Lo scalo pugliese di Grottaglie sarà centro aerospaziale dei droni
Governo
nazionale, Regione Puglia, Finmeccanica e forze armate candidano lo scalo aeroportuale
“Marcello Arlotta” di Grottaglie, Taranto, a futura base europea per la
sperimentazione aerospaziale dei droni. Il 14 maggio si è insediato nell’aeroporto
tarantino il tavolo tecnico che dovrà definire le regole per l’integrazione dei
velivoli a pilotaggio remoto nello spazio aereo civile. All’iniziativa hanno
preso parte, tra gli altri, l’amministratore unico di Aeroporti di Puglia
S.p.A., Giuseppe Acierno; i
direttori generali dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), Alessio Quaranta e dell’Ente per l’assistenza
al volo (Enav), Massimo Bellizzi;
il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston; i rappresentanti degli Stati Maggiori dell’Aeronautica
e della Marina militare, nonché gli amministratori di alcune delle imprese interessate
al progetto droni, prima fra tutte Alenia Aermacchi (Finmeccanica) che dal 2006
a Monteiasi–Grottaglie produce per la statunitense Boeing le sezioni di
fusoliera in fibra di carbonio dell’aereo 787 Dreamliner.
“Il
programma di sviluppo dello scalo di Grottaglie si articolerà su tre principali
direttrici: manifatturiera, logistica e sperimentazione di soluzioni
aeronautiche con e senza pilota”, concordano i partecipanti al tavolo tecnico.
“L’ampiezza, la flessibilità operativa, l’essere inserita nel corridoio di volo
per aerei non pilotati e la collocazione geografica dell’infrastruttura,
rendono l’aeroporto tarantino un asset nazionale ed europeo unico. Grottaglie
può proporsi come luogo idoneo per i Test Range dell’aviazione e, non ultimo,
per i mezzi a pilotaggio remoto”. L’obiettivo di industriali, centri di
ricerca, forze armate e Regione Puglia è quello d’intercettare una parte dei
finanziamenti del nuovo programma Ue per la ricerca e l’innovazione “Horizon
2020” (ammontare complessivo 80 miliardi di euro, 13 dei quali provenienti dall’Italia).
Le
autorità pugliesi hanno posto grande attenzione al settore aerospaziale e al
business internazionale che potrà derivare a breve e medio termine dallo
sviluppo dei velivoli a pilotaggio remoto, civili e militari. “Abbiamo posto alla
base della nuova programmazione 2014–2020 la realizzazione a Grottaglie di un’infrastruttura
caratterizzata da favorevoli condizioni logistiche e meteo e abbiamo avviato un
significativo progetto di ampliamento dello scalo che tiene conto, peraltro, delle
esigenze espresse dai partner industriali coinvolti in questo ambizioso
programma di insediamento produttivo”, afferma il governatore uscente Niki
Vendola, dal 2014 alla guida di Nereus,
la rete delle regioni spaziali d’Europa. La Regione ha promosso inoltre la
creazione del Distretto tecnologico aerospaziale (Dta) pugliese, società consortile senza fini di lucro a
cui aderiscono alcune imprese del settore aerospaziale, università e centri di
ricerca pubblici e privati presenti in Puglia. Nel maggio 2014 la Dta ha firmato
a Tolosa un accordo di cooperazione internazionale per lo sviluppo del settore
aerospaziale con Aerospace Valley (AV) della regione Midi-Pyrenées (Francia) ed
il Distretto per le tecnologie e le applicazioni spaziali “si-Cluster” greco.
“Sempre
in ambito spaziale, per Grottaglie si aprono prospettive anche
nell’ambito della ricerca e dello sviluppo dei voli suborbitali, che dovrebbero
consentire di viaggiare a velocità finora impensabili e coprire in poco tempo
anche voli transoceanici”, ha dichiarato il presidente dell’Agenzia
spaziale italiana (ASI), Roberto
Battiston. L’Agenzia spaziale ha sottoscritto una convenzione con la
Regione Puglia per la valorizzazione dell’infrastruttura tarantina. “Proprio a
marzo scorso, a Washington, nella sede dell’Ambasciata d’Italia negli Stati
Uniti, è stato firmato un Memorandum di cooperazione tra ENAC e Federal
Aviation Administration, per lo sviluppo del trasporto commerciale sub spaziale
e Grottaglie potrebbe esserne uno dei punti di riferimento”, riferisce l’ASI. Sono
già una decina le imprese e i gruppi industriali che hanno manifestato la
volontà di attivare a Grottaglie investimenti per centinaia di milioni di euro:
tra essi compaiono Alenia, Selex ES, AgustaWestland, Vitrociset, Ids, Sipal, ecc. Le
aziende del gruppo Finmeccanica, in particolare, sono impegnate attualmente con
altri partner europei nella realizzazione di due prototipi di grandi droni
d’attacco e bombardamento aereo, il nEUROn e l’Euro-drone.
Il sedime aeroportuale di Grottaglie si estende all’interno
di un perimetro di poco superiore ai 6 Km, su una superficie di 160 ettari. Dal 2013 lo
scalo è inserito nella lista degli aeroporti di “rilevanza nazionale” del Ministero
delle infrastrutture e dei trasporti e vanta la pista più lunga di tutto il sud
Italia (3.200 metri di lunghezza) per gli atterraggi dei pesantissimi aerei
cargo Boeing 747-400 LCF su cui intervengono le maestranze di Alenia Aemacchi.
Nonostante le sue enormi potenzialità per il traffico aereo civile, Grottaglie è
in massima parte utilizzato solo a fini militari. Dal 1982 ospita la stazione
aerea “Maristaer” della Marina militare che gestisce le attività del gruppo di
volo “Grupaer” operante sui cacciabombardieri imbarcati a decollo verticale AV-8B
“Harrier II” e del “Grupelicot 4” basato su elicotteri AB 212 ASu/ASW per la
lotta antinave e antisommergibile e AB 212 NLA
e SH-3D “Sea King” a supporto del Reggimento “San Marco”, del Gruppo
operativo incursori del Comsubin e di altre forze speciali d’assalto italiane e Nato.
Oltre alle guerra navale e anfibia, i reparti di Grottaglie concorrono alle
attività di trasporto tattico, ricognizione, scorta armata a mezzi terrestri,
ricerca e soccorso in mare, evacuazione medica, assistenza in caso di calamità
naturali e “controllo anti-immigrazione clandestina”. Attualmente è in corso la
sostituzione di tutti i vecchi AB-212 con i nuovi elicotteri NH-90 NFH testati al
Centro Aeromarittimo di Luni-Sarzana (La Spezia).
A partire dal 2017, Grottaglie accoglierà anche i
primi esemplari del cacciabombardiere di ultima generazione F-35B, versione a
decollo verticale STOVL. Nei piani di Aeronautica e Marina, nella base
tarantina saranno rischierati sino a 30 di questi costosissimi velivoli da
guerra. Il ministero della Difesa ha già stanziato 3 milioni di euro circa per la “progettazione
esecutiva e la realizzazione di un fabbricato per la sistemazione di un simulatore di volo” per la Marina e
1,25 milioni per la costruzione di un magazzino per i pezzi di ricambio e gli
strumenti necessari all’aggiornamento dei velivoli destinati all’Aeronautica militare.
Oltre che da Grottaglie, i cacciabombardieri F-35 opereranno pure da un secondo
scalo pugliese, quello di Amendola (Foggia), che ospita oggi il centro di
comando e controllo operativo di tutti i droni in dotazione alle forze armate
italiane.
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