Give Peace a Chance. Al via Carovana in Ucraina per sostenere obiettori e costruttori di pace
Da una parte l’establishment politico-militare di Mosca che per ribaltare le sconfitte al fronte ordina il richiamo di oltre 300.000 riservisti e minaccia a “scopo difensivo” l’uso di armi nucleari tattiche. Dall’altra il regime ucraino che invoca ancora più armi micidiali (dai droni killer ai missili a medio raggio) e si dichiara disponibile a trattare solo dopo aver conquistato la Crimea e il Donbass. Inizia l’autunno ma il conflitto russo-ucraino è ancora lontanissimo dal mostrare un pur minimo raffreddamento. Anzi, è in atto una pericolosissima escalation bellico-militare, irresponsabilmente alimentata dalle cancellerie dei paesi membri della NATO. Da Washington a Londra, da Parigi a Roma e Berlino, sembra assistere ad una folle gara tra chi soffia di più sull’incendio divampato nel cuore dell’Europa orientale dopo l’invasione russa del 24 febbraio scorso.
Ma è ancora possibile
fermare una guerra che ha già prodotto conseguenze devastanti in mezzo mondo,
ri-alimentando gli irrisolti conflitti in Caucaso, nei Balcani, in Siria e nel
continente africano? Sì, ci credono ancora le oltre 175 associazioni italiane
che hanno promosso la campagna “Stop the
War Now” con il fine di lanciare un messaggio di solidarietà e di opposizione
al conflitto in Ucraina. Tonnellate di aiuti umanitari inviati alle comunità devastate
dai bombardamenti ma soprattutto una presenza costante di attiviste e attivisti
a fianco delle vittime innocenti del conflitto, bambini, donne e anziani, perché
è con la condivisione del dolore e della speranza che si possono ricostruire
ponti di pace, dialogo, trattative e cooperazione.
Dal 26 settembre al 3
ottobre un nuovo step di questo difficile e “utopico” percorso di diplomazia
dal basso. Una delegazione italiana della società civile guidata dalla Ong Un Ponte Per e dal Movimento Nonviolento si recherà in Ucraina per ribadire la
richiesta di immediata cessazione dell’invasione russa e l’avvio di negoziati
tra le parti per dirimere con la diplomazia le attuali controversie. Ma
soprattutto per offrire un concreto sostegno alle realtà nonviolente ucraine
impegnate nella costruzione della pace.
“Dopo due delegazioni e
alcune missioni esplorative realizzate nei mesi passati, le organizzazioni
della carovana “Stop The War Now” torneranno in
Ucraina per svolgere una serie di incontri con la società civile
impegnata nel supporto umanitario alle vittime del conflitto, nella costruzione
della pace, nel sostegno all’obiezione di coscienza e nelle azioni di
resistenza nonviolenta”, spiegano gli organizzatori della Carovana. “Tra gli
obiettivi della missione quello di gettare le basi per stringere accordi di
partenariato tra le associazioni italiane e le organizzazioni della società
civile ucraini. Puntiamo inoltre al rilancio a livello internazionale della
campagna di sostegno agli obiettori di coscienza ucraini attualmente sotto
processo o inchiesta da parte della Procura Generale ucraina, accusati di alto
tradimento”.
Nei mesi scorsi numerose
organizzazioni internazionali impegnate nella difesa dei diritti umani hanno promosso
una campagna a favore del giornalista e obiettore Ruslan Kotsaba, perseguitato
a livello giudiziario dopo aver diffuso diversi appelli contro la guerra,
alcuni già nel 2014, l’anno in cui divampò il conflitto nella martoriata
regione del Donbas. Un’analoga iniziativa a sostegno degli obiettori di coscienza è
portata avanti da Un Ponte Per e Movimento Nonviolento anche sul versante
della Russia, tanto più alla luce di una sempre crescente mobilitazione alle
armi dei giovani russi decisa da Putin.
“La delegazione italiana ha
l’obiettivo di costituire reti tra tutti quei soggetti, laici e religiosi, che
si pongono il problema della convivenza tra diversi, del rispetto del
pluralismo linguistico e culturale, del sostegno anche psicologico alle vittime
della violenza e della guerra”, aggiungono gli organizzatori della Carovana in
Ucraina. “L’iniziativa che prenderà il via lunedì 26 sarà anche l’occasione per
lanciare una raccolta fondi per sostenere le spese legali e processuali degli
attivisti ucraini sotto inchiesta, e sostenere il loro prezioso lavoro di
costruzione della pace”.
In agenda un denso programma
di incontri, con una prima tappa a Chernivtsi, città nella quale l’università
ha accolto centinaia di persone sfollate e si trova in estremo bisogno di aiuti
umanitari. Poi a Kiev, dove la delegazione italiana visiterà associazioni
umanitarie, il Movimento Pacifista Ucraino e le organizzazioni sindacali. In
Ucraina sarà inoltre portato un carico di aiuti umanitari destinati alla
popolazione.
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