Carte false del Ministero della difesa nel giudizio sul MUOS
Gioca le sue ultime carte il
Ministero della difesa italiano per riaprire la partita sul MUOS, il sistema di
telecomunicazioni satellitari militari che le forze armate Usa intendono
realizzare nella riserva naturale di Niscemi, Caltanissetta. Alla vigilia dell’udienza
del 25 luglio in cui Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione
siciliana dovrà decidere sull’appello del ministro Mauro contro l’ordinanza del
TAR che ha confermato la legittimità degli atti di revoca delle autorizzazioni del
MUOS, gli avvocati-prestigiatori dello Stato estraggono dal cilindro magico due
relazioni “scientifiche” che documenterebbero l’innocuità del nuovo sistema di
guerra. A ben guardare le “carte” prodotte si scoprono però provvidenziali
tagli e rimaneggiamenti dei testi originali ed omissioni e stravolgimenti nelle
valutazioni finali. E si confermano le impressioni che pur di completare il
MUOS in Sicilia, legalità e rispetto della verità sono optional di cui militari
e governo preferiscono farne piacevolmente a meno.
Il primo dei documenti è uno
studio a firma dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sulle problematiche ambientali
del MUOS, il suo impatto elettromagnetico e le condizioni complessive dello stato di salute della popolazione residente nel
niscemese. Ma si tratta di una versione mutilata. A conclusione dei
lavori della Commissione speciale composta da studiosi ISS ed esperti nominati dalla
Regione siciliana (i professori Zucchetti, Sansone Santamaria e Palermo) lo
scorso 11 luglio, era stato concordato che della relazione finale da
trasmettere alle autorità di governo erano parte integrante le note assai critiche
sulla sostenibilità ambientale del MUOS dei tecnici della Regione. Note che,
invece, sono state stralciate e non prodotte in giudizio dall’Avvocatura dello
Stato. “Qualunque trasmissione o riferimento parziale al lavoro succitato,
privo della nostra nota, è incompleto e stravolge il senso del lavoro
collegiale tenutosi presso l’ISS, dove proprio sulla pericolosità del MUOS sono
emersi pareri differenti”, spiega il prof. Massimo Zucchetti, docente del
Politecnico di Torino. “Ciò che oggi accade al Consiglio di Giustizia Amministrativa
è ancora più grave della fuga di notizie dello scorso 18 aprile, quando fu violato
l’accordo fra gentiluomini che prevedeva la non diffusione della relazione finale
dell’ISS fino a quando non vi fosse stato un comunicato ufficiale da parte dei committenti.
Una gola profonda ha fatto circolare una versione incompleta dello studio, censurando ad arte le conclusioni del
nostro contro-rapporto di otto pagine allegato, in cui si smentiscono pesantemente
le versioni pro-MUOS citate dai vari mezzi di stampa”.
Nella relazione dell’ISS prodotta dal ministero mancano
pure le conclusioni dello studio pluridisciplinare del gruppo di lavoro
composto dal prof. Zucchetti e da altri sette esperti (Massimo Coraddu del
Politecnico di Torino, Eugenio Cottone del Consiglio nazionale dei chimici,
Valerio Gennaro dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, Angelo
Levis dell’Università di Padova, Alberto Lombardo dell’Università di Palermo, Marino
Miceli e Cirino Strano, medici di medicina generale di Niscemi e Vittoria). Gli
studiosi, in particolare, hanno evidenziato come i campi elettromagnetici emessi
fin dal 1991 dalle antenne della stazione di trasmissione radio della US Navy
di Niscemi hanno raggiunto valori “di poco inferiori, prossimi o superiori ai
livelli di attenzione stabiliti dalla legge italiana”. “Sia per queste antenne
che per il MUOS manca tuttora un modello previsionale atto a determinare la
distribuzione spaziale dei campi elettromagnetici”, aggiungono. “Valutazioni
teoriche approssimate effettuate per il MUOS, seguendo la normativa italiana,
indicano che il rischio dovuto agli effetti a breve e lungo termine di questo
sistema di telecomunicazioni satellitari è rilevante e ne sconsigliano
l’installazione a Niscemi: effetti a breve termine dovuti ad incidenti, effetti
a lungo termine dovuti ad esposizione cronica, interferenza con apparati
biomedicali elettrici, disturbo della navigazione aerea”.
