’Arma dei carabinieri (ex comandante della Forza di Gendarmeria Europea - Eurogendfor di Vicenza e un curriculum operativo in Iraq, Somalia, Albania e Bosnia) e il colonello dell’Arma Giovanni Russo. 

“Si tratta di un’occasione per mettere a disposizione dei colleghi arabi la grande esperienza maturata dalle Forze di polizia italiane nella gestione delle manifestazioni di rilievo internazionale, come l’Expo Milano del 2015, il Giubileo straordinario della misericordia del 2015/2016, il G7 di Taormina del 2017 e da ultimo, in epoca di pandemia, i Campionati mondiali di sci alpino di Cortina appena conclusi”, riporta l’ufficio stampa della Polizia di Stato, omettendo però di precisare le modalità con cui saranno formate e supportate le forze di sicurezza qatarine in vista dei mondiali.

La firma del protocollo Italia-Qatar è avvenuta a margine della cerimonia d’inaugurazione della 13^ Fiera internazionale MILIPOL, kermesse delle aziende produttrici di tecnologie e attrezzature avanzate utilizzate nell’ambito della sicurezza interna, nei servizi antiterrorismo, nella sicurezza informatica. MILIPOL 2021 si è tenuta dal 15 al 18 marzo nella cittadella espositiva della capitale del Qatar e l’Italia è stata presente “con uno stand in cui è stato illustrato, anche grazie a materiale video, l’uso da parte delle Forze di polizia delle tecnologie d’avanguardia per la governance della sicurezza e dell’ordine pubblico”, come riporta la nota stampa della Polizia di Stato.

“La Fiera internazionale per la sicurezza interna e la difesa civile di Doha è stata un’enorme successo e ha attratto 150 espositori provenienti da 17 paesi tra cui Brasile, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e USA”, scrivono gli organizzatori. “Negli stand sono state presentate le ultime scoperte nel campo della robotica e delle tecnologie biometriche, tracciamento e identificazione, sistemi di comunicazione e controllo e anti-droni, big data, sensori smart, 5G, sistemi cybersecurity basati sull’Intelligenza Artificiale e analizzatori video. MILIPOL 2021 è largamente attrattiva per le industrie estere perché è la più importante in tutto il Medio oriente dove il mercato per la sicurezza interna avrà il prossimo anno un giro d’affari di 19,7 miliardi di dollari”.

Promossa dal ministero dell’Interno del Qatar in collaborazione con Comexposium Security, una consulting con sede a Parigi che opera per il ministero dell’Interno francese, la Fiera internazionale delle armi e dei sistemi d’intelligence gode del patrocinio del Capo dello stato qatarino, l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani e della sponsorizzazione di Barzan Holdings, la cassaforte finanziaria da cui le forze armate del Qatar attingono i finanziamenti per la ricerca e l’acquisto di sistemi d’arma. Dal gennaio 2020, Barzan Holdings è partner di Fincantieri S.p.A. per la realizzazione di cantieri navali e unità da guerra da destinare alla marina qatarina e ai paesi mediorientali partner.

In vista della “sicurezza” dei mondiali di calcio 2022, oltre ai responsabili delle forze di polizia e dell’Arma dei carabinieri anche Leonardo-Finmeccanica ha inviato a Doha un suo importante rappresentante, il vicepresidente business & development Giacomo Speretta, relatore al seminario su Multi-domain situational awareness to enforce preparedness and cyber resilience of critical infrastructures tenutosi in occasione della fiera MILIPOL. Leonardo è tra le aziende a cui le autorità del Qatar hanno affidato la sicurezza dei sistemi informatici dei prossimi mondiali.

La firma del protocollo di collaborazione italo-qatarino è solo l’ultimo atto di una partnership che si è consolidata particolarmente tra i due paesi nell’ultimo quinquennio in campo industriale-militare. Il 7 e l’8 novembre 2017, i vertici della Polizia di Stato avevano partecipato in particolare a Doha alla conferenza “Stadia sulla sicurezza nei grandi eventi”, nell’ambito di un progetto fondato da Interpol nel 2012 e interamente finanziato dal Qatar e che ha come obiettivo quello di creare un Centro di eccellenza “per aiutare i Paesi membri nella pianificazione e nell'esecuzione delle attività di polizia, di sicurezza e gestione dell’ordine pubblico durante importanti eventi sportivi”. Nello specifico il progetto Stadia prevede l’organizzazione di riunioni annuali di gruppi di esperti appartenenti alle forze dell’ordine, ai governi, del settore privato e del mondo accademico per discutere sui temi di legislazione, di sicurezza e cybersecurity.

