Alzabandiera di militari e studenti per salutare l’inizio della scuola. E l’Italia ritorna ai tempi del Ventennio
L’inaugurazione del nuovo scolastico? Meglio se con il rito militare dell’Alzabandiera, affiancando alunne e alunni ai reparti d’élite dell’Esercito italiano in nome della Patria e dell’Identità nazionale.
Da
nord a sud si moltiplicano le parate studenti-militari all’ombra dei pennoni
con il tricolore per celebrare l’avvio dell’anno scolastico 2022-23: iniziative
che per modalità, forme e narrazioni sembrano riproporre sempre più i modelli
pedagogico-bellicisti del Ventennio fascista. A partire primo tra gli istituti
scolastici d’Italia, il Comprensivo “Stefanini” di Treviso, con una tre giorni
di “tradizionali cerimonie dell’alzabandiera” in tutti plessi e per tutti gli
alunni di ogni ordine e grado. “Le iniziative di avvio dell’anno scolastico -
riporta la circolare dell’IC “Stefanini” – sono state concordate dal Dirigente
Scolastico Doriana Renno con i rappresentanti degli Alpini della sezione di
Treviso”. Nessuna delibera dunque del collegio dei docenti e del consiglio
d’istituto, in linea purtroppo con il dilagante processo di aziendalizzazione
autoritaria (e militarizzazione) della scuola italiana.
Altrettanto
deprecabili le modalità di partecipazione imposte dalla dirigenza. “Presenza di
un gruppetto di 5/6 alpini nelle scuole Primarie e di 9/10 presso la
Secondaria; una rappresentanza di alunni (un alunno per classe) accompagnati da
uno o più docenti; diffusione dell’Inno di Mameli come di consueto; nelle aule
dove ciò sarà possibile, gli alunni ascolteranno l’inno in piedi senza
cantare (potranno ritmare il tempo nelle aule raggiunte dalla musica); da
concordare il calendario per la scuola dell’Infanzia Andersen, secondo
indicazioni delle insegnanti”.
Non è andata certamente meglio a Lioni (Avellino),
dove martedì 13 settembre, “nell’ambito
delle attività promosse dallo Stato
Maggiore dell’Esercito Italiano”, tutti gli istituti scolastici comunali
hanno “festeggiato” il primo giorno di scuola con l’alzabandiera e i militari
del Reggimento Logistico della Brigata “Garibaldi” di Persano, la stessa che da
fine giugno opera in Lettonia nella task force NATO anti-Russia. “Al comando
del tenente colonnello Alessandro Vajani, Comandante del Battaglione Logistico
Garibaldi, un picchetto di uomini e donne in divisa hanno salutato gli alunni
delle scuole di Lioni, accompagnati dai dirigenti e dagli insegnanti: grande
l’entusiasmo di bambini e ragazzi”, riporta con enfasi la cronaca locale. “L’iniziativa
ha l’intento di augurare agli alunni, alle loro famiglie, a tutto il personale
dell’Istituto e alla comunità lionese un sereno e proficuo anno scolastico”,
riporta la circolare emessa dal dirigente dell’IC “Iannaccone” di Lione, prof.
Gerardo Cipriano.
A
conclusione dell’alzabandiera, nel ringraziare il Comando delle Forze Operative
Sud dell’Esercito e la Brigata Bersaglieri “Garibaldi”, la consigliera delegata alle Pari opportunità
della Regione Campania, Rosetta D’Amelio, ha espresso il desiderio che “iniziative del genere possano ripetersi
e consolidarsi per costituire un’occasione di crescita e sviluppo, anche
attraverso l’utilizzo del grande patrimonio montano altirpino per le operazioni
di addestramento dei reparti”. Cioè come dire più scuole-forze armate
e tricolore per più bombe e cannonate nei boschi dell’Irpinia. Un appello
fatto proprio dal Comandante del Reggimento Logistico “Garibaldi” che ha annunciato
la celebrazione a breve dell’alzabandiera con tutti gli studenti degli istituti
del comune di Serre, in provincia di Salerno.
E ancora, il 14 settembre, si è celebrata presso
l’ITTS “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro la cerimonia inaugurale del nuovo anno scolastico con tanto di
alzabandiera e militari dell’Esercito dislocati nella regione Calabria. lo
stesso giorno in Sicilia “cerimonia di benvenuto” degli alunni delle prime
classi della scuola secondari di 1° grado “Antonino de Stefano” di Erice (Tp)
con tricolore, inno di Mameli e fanfara del 6° Reggimento Bersaglieri di
Trapani. La prossima settimana un evento analogo è previsto nel plesso centrale
dell’Istituto Comprensivo “Luigi Capuana” di Palermo, ma l’alzabandiera
studenti-militari per onorare Patria e
Scuola minaccia di propagarsi in modo virale un po’ ovunque nello Stivale.
In
verità quello di unire alunni e combattenti nel tricolore è un progetto perseguito
con perseveranza dallo Stato Maggiore della difesa da oltre un ventennio. Ogni
primo giorno feriale del mese si tiene ininterrottamente da più di un decennio a
Padova, presso la caserma “Piave” (sede
del Comando Forze di Difesa Interregionale Nord - COMFODI) la cerimonia di alzabandiera, alla
presenza dei reparti dell’Esercito e delle
scuole della città veneta. “Al termine, gli studenti partecipano ad un ciclo di
lezioni afferenti a importanti tematiche di carattere socio-educativo quali:
storia del Tricolore e dell’Inno Nazionale, la Costituzione Italiana, il senso
civico della giustizia, il significato della pena e nozioni basiche di primo
soccorso sanitario”, spiega lo Stato Maggiore. “Le lezioni sono
tenute sia da personale militare del Comando sia da personale delle ONLUS Fondazione
Opera Immacolata Concezione e Officina Giotto di Padova, grazie ad un accordo
di collaborazione stipulato con COMFODI e teso ad arricchire la formazione
culturale degli studenti”.
