MUOS strumento di guerra globale
Mentre a Cape Canaveral è già iniziato il count
down per il lancio del Muos 2 in programma per il 19 luglio, in Italia resta
alta la polemica su una delle stazione a terra del Mobil User Objective
System. La querelle in questi giorni è passata dalle piazze alle aule di
giustizia amministrativa. Il 9 luglio scorso è arrivata una decisiva sentenza del Tar di Palermo
che ha respinto il ricorso del ministero della Difesa che chiedeva di
sospendere la revoca dei lavori disposta dalla Regione Sicilia del presidente
Crocetta. Ma
l’Avvocatura dello Stato non demorde ed ha richiesto in questi giorni una
decisione d’urgenza del giudice monocratico. Una battaglia legale che dovrebbe
definirsi prima del periodo “feriale” del Tribunale Amministrativo siciliano.
Ma sono tante le questioni che emergono da questo nuovo sistema con la quale
gli Usa si candidano ad una completa egemonia sulle comunicazioni militari con
l’impiego di satelliti e non solo ad uso militare. Si va dal rispetto delle
norme italiane sull’elettromagnetismo all’applicazione delle norme ambientali
ed urbanistiche, dalla limitazione della sovranità italiana al rispetto del
diritto alla salute della popolazione alle possibili infiltrazioni mafiose. Mentre il coro No Muos inoltre unisce
destra e sinistra nessuna azione concreta e risolutiva arriva dal Parlamento
sulla base di Niscemi. Sulla questione abbiamo sentito Antonio Mazzeo, giornalista, attivista, autore de “I Padrini del Ponte”
che sul Muos sta scrivendo in questi giorni un saggio.
Antonio Mazzeo ha scritto che alcune
ditte interessate non hanno il certificato antimafia. Si può spiegare meglio?
L’appalto formalmente è stato dato nel 2008 dal
Comando della Usa Navy, la marina statunitense di Sigonella, ad un Consorzio,
associazione temporanea di imprese, che si chiama Consorzio Team Muos Niscemi,
capofila la Gemmo Impianti spa di Arcugnano Vicenza e con la LaGeCo di Catania.
Queste ditte hanno subappaltato lavori di scavo, movimento terra e preparazione
delle piattaforme in cemento armato per installare le antenne alla Calcestruzzi
Piazza srl, società che è sprovvista di certificato antimafia.
Perché ne è sprovvista?
Perché ritenuta in alcuni rapporti di polizia,
con tanto di timbro della Prefettura, vicina al boss dominante di Niscemi che si chiama
Giancarlo Giugno che ora - da un paio di mesi – è sottoposto al
regime del 41 bis. Sulla questione c’è stato già un ricorso al Tar. Cioè, la
Calcestruzzi Piazza dopo essere stata privata del certificato antimafia si è
opposta al Tar di Palermo facendo ricorso. Il Tar ha respinto il ricorso
ritenendo motivato il provvedimento della Procura di Caltanissetta che le aveva
tolto il certificato antimafia.
La vicenda presenta molti parallelismi
con il caso di Radio Vaticana, che una zona extraterritoriale. Riguardo il
Muos, l’area interessata è extraterritoriale o no?
Dal punto di vista giuridico, di fatto
quell’aria è di proprietà del demanio militare italiano ed è data in
concessione all’uso esclusivo delle forze armate americane, la marina militare
statunitense. Dal punto di vista del diritto valgono le leggi italiane. Loro
quando gli serve dicono che posso non rispettare le leggi italiane come ad
esempio quando si oppongono al decreto di sequestro della Procura di
Caltagirone. Quando invece non conviene vanno al Tar chiedendo la revoca della
revoca delle autorizzazioni della Regione Sicilia invece dichiarano che è del
demanio italiano anziché una struttura italiana. Anche nel caso di Radio
Vaticana comunque c’è stato un procedimento penale durato più di dieci anni che
si è concluso con una sentenza passata i giudicato. Il fatto comunque che devono
rispettare le leggi italiane, nel caso del Muos, i 6 volts metro in termini di
elettromagnetismo ma anche in termini di rispetto delle normative ambientali ed
urbanistiche era previsto dall’accordo, è la conditio sine qua non
affinché il Governo italiano desse le autorizzazioni al Governo statunitense.
E’ il requisito minimo.
C'è un trattato che regola la vicenda?