Al meeting del 2017, l’Italia è stata rappresentata dal prefetto Filippo Dispenza, direttore Centrale degli Affari generali della Polizia di Stato. “Il prefetto Dispenza ha contribuito alla definizione del dispositivo di sicurezza applicato in Italia ed in linea con le direttive e le iniziative dell’Unione Europea”, annota l’ufficio stampa della Polizia di Stato. “Tali esperienze saranno sicuramente utili al gruppo Stadia di Interpol che potrà utilizzarle in vista della pianificazione della sicurezza in occasione della Coppa del mondo Fifa 2022 (…). È opinione comune temere che certe circostanze internazionali possano rappresentare possibili obiettivi per terroristi e criminalità organizzata anche in virtù della partecipazione di rappresentanti di Paesi sui quali i terroristi focalizzano la propria attenzione”.

Dopo l’indigesta cooperazione con le forze di polizia di Libia, Israele ed Egitto ecco l’ora del supporto italiano ai reparti di sicurezza del Qatar e per giunta in vista di un evento su cui pesa l’ecatombe di oltre 6.000 lavoratori morti durante la costruzione dei nuovi stadi e di altre infrastrutture legate all’evento sportivo, quasi tutti immigrati “irregolari” provenienti da Bangladesh, India, Nepal e Pakistan. Un bagno di sangue che ha generato un po' in tutto il mondo le proteste delle organizzazioni in difesa dei diritti umani e perfino di alcune federazioni calcistiche e delle stesse nazionali partecipanti (tra esse Germania, Olanda, Norvegia), ma che invece è del tutto ignorato in Italia.

“Occorre agire ora perché i mondiali di calcio del 2022 siano un evento di cui essere fieri e non un evento macchiato dallo sfruttamento e dalla violenza sui lavoratori”, ha scritto Amnesty International il 15 marzo 2021, proprio lo stesso giorno in cui a Doha veniva firmato il memorandum tra le forze di polizia di Italia e Qatar. In una lettera inviata al presidente della Federazione internazionale delle associazioni calcistiche (Fifa), l’italo-svizzero Gianni Infantino, Amnesty ha chiesto di usare tutta la sua influenza presso le autorità qatarine per porre fine alle violazioni dei diritti dei lavoratori impegnati nella costruzione delle infrastrutture e degli impianti sportivi. “Questi mondiali non potrebbero svolgersi senza il lavoro migrante, che costituisce il 95 per cento della forza lavoro del Qatar”, scrive l’ONG. “Dagli stadi alle strade, dall’ospitalità alla sicurezza, lo svolgimento del torneo dipende dalla dura fatica di uomini e donne che hanno viaggiato per migliaia di chilometri per poter mantenere le loro famiglie. Ma troppo spesso questi lavoratori e queste lavoratrici hanno trovato solo violenza e sfruttamento”.

“La Fifa deve assicurare il rispetto dei diritti umani nell’organizzazione e nello svolgimento dei mondiali di calcio, disponendo controlli indipendenti e regolari sui progetti e sugli impianti ed esercitare la diligenza dovuta nell’identificazione e nella prevenzione di ogni violazione associata allo svolgimento del torneo”, aggiunge Amnesty. “Soprattutto, la Fifa ha la responsabilità di assicurare che tutti i danni patiti dai lavoratori ricevano pronto rimedio. La Fifa e il Qatar devono adottare un robusto piano d’azione per assicurare che i lavoratori migranti impegnati in tutti i settori relativi ai mondiali di calcio siano pagati adeguatamente, trattati equamente e al riparo da comportamenti violenti dei datori di lavoro”. Ci ricorderemo di tutto questo al fischio d’inizio della World Cup 2022?

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