Lo scorso 19 maggio, forze armate, amministrazione
comunale e istituti scolastici hanno dato vita ad Anzio a una kermesse che ha
riunito per la “solenne cerimonia dell’alzabandiera” oltre 800 alunni delle
scuole di ogni ordine e grado della città laziale. “Il Tricolore Italiano: simbolo indiscusso
dell’identità nazionale; di fedeltà, valori, unità; orgoglio, patriottismo,
appartenenza”, annota il cronista di Report
Difesa che ha seguito la giornata scuola-militari. “Ed è in nome di questi
valori e ideali che la città di Anzio ha vissuto un indimenticabile momento di
unione e condivisione. Una vera e propria festa dedicata alla ricerca dei
valori della Patria, della Bandiera Italiana, dell’Inno di Mameli (…) del senso
dello Stato, dell’orgoglio dell’identità nazionale”. In prima linea gli ufficiali,
i sottufficiali e i graduati della Brigata Informazioni Tattiche di Anzio,
reparto d’eccellenza dell’Esercito nel campo dell’intelligence e della guerra
elettronica. Accanto gli studenti. “Ed è l’osmosi tra bimbi, ragazzi e adulti
che è entrata nel palcoscenico della
vita reale: sguardi che si incrociano, sorrisi che si scambiano tra i più
piccoli, gli adolescenti e gli anziani,
culminata in quella mano sulla spalla posta dal Generale a un giovane studente
quasi a voler silenziosamente trasmettere e condividere un momento unico e
speciale”, aggiunge Report Difesa in
stile cinegiornale Istituto Luce 1940.
Infine, sulle note dell’Inno interpretato dal coro dell’Istituto Comprensivo
Anzio 5 e dalla Banda del Comando Artiglieria Controaerei di Sabaudia, viene
issata la bandiera verdebiancorossa da un militare della Brigata Informazioni
Tattiche e da tre studenti “simbolo del passaggio generazionale intorno ai
valori del Tricolore”, come riporta l’ufficio stampa del Comune di Anzio.
Provveditori, dirigenti
scolastici e insegnanti preferiscono ignorare il significato meramente bellico-militare
dell’alzabandiera, evento rituale che nulla ha che fare con quanto accade a
conclusione della consegna della medaglie in una olimpiade. “L’alzabandiera è la cerimonia
solenne che consiste nell’innalzare la bandiera nazionale sul pennone
principale di uno stabilimento, di una struttura o di un accampamento; tale cerimonia
si tiene generalmente al mattino o comunque all’inizio dell’orario di servizio”,
riportano il Dizionario militare di Zanichelli e Wikipedia. “Benché si sia
diffusa anche al di fuori di esso, l’alzabandiera è preminentemente una
cerimonia propria dell’ambito militare, eseguita all’interno di strutture
come caserme e basi o a bordo di navi militari: durante tale cerimonia,
eseguita alla presenza di tutto il personale della base o dell’equipaggio della
nave, l’innalzamento della bandiera è preceduto da un particolare squillo di
tromba o dall’esecuzione dell’inno nazionale”. Per il Ministero della Difesa
italiano la Cerimonia dell’Alzabandiera è “un momento solenne che ogni mattina unisce i
militari delle Forze Armate, in Italia e all’estero, al suono dell’Inno di
Mameli”.
Quello che oggi è in atto è
il tentativo di “unire” i militari con le bambine, i bambini, le preadolescenti
e i preadolescenti delle scuole pubbliche e private della Repubblica
esattamente con scopi, finalità e linguaggi mutuati dallo Stato
monarco-fascista del secolo scorso. “L’investimento
che il regime fascista fece sulla scuola fu significativo; essa veniva ritenuta
l’avanguardia di un fronte, quello della costruzione dell’italiano nuovo,
considerato cruciale”, ricorda l’insegnante e storico Gianluca e Gabrielli in
un saggio pubblicato da novecento.org.. “Dal periodo immediatamente successivo
alla marcia su Roma il sottosegretario Dario Lupi si adoperò per introdurre
nelle scuole elementari principi e fondamenti di accentuato nazionalismo,
militarismo e culto dei martiri della Grande guerra. Attraverso l’uso delle
circolari, venne aperto un varco alla propaganda nella vita scolastica
quotidiana. Fu subito istituita la cerimonia dell’alzabandiera che aveva una
tradizione patriottica e militare e che doveva venire celebrata al mattino nei
cortili delle scuole”.
La
circolare n. 20 del 1935 della Direzione Generale per l’Istruzione media
classica inviata ai Regi Provveditori agli Studi imponeva il rito dell’Alzabandiera,
ogni domenica e giorni festivi, in tutti i convitti pubblici e privati e negli
istituti di educazione femminile. “Nel cortile principale dovrà essere
innalzata una antenna di almeno cinque metri di altezza per la bandiera”,
prescriveva la circolare. “La cerimonia dovrà svolgersi in ora del mattino
prima della celebrazione della Messa, con l’osservanza delle seguenti modalità:
gli alunni verranno riuniti su due righe di fronte alla bandiera; l’alunno
incaricato di alzare la bandiera, il migliore in studio e in condotta, si porrà
alla base dell’antenna sull’attenti (…) innalzata la bandiera, l’alunno stesso
si volgerà verso i camerati sull’attenti e, ad alta voce, col braccio destro
nella posizione del saluto romano, darà il comando: Saluto al Re, al quale i camerati risponderanno Viva il Re; e quindi Saluto al Duce al quale i camerati
risponderanno A Noi”.
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