L’Avvocatura dello Stato ha
prodotto infine in giudizio uno studio inedito dell’ENAV risalente a fine
giugno, che escluderebbe interferenze strumentali del MUOS con le operazioni di
volo nel vicino aeroscalo di Comiso. Nelle premesse, l’ente controllato dal ministero
dell’Economia e delle finanze precisa trattarsi “esclusivamente” di una
valutazione della “compatibilità elettromagnetica” sugli apparati di
comunicazione, navigazione e sorveglianza installati a Comiso, ma non dei potenziali
effetti delle emissioni del MUOS sulla salute delle popolazioni, sull’ambiente
e sulle strutture degli aeromobili. “Anche nell’eventualità in cui l’aeromobile
dovesse trovarsi per qualche motivo alla quota raggiunta dal fascio di antenna
in quel punto, gli effetti del MUOS nei confronti dei ricevitori di bordo
potranno ritenersi del tutto trascurabili”, affermano i tecnici ENAV.
Di parere opposto il fisico sardo
Massimo Coraddu, esperto dei Comitati No MUOS e del Comune di Niscemi. “Le conclusioni dello studio dell’ente nazionale contengono alcuni
grossolani errori e, al di là delle apparenze e dei termini tecnici, mi
sembrano tutt’altro che rassicuranti”, spiega Coraddu. “I puntamenti previsti
per le antenne MUOS intercettano buona parte delle rotte previste dagli
aeromobili in fase di partenze e atterraggio da Comiso. Così, l’ENAV ritiene
opportuno, per evitare interferenze, la modifica di almeno due delle procedure
di volo strumentalmente assistito per evitare potenziali problemi (SID OBAXU 5A
ed ENEPA 5A). Nelle conclusioni si dice inoltre che il settore angolare interessato
dalle emissioni ha un’ampiezza di soli 5 m. Sfugge a chi ha scritto questa
relazione che, se in partenza il fascio emesso ha un diametro di 18,4 m, questo
non si può certo ridurre in volo. Quindi sui cieli di Comiso il fascio emesso
continuerà ad avere un diametro attorno ai 20 m, quattro volte maggiore rispetto
a quanto ipotizzato”.
Sempre per Coraddu, il rapporto ENAV evidenzia
alcune carenze. “Non viene fatta nessuna valutazione di quanto sia intensa l’emissione
e quanta energia venga trasferita all’aeromobile per effetto dell’attraversamento
del fascio, cose invece raccomandate dal prof. Marcello D’Amore dell’Università
“Sapienza” di Roma, nella relazione sul progetto MUOS consegnata al TAR di Palermo”,
aggiunge Coraddu. “Non si comprende inoltre perché si siano limitati gli accertamenti
alle sole procedure di partenza e atterraggio da Comiso e non a tutte le rotte
civili che attraversano la Sicilia orientale, visto che per quote interessate,
sono tutte potenzialmente vulnerabili. Possiamo prendere quella dell’ENAV come
una relazione preliminare, le cui conclusioni non sono per nulla tranquillizzanti.
Come avevamo ipotizzato, l’entrata in funzione del MUOS richiede, quantomeno,
un’attenta riprogettazione delle procedure di partenze e atterraggio dall’aeroporto
di Comiso”.
In occasione dell’udienza del Consiglio di Giustizia
Amministrativa, i Comitati No MUOS hanno indetto per la mattina del 25 luglio
un presidio con conferenza stampa a Palermo. “Se è deprecabile l’ostinazione
con cui il Ministero della difesa persegue, anche con carte false, la realizzazione
del MUOS, è censurabile il comportamento della Regione
Siciliana che si è costituita nel procedimento con appena due paginette occupate
in gran parte dall’elenco delle parti in giudizio, e con la mera richiesta
immotivata di rigetto dell’appello, senza la produzione di alcun documento”,
affermano i No MUOS. “Si tratta dell’atteggiamento tipico delle avvocature
pubbliche quando non hanno particolare interesse all’esito del giudizio. Questo
fatto conferma i sospetti che abbiamo sempre avuto: c’è un preciso accordo fra
la Regione e il Ministero della difesa per il quale il deposito del parere incompleto
ed addomesticato dell’ISS avrebbe costituito la chiusura del cerchio per
autorizzare la prosecuzione dei lavori, con buona pace dei cittadini niscemesi
e del popolo siciliano”.
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