Primo maggio a Lampedusa per un Mediterraneo di Pace
La no-stop del Primo maggio a Lampedusa con cortei, comizi e musica.
Centinaia di persone contro la militarizzazione di un territorio che diventa
carcere per i migranti, terreno di infrastrutture militari e speculative e
avamposto di guerra per la Nato.
Zona militare - Divieto
di Accesso - Sorveglianza Armata. A Lampedusa questo cartello giallo lo ritrovi
ovunque: sui cancelli e il filo spinato del presidio aeronautico dell'aeroporto
e del porto, sugli edifici d'epoca convertiti a presidi delle forze
dell'ordine, all'ingresso delle strutture di prima accoglienza per migranti e
richiedenti asilo scampati alle stragi Ue nel Mediterraneo. E, ovviamente,
all'ingresso dei presidi di guerra sorti segretamente nell'isola negli ultimi
anni, innanzitutto le innumerevoli stazioni di tele-rilevamento radar puntate
contro il nord Africa o la base dell'Aeronautica per le guerre elettroniche di
Albero Sole, all'estremità occidentale di Lampedusa. Un mixer di micidiali onde
elettromagnetiche che mettono seriamente in pericolo la salute degli ignari
cittadini e dei turisti italiani e stranieri che visitano la splendida isola
delle Pelagie e che attentano alla sopravvivenza delle specie della flora e
della fauna che hanno consentito a buona parte del territorio di Lampedusa di
essere riconosciuta come sito d'interesse comunitario (Sic) e zona a protezione
speciale (Zps).
Il processo di
militarizzazione di Lampedusa si è fatto invadente, pregiudicando
pericolosamente le attività che per anni hanno prodotto reddito e occupazione
(la pesca, il turismo, ecc.) e la stessa immagine di isola dell'accoglienza
conquistatasi con la ricerca, il soccorso e l'ospitalità di migliaia e migliaia
di sorelle e fratelli in fuga dai conflitti africani e dalle tragedie
socio-ambientali generate dall'insostenibile modello di sfruttamento delle
risorse e neoliberista dell'Occidente. Contro la proliferazione delle
infrastrutture di morte e il ruolo di sentinella avanzata nel Mediterraneo
delle forze armate italiane, europee e Nato, è stata lanciata da mesi una
campagna nazionale da parte dell'Associazione culturale "Askavusa",
uno dei maggiori attori antirazzisti in Sicilia. Un'incessante attività di
controinformazione e mobilitazione sfociata nell'organizzazione del "Primo
maggio a Lampedusa – Per un Mediterraneo di Pace e senza Paura", a cui
hanno partecipato centinaia di lampedusani, i militanti dei movimenti che in
Sicilia e nel sud Italia sono in prima linea a fianco dei migranti e dei
richiedenti asilo, contro la proliferazione dei Cie o degli pseudo centri di
"accoglienza" per richiedenti asilo o che si oppongono ai più devastanti
progetti bellici (i No Muos di Niscemi e i no Radar no Basi della Sardegna, i
comitati locali contro i droni Usa e Nato a Sigonella, ecc.), gli attivisti
delle campagne contro le grandi opere (i No Tav della Val di Susa, i No Ponte
dello Stretto di Messina) e le trivellazioni petrolifere nelle aree protette e
offshore.
La no-stop del Primo
maggio a Lampedusa ha preso il via in mattinata con corteo festoso e colorato
per le vie del centro storico cittadino. A Piazza Brignone gli interventi degli
ospiti: l'operatrice turistica Grazia Liberatore, Fabio D'Alessandro del
Comitato di base No Muos di Niscemi, Renzo Oliva di Spinta dal bass contro le
Grandi Opere, lo studente curdo Huseyn Hates, i giornalisti e saggisti Fulvio
Grimaldi e Giulietto Chiesa, il fisico nucleare Massimo Coraddu (tra i primi a
denunciare i pericoli dell'elettromagnetismo generato dagli impianti militari
in Sardegna e Sicilia), una delegazione di pescatori lampedusani che hanno
denunciato le pesanti condizioni degli operatori locali, l'operatrice Annamaria
Sambuci di Viterbo, soffermatasi sulle condizioni dei lavoratori migranti nel
settore agricolo in Italia. Il meeting si è concluso con il lancio di una
raccolta firme promossa dall'Ass. Askavusa affinché siano eliminati i radar che
svolgono analoghe funzioni per conto dei vari corpi militari, siano bloccati
tutti i nuovi insediamenti di sistemi radar militari e della telefonia
cellulare nell'isola, e affinché l'amministrazione comunale approvi in tempi
rapidi un regolamento che imponga il rispetto dei limiti di legge
all'esposizioni elettromagnetiche e vieti la presenza di fonti di emissioni Emg
in vicinanza di asili, scuole e presidi sanitari.
Una quindicina i
cantautori, i gruppi musicali e le band alternatisi sino a notte fonda sul
palco allestito nella piazza centrale di Lampedusa. Tra essi il Trio Hernandez
Marino Greco, Simone Lo Porto, Antoine Michel, Piergiorgio Faraglia, Acref
Chargui Trio, Alepà, Giacomo Sferlazzo, Badara Seck, Mammaliturchi Band. A
presentarli il giornalista radiofonico Antonino Maggiore, Laura Blandina e
l'attore cinematografico Filippo Pucillo.
"Vogliamo che
quest'isola faccia realmente da ponte di pace e dialogo tra i popoli del
Mediterraneo e ritrovi la sua vocazione socioeconomica nella pesa e nel turismo
ecosostenibile", dichiara Annalisa D'Ancona, presidentessa dell'Ass.
Askavusa. "I primi di giugno apriremo il nuovo spazio Porto M dove
oltre all'esposizione degli oggetti personali dei migranti recuperati in questi
anni all'interno delle barche utilizzate per attraversare il mare e
irresponsabilmente abbandonate dalle autorità statali in discarica e infine
distrutte, creeremo una biblioteca sul colonialismo dedicata alla figura di
Thomas Sankara, uno spazio culturale polifunzionale e un'università libera
popolare del Mediterraneo".
Pubblicato in lacittafutura.it, l'1 maggio 2015,
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