Poligono Sicilia per i Marines Usa di Sigonella
I siciliani sono avvisati: quella
del 2013 sarà una stagione estiva all’insegna dei giochi di guerra dei marines di
Sigonella. L’ufficio stampa US Navy della grande stazione aeronavale fa sapere che
a partire dalla fine di maggio, “in pieno coordinamento con il Ministero della difesa
italiano”, alcuni aerei KC-130J Super
Hercules e i convertiplani MV-22B
Osprey del Corpo dei Marines saranno impegnati per l’estate in non meglio
specificati “voli di addestramento” nei cieli dell’Isola. “In questo periodo,
le popolazioni locali potranno aspettarsi un incremento dell’attività operativa
di volo della NAS Americana”, aggiunge la nota a firma del vice responsabile per
le relazioni pubbliche di Sigonella, Alberto Lunetta.
I velivoli militari appartengono
al gruppo volo “U.S. Marine Medium Tiltrotor
Squadron 365 (VMM-365)” dell’Air Station New River (North Caroline), assegnato transitoriamente alla Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force (SP MAGTF), l’unità di pronto intervento, combattimento aereo e terrestre, trasferita nei giorni scorsi in Sicilia dalla base spagnola di Moròn. Composta da 500 marines, la task force è stata ribattezzata Unità Bengasi, in riferimento all’attentato avvenuto nella città libica l’11 settembre 2012 quando persero la vita quattro funzionari statunitensi tra cui l’ambasciatore in Libia, Christopher Stevens.
Squadron 365 (VMM-365)” dell’Air Station New River (North Caroline), assegnato transitoriamente alla Special-Purpose Marine Air-Ground Task Force (SP MAGTF), l’unità di pronto intervento, combattimento aereo e terrestre, trasferita nei giorni scorsi in Sicilia dalla base spagnola di Moròn. Composta da 500 marines, la task force è stata ribattezzata Unità Bengasi, in riferimento all’attentato avvenuto nella città libica l’11 settembre 2012 quando persero la vita quattro funzionari statunitensi tra cui l’ambasciatore in Libia, Christopher Stevens.
“Gli Stati Uniti hanno
spostato un gruppo di Marines e marinai nella Naval Air Station (NAS) di Sigonella
per intervenire rapidamente a supporto delle forze di sicurezza che proteggono
le ambasciate Usa ubicate in Nord Africa e in Africa Occidentale e per condurre
operazioni di evacuazione di non-combattenti (NEO), assistenza umanitaria, soccorso
in caso di catastrofe o per il recupero di velivoli o personale”, spiega il
Comando di US Navy. “NAS Sigonella continua ad essere impegnata a fornire supporto logistico
globale ai comandi americani EUCOM,
CENTCOM, AFRICOM ed alle unità della Quinta e Sesta flotta degli Stati
Uniti, nonché alle forze della Nato nel Mediterraneo. In linea con questo
impegno, e secondo modalità previste dagli accordi bilaterali con il governo
italiano, la base continua a supportare la presenza di unità permanenti e
temporanee schierate al suo interno”.
La “conformità” agli accordi
bilaterali Italia-Usa dei nuovi marines in Sicilia è stata rivendicata dal
ministro della difesa Mario Mauro. “Le attività condotte dal personale militare statunitense
rientrano nelle misure assunte per garantire sicurezza al personale diplomatico
e ai cittadini Usa presenti in Libia”, ha dichiarato Mauro in Parlamento. Peccato
però che nei piani Usa il raggio di azione della task force si estenda a buona
parte del continente africano. Stridenti contraddizioni pure sul numero dei militari
effettivamente giunti a Sigonella. “Solo una parte del team di pronto
intervento di circa 550 marines dislocato in Spagna è stato trasferito nella
base siciliana”, la generica dichiarazione di Mauro. “Il rafforzamento Usa a
Sigonella è stato prima di 75 e poi di 125 persone per un totale di 200”, ha precisato
la ministra degli esteri Emma Bonino. “Per
motivi di sicurezza operativa non è possibile fornire dettagli riguardanti il
numero dei componenti della suddetta unità”, il laconico commento dell’ufficio
stampa di US Navy.
Top secret pure il numero
dei velivoli da guerra messi a disposizione dei marines di Sigonella. La Special-Purpose Marine Air-Ground Task
Force conta normalmente su due mezzi da trasporto KC-130J “Super
Hercules” del Marine Aerial Refueler Transport Squadron 252 e
sei/otto Bell Boeing “CV-22 Osprey” della 26th Marine Expeditionary Unit di Camp
Lejeune (North Carolina). L’“Osprey” (falco
pescatore) è tecnicamente un convertiplano, cioè decolla come un elicottero
e vola come un normale aereo. In grado di trasportare fino a 24 soldati
completamente equipaggiati alla velocità massima di 509 Km all’ora, il falco pescatore è armato con mitragliere
GAU-19/A da 12,7 mm prodotte da General-Dynamics. Nonostante le sue
caratteristiche belliche, il velivolo è al centro di svariate critiche, sia per
l’alto costo unitario (120 milioni di dollari contro i 49 preventivati), sia
per il pesantissimo inquinamento acustico generato dai motori e sia per l’alto
numero d’incidenti mortali che lo hanno visto protagonista (una trentina le
vittime tra militari e tecnici).
“Non siamo in grado di poter fornire alcuna informazione
sulle aree della Sicilia che verranno
interessate dalle esercitazioni dei marines, non dipendendo essi dal Comando navale
di Sigonella”, rispondono all’ufficio relazioni pubbliche della base siciliana.
Nei mesi scorsi il territorio compreso tra i comuni di Corleone e Contessa
Entellina (Palermo) è stato al centro di misteriose esercitazioni militari Usa.
Formazioni di elicotteri d’assalto Sikorsky UH-60 “Black Hawk” hanno sorvolato ripetutamente
le campagne suscitando timori e proteste tra la popolazione e gli amministratori
locali. Dopo i raid e le ricognizioni aeree si è però passati agli aviosbarchi
e in più occasioni coltivatori e allevatori sono stati testimoni di vere e
proprie azioni di combattimento sul terreno. “Spesso gli americani piazzano a terra anche strumenti
elettronici: forse apparati di trasmissione o sistemi di misurazione, che
vengono smontati prima di ripartire”, hanno riferito i cronisti locali. “Gli
elicotteri da guerra e i marines avvistati nelle campagne di Contessa Entellina
e di Corleone stavano svolgendo regolari esercitazioni militari”, ha spiegato il
colonnello dell’Aeronautica militare italiana, Achille Cazzaniga. “Li abbiamo
autorizzati noi. Ci scusiamo con i cittadini e le autorità locali per gli
inconvenienti. In futuro, se dovessero ripetersi altre attività nella zona, ci
preoccuperemo di aprire un dialogo con i sindaci delle località interessate”. Bene.
Ma chi ha autorizzato stavolta e dove i giochi di guerra estivi dei marines Usa
destinati alle future guerre africane?
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