L’Italia rafforza la cooperazione militare con le autorità di Tripoli
Migliaia di morti e inaudite violazioni dei diritti umani, un conflitto “interno” con sempre più numerosi attori armati provenienti da mezzo mondo, ma l’Italia mantiene stabile la sua partnership con il Governo di Accordo Nazionale e promette di potenziare gli aiuti militari alle autorità libiche.
Lo
scorso 5 agosto, il Ministro della
Difesa Lorenzo Guerini si è recato in visita ufficiale in Libia per incontrare
il Presidente del Consiglio del GAN Fayez al Sarraj e le principali autorità
politiche e militari locali. Ad accompagnare Guerini, a riprova della rilevanza
del meeting bilaterale, il Capo di Stato Maggiore della Difesa gen. Enzo
Vecciarelli, il Direttore dell’AISE gen. Giovanni Caravelli e il responsabile
del Comando Operativo di Vertice, gen. Luciano Portolano.
“Nel
corso degli incontri a Tripoli si sono consolidate e definite nuove forme di
collaborazione tra Italia e Libia nel settore della Difesa”, riporta la nota
stampa del Ministero. “Siamo pronti a
lavorare fin da subito a un nuovo slancio della cooperazione bilaterale”,
ha dichiarato il ministro Guerini al Presidente Sarraj. “In questi anni abbiamo profuso sforzi
importanti per sviluppare una collaborazione civile e militare con le autorità
locali che svilupperemo con rinnovato impegno. Per questa ragione, la nostra
presenza in Libia rimane un impegno prioritario, sulla strada della
pacificazione e del riassetto istituzionale che tutti auspichiamo”.
Sempre
secondo quanto riportato dall’Ufficio stampa del Ministero della Difesa, le
nuove iniziative di cooperazione militare riguardano innanzitutto la bonifica e
lo sminamento degli ordigni, “richiesta dalla Libia ai nostri specialisti”. Nelle
scorse settimane, le forze armate italiane avevano già consegnato al Genio militare dell’Esercito libico uno
stock di metal detector per l’individuazione di mine e materiale
esplodente, assicurando inoltre il supporto
tecnico alle operazioni libiche di sminamento nelle aree a sud di
Tripoli.
“Si
è prevista inoltre l’implementazione della collaborazione medico sanitaria, in
aggiunta all’attività già esistente a Misurata - ospedale che verrà spostato in
un’area più funzionale”, aggiunge il Ministero della Difesa. “Anche sul piano
della formazione si è definito un nuovo piano di addestramento per cadetti,
ufficiali e sottufficiali libici in Italia e in Libia, a partire dal nuovo anno
accademico”. Tra i temi al centro del colloquio tra il ministro Lorenzo Guerini
e il Premier libico Fayez al Sarraj anche la costituzione di un “comitato misto”
italo-libico quale “organo di governance di livello strategico della
cooperazione militare per rafforzare
ulteriormente il legame tra i due Paesi”.
Nel
corso della missione in Libia, il responsabile del dicastero ha pure incontrato
il personale della Marina militare imbarcato nell’unità di trasporto costiero
“Nave Pantelleria” in rada a Tripoli e il Comandante della Missione italiana di
Assistenza e Supporto in Libia (MIASIT), gen. Maurizio Fronda. MIASIT
ha lo scopo di fornire assistenza e supporto al Governo di Accordo Nazionale,
alle forze armate e alla Guardia costiera libica, prioritariamente nel “contrasto
al terrorismo e ai flussi migratori illegali”. Attualmente la Missione di
Assistenza e Supporto in Libia vede il dispiegamento di 400 militari, 142 mezzi
terrestri, 2 aeromobili e le unità navali del dispositivo nazionale Mare Sicuro.
Sempre in Libia, personale
della Guardia di finanza opera nell’ambito della Missione bilaterale di
assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica. La
“cooperazione” si è già concretizzata con la consegna di 4 unità navali veloci,
più relative attività di manutenzione, rifornimento e addestramento dei
militari libici. La Guardia di finanza partecipa inoltre alle operazioni di pattugliamento
costiero dei libici contro le imbarcazioni di migranti e ha inviato a Tripoli
una “nave scuola” per la formazione dei militari della Guardia costiera.
Lo scorso anno, nel quadro
di una più ampia attività di cooperazione nei settori del “contrasto al
traffico di esseri umani e al contrabbando”, i finanzieri italiani hanno accresciuto
il numero degli interventi di manutenzione del naviglio a disposizione del
paese nord-africano, impiegando sino ad una cinquantina di militari
specializzati e 3 pattugliatori navali per il trasporto di materiali e parti di
ricambio. Per il 2020 sono previste ulteriori attività addestrative e di mantenimento
dell’efficienza delle unità navali “anti-migranti”.
La Polizia di Stato
partecipa invece alla missione EUBAM Libya (European Union Border Assistance
Mission in Lybia), di “assistenza alla gestione integrata delle frontiere” e “creazione
di strutture statali di sicurezza, dell’applicazione della legge e della
giustizia penale e di smantellamento delle reti della criminalità organizzata
coinvolte nel traffico di migranti, nella tratta di esseri umani e nel terrorismo
in Libia e nella regione del Mediterraneo centrale”. Il gravissimo scenario
socio-politico che si registra in Libia, specie in questi ultimi mesi, conferma
il totale fallimento di questa costosa operazione UE. Altrettanto fallimentare la
Missione UNSMIL (United Nations Support Mission in Lybia), voluta dalle Nazioni
Unite per un “possibile cessate il fuoco” tra le parti e il rafforzamento della
governance del regime di Al Serray. L’Italia
assicura a UNSMIL un proprio alto ufficiale con una spesa annuale di 121.548
euro.
Articolo pubblicato in Africa Express il 7 agosto 2020, https://www.africa-express.info/2020/08/07/libia-missioni-ue-e-un-fallite-e-in-ministro-guerini-a-tripoli-rafforza-laccordo-anti-migranti/
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