Senato Usa vuole nuovi aeri-elicotteri da guerra a Sigonella
E’
Sigonella la “base ideale” per i nuovi velivoli da trasporto delle forze
speciali Usa in Europa. Con un report inviato al Pentagono, il Comitato per le
forze armate del Senato degli Stati Uniti d’America ha espresso la propria
contrarietà al progetto di realizzare a Mildhenall (Gran Bretagna) il centro
operativo dei CV-22 “Osprey”, i convertiplani (metà elicotteri e metà aerei)
assegnati al 352nd Special Operations Group, l’unità di pronto intervento
dell’US Air Force Command per le operazioni in Europa, Africa e Medio oriente.
“La
consegna degli Osprey al gruppo speciale attualmente distaccato a Mildhenall
rientra nel piano di forte espansione e ampliamento delle sue missioni
specialmente in nord Africa, ma la Naval Air Station di Sigonella e l’Italia
sono molto più vicine a quest’area geografica”, scrive il Comitato del Senato. “Dato
che Sigonella è divenuta una base strategica di lancio delle missioni in Libia durante
i crescenti disordini e delle attività di addestramento anti-terrorismo in
africa settentrionale, il Comando per le Operazioni Speciali dovrebbe rivedere
la decisione di insediare il centro SOF CV-22 a Mildenhall”.
Il
trasferimento a Sigonella dei convertiplani consentirebbe al Dipartimento della
difesa di risparmiare i 67 milioni di dollari previsti per ammodernare le piste
dell’aeroporto di Mildhenall e realizzare le facility necessarie alla
manutenzione degli “Osprey”. Il progetto in Gran Bretagna prevede inoltre la
creazione di una nuova unità di 900 militari da porre sotto il comando del 352nd
Special Operations Group; inoltre i vecchi velivoli MC-130P “Combat Shadows” del
gruppo speciale, entrati in funzione per supportare le operazioni clandestine
in Vietnam, saranno sostituiti dai nuovi MC-130J “Commando II” che consentiranno
il trasporto di truppe e armamenti e il rifornimento in volo di elicotteri e
convertiplani anche di notte. I CV-22 “Osprey” assegnati al 352nd Special
Operations Group sostituiscono invece gli elicotteri MH-53 “Pave
Low”. Gli “Osprey” (falchi pescatori)
sono prodotti dall’industria Bell Boeing; decollano come un elicottero e volano
come un normale aereo e sono in grado di trasportare fino a 24 soldati pienamente
equipaggiati alla velocità massima di 509 Km all’ora.
A
Mildhenall l’US Air Force ha già installato il simulatore di volo degli “Osprey”,
mentre è stato completato l’edifico destinato ad ospitare le unità di volo
(costo 18 milioni di dollari). Nonostante la sua distanza dall’Africa, la base britannica
è stata utilizzata per una serie di interventi strategici nel continente (l’intervento
Usa-Nato in Libia nel 2011, il rifornimento in volo dei velivoli francesi
intervenuti in Mali, ecc.). I velivoli a disposizione del 352nd Special
Operations Group sono stati utilizzati nel 2008 per evacuare dal Ciad una
sessantina di cittadini statunitensi dopo l’ingresso dei ribelli
anti-governativi nella capitale. Attualmente il gruppo operativo speciale è
impegnato a supporto delle esercitazioni di USAFRICOM nel continente africano.
Sigonella ospita invece dalla primavera 2013 la Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force
(SP MAGTF), l’unità di pronto intervento, combattimento aereo e terrestre del
Corpo dei marines attivata per intervenire in
Africa. Piccoli reparti della SP MAGTF sono già dislocati in Libia a protezione
di obiettivi “sensibili” Usa e, da qualche giorno, anche in Egitto. Alla Special-Purpose Marine Air-Ground Task
Force (SP MAGTF) di Sigonella sono stati assegnati in via
transitoria alcuni aerei KC-130J “Super Hercules” e gli MV-22B “Osprey” nella
disponibilità dell’U.S. Marine Medium Tiltrotor Squadron 365 (VMM-365) che ha
sede a New River (North Caroline). La grande stazione aeronavale siciliana viene
pure utilizzata per gli scali tecnici degli elicotteri a pilotaggio remoto “MQ-8B Fire
Scout” del Fleet Logistics Support Squadron 64 (VR-64) di US Navy, impiegati in
operazioni di supporto e riconoscimento aeronavale nel Mediterraneo. Da
Sigonella, infine, decollano – destinazione Africa e Medio oriente - i
droni-spia “Global Hawk” e i droni-killer “Predator” di US Air Force.
Gli “Osprey” sono al centro
di dure polemiche
tra gli analisti militari statunitensi per il loro altissimo costo (120 milioni
di dollari l’uno contro i 49 milioni preventivati), per l’inquinamento acustico
generato dai motori e per l’alto numero d’incidenti mortali che li hanno visti protagonisti
(una trentina le vittime tra militari e tecnici). Fonti del Pentagono hanno
rivelato che è pronto un dossier “classificato” sulle criticità tecniche e le
spese di manutenzione sostenute per i convertiplani. Nel 2009 il Government
Accountability Office (GAO), l’equivalente della Corte dei Conti italiana,
aveva pubblicato un rapporto sulle scarse performance dei velivoli nel
conflitto in Iraq. Secondo il Comando di US Air Force, nel 2010 gli “Osprey”
sono stati utilizzati solo nel 54% dei casi richiesti (per il resto erano in
manutenzione); lo scorso anno la percentuale è cresciuta al 68% (62% per il
Corpo dei Marines).
Da qualche giorno, i CV-22 sono entrati a far parte
del Marine Helicopter Squadron 1, l’unità d’eccellenza a cui è attribuito il
trasporto aereo del presidente Obama. A fine luglio, 12 “Osprey” sono stati schierati
invece nella Marine Corps Air Station Futenma di Okinawa (Giappone), nonostante
le proteste della popolazione e delle autorità civili locali giustamente
preoccupate per la pericolosità e l’insostenibile impatto ambientale dei
convertiplani.
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