Come cambia la geografia delle basi USA in Europa
Al
Pentagono è nota come European
Consolidation Initiative (ECI), l’iniziativa finalizzata a rimodulare la
presenza militare statunitense in Europa per contrastare più fattivamente la
Russia di Putin. Il programma prevede la
chiusura di una quindicina tra basi e installazioni Usa in Belgio, Germania,
Gran Bretagna, Italia, Olanda e Portogallo, una modestissima riduzione del
personale di stanza nel continente di 1.200 unità e il ridislocamento di altri 6.000
militari principalmente in Est Europa. Dalle basi statunitensi saranno licenziati
1.100 dipendenti civili e l’European
Consolidation Initiative consentirà a Washington, stime alla mano, un
risparmio di 500 milioni di dollari l’anno.
“Non
si tratta di un ridimensionamento della capacità militare degli Stati Uniti in
Europa, ma di una trasformazione necessaria che aiuterà a massimizzare le
nostre capacità militari a favore dei nostri importanti partner europei e della
Nato”, ha spiegato il segretario alla Difesa, Chuck Hagel. Parte dei risparmi
che deriveranno dalla riduzione delle installazioni sarà utilizzata per
finanziare l’European Reassurance
Initiative, l’iniziativa statunitense di “contenimento” delle forze armate
di Mosca e di rafforzamento del dispositivo “difensivo” di Ucraina, Polonia e
Repubbliche Baltiche. La disattivazione delle prime strutture militari prenderà
il via quest’anno, congiuntamente al trasferimento “a rotazione” di reparti e velivoli
da guerra Usa nei poligoni addestrativi e in alcune basi aeree e terrestri dell’Europa
orientale. Già nel corso del 2014 alcune compagnie dell’esercito, dotati di
carri armati e mezzi pesanti, erano state trasferite in Polonia, Lituania,
Lettonia ed Estonia, mentre alcuni cacciabombardieri e aerei da trasporto
dell’US Air Force erano stati dislocati nelle basi aeree polacche.
Secondo
il Pentagono l’European Consolidation
Initiative sarà completata entro il 2022 e comporterà anche un lieve aumento
del numero dei militari Usa in Italia, Germania e Spagna. Nello specifico, il
piano prevede di trasferire in Italia il 606th Air Control Squadron dell’US Air
Force, uno squadrone di 300 uomini specializzato nella sorveglianza aerea, sino
ad oggi ospitato a Spangdahlem (Germania). Uomini e mezzi giungeranno nella
base aerea di Aviano (Pordenone), dove nel 2013 è stata disattivata un’unità
similare dell’aeronautica statunitense (il 603rd Air Control Squadron). Il Pentagono sta pure valutando l’ipotesi di
dislocare stabilmente ad Aviano, a partire del 2025, un gruppo di volo dotato
dei nuovi cacciabombardieri a capacità nucleare Joint Strike Fighter F-35. Sempre in Italia, l’esercito Usa prevede
di ridimensionare il Centro ospedaliero militare di Vicenza (Vicenza Health Center), disattivare transitoriamente
parte del deposito di stoccaggio munizioni esistente tra Pisa e Livorno e dismettere
alcune infrastrutture minori ospitate a Camp Darby (Livorno). L’US Army sarebbe
intenzionata infine ad abbandonare le Sea
Pines Recreational Facilities, il grande centro ricreativo utilizzato dal
personale militare e civile di Camp Darby, ammodernato appena sei anni fa. Nel 2013
l’US Army aveva disattivato a Camp Ederle (Vicenza) il 464th Military Police
Platoon e a Livorno il 511th Military Police Platoon.
Molto
più articolato il programma che ridefinirà la presenza statunitense in Germania.
Nel grande aeroscalo militare di Ramstein, uno dei più trafficati al mondo, giungeranno
15 velivoli KC-135 “Stratotanker” dell’US Air Force e 700 militari circa del
100th Air Refueling Wing, il reparto che assicura le operazioni di rifornimento
in volo dei velivoli Usa e Nato, attualmente ospitato nella base britannica di Mildenhall.
