Una montagna di armi sofisticate. Così Washington rafforza il Niger
Il Dipartimento di Stato e il Pentagono seguono con particolare attenzione le indagini della autorità del Niger sul sequestro del cittadino statunitense Philip Walton, avvenuto la notte del 26 ottobre a Massalata, nel Niger meridionale. Ad oggi non sono emersi elementi utili sull’identità dei sequestratori anche se gli inquirenti ritengono più probabile che si tratti di criminali comuni e non appartenenti a organizzazioni jihadiste.
Negli
ultimi mesi Washington ha ulteriormente rafforzato le proprie relazioni
politico-militari con il governo di Niamey, concentrandosi in particolare sull’addestramento
e la formazione delle forze armate nigerine e sull’invio di sempre più
sofisticati sistemi di guerra. L’ultima consegna di equipaggiamento risale al 5
agosto scorso, quando i responsabili della Direzione alla cooperazione di US
Africom (il Comando che sovrintende alle operazione delle forze armate degli
Stati Uniti d’America nel continente africano) hanno donato all’esercito
nigerino 22 veicoli blindati Osprea MK7 “Mamba” di produzione statunitense-sudafricana,
15 in versione da combattimento e il resto in versione comando e ambulanza. US
Africom ha pure messo a disposizione due ambulanze “Toyota Land Cruiser” e quattro set di attrezzi e ricambi
meccanici per veicoli blindati. Il valore dei mezzi è stato stimato in 8
milioni di dollari; i militari USA si incaricheranno inoltre della loro
manutenzione e del supporto tecnico-logistico.
“Come
abbiamo avuto modo di vedere con i recenti attacchi mortali a danno della
popolazione civile in Niger, lo stato della sicurezza continua ad essere preoccupante
nel Sahel”, ha dichiarato il vicedirettore dell’Ufficio cooperazione di US
Africom, Jer Donald Get. “La donazione di oggi è solo uno dei modi con cui il nostro Comando supporta il
Niger e gli altri partner della G5 Sahel
Joint Force (Burkina Faso, Ciad, Mali e Mauritania) nella lotta contro il
terrorismo, il crimine organizzato transnazionale e il traffico di persone
nella regione del Sahel”.
Il 27
maggio 2020 il Comando di US Africom aveva consegnato alle forze armate del Niger
10 camion Mercedes “Atego” per il trasporto delle unità da combattimento su
ogni tipo di terreno, più un sistema per l’immagazzinamento e la logistica di
automezzi e materiali, per il valore complessivo di un milione e mezzo di
dollari. Ancora più rilevante la tranche di “aiuti militari”statunitensi al
Niger di fine 2019. Nel corso di una cerimonia ufficiale, il 5 dicembre,
presenti l’ambasciatore USA a Niamey Eric Whitaker e il ministro della Difesa Issoufou
Katambe, in mano dei nigerini sono finiti veicoli e sistemi d’arma per un
valore di 21 milioni di dollari (ancora blindati Osprea “Mamba”, camion da trasporto, autocisterne per il trasporto di acqua
e gasolio, 86 sistemi radio e di navigazione GPS, tende, container ed
equipaggiamenti vari, ecc.).
“Gli Stati
Uniti d’America considerano il Niger un partner strategico estremamente
importante nello sforzo multi-nazionale per sconfiggere alcuni dei gruppi terroristici
più spietati al mondo”, dichiarava l’ambasciatore Whitaker. “Le forze armate
nigerine utilizzeranno queste attrezzature per le operazioni anti-terrorismo
della G5 Sahel Joint Force e per
garantire la sicurezza dei confini nazionali e dei propri cittadini”.
Sempre nel
corso del 2019, Washington ha fornito alle forze armate nigerine le risorse
finanziarie (16,5 milioni di dollari) per realizzare un sofisticato centro per
la gestione delle attività di comando, controllo e radio-telecomunicazione. A
ciò si aggiunge il programma di assistenza, formazione e addestramento delle
forze aeree avviato dagli USA a partire del 2013 e grazie al quale Niamey è
entrata in possesso di quattro
velivoli Cessna 208 “Caravan”, due configurati per le attività di intelligence,
sorveglianza e riconoscimento e due per l’evacuazione medica (costo 45 milioni
di dollari) e di due velivoli da trasporto C-130 “Hercules” con relative parti
di ricambio (50 milioni di dollari). US Africom ha pure contribuito alla
realizzazione e all’equipaggiamento di un hangar destinato ad ospitare i C-130,
inaugurato il 22 gennaio 2020 nella grande base
aerea 201 di Agadez.
“Noi
abbiamo condiviso gli obiettivi della sicurezza nella regione del Sahel e
questa cerimonia costituisce un ulteriore progresso della nostra collaborazione
nel settore aereo con la fornitura delle infrastrutture di base per ospitare quei
velivoli che vi consentiranno di accrescere la mobilità aerea e di supportare
meglio le operazioni in quest’area geografica”, dichiarava al taglio del nastro
dell’hangar il generale Steven de Milliano del Comando di US Africom.
La
costruzione della grande infrastruttura militare di Agadez, nel cuore del
Sahara, aveva preso inizio nel 2015 sempre grazie al supporto finanziario e tecnico-logistico
degli Stati Uniti d’America. Dal novembre 2019 la Air Base 201 è utilizzata per i voli d’intelligence, sorveglianza e
riconoscimento dei velivoli con e senza pilota USA e per le operazioni
d’attacco in Libia e nell’Africa sub-sahariana dei droni MQ-9 “Reaper”.
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