C’è un accordo bilaterale firmato da due
dipartimenti, uno della Marina Militare Americana l’altro dal nostro esercito,
in cui il Governo italiano dà il nulla osta per l’installazione a condizione
che gli americani rispettino tutte le normative. Aggiungo che per l’Accordo bilaterale Italia – Stati
Uniti del 2005 sulla regolamentazione dell’uso delle Basi Militari Usa in
Italia c’è un articolo che prevede obbligatoriamente anche il rispetto della
normativa antimafia nella gestione degli appalti. E’ palese tutta la violazione
delle normative.
La Sicilia
portaerei americana nel Mediterraneo. Lo è sempre stata ma in questa vicenda
ribadisce il concetto. Ne ha parlato anche il ministro della Difesa Mauro.
Gli elementi in gioco sono due, uno il diritto
alla salute, l’altro la sovranità violata dello Stato italiano che ripudia la
guerra. Questo sistema satellitare consente anche l’uso di strumenti da guerra.
E’ una delle ragioni, di principio, per le quali la popolazione si oppone, una
questione di principio dal quale non si transige. Il Muos prima di essere una
bomba elettromagnetica, di essere un attentato all’ambiente e alla salute della
popolazione è uno dei tasselli chiave delle nuove filosofie, delle architetture
di guerra delle forze armate statunitensi. Questo lo sottolineo perché non è un
progetto Nato, né un progetto deciso bilateralmente dai rapporti Italia-Stati
Uniti. E ad uso esclusivo della marina militare americana. Nulla toglie che le
informazioni possano essere messe a disposizione degli alleati, ma questo
sempre che lo vogliano gli Stati Uniti d’America perché comunque finanziamenti,
architettura network di comando è tutto sotto il comando delle forze armate
statunitensi. E’ un tassello chiave della nuova architettura di guerra che
punta progressivamente alla totale automatizzazione dei circuiti decisionali
sulle operazioni belliche. Non solo la parte esecutiva che già in atto con i
droni killer che lanciano attacchi missilistici. Il Muos accelera questo
processo in cui in nome della superiorità c’è bisogno di una serie di elementi:
i droni, i sottomarini, l’architettura missilistica nucleare e ovviamente un
sistema di collegamento di comunicazioni satellitare che sarà il Muos. Per cui
è uno strumento di guerra, una guerra di attacco, di guerra globale, di una
guerra in cui non vengono esclusi assolutamente i sistemi d’arma più
distruttivi di massa, comprese le testate nucleari. Ed è per questo che anche
simbolicamente le madri No Muos non si sentono solo le madri dei figli di
Niscemi che moriranno di cancro per le emissioni elettromagnetiche, per
l’impatto ambientale della base che non è solo elettromagnetico, perché la base
vengono bruciati milioni di litri di gasolio altamente inquinante.
Perché si brucia gasolio?
Per i motori diesel. In questa base già
funzionano 46 antenne di telecomunicazione in tutti i range di frequenza. Con
l’aggiungersi del Muos si può immaginare che domanda energetica ci sarà.
Abbiamo le prove di incidenti con lo sversamento di milioni di litri gasolio,
che non è lo stesso che si usa comunemente ma ha componenti chimiche più
pericolose, nelle falde acquifere. La base non ha solo impatti
elettromagnetici, ma altri grandi impatto ambientale. Basti pensare che incide
in una riserva naturale fondamentale per flora e fauna con alcune specie in via
d’estinzione ma anche perché è una delle aree di transito tra l’Africa e
l’Europa. Interrompere, deviare, creare problemi, ha grandi impatti.
La Direttiva Uccelli non è intervenuta?
La vicenda del Muos è una enciclopedia della
illegalità, e di come puoi legalizzare il crimine.
A che punto è la vicenda giudiziaria?
Il Tar deve motivare il rigetto del ricorso. Ci
sarà la convocazione dell’udienza del merito. L’Avvocatura dello Stato richiede
ora di pronunciarsi con motivi di urgenza con il giudice monocratico per
sbloccare la sentenza di rigetto. La pronuncia arriverà entro fine di luglio,
prima della chiusura estiva del Tar.
L’ambasciatore Usa in Italia, da Gela dove era
per le celebrazioni dello sbarco in Sicilia, è intervenuto in merito affermando
“Spero che possiamo trovare un modo per andare avanti”.
