Lettera aperta di Santi Cirella, Antonio Mazzeo risponde
Ospite, sabato 1 settembre, alla presentazione del
libro di Olivero Beha, nell’ambito del Festival del giornalismo di Modica, Antonio Mazzeo. Giornalista free lance
e ambientalista, Mazzeo è stato querelato dalla Giunta del Comune
di Falcone (Messina), lo scorso agosto, per un’inchiesta riguardo le
presunte infiltrazioni mafiose nella politica e nella società della realtà
cittadina di Falcone. E, come se non bastasse, è il destinatario di una lettera
aperta scritta da Santi Cirella, sindaco della cittadina messinese. Quattordici
pagine di se e di ma pubblicate sul sito ufficiale del Comune. E di accuse. Ma
cosa ne pensa il giornalista?
Santi Cirella, nella sua lettera, ti accusa di avere
scritto delle informazioni false. Cosa ne pensi?
“Se non mi dice cos’è falso, non posso controbattere.
In quattordici pagine elenca una serie di fattori di cui, secondo lui, non sono
informato. Mi auguro che le cose, scritte nella lettera, siano state portate
alle autorità competenti perché, a mio parere, ci sono elementi molto gravi. E
l’esistenza di questi elementi, mi pare che confermi quello da me sostenuto
nell’articolo. Ovvero, che la situazione dell’agibilità politica e delle
infiltrazioni criminali, nel tessuto sociale, economico e politico del Comune
di Falcone, richiederebbe una maggiore attenzione da tutte le istituzioni. A
partire dalla stessa Giunta”.
E il sindaco non si ferma a questo. Sempre nella
lettera, ti accusa di disinformazione perché nel tuo articolo non hai accennato
alla rimozione delle barriere frangiflutti poste a protezione del litorale
marino di Falcone…
“Ne prendo atto. Ma non capisco perché un cronista, quando
fa un’inchiesta sulle infiltrazioni criminali, debba fare l’elenco di tutte le
attività svolte, bene o male. E da ambientalista ci tengo a dire che odio le
barriere frangiflutti di qualsiasi tipo. E anche la dissennata creazione di
porti e porticcioli che in quel pezzo di costa ha portato alla scomparsa di
chilometri e chilometri di spiaggia.
Cirella scrive: “Ci dica, anzi dica alle forze
dell’Ordine, chi sono questi latitanti. Indichi, alle autorità preposte,
malavitosi e favoreggiatori”. Come ti senti di rispondere?
“Io non ho fatto altro che ricostruire alcune vicende
storiche, alcune avvenute anche durante la sua amministrazione, che hanno
rappresentato il grande salto di qualità della criminalità organizzata a
Falcone. E nell’area di Furnari e Mazzarrà sant’Andrea. Vicende risalenti alla
fine degli anni settanta. Di questi fatti, ricostruisco dei passaggi chiave, particolarmente
eclatanti. Faccio, nonostante il sindaco dica tutto il contrario, i nomi anche
di chi ha vissuto da latitante. E non mi pare che nessuno, in quel periodo, si
sia vergognato di sapere che, in quel territorio, si nascondessero e vivessero
boss del calibro di Gerlando Alberti Junior, condannato per aver assassinato,
nel 1985, la diciassettenne Graziella Campagna di Saponara. Forse uno degli
omicidi più efferati della storia della criminalità organizzata. Ho ricostruito
queste vicende riportando le denunce degli ex amministratori di quella realtà
che a me, personalmente, preoccupa. Trovo che queste vicende rappresentino un
buco nero nella storia di Cosa Nostra.
Come stai affrontando quello che ti è capitato dal
punto di vista professionale. Ma anche da
quello umano?
Professionalmente, quello che mi è accaduto
rappresenta uno dei tanti test che confermano le ragioni per cui in Italia
meritiamo uno degli ultimi posti riguardo la libertà di stampa. In molti altri
paesi la querela è regolamentata in maniera molto rigida. Cosa che non accade
in Italia. Spero che tutto questo sia un’opportunità per i miei colleghi di
alzare ancora di più la voce. E di chiedere la regolamentazione dell’accesso
alla querela. Umanamente, sono contento della solidarietà ricevuta perché mi fa
sentire più protetto. E sono anche, dal punto di vista politico, contento di
sapere che esistono ancora persone che sentono il dovere di prendere una
posizione, scrivendo per esempio mail all’amministrazione del Comune di
Falcone. O esprimendo la loro solidarietà sui social network. Questo significa
che un’altra Italia è ancora possibile.
Intervista di Nelly
Gennuso pubblicata il 7 settembre 2012 in Reporteggiando
e non solo, http://reporteggiandoenonsolo.tumblr.com/post/31049546859/letteraapertadisanticirellaantoniomazzeorisponde
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