Libro, Elmetto e Moschetto
Gemellaggi e campi studio
negli States, visite guidate ai droni e alle installazioni della base madre di Sigonella, incontri di
basket e baseball, finanche “attività di volontariato civile a favore delle
scuole”, con i marines reduci dalle scorribande in Africa e Medio oriente
inviati a ridipingere e stuccare i disastrati istituti dell’Isola. Il pressing
del complesso militare industriale d’oltreoceano sui docenti e gli studenti
siciliani non consoce soste. I processi di militarizzazione e le guerre hanno bisogno
del consenso. E le scuole e le università restano le migliori fabbriche del
consenso.
Il noto istituto superiore “Carlo Gemmellaro” di Catania ha fatto da battistrada
lo scorso anno con il progetto denominato Gymnasium
Joint Team US Navy – Gemmellaro. Scambi di esperienze tra docenti, studenti
e i militari dei vari reparti operativi Usa di stanza a Sigonella e per
concludere una giornata di lavoro volontario per “riqualificare”, tutti insieme, gli spazi per le attività
sportive di istituto. Ancora nel capoluogo etneo, un mese fa, il blitz dei
marines all’Istituto comprensivo “Dusmet-Doria” per “incontrare gli studenti e
incoraggiarli a mangiare sano e mostrar loro alcuni semplici esercizi per
mantenersi in forma”. Attività di “manutenzione dell’edificio scolastico e
delle aree circostanti” e qualche lezione di lingua inglese dei giovani
guerrieri a stelle e strisce invece per i fortunati frequentatori della scuola
media “Foscolo” di Taormina. “Questo è un primo passo costruttivo per sviluppare
nel modo migliore una più ampia sinergia che possa determinare benefici alla
nostra scuola e alla comunità locale”, ha spiegato la dirigente Carla Santoro
Al Comprensivo “G. Marconi” di Paternò, il collegio
dei docenti ha pensato invece a dar vita al progetto educativo di cittadinanza
“Scuola bella: insieme si può fare”, previo protocollo di intesa con il comando
della stazione aeronavale Usa di Sigonella. “Dopo la festosa accoglienza e i
saluti, i militari – affiancati dalle docenti di inglese – indossato l’abito di lettori di lingua inglese, hanno incontrato
gli alunni delle scuole primaria e media per fare conversation nelle
aule, un modo originale per instaurare un colloquio e uno scambio
interculturale”, riporta diligentemente il cronista locale. “Un evento che ha
rappresentato l’ennesimo esempio di attività
alla prossimità e volontariato civico e ambientale dei militari americani
(così come rientra nel loro modo di operare), un segno tangibile di presenza e
lavoro nel territorio e in funzione sociale”.
Per i giovani del comprensorio di Niscemi, dove
all’interno di una riserva naturale e in aperta violazione con le normative
ambientali e urbanistiche sorge una delle più grandi installazioni per le
telecomunicazioni delle forze armate degli Stati Uniti d’America, dal 2012 il
Consolato generale di Napoli ha promosso congiuntamente all’Associazione
americana degli insegnanti d’italiano un Sister
School Program. “Il Dipartimento di Stato Usa – spiegano al Consolato
- è interessato a stabilire
un’interessante opportunità di scambio educativo e saremmo particolarmente
grati nell’identificazione di una scuola superiore statunitense da gemellare
con il Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Niscemi. Si tratta di
un’iniziativa per migliorare le odierne relazioni Usa-Italia riguardo a
specifici sforzi militari e diplomatici e favorire gli interessi reciproci”.
Ignorando lo straordinario contributo di studenti e docenti alle campagne di
mobilitazione contro l’installazione del MUOS, il nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari della Marina Usa, il 29 febbraio scorso, il
dirigente del liceo di Niscemi ha invitato gli allievi del 3° e 4° anno a
concorrere al programma Youth Leadership
indetto dal Consolato di Napoli. “Anche quest’anno è stato rinnovato l’invito
per due studenti per partecipare al programma di scambio culturale
nell’università dell’Indiana. Criteri di selezione: merito scolastico,
attitudine alla leadership e propensione al volontariato”. Caso vuole che
proprio a Indianapolis, capitale dello Stato dell’Indiana, all’8021 Knue Road sorge una
delle principali sedi del colosso Lockheed
Martin, la società che ha realizzato il MUOS. Lockheed ha progettato pure i
famigerati cacciabombardieri nucleari F-35, alcuni dei quali in costruzione nel
complesso Alenia di Cameri, meta qualche mese fa di un viaggio premio degli
studenti dell’Istituto
aeronautico di Ragusa, partiti da Sigonella per il Piemonte a bordo di un velivolo
Atlantic del 41° Stormo dell’Aeronautica italiana.
