Italia-Marocco. Partnership militare sempre più stretta
Si
consolida la partnership tra le forze armate italiane e quelle del Regno del
Marocco. Dal 13 al 21 novembre scorso si è svolta nelle acque del Golfo di
Taranto, l’esercitazione bilaterale italo-marocchina denominata ITA-MOR 24.
Le
attività addestrative tra le unità della Marina Militare italiana e quelle del
Marocco si svolgono ogni due anni. L’edizione 2024, a guida italiana, è stata
pianificata e coordinata dal Comando della Seconda Divisione Navale (COMDINAV
DUE) con quartier generale nella Stazione Mar Grande di Taranto e ha visto la
partecipazione del pattugliatore polivalente d’altura “Francesco Morosini”, di un team della
Brigata Marina “San Marco” di Brindisi e di un elicottero multiruolo SH-90 in
forza al 4° Gruppo Elicotteri della Marina Militare di Grottaglie.
Ad ITA-MOR 24 la Marina marocchina ha schierato la fregata multi-missione “Tarik Ben
Ziyad” (classe Sigma, prodotta nei
Paesi Bassi), un team di sicurezza e un elicottero multiruolo
AS 565M Panther, realizzato dal consorzio franco-tedesco “Eurocopter”.
L’esercitazione
si è articolata in due fasi, una in porto a Taranto (briefing e incontri tra
equipaggi e team specialistici, ecc.), ed una in mare (dal 18 al 21
novembre), con lo svolgimento di attività di sorveglianza e controllo del
traffico mercantile, contrasto alle attività illecite, abbordaggio da
elicottero, reazioni ad attacchi asimmetrici condotti da barchini veloci e da
elicottero, difesa aerea e passiva.
“ITA-MOR 24 si colloca nell’ambito delle
attività di collaborazione che la Marina Militare svolge con le Marine dei
Paesi rivieraschi del nord Africa con la finalità di accrescere e consolidare
le capacità di cooperazione ed interoperabilità tra le stesse”, spiega lo Stato
Maggiore della Marina italiana. “Le esercitazioni della serie ITA-MOR si inseriscono in una dimensione
più ampia e di partnership, in un contesto di sicurezza condivisa e
in risposta alle rinnovate sfide che interessano lo scacchiere strategico del
Mediterraneo”.
Le
attività addestrative nel Golfo di Taranto sono state programmate nell’ambito
del Piano di Cooperazione Italia-Marocco
per il 2024, sottoscritto il 27 maggio scorso a Rabat dal capitano di vascello Corrado Campana (addetto militare
presso la locale Ambasciata italiana) - su delega dello Stato Maggiore della
Difesa - e dal colonnello Hassan
Dakech, Capo della direzione Relazioni
Esterne dello Stato Maggiore marocchino.
“Il Piano di Cooperazione armonizza e
ottimizza le attività bilaterali che, anche per quest’anno, prevedono attività
operative, formative ed addestrative”, spiegano i vertici delle forze armate
italiane. “La collaborazione con il paese nordafricano riveste particolare
importanza nel quadrante strategico nordafricano, nella più ampia
considerazione degli Obiettivi Strategici
della Difesa nella
cornice securitaria del Mediterraneo
Allargato”.
Dal 18
al 31 maggio 2024 un contingente militare nazionale aveva preso parte in
Marocco alla maxi-esercitazione multinazionale “African Lion”, organizzata dal Comando statunitense Southern
European Task Force - Africa (SETAF-AF)
con sede a Vicenza su mandato di US AFRICOM (il Comando USA per il continente
africano con quartier generale a Stoccarda, Germania), con l’obiettivo strategico
di “potenziare la capacità di interagire e inter-operare con i partner africani
ed europei al fine di affrontare congiuntamente e con successo le sfide
securitarie comuni”.
Oltre
che in Marocco, l’edizione 2024 di “African Lion” si è svolta in Ghana, Senegal
e Tunisia, ed ha visto la partecipazione di oltre 7.100 militari provenienti da
oltre venti nazioni, compresi contingenti della NATO. Per l’Italia era presente
una rappresentanza del Comando interforze permanente a livello di brigata,
estremamente flessibile e ad elevata prontezza operativa (Italian Joint Force
Headquarters – ITA JFHQ). Posto alle dirette dipendenze
del Comando Operativo di Vertice
Interforze (COVI), l’ITA JFHQ ha il compito di pianificare e dirigere
le operazioni in “scala minore” all’estero.
Nello
specifico il Comando italiano è stato dispiegato negli scali aerei di Agadir e
Tan Tan, supportato da alcuni reparti dell’Esercito (in particolare della Brigata “Granatieri di
Sardegna” e dell’11° Reggimento Trasmissioni di Roma) e dell’Aeronautica Militare (32° Stormo
di Amendola-Foggia, 37° Stormo di Trapani Birgi, 46ª Brigata Aerea di Pisa-San
Giusto).
“Il
contributo dell’ITA JFHQ ad African Lion
è stato quello di simulare il Comando responsabile delle operazioni di
evacuazione di civili da un’area di crisi in cui sono in corso delle ostilità,
frattanto interessata da un terremoto che ha determinato l’adozione di un
cessate il fuoco dalle Parti per permettere lo svolgimento delle attività a
supporto delle popolazioni coinvolte”, riporta lo Stato Maggiore della Difesa.
“La partecipazione del JFHQ rappresenta un’importante opportunità per la Difesa
per consolidare la già acclarata leadership nel contesto securitario
euro-mediterraneo ed euro-atlantico, poiché si pone anche quale accreditato
interlocutore di rilievo in materia di NEO (Non-Combatant
Evacuation Operation), con la giusta enfasi sull’importanza della
salvaguardia dei non-combattenti; dell’incremento della partecipazione ad
attività internazionali che valorizzino, in particolare, la funzione di Comando
e Controllo (C2); della promozione della conoscenza dell’ITA JFHQ nel panorama
internazionale quale eccellenza della
Difesa”.
Le
forze armate italiane avevano partecipato anche all’edizione 2023 di African Lion, tenutesi ad Agadir (nel
mese di giugno) presso il Comando generale meridionale del Regno del Marocco.
Per l’occasione il Comando ad alta prontezza operativa ITA JFHQ aveva operato
fianco a fianco con i vertici di US
Africom, della 4th Light Brigade del Regno Unito e del NATO Rapid Deployable Corps di
Solbiate Olona (Varese).
Dal 20
al 24 novembre 2023 una delegazione dell’Aeronautica Militare marocchina è
stata ospitata in Italia per partecipare nello scalo pugliese di Amendola ad un
seminario internazionale su “Intelligence,
Surveillance, Reconnaissance and Remotely Piloted Aircraft Systems”, sull’impiego
dei droni per lo svolgimento di missioni d’intelligence.
L’evento
è stato organizzato e ospitato dal Centro
di Eccellenza per gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto dell’Aeronautica
italiana, nell’ambito dell’“Iniziativa 5+5 Difesa”, un forum di cooperazione
incentrato sulle prospettive di difesa e sicurezza tra alcuni Paesi del
Mediterraneo occidentale: cinque della sponda Nord (Francia, Italia, Malta,
Portogallo e Spagna) e cinque della sponda Sud (Algeria, Libia, Mauritania,
Marocco e Tunisia).
Presenti
ad Amendola, oltre ai militari di Italia e Marocco, quelli di Algeria, Libia,
Malta, Spagna e Tunisia. “Nel corso delle attività sono stati esaminati
svariati argomenti e aspetti peculiari del settore, tra cui l’impiego di aerei
a pilotaggio remoto della categoria mini/micro e strategica, la loro
integrazione e gestione negli spazi aerei, le capacità dell’Aeronautica
Militare nella gestione dei dati acquisiti con i sensori dei droni”, riferisce
lo Stato Maggiore della Difesa. “I partecipanti hanno così avuto l’opportunità
di confrontarsi, scambiare conoscenze ed esperienze e migliorare ulteriormente
la reciproca comprensione e interoperabilità nel campo delle capacità di
intelligence, sorveglianza e ricognizione offerte dai Sistemi a pilotaggio
remoto”.
In
particolare, gli operatori del 28° Gruppo del 32° Stormo di Amendola hanno
illustrato alle delegazioni ospiti le modalità di impiego e le caratteristiche
dei velivoli MQ-9“Reaper” (originariamente conosciuti come “Predator B”), in dotazione al
reparto dell’Aeronautica.
Prodotti
dal gruppo industriale statunitense General Atomics, gli MQ-9 “Reaper”
viaggiano ad una velocità di 482 Km all’ora ad oltre 7.500 metri d’altitudine, e
possiedono un’autonomia di volo fino a 28 ore. I “Reaper” in dotazione
all’Aeronautica italiana sono impiegati per operazioni di monitoraggio ed
intelligence, ma è più che probabile che essi siano stati predisposti pure come
droni killer, per l’attacco al suolo
con bombe GBU-12 “Paveway” e/o JDAM e missili anticarro AGM-114
“Hellfire”.
Durante
il workshop internazionale sull’impiego dei droni da guerra, il 41° Reggimento IMINT “Cordenons” dell’Esercito italiano
(di stanza a Sora, Frosinone) ha mostrato alle delegazioni estere “alcune
delle potenzialità” del Raven-B/DDL, un velivolo a pilotaggio remoto di piccole
dimensioni, a lancio manuale, per la sorveglianza video e la ricognizione.
Dal
peso di appena 2 Kg, il Raven-B/DDL ha un raggio d’azione di 10 Km ed
un’autonomia di volo di un’ora. Il mini-drone è prodotto dall’azienda californiana
AeroVironment ed è impiegato anche dall’US Air Force e dall’esercito del Regno
Unito.
Articolo
pubblicato in Pagine Esteri il 29
novembre 2024, https://pagineesteri.it/2024/11/29/medioriente/italia-marocco-partnership-militare-sempre-piu-stretta/
Commenti
Posta un commento