La Magistratura ferma i lavori: prima vittoria dei No Muos
Un anno fa per i superguerrieri del
XXI secolo sembrava cosa fatta. Dopo qualche patimento, avevano strappato dal
governatore di Sicilia, Raffaele Lombardo, le autorizzazioni per innalzare nel
cuore della riserva naturale di Niscemi (Cl) tre maxi-parabole del famigerato
MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare, per trasmettere ai
cinque continenti gli ordini delle guerre globali. Così i militari della Marina
Usa avevano affidato i lavori ad una associazione d'imprese con sede nella
militarizzatissima Vicenza. Amministratori, partiti, sindacati, la gente
comune, aveva allargato le braccia. “Non c'è più nulla da fare. Onnipotente la
triplice alleanza di Obama, La Russa e del Governo trasversale dell'Isola!!”.
Un centinaio di giovani ribelli, studenti, disoccupati, qualche bracciante,
avevano passato però intere notti in bianco della scorsa fine estate per
coltivare la Speranza e l'Utopia. E dare un'ultima chance alla pace.
Prima il porta a porta in città, poi i
sit in di fronte l'immensa base militare che ha desertificato una delle aree di
importanti per la sosta degli uccelli migratori da e per il continente
africano. Infine lo sciopero della procreazione, 50 coppie di fidanzati che di
fronte al pericolo di generare piccoli mostri per effetto dei bombardamenti
elettromagnetici, annunciano la diserzione dal matrimonio. Una
provocazione-choc che cattura l'attenzione mediatica e di altre migliaia di
giovani siciliani che chiedono di sapere e capire cosa stia accadendo a
Niscemi. In pochi mesi sorgeranno comitati No MUOS ovunque: dibattiti,
convegni, banchetti e petizioni on line, il popolo di Facebook che si mobilita
in ogni angolo dell'isola, poi i concerti-azione, i flash mob, il teatro
dell'oppresso e i cortei, tanti cortei. Quelli delle befane, il 6 gennaio 2012,
per portare il carbone agli americani, quelli per visitare le querce
ultrasecolari e le colline stuprate dalle ruspe delle aziende pro-MUOS,
finanche la carovana antimafia e una contro la militarizzazione. I primi
momenti con poco meno di un centinaio di persone. Poi un po' di più, infine
l'esplosione sabato 6 ottobre, 5.000 persone con bandiere e striscioni
multicolori, i tamburi, le casseruole e i fischietti, una festa di popolo come
non se ne vedeva da decenni nelle strade siciliane. “I volti e le espressioni
di questi ragazzi sono identici a quelli delle loro madri e dei loro padri
quando trent'anni fa a Comiso ci battevamo contro l'installazione dei missili
nucleari Cruise”, ricorda Gino Sturniolo, leader storico dei No Ponte di
Messina. Solo che Niscemi non è Comiso, il movimento di quegli anni era
fortissimo in tutta Italia e in Europa e al tempo c'era l'ingenuità diffusa che
la guerra non apparteneva più alla storia e alla nostra cultura. Un'innocenza
poi perduta con le guerre nei Balcani, l'Iraq, l'Afghanistan, lo scorso anno la
Libia. Domani la Siria, forse l'Iran. La rabbia e la voglia di contare e
decidere sono però le stesse di allora. E i piccoli David di Niscemi con i loro
amici di Modica, Ragusa, Enna, Piazza Armerina, Vittoria, Catania, Palermo,
ecc., hanno messo tre volte in ginocchio i signori della guerra e della morte.
Una ventina di giorni fa hanno violato in piena notte la zona rossa, il confine
invisibile che divide il territorio sotto sovranità nazionale da quello “di
proprietà ed uso esclusivo della Marina Usa”. Poi hanno costretto un organo
d'inchiesta del Senato della Repubblica a notificare la richiesta di moratoria
dell'installazione dell'EcoMUOStro per non pregiudicare la salute delle
popolazioni. Infine, a qualche ora dalla grande marcia del 6 ottobre tra le
trazzere che si snodano accanto la base di telecomunicazioni militari, i No
MUOS hanno ottenuto quello che richiedevano da mesi: il sequestro dei cantieri
da parte dell'autorità giudiziaria con conseguente stop dei lavori agli
impianti satellitari, per la palese violazione delle normative di tutela
ambientale e gli irreparabili danni recati al patrimonio naturale.
“Insieme alle associazioni ambientaliste
e ad alcune amministrazioni comunali abbiamo denunciato, filmato e documentato
gli scempi commessi dalle imprese aggiudicatarie dei lavori”, spiega Sandro
Rinnone del comitato No Muos di Niscemi. “Abbiamo pure fortemente contestato le
modalità con cui la Regione siciliana ha autorizzato l'esecuzione di opere formalmente
vietate dai decreti istitutivi della Riserva naturale orientata “Sughereta”. Ma
in quei cantieri sono state violate pure le normative antimafia, consentendo a
una impresa locale di effettuare gli sbancamenti e la costruzione delle
piattaforme del MUOS nonostante fosse stata privata del posseso
del certificato antimafia perché
ritenuta contigua alle organizzazioni criminali locali”.
“Dopo l'intervento dell'autorità
giudiziaria e lo straordinario successo della manifestazione di sabato –
prosegue Rinnone - il Governo deve assumersi le proprie responsabilità
revocando le autorizzazioni all’installazione e imponendo alle forze armate
statunitensi lo smantellamento delle strutture già esistenti, restituendo
l'area alla popolazione per fini di pace. Se ciò non dovesse avvenire, il
Movimento No MUOS darà vita ad una campagna nazionale di disobbedienza civile
affinché siano ripristinati i principi di sovranità nazionale e del diritto a un
futuro libero dalle guerre”.
Caro curatore del Blog... questo è il mio primo intervento anche se seguo tal blog da diverso tempo. Se intervengo è solo perché mi son permesso di riprendere questo articolo e riproporlo tal quale, ossia nella forma originaria di fonti e presentazione, nel mio misero organo di comunicazione. Ritengo la diffusione delle informazioni l'arma migliore per combattere l'ignoranza e l'assuefazione al sistema...e per questo da un poco di tempo a questa parte mi sto prodigando in tal senso, nei limiti del possibile.
RispondiEliminaPertanto spero mi si perdonerà l'iniziativa e nel caso non concorde provvederò dietro richiesta all'immediata rimozione.
Un saluto,
Elmoamf
Nessun problema, anzi!
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