No tedesco agli eurodroni di Sigonella
Droni
di guerra troppo pericolosi per il traffico aereo civile e il governo Merkel decide
di fermare il programma di acquisizione
di cinque grandi velivoli-spia “Euro Hawk”. Dopo anni di studi e investimenti
per 550 milioni di euro per realizzare il primo prototipo, le autorità tedesche
hanno fatto sapere che per ragioni di sicurezza e di bilancio non si doteranno più
dei velivoli senza pilota derivati dal “Global Hawk”, il falco globale schierato dalle forze armate Usa nella base siciliana
di Sigonella.
Secondo
la stampa tedesca l’“Euro Hawk” non risponderebbe agli standard
di sicurezza richiesti dall’European Aviation Safety Agency (EASA), l’agenzia europea per la sicurezza aerea. E
cosa ancora più grave, la società statunitense progettista dei “Global Hawk”
(la Northrop Grumman) non intenderebbe
fornire tutta la documentazione tecnica necessaria per il procedimento di
certificazione EASA. Da quanto calcolato dal ministero della difesa tedesco, per
regolarizzare i velivoli senza pilota e dotarli di un idoneo sistema
anti-collisione sarebbero necessari non meno di 500-600 milioni di euro da
sommare ai 1.300 milioni previsti per lo sviluppo degli aerei e dei loro
sensori. Da qui la scelta di abbandonare l’ambito programma militare.
La
produzione degli “Euro Hawk” venne affidata nel 2010 all’azienda aerospaziale
europea EADS e fu presentata come un contributo “autonomo” della Germania al nuovo
programma Nato di sorveglianza terrestre “AGS” (Alliance Ground Surveillance), il cui comando sarà insediato a
Sigonella entro il 2015 congiuntamente a 800 uomini e a cinque falchi globali dall’Alleanza Atlantica. “Se
i costi minacciano di lievitare troppo è preferibile abbandonare il progetto
anche per il futuro”, ha dichiarato il ministro della difesa Thomas de Maziere.
“Meglio una fine dolorosa che un dolore senza fine. Daremo in Parlamento una
spiegazione cronologica degli avvenimenti”.
Intervistato
dalla rediotelevisione tedesca, il ricercatore dell’Istituto per gli Affari
Internazionali e la Sicurezza di Berlino, Christian Mölling, ha spiegato che
più del denaro hanno pesato nella scelta del governo le difficoltà ad integrare
l’“Euro Hawk” nello spazio aereo europeo. “Ciò non è un problema solo per
questo tipo di drone ma riguarda tutti i droni nel continente”, ha aggiunto
l’esperto. “Ad oggi non ci sono soluzioni in Europa. Di certo il governo
tedesco era a conoscenza da tempo della questione. Il problema delle
restrizioni al traffico dei droni non è esploso adesso; una nuova
regolamentazione per l’uso dello spazio aereo è in agenda da tantissimo tempo. Non
si può dare una soluzione in ambito strettamente nazionale, ma è in ambito
europeo che si deve decidere come potranno operare insieme i velivoli con pilota
e quelli senza. Bisognerà prevedere una serie di innovazioni tecniche e di
norme legali che assicurino che i droni non si scontrino in volo con gli aerei di
linea”.
Nel marzo 2010, l’agenzia
europea per il controllo del traffico aereo (Eurocontrol) aveva indicato le “linee
guida” a cui gli stati membri si sarebbero dovuti attenere per la gestione degli
aerei senza pilota nello spazio europeo, “considerato che cinque velivoli Euro Hawk opereranno in Germania e sino
a 20 Global Hawk saranno schierati a
Sigonella dalle forze armate statunitensi o entreranno in funzione con la Nato
con il nuovo programma AGS”. Eurocontrol raccomandava di prevedere “normalmente
rotte specifiche” evitando che i droni “sorvolino aree densamente popolate o
uno spazio aereo congestionato o complesso”. In considerazione che i droni “mancano
delle
capacità di sense & avoid e di
prevenzione delle collisioni con altri velivoli che potrebbero incrociare le
proprie rotte”, Eurocontrol chiedeva inoltre d’isolare i Global Hawk nelle fasi di ascensione ed atterraggio (le più
critiche) e durante le attività di volo in crociera che “devono avvenire in
alta quota al di fuori dello spazio aereo riservato all’aviazione civile”. Le linee guida dell’agenzia europea per il
controllo del traffico non erano obbligatorie: il governo tedesco le ha però accolte
mentre le autorità italiane hanno aperto lo spazio aereo siciliano alle
spericolate operazioni dei droni Usa e Nato con numerosi effetti negativi sul
traffico passeggeri negli scali di Catania Fontanarossa e Trapani Birgi.