Sicuramente il corpo diplomatico statunitense,
soprattutto il console Usa a Napoli, Donald L. Moore, ha fatto una operazione
di pressing a 360 gradi intervenendo sulle autorità regionali, sugli enti
locali, sul Governo Italiano, sulle Forze Armate, sulla prefettura di
Caltanissetta. Penso che non ci sia un solo organo istituzionale e anche
politico che non abbia avuto ricevuto la pressione degli Stati Uniti d’America.
Le pressioni sono anche sugli studiosi e sugli esperti.
Cosa ha detto in particolare il professor
Massimo Zucchetti?
Zucchetti ha rincarato la dose ovvero che il Muos
è totalmente incompatibile dal punto di vista ambientale e soprattutto c’è una
aperta violazione di quelle che sono le procedure. Zucchetti ribadisce la
insostenibilità della base già presente, c’è una violazione costante dei limiti
di legge. 0,5 volt metro o 1 volt/metri sono già 10/12 volte in più d quanto gli
studiosi indicano come limite massimo di esposizione specie per i bambini. La
base di Niscemi è operativa dal 1991 e solo dal 2008 abbiamo i monitoraggi,
sulle cui modalità tecniche ha espresso delle perplessità il Politecnico di
Torino monitoraggi sui quali oggi abbiamo una voce autorevole che è la Sapienza
di Roma attraverso la Facoltà di Ingegneria, che ha effettuato una perizia per
conto del Tar di Palermo che sposa al cento per cento le conclusioni dello
studio del Politecnico e andando anche oltre affermando che ha impatti sugli
aeroporti ed è il motivo per cui il Muos è stato dirottato dalla base di
Sigonella a Niscemi, proprio per le problematicità sul traffico aereo.
Quali sono le interazioni tra il Muos e
il Sicral collocato a Vigna di Valle sul lago di Bracciano?
Questo sistema di comunicazione satellitare in
questo momento – loro contavano di finire il Muos nel 2009 mentre i ritardi
sono ormai spaventosi - è stato messo a disposizione a uso e dotazione della
Marina militare statunitense proprio per coprire il gap nelle trasmissioni ad
ultrafrequenza, per colmare le difficoltà nelle loro comunicazioni Uhf.
Attualmente stanno utilizzando il Sicral.
A livello parlamentare chi sono i deputati che
si sono mossi contro il Muos?
Dalla scorsa legislatura all’odierna non c’è un
gruppo parlamentare dalla destra al centro sinistra che non abbia presentato
interrogazioni parlamentari denunciandolo. Solo che non c’è il passo ulteriore.
In Sicilia tutte le forze politiche, dal centrodestra al centrosinistra, si
sono espresse contro il Muos. Il passo successivo dovrebbe essere un dibattito
parlamentare con l’adozione di una mozione unitaria si respinga il Muos e si
imponga al Governo di revocare tutte le autorizzazioni concesse. Manca questo
passaggio per cui una cosa è dichiararsi contro a livello locale e una cosa è
poi portare la decisione alle estreme conseguenze ed è una cosa che il
Movimento No Muos lamenta. M5S, Sel partecipano alle iniziative ma sono
all’opposizione, poi c’è il Pd che è un partito di governo e che a livello
locale vede anche alcuni dei suoi sindaci in prima fila. Quindi c’è questa
enorme discrasia tra l’essere locale No Muos e poi portare questa opposizione
alle estreme conseguenze. La vicenda del Muos è una vicenda politica e la sede
politica dove si mette la pietra finale è il Parlamento.
Quale potrebbe essere per gli americani
l’alternativa alla base di Niscemi?
Non siamo noi a dover definire l’alternativa. C’è
una arroganza di non voler rendersi conto della protesta della popolazione
per rimettere in discussione un progetto. Il dibattito sul Muos in America era
caldo già nel 2004, prima di dare il via agli appalti, perché si riteneva che
partiva troppo tardi. Il Muos è un grande business per settore militare
statunitense, una enorme torta finanziaria per la Lockheed Martin.
Snowden ha parlato del Muos?
Non ci risulta in questo momento ma abbiamo le
prove documentali, - le forze armate americani sono più trasparenti delle
nostre – che ci dicono che il Muos prevede all’interno un sistema tecnologico
per entrare nei codici della NSA. Anche il Muos rientra nell’architettura di
controllo di un’agenzia che non è il Dipartimento della Difesa.
Intervista a cura di Graziarosa
Villani, pubblicata in Lindro.it il 16
Luglio 2013, http://www.lindro.it/politica/2013-07-16/92355-antonio-mazzeo-muos-strumento-di-guerra-globale
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