Nella stazione aerea di Spangdahlem saranno ridislocati invece 10 convertiplani
CV-22 “Ospreys” (velivoli “ibridi”, metà elicotteri e metà aerei), 10 velivoli da
trasporto MC-130J e il personale dipendente del 352nd Special Operations Group,
il gruppo per le operazioni speciali dell’aeronautica di stanza anch’esso a
Mildenhall. Dopo aver soppresso nel 2012 due brigate di fanteria (la 170th ABCT
di Baumholder e la 172nd ABCT di Grafenwöhr) e le caserme di Bamberg e
Schweinfurt, l’US Army prevede di chiudere in Germania altri centri operativi: i
commissaries ospitati a Stoccarda in
tre caserme dei Comandi delle forze Usa in Europa e in Africa (con il
contestuale potenziamento dei magazzini della “Panzer Kaserne”, sede dei
comandi generali dell’esercito); i commissaries
di Illesheim e Sembach; la stazione di Mainz-Kastel; la caserma Husterhöh a Pirmasens
; il magazzino di Weilimdorf; l’acquedotto di Baumholder (che sarà trasferito
alle autorità civili locali). Saranno parzialmente ridimensionate le “Pulaski
Barracks” nell’area di Kaiserslautern e l’“Artillery Kaserne” di Garmisch,
mentre sarà trasferito il Comando generale della Defense Information System Agency per l’Europa (DISA-Europe) da Stoccarda
a Kaiserslautern. Saranno poi ridislocati l’ufficio distrettuale dei dipendenti
del Dipartimento della Difesa a Grafenwöhr e il centro di distribuzione postale
dal terminale aeroportuale di Francoforte al deposito munizioni di Germersheim,
che diverrà un “centro di distribuzione d’eccellenza” dell’esercito in Europa. Sempre
in Germania l’U.S. Army Medical Materiel Center-Europe, il presidio medico per l’Europa
centrale dell’esercito, sarà trasferito a Kaiserslautern, mentre l’U.S. Army
Corps of Engineers trasferirà il proprio quartier generale dall’Amelia Earhart Hotel di Wiesbaden a
Landstuhl, in un’infrastruttura attualmente adibita ad ospedale militare (quest’ultimo
sarà dislocato entro il 2022 in alcune caserme di Landsthul in via di realizzazione).
Saranno infine ristrutturati e potenziati alcuni servizi per il personale dell’esercito
e dell’aeronautica Usa e il centro di distribuzione idrica di Grünstadt. Secondo
Washington, entro la fine del 2020 il personale di US Army in Germania sarà
ridotto di 95 militari, 147 civili e 65 dipendenti di nazionalità tedesca,
mentre entro il 2023 altri 405 militari, 1.360 civili Usa e 1.207 dipendenti
locali saranno ridislocati tra le basi esistenti.
In
Portogallo, il Pentagono prevede di ridurre di 500 unità il contingente di US
Air Force ospitato dalla Seconda guerra mondiale nello scalo aereo di Lajes, nelle
Azzorre. In Belgio verranno abbandonati i siti presi in leasing a Bruxelles,
mentre saranno potenziate le infrastrutture militari di Sterrebeek. In Olanda, le
forze armate Usa lasceranno la cittadina di Schinnen per consolidare le proprie
facilities a Brunssum. Consistenti tagli del personale militare Usa sono
previsti invece in Gran Bretagna (-2.000 unità in cinque anni). Entro il 2019 sarà
chiusa la base aerea di Mildenhall e ancora prima l’US Air Force lascerà le installazioni
di Alconbury e Molesworth e i 1.200 militari ospitati saranno riposizionati a
Croughton. Il trasferimento a Ramstein dei 3.200 avieri statunitensi di stanza
a Mildenhall sarà parzialmente compensato nel 2020 dall’arrivo nello scalo di
Lakenheath di un contingente 1.200 unità che supporterà le missioni del primo Joint Strike Fighter Group dell’US Air
Force che avrà a disposizione due squadroni di cacciabombardieri F-35.
In
Spagna, la Marina Usa prevede di stazione in maniera permanente quattro fregate
lanciamissili della classe “Arleigh Burke” nel
porto di Rota. Il mese scorso, Washington ha pure richiesto
alle autorità iberiche l’autorizzazione ad estendere di un altro anno la presenza nella base
aerea di Morón de la Frontera (Siviglia) della SP-MAGTF Crisis Response Force, la forza di pronto intervento del Corpo dei Marines, composta da 500 uomini, due aerei KC-130 per il rifornimento in volo e sei
convertiplani V-22 “Osprey”. La SP-MAGTF
è stata attivata nell’aprile del 2013 per concorrere alle
operazioni Usa nel continente africano “nella protezione dei cittadini, delle
installazioni e del personale statunitense” e può contare su una base di
supporto avanzata in Sicilia, a Sigonella. Il Dipartimento della Difesa
punterebbe ad aumentare nei prossimi mesi del 50% il numero dei componenti
della task force dei marines.
Quando l’European
Consolidation Initiative sarà a pieno regime, le truppe americane in Europa
si attesteranno sulle 67.000 unità.
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