Il
progetto “Euro Hawk” ha preso il via nel 2000 con la costituzione di una joint
venture tra la statunitense Northrop Grumman e la holding europea EADS. La
nuova società con sede a Friedrichshafen è divenuta il prime contractor del ministero
della difesa tedesco. Il progetto per il nuovo drone è stato elaborato a partire
dal velivolo RQ-4 “Global Hawk” in grado di volare ad alte altitudini (sino a
60.000 piedi) e per lunghi periodi (36 ore circa). Dotato di una potentissima
antenna radar e di altri sensori in grado di fornire immagini ad altissima
risoluzione, il drone può funzionare perfettamente con qualsiasi condizione meteorologica.
Nei piani della joint venture tedesco-statunitense l’“Euro Hawk” dovrebbe migliorare
la capacità del “Global Hawk” nella raccolta dei segnali d’intelligence (SIGINT)
e delle informazioni elettroniche (ELINT) di radar ed emittenti di comunicazioni,
mettendoli in rete con le stazioni terrestri e i centri di elaborazione dati.
Il
primo e unico prototipo “Euro Hawk” è stato completato nel 2011; per i suoi test
sperimentali è stata utilizzata la base aerea di Manching nei pressi di Monaco
di Baviera. Ad esso dovevano seguire altri quattro velivoli-spia telecomandati
da schierare permanentemente nello scalo di Schleswig-Jagel, in Germania settentrionale, dove sono
stati spesi 40 milioni di euro per l’ammodernamento delle piste.
Il responsabile
del settore aerospaziale di Northrop Grumman, Tom Vice, ha affermato di non
avere conferme ufficiali dello stop tedesco al programma “Euro Hawk”. “Non
credo tuttavia che ciò che deciderà la Germania potrà avere effetti sulle altre
nazioni europee, compreso per il contratto di 1,7 miliardi di dollari
sottoscritto con la Nato nel 2012 per la produzione e consegna di cinque velivoli
Global Hawk”, ha aggiunto Tom Vice.
Se in Germania le forze armate sperano ancora di poter
ricevere la certificazione per l’uso dei droni nello spazio aereo nazionale, i
manager di EADS affermano che le apparecchiature già realizzate per gli aerei-spia
potranno avere comunque altri utilizzi. “I sistemi d’intelligence da noi sviluppati
in Germania sono tra i più avanzati al mondo e possono essere integrati a supporto
di altre piattaforme aeree delle forze armate”, ha dichiarato Bernhard Gerwert,
presidente di Cassidian, una delle principali aziende impegnate nel programma “Euro
Hawk”. Intanto a Berlino c’è chi pensa ad
acquistare in Israele i droni-killer “Heron TP”.
Sul tema il ministro Thomas de Maiziere ha tenuto due meeting ufficiali con i capi
delle forze armate israeliane (il primo nel novembre 2012, il secondo nel
febbraio di quest’anno). Il capo di stato maggiore dell’aeronautica tedesca, gen.
Karl Muellner, si è invece
recato tempo fa a Gerusalemme per partecipare alla presentazione ufficiale dell’“Heron
TP”. Secondo il settimanale Der Spiegel
la decisione finale sui nuovi droni verrà presa solo dopo le elezioni politiche
nazionali fissate per il prossimo 22 settembre.
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