Il No Muos si aspettava una marcia indietro, ma non così
Dopo la marcia indietro del presidente Crocetta sul
Muos di Niscemi, oggi è stata una giornata di mobilitazione per i comitati “No
Muos”. A Niscemi hanno occupato l’aula del Consiglio comunale mentre una
delegazione, a Palermo per il pronunciamento della Cga (Consiglio giustizia
amministrativa), ha dapprima organizzato un sit in sotto le finestre della
Regione Sicilia e poi ha tenuto una conferenza stampa con gli avvocati Nello
Papandrea e Paola Ottaviano. “Senza il parere positivo della sovrintendenza
della Provincia di Caltanissetta – chiariscono i legali - i lavori non
dovrebbero ripartire”. Pur tenuto conto dei
gravi vizi contenuti nella revoca, ancora è presto per decidere su una
eventuale impugnativa contro questo ultimo provvedimento della Regione. “In
ogni caso – sottolineano - resta pendente il ricorso in primo grado davanti al
Tar di Palermo, proposto nel 2011 del Comune di Niscemi”. Per Papandrea,
tuttavia, nella relazione dell’Istituto superiore della Sanità, in base a cui
la Regione ha di fatto dato l’avvio ai lavori, erano presenti "elementi di
preoccupazione che emergevano chiaramente e che andavano tenuti in
considerazione per mantenere il principio di precauzione. Sbaglia la Regione
nel sostenere che quel principio non va più applicato”.
Liberazione ha intervistato Antonio Mazzeo uno dei
protagonisti del “popolo No Muos”.
Il voltafaccia di Crocetta un po’ era nell’aria no?
Non nelle modalità e nei tempi con cui è stato portato
avanti. Eravamo sì rimasti scandalizzati non difesa da parte degli avvocati in
sede Cga, davanti al fatto che il ministero si era appellato alla sentenza del
Tar. E questo mentre gli avvocati del No Muos sbugiardavano i documenti
presentati dal ministero della difesa. I nostri avvocati hanno chiarito che il
Muos non è gestito in sede Nato e, soprattutto, sottolineato tutte le
violazioni in campo urbanistico e negli stessi accordi tra Usa e Italia. Pensavamo
che a quel punto il Cga avesse dovuto rigettare. Ma a quell’atto i giudici non
sono potuti arrivare perché davanti alla ritirata di Crocetta vengono a cadere
le motivazioni del contendere, almeno in questa fase.
A questo punto come pensate di andare avanti?
Non abbiamo avuto neanche il tempo di convocare un
coordinamento. Avevamo sì denunciato l’atteggiamento remissivo di Crocetta ma
non ci immaginavamo il colpo di scena. Ieri sera è stato occupato il comune di
Niscemi a seguito della convocazione d’urgenza del Consiglio comunale. Quasi
contemporaneamente, un gruppo di manifestanti che aveva già convocato il
presidio davanti al Cga di Palermo lo ha trasformato in una manifestazione di
protesta. Nei prossimi giorni si vede come coordinarsi. Bisognerà resuscitare
il ricorso del Comune di Niscemi ma i tempi sono lunghi. Rimangono fermi gli
appuntamenti già fissati per la prima decade di agosto a Niscemi con convegni,
iniziative varie e sit in. Quest’anno, poi, ricade il trentesimo anniversario dei
blocchi di Comiso, la lotta contro i missili americani.
Il Comune di Niscemi è al vostro fianco?
Il Comune di Niscemi è al vostro fianco?
Beh, francamente la sua risposta mi sembra un po’
debole. Certo, hanno reagito. Il popolo No Muos aveva chiesto le dimissioni in
blocco di giunta e consiglio, ma loro si sono rifiutati. Sarebbe stata una
presa di posizione forte. Il Comune di Niscemi è stato quello che si è
impegnato parecchio in questa vicenda. Forse è vittima dell’atteggiamento di
Crocetta.
Crocetta come ha motivato il ritiro?
Crocetta giustifica il suo ritiro perché si sente
soddisfatto di quanto dice l’Istituto superiore di sanità. Crocetta ha mostrato
di essere due volte ipocrita e falso prima perché ha delegittimato i tecnici
della Regione che avevano concluso un accordo con l’Iss per inserire nella
relazione tutte e due le posizioni. E poi perché sapeva benissimo che il
ministero della Difesa avrebbe presentato un rapporto monco. Lo sapeva anche
perché aveva letto una lettera del Politecnico che denunciava le omissioni. Un
altro rapporto, firmato dalla facoltà di ingegneria della Sapienza di Roma come
perito di parte del Tar di Palermo, ha confermato al 150% le osservazioni del
Politecnico. Questa relazione è stata determinante per il no del Tar al
ministero della Difesa.
Intervista a cura di Fabio
Sebastiani pubblicata in Liberazione,
25 luglio 2013
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