A Niscemi il 6 ottobre per dire No al MUOStro Usa


L’obiettivo è di ottenere il massimo d’interesse e attenzione nazionale sulla vicenda del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare delle forze armate Usa in via d’installazione all’interno della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi. Così, il coordinamento che riunisce decine di comitati di base sorti in tutta la Sicilia contro il dissennato progetto di guerra, ha dato appuntamento sabato 6 ottobre nella cittadina nissena per una manifestazione che si svolgerà prima di fronte ai cancelli dell’immensa base militare della Marina Usa in contrada Ulmo e, subito dopo, tra le vie principali del centro urbano.  

“Il MUOS è uno degli elementi chiave delle più moderne strategie belliche degli Stati Uniti d’America e la sua realizzazione in Italia, senza il coinvolgimento del parlamento e in violazione alla Costituzione, muterà il volto geostrategico, politico e militare d’Italia e della Sicilia con conseguenze pesantissime per la pace e la sicurezza nazionale”, spiega Eduardo Parlagreco a nome degli organizzatori dell’evento No Muos del prossimo 6 ottobre. “A Niscemi saremo in tanti e ci saranno presenze provenienti da tutta l’isola, come accadeva trent’anni fa a Comiso contro l’installazione dei missili nucleari Cruise. Arriveranno delegazioni di attiviste e attivisti dei No Dal Molin di Vicenza e dei No Tav della val di Susa. E sarà riattivato un filo di comunanza e solidarietà con i No Radar della Sardegna che hanno impedito che si innalzassero le antenne destinate a fare la guerra ai migranti nel Mediterraneo”.     

Nella riserva naturale di Niscemi i lavori d’installazione delle tre mega-antenne satellitari del MUOS sono ormai prossimi alla conclusione, ma la crescente mobilitazione dei cittadini e delle amministrazioni comunali e provinciali ha costretto le forze politiche e sociali siciliane a prendere pubblicamente posizione contro gli impianti militari che dovrebbero essere attivati a partire del 2015. Sono state presentate decine d’interrogazioni parlamentari, rimaste tutte senza risposte da parte dei ministri dell’esecutivo Berlusconi e Monti. Alla vigilia dello scioglimento dell’Assemblea regionale siciliana, i consiglieri-deputati hanno approvato due ordini del giorno per chiedere la sospensione delle autorizzazioni concesse dall’ex Presidente Raffaele Lombardo per l’avvio dei lavori del terminale terrestre. A seguito dell’audizione nei due rami del parlamento di una delegazione di rappresentanti dei No Muos, il Comitato d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato della Repubblica ha inviato una nota al ministro della Difesa e alla Regione Siciliana invocando la moratoria del progetto, dati i suoi inequivocabili rischi per la salute delle popolazioni.

“Dobbiamo far sentire, adesso più forte di prima, il nostro dissenso per le maxiantenne che disperderanno nell’ambiente le microonde elettromagnetiche con effetti devastanti sulla vita degli abitanti e sulla flora e la fauna della “Sughereta”, afferma Vincenzo Cummaudo dei No Muos di Niscemi. “Così come è stato fatto in contrada Ulmo la notte dell’8 settembre quando con pentole, casseruole, trombe e fischietti è stato interrotto il sonno dei guerrieri Usa del XXI secolo, il pomeriggio del 6 ottobre invocheremo rumorosamente il rispetto della vita, dell’ambiente e della pace, contro la trasformazione del territorio siciliano in avamposto di morte e di guerra. Ancora più gioiosi e allegri, esprimeremo solidarietà ai 17 militanti No Muos presenti quella notte e raggiunti nei giorni scorsi da avvisi di garanzia per reati mai commessi. Uno Stato sordo alle sacrosante richieste dei cittadini, dei sindaci e delle istituzioni locali, incapace d’impedire gli scempi ambientali e imporre il rispetto delle normative antimafia durante i lavori all’interno della base Usa, è invece in grado di colpire rapidamente e indiscriminatamente, criminalizzando il dissenso”. Secondo il commissariato di Niscemi, i 17 No Muos sarebbero responsabili di adunata sediziosa, manifestazione non autorizzata e persino di “danneggiamento in concorso di beni destinati alla Difesa” (due cartelli in lingua inglese staccatisi dalla rete metallica che circonda la base e una fotocellula del cancello d’ingresso “disattivata”).

Il MUOS, come provato da uno studio del Politecnico di Torino e dalla stessa valutazione dell’impatto elettromagnetico eseguita da due società private per conto della Marina Usa, è capace di interferire con le strumentazioni tecnologiche dei voli civili sull’aeroporto di Fontanarossa, già sottoposto a pesanti servitù militare dalla vicina base di Sigonella”, spiega Il Coordinamento regionale dei comitati. “La realizzazione a Niscemi di uno dei quattro terminali al mondo del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari è poi la vera causa della mancata apertura del vicino aeroporto di Comiso ed è un ingombrante ostacolo per il rilancio dell’economia territoriale.

“Vogliamo che si revochi immediatamente l’installazione del MUOS e che si smantellino le 41 antenne del sistema di trasmissione radio NRTF operativo a Niscemi dal 1991”, aggiunge il Coordinamento. “Vogliamo che la base di Sigonella, trasformata dalle forze armate Usa e Nato in capitale mondiale dei droni sia smilitarizzata e riconvertita in aeroporto civile internazionale. Vogliamo che la Sicilia sia una culla di Pace al centro di un Mediterraneo mare di incontro, di convivenza e di cooperazione tra i popoli”.

Il sistema MUOS, ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi, consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare e finanche quelli per scatenare la guerra al clima e all’ambiente. Nelle intenzioni del Pentagono, esso dovrà assicurare il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare in UHF (altissima frequenza) che collegherà tra loro i Centri di Comando e Controllo delle forze armate, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i velivoli senza pilota. La nuova rete di satelliti e terminali terrestri consentirà di moltiplicare di dieci volte il numero delle informazioni che saranno trasmesse nell’unità di tempo, accrescendo però in modo esponenziale i rischi che venga scatenato l’olocausto per un mero errore tecnico.

Il terminale di Niscemi si comporrà di tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri, funzionanti in banda Ka per le trasmissioni verso i satelliti geostazionari e di due trasmettitori elicoidali in banda UHF (Ultra High Frequency), di 149 metri d’altezza, per il posizionamento geografico. Mentre le maxi-ante trasmetteranno con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 30 e i 31 GHz, i due trasmettitori elicoidali avranno una frequenza di trasmissione tra i 240 e i 315 MHz.
Al progetto siciliano, la marina militare Usa ha destinato 43 milioni di dollari: 13 per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre, del centro di controllo, dei megageneratori elettrici e di un deposito di gasolio e 30 milioni per gli shelter e l’acquisto delle attrezzature tecnologiche. Appena qualche spicciolo comparato a quanto sperperato sino ad oggi per l’attivazione dell’intero sistema satellitare, più di 3,2 miliardi di dollari, ma che secondo il Government Accountaibility Office (GAO), la Corte dei Conti degli Stati Uniti d’America, potrebbero diventare 7 miliardi a completamento del progetto. Come dire che ai siciliani resteranno solo le microonde, l’elettromagnetismo, le leucemie e i danni ambientali, mentre le aziende del complesso militare industriale Usa si divideranno le enormi risorse finanziarie sottratte all’istruzione, alla sanità e ai servizi sociali.

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