Mobile User Objective System… il MUOStro
Conflitti sempre più “virtuali”,
computerizzati, disumanizzati, disumanizzanti.
Le forze armate USA
stanno installando a Niscemi, in Sicilia, un sistema di controllo satellitare a scopi
bellici. M.U.O.S.– Mobile User Objective System, che opera attraverso trasmissioni
in UHF (Ultra High Frequency) e che ha una potenza di circa due milioni di
Watt. Un sistema che viene utilizzato, anche, per dirigere i “droni”, nuovi
aerei militari privi di pilota e contro il quale si sono più volte sollevate le
proteste delle popolazioni locali. Ad
uso esclusivo
delle forze statunitensi, trasmetterà i comandi di guerra in ogni parte del
mondo per qualsiasi tipo di guerra. Collegherà fra loro gli arsenali di morte
sparsi in tutto il pianeta. La potenza del fascio di microonde del MUOS può provocare gravi
interferenze nella strumentazione di bordo degli aerei investiti accidentalmente. L’entrata in funzione dei trasmettitori del MUOS avrà come conseguenza
un incremento del rischio di contrarre vari tipi di disturbi e di malattie.
Sembrava cosa fatta a Washington.
L’opposizione piegata, la partecipazione popolare espropriata, annullata. Ma a
Niscemi, in provincia di Caltanissetta, e nelle università di mezza Italia si è
formata, in silenzio, una nuova generazione di giovani niscemesi. Ingenui, sì,
ma con voglia e bisogno di esserci, contare, esistere. E resistere. Contro i
luoghi comuni, i parassitismi e i pessimismi dei padri, i deliri dei Guerrieri
atlantici. Carlo bracciante agricolo. Vale laureanda in giurisprudenza. Sandro
neoavvocato. Gianluca il disoccupato. Ernesto il meccanico. Lorena con il sogno
di fare la maestra. Maria la chirurga. Giovanna che è madre e casalinga. E
Gianfranco ingegnere ambientale e dunque “esperto”. L’estate 2011 si sono
ritrovati al bar, davanti ad un aperitivo. A parlarsi e scoprire di condividere
la rabbia e l’odio per il MUOS, il nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari che la Marina militare USA sta per installare nel cuore
della riserva naturale “Sughereta”, oasi di querce e sugheri. E contro vento e
maree, decidere di rimettersi in gioco, lanciarsi in una folle scommessa.
Provare a fermare il nuovo MUOStro. O perlomeno visibilizzare, a Niscemi e
fuori Niscemi, che non tutti si sono piegati alle logiche della sopraffazione.
Il MUOS è l’arma (im)perfetta per i conflitti
del XXI secolo, quelli con i missili all’uranio impoverito, i
famigerati aerei senza pilota come quelli di Sigonella e le armi nucleari in
miniatura. Conflitti sempre più “virtuali”, computerizzati, disumanizzati, disumanizzanti. Il sistema satellitare, ad uso esclusivo delle forze armate
statunitensi, consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra,
convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare. E finanche quelli per
scatenare la guerra al clima e all’ambiente. Collegherà
tra loro i centri di comando e controllo delle forze armate, i centri logistici
e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in
combattimento e gli arsenali di morte sparsi in tutto il pianeta. La nuova rete di satelliti
e terminali terrestri consentirà di moltiplicare di dieci volte il numero delle
informazioni che saranno trasmesse nell’unità di tempo, accrescendo in modo
esponenziale i rischi che venga scatenato l’olocausto per un mero errore
tecnico.
Il MUOS incarna le mille
contraddizioni della globalizzazione neoliberista. Elemento chiave delle future
guerre stellari, avrà effetti devastanti sull’ambiente, il territorio e la
salute delle popolazioni. Le tre mega-antenne emetteranno micidiali microonde
che si aggiungeranno all’inquinamento elettromagnetico generato dalla stazione
di telecomunicazione della marina militare USA presente da vent’anni in
contrada Ulmo. In un recente studio sui rischi del nuovo sistema di telecomunicazioni a
firma dei professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnico di
Torino, si riporta che nel periodo compreso tra il dicembre 2008 e l’aprile 2010
«l’Arpa
Sicilia ha effettuato una serie di rilievi sulle emissioni generate dalla
stazione di radiotrasmissione di Niscemi che hanno consentito di rilevare
valori di campo elettrico prossimi al valore di attenzione di 6 V/m». Le
misurazioni hanno evidenziato in particolare «la
presenza di un campo elettrico intenso e costante in prossimità delle
abitazioni, mostrando un sicuro raggiungimento dei limiti di sicurezza per la
popolazione e, anzi, un loro probabile superamento. In un caso il valore
rilevato è risultato prossimo al limite di attenzione stabilito dalla normativa».
I lavori del MUOS hanno già
compromesso irrimediabilmente l’habitat dell’area naturale “Sughereta”, Sito di Importanza Comunitaria (SIC). I crescenti processi di
militarizzazione, con i loro effetti
deleteri sulle attività produttive ed economiche, stanno contribuendo allo
spopolamento delle campagne e al massiccio esodo verso il Nord di centinaia di
giovani niscemesi. E come se non bastasse, nello
sfondo, l’inquietante presenza della criminalità organizzata. A eseguire una
parte delle opere per il MUOS sarebbe stata chiamata un’impresa contigua alle
“famiglie” mafiose locali.
Il
Politecnico di Torino ha pure rilevato che il nuovo terminale per le Stars Wars avrà pesantissimi effetti sul
traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sul vicino aeroporto di
Comiso, riconvertito ad uso di civile dopo avere ospitato negli anni ’80 i 112
missili nucleari Cruise della NATO. «La
potenza del fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare
gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse
essere investito accidentalmente», scrivono
i professori Zucchetti
e Coraddu. «Gli incidenti
provocati dall’irraggiamento accidentale di aeromobili