Cannoni italiani per le nuove corvette d’Israele
Saranno armate con cannoni made in Italy le nuove unità da guerra destinate alla Marina militare israeliana. A dicembre i cantieri navali della società tedesca ThyssenKrupp Marine Systems consegneranno la prima delle quattro corvette lanciamissili della classe Sa’ar-6 “Magen” ordinate dalle autorità di Tel Aviv nel maggio 2015. Le altre tre unità dovrebbero giungere in Israele nei prossimi due anni.
Dotate di sofisticate tecnologie stealth per non essere individuate dai sistemi
radar, le imbarcazioni avranno una lunghezza di 90 metri e un dislocamento di
2.000 tonnellate. Le corvette Sa’ar-6 “Magen” potranno estendere il loro raggio
operativo fino a 4.000 km. di distanza e disporranno di un potentissimo sistema
d’armamento: un cannone Oto Melara da 76mm prodotto dall’omonima azienda con
sede a La Spezia e interamente controllata dal gruppo Leonardo-Finmeccanica; due
Typhoon Weapon Stations prodotte dalla israeliana Rafael Advanced Defense Systems;
16 lanciatori verticali per i missili superficie-aria “Barak 8” delle IAI - Israel
Aerospace Industries; 40 celle per il sistema missilistico “C-Iron Dome”; 16 missili
superficie-superficie; due lanciatori di siluri da 324mm. Le unità potranno imbarcare
anche gli elicotteri multi-missione Sikorsky SH-60.
Gli Oto Melara da 76 mm hanno un’altissima capacità di fuoco
grazie alle differenti tipologie di munizioni utilizzate (perforanti,
incendiarie, a frammentazione, ecc.), contro sistemi missilistici a corto
raggio, aerei, navi ed obiettivi terrestri. Gli stessi cannoni di produzione
italiana sono stati forniti ad Israele per armare altre unità navali missilistiche,
come le Sa’ar 3 class
boat da 220 tonnellate e 45 metri di lunghezza, acquistate in Francia a
fine anni ’60; le Sa’ar 4 class
boat da 415 tonnellate e 58 metri, prodotte a
partire del 1973 nei cantieri navali israeliani e vendute anche al Sud Africa;
le Sa’ar 4.5 class boat da 498 tonnellate e 62 metri,
anch’esse varate dal gruppo Israel Shipyards Ltd. e utilizzate per bombardare il
sud del Libano nel biennio 1984-85. Queste unità, otre ai cannoni di Oto
Melara, imbarcavano pure il sistema radar per il fire-control “Orion” RTN-10X prodotto
da Selenia Industrie Elettroniche
Associate S.p.A., incorporata nel 1990 da Alenia e
successivamente confluita in Selex ES del
gruppo Finmeccanica (oggi Leonardo).
Il 25 dicembre 2014 era stato
il primo ministro Benjamin Netanyahu ad annunciare l’accordo con il
governo tedesco per la costruzione delle quattro corvette lancia-missili nei cantieri della società ThyssenKrupp Marine Systems. Cinque mesi più tardi il contratto d’acquisto veniva formalizzato nel
corso di un meeting bilaterale a Tel Aviv tra il ministro della Difesa israeliano
Moshe Yaalon e l’omologa tedesca Ursula von
der Leyen. “L’accordo ha un valore di 480 milioni
di dollari e rafforzerà enormemente la capacità della Marina militare di
proteggere i nostri giacimenti di gas naturale nel Mediterraneo”, aveva
dichiarato Yaalon. Il governo di Berlino ha contribuito finanziariamente
all’acquisto delle unità da guerra con 115 milioni di euro.
La Germania ha regalato ad Israele
nel 1999 pure due sottomarini della classe “Dolphin 1”, anch’essi prodotti da ThyssenKrupp
Marine Systems , mentre una terza unità è entrata in servizio con la Marina
militare israeliana l’anno successivo (è stata pagata metà da Israele e metà
dal governo tedesco). Tra il 2014 e il 2016 sono state consegnate ad Israele
due sommergibili della nuova classe “Dolphin 2”, mentre una terza unità della
stessa tipologia sta per entrare in servizio in queste settimane. Complessivamente
la commessa con Israele per i “Dolphin 2” ha fruttato ai cantieri tedeschi un
miliardo e mezzo di euro circa. Secondo numerosi esperti militari, ognuno di questi
sommergibili può essere equipaggiato con quattro/sei missili da crociera a
capacità nucleare: si tratterebbe nello specifico di una versione modificata
dei missili convenzionali aria-superficie “Popeye Turbo” di produzione
statunitense e in dotazione con l’Aeronautica israeliana, con una gittata
stimata di circa 1.500 chilometri.
A maggio 2020 l’agenzia di stampa
Reuters ha emesso una nota secondo cui il gruppo ThyssenKrupp avrebbe avviato contatti
con l’holding italiana Fincantieri S.p.A. in vista di un rafforzamento della
propria produzione militare. L’ipotesi è quella d’integrare le attività produttive
in collaborazione con Fincantieri e
finanche di creare una mega
joint venture italo-tedesca con un fatturato annuo di 3,4 miliardi
di euro. Il general manager del gruppo cantieristico, Alberto Maestrini, ha
confermato l’esistenza di una trattativa per la realizzazione di nuovi
sommergibili. “Una cooperazione tra Fincantieri e ThyssenKrupp nella
costruzione di sottomarini sarebbe una buona opportunità in vista di un futuro
consolidamento nel settore europeo della difesa”, ha spiegato Maestrini.
Nel campo dei
sottomarini militari Fincantieri e ThyssenKrupp collaborano sin dalla fine degli
anni novanta con il programma “Type 212A” conclusosi con la consegna di quattro
esemplari alla Marina militare italiana
e di sei a quella tedesca. Recentemente il ministero della Difesa
italiano ha annunciato l’acquisto di quattro sottomarini “Type 212NG (Nuova
Generazione) che andranno a sostituire gli SSK “Sauro 3a e 4a”.
Articolo pubblicato in Africa ExPress il 16 ottobre 2020, https://www.africa-express.info/2020/10/16/litalia-va-alla-guerra-in-medioriente-cannoni-made-in-italy-per-corvette-israeliane/
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