Anche la buona scuola di Renzi & C. sta
consolidando la subalternità dell’educazione
formale alle logiche di guerra e agli interessi politico-militari e
geostrategici interalleati. Ai musei e
ai siti archeologici, presidi e docenti sembrano preferire sempre più numerosi
le visite alle basi Usa e Nato “ospitate” in Italia in barba alla Costituzione
o alle caserme, agli aeroporti e ai porti militari, alle installazioni radar e alle
industrie belliche “nazionali”. Ci sono poi le videoconferenze con i militari in missione
in Iraq, Afghanistan e Libano; le attività di formazione per gli
studenti in campo storico-militare o di informazione sul bullismo e il cyberbullismo presso il centro dell’Aeronautica
di Vigna di Valle (Bracciano); i mini-corsi di pilota con gli avieri della
scuola dell’Aeronautica di Guidonia (Roma) o dei reparti di Istrana,
Pescara e Cameri; le classi di vela per gli studenti “più meritevoli” delle
superiori presso l’Accademia navale di Livorno, la Scuola militare “Morosini”
di Venezia o a bordo delle unità della Marina nel Tirreno o nel Mediterraneo
centrale; le corse campestri nei poligoni inquinati e inquinanti;
gli orientamenti professionali, gli stage e le alternanze scuole-lavoro presso i consorzi industriali realizzati in ambito
Nato per realizzare bombardieri, elicotteri, missili e altri mille sistemi di
distruzione e di morte.
Merita certamente una
menzione per l’alto profilo “educativo militare” l’ispezione a fine ottobre degli allievi dell’Istituto tecnico tecnologico “Leonardo
da Vinci” di Viterbo all’aeroporto cittadino “Fabbri” e il successivo incontro
con il personale del 1° Reggimento Aviazione
dell’Esercito “Antares” e i responsabili del progetto industriale del distretto
tecnologico aerospaziale della Regione Lazio. “Ai giovani sono state illustrate
tutte le novità tecnologiche, rimarcando, nel contempo, il ruolo educativo
della scuola e lo stretto legame che intercorre fra crescita culturale, formazione
ed istituzioni, anche alla luce dei progetti di alternanza scuola/lavoro
previsti nella legge 107/2015 Buona
Scuola”, riporta il comunicato emesso dall’ufficio stampa dell’Esercito. “Il
1° reggimento Antares ha ospitato la NH-90 Users Conference 2015, l’evento
annuale organizzato dal consorzio industriale NHI e ciò ha permesso di offrire
una panoramica tecnologica particolarmente ampia e qualificata nonché
un’opportunità per i giovani studenti dell’indirizzo di Costruzioni Aeronautiche”. Per la cronaca, l’NH-90 è il cosiddetto NATO Helicopter per gli anni novanta, l’elicottero
multiruolo medio-pesante sviluppato dal consorzio internazionale NHIndustries,
costituito da AgustaWestland (Finmeccanica) e dalle aziende Eurocopter e Stork
Fokker Aerospace. L’elicottero da guerra è stato acquistato a partire dal 2008
dall’Esercito italiano e dalle forze armate di Francia, Germania, Grecia,
Olanda, Portogallo, Australia, Nuova Zelanda, Oman, ecc.. L’Italia ha ordinato
sino ad oggi 116 NH-90 per una spesa complessiva che ha abbondantemente
superato i 3,2 miliardi di euro.
Proprio l’aeroporto militare di Viterbo, il 7 aprile
scorso, ha ospitato un incontro-dibattito tra la ministra Roberta Pinotti e
oltre 500 studenti delle scuole superiori della città. “Quello che svolgono le forze armate è un lavoro di protezione che
spesso si conosce poco e si conoscono poco anche le esigenze finanziarie e le
risorse che sono necessarie per tenere in piedi questa organizzazione vitale
per il Paese”, ha esordito la ministra Pinotti. “Nell’addestramento dei nostri
militari ci sono dei valori che sono davvero quelli di cui oggi abbiamo bisogno
e la formazione militare è svolta a 360 gradi perché quando si opera nelle aree
di crisi non ci si limita alla gestione della forza ma si deve dialogare e
mediare con le popolazioni e le autorità locali. La diffusione della
cultura della Difesa tra i giovani è un mezzo fondamentale per far sviluppare
nelle future generazioni un maggiore senso civico e una maggiore consapevolezza
dei propri doveri…”.
Per comprendere il ruolo svolto quotidianamente dalle forze
armate per la “salvaguardia della legalità, la difesa delle libere Istituzioni
e la sicurezza dei cittadini”, oltre 270.000 studenti italiani sono stati impegnati
nel progetto Insieme per la Legalità, istituito quattro anni fa dal Ministero dell’Istruzione,
Università e Ricerca scientifica (MIUR) in collaborazione con il Ministero
della Difesa. Nel settembre 2014, le ministre
Stefania Giannini e Roberta Pinotti hanno istituzionalizzato la partnership libro - moschetto sottoscrivendo un Protocollo d’Intesa che avvia una serie di iniziative
“didattiche e formative” per gli studenti delle istituzioni
scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarie, così da “favorire
l’approfondimento della Costituzione italiana e dei principi della
Dichiarazione universale dei diritti umani per educare gli alunni all’esercizio della democrazia e di una cittadinanza
attiva a tutti i livelli del sistema sociale”. Con la circolare del 15 dicembre 2015, il MIUR ha specificato le
iniziative per l’anno scolastico in corso e per quello 2016-1017 grazie a cui
le forze armate occuperanno quasi tutti i campi disciplinari: dalla storia alle
scienze, dalle nuove tecnologie al diritto, dallo sport all’educazione
stradale.
Per
celebrare i 70 anni della fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite,
MIUR e forze armate hanno promosso il concorso Nazioni Unite per la pace: alunni e studenti possono
presentare composizioni scritte o figurative, progetti multimediali e/o
interattivi sulle “sfide relative alla
sicurezza di tutti gli Stati”. “Le tracce proposte dal bando
di concorso costituiranno l’occasione per una riflessione sulla più grande
organizzazione intergovernativa mondiale, con particolare riferimento
all’impulso che essa ha esercitato nel tempo e ancora oggi esercita (anche
attraverso i suoi organismi, fondi e agenzie specializzate) nella cooperazione
internazionale, in difesa dei diritti umani e della sicurezza internazionale”, riporta il comunicato a firma del MIUR e della
Difesa.
Negli elaborati – si legge ancora nel bando di concorso - gli studenti dovranno
focalizzare la loro attenzione sul “contributo specifico fornito dai caschi blu dell’ONU, ivi compreso il
concorso delle Forze Armate italiane in missioni di pace nelle aree di crisi,
nella promozione e salvaguardia della stabilità e della pacifica convivenza
internazionale”. Proseguiranno inoltre gli incontri tra studenti di ogni ordine
e grado e il personale militare interforze fornito dai Comandi di Regione
competenti a livello territoriale sui temi della Costituzione e della cittadinanza attiva, “con particolare
attenzione al ruolo che le Forze Armate svolgono al servizio della crescita
sociale, politica, economica e democratica del Paese, nonché alla ricorrenza
del centenario della Grande Guerra”.
Agli alunni delle scuole primarie è riservato un ciclo
di lezioni di educazione stradale
della durata di 8 ore, denominato La
buona strada della sicurezza, sempre a cura di esperti con tanto di
stellette. “Questo progetto sperimentale – spiega la circolare
del MIUR – è finalizzato ad educare i bambini al tema della sicurezza stradale,
incentivando il senso di responsabilità individuale e collettiva e uno stile di
comportamento che pone al centro il rispetto per la vita e per la persona”. Per gli studenti delle classi IV e V delle scuole
secondarie superiori ci sarà invece il concorso dal titolo Scuola: spazio al tuo futuro.
La ISS: innovatio, scientia, sapientia. “Il
Ministero della Difesa intende offrire la propria collaborazione anche nella
realizzazione di progetti di prestigio e ad alta valenza istituzionale a favore
dei giovani, in particolare promuovendo la partecipazione in attività formative
di eccellenza”, si legge nel bando. “Attraverso il concorso, gli studenti
verranno chiamati ad elaborare proposte di sperimentazione innovative
(manufatti veri e propri e/o protocolli di sperimentazione), da portare a bordo
della International Space Station (ISS) nazionale”. Quello relativo alla
Stazione spaziale internazionale è certamente uno dei programmi più controversi
e dispendiosi della recente storia mondiale: avviato nel 1998 dopo la
firma di un accordo intergovernativo tra Stati Uniti d’America, Giappone,
Canada, Russia e i Paesi europei membri dell’agenzia spaziale europea (ESA),
l’ISS punta a sviluppare la ricerca e la sperimentazione scientifica e
tecnologica in ambito civile-militare. Il contributo diretto italiano all’International Space
Station è assicurato dall’Aeronautica
militare, dalle industrie del settore aerospaziale e dall’Agenzia
spaziale italiana, grazie soprattutto alle risorse finanziarie attinte dal
bilancio annuale del MIUR. Ai primi tre classificati nella
graduatoria di merito di ciascuna area tematica andranno rispettivamente 2.000,
1.000 e 500 euro, somme messe a diposizione da Thales Alenia Space S.p.A.,
azienda aerospaziale controllata dai colossi militari-industriali Thales e
Finmeccanica, “partecipante al progetto anche in veste di tutorship tecnica”.
Contro il dilagante processo
di militarizzazione delle scuole italiane, Pax Christi-Italia ha lanciato nel
2013 la campagna “Scuole smilitarizzate” per chiedere alle scuole primarie e
secondarie di rifiutare ogni attività in partenariato con le forze armate, di
esporre manifesti pubblicitari di queste ultime, di propagandare l’arruolamento
o far sperimentare la vita militare, di organizzare visite a strutture riferibili
ad attività militari e, di contro, di intensificare i progetti che consentano
l’approfondimento della nonviolenza. “La scuola italiana da sempre si è
mostrata sensibile alle forze armate e spesso piuttosto ancorata alla retorica
militarista, naturalmente con la dovuta eccezione dei tanti insegnanti che si
adoperano, per iniziativa propria, nella promozione di una cultura della
nonviolenza”, spiega Antonio Lombardi di Pax Christi Napoli. “Nell’ultimo
decennio la relazione scuola-forze armate ha avuto un’accelerazione che può
essere letta attraverso due lenti: l’impegno esteso delle FFAA italiane in
operazioni internazionali, che richiede personale addestrato a disposizione, e
la sospensione della leva obbligatoria a partire dal 1° luglio 2005, che ha, di
fatto, allontanato i giovani dalla conoscenza diretta – potenzialmente
attrattiva – della vita militare. Ciò ha reso ancor più necessario cercare
sempre nuove vie per attingere al mondo dei giovani e rifornire di personale la
struttura militare. La scuola, pertanto, è stata vista come il luogo ideale per
creare consenso intorno alla figura del soldato che porta la pace e della
guerra come missione di pace. Anziché opporre un rifiuto in nome di una
pedagogia della pace, la scuola ha aperto le porte alle forze armate violando
il suo mandato di luogo in cui si educano i giovani a relazioni senza violenza
e al rispetto della Costituzione”.
“Ogni volta che la scuola
spalanca le porte a chi propaganda la guerra, tradisce la sua specifica
missione educativa e non tutela la propria sopravvivenza ed efficienza”,
aggiunge Lombardi. “È così che si è creato il paradosso di una scuola che, da
un lato, denuncia giustamente i tagli continui cui è sottoposta, dall’altro
collabora con quella struttura militare che ingoia somme faraoniche per i suoi
strumenti di morte, sottratte all’istruzione”.
Articolo
pubblicato in Casablanca. Le Siciliane,
n. 44, aprile-maggio 2016.
Commenti
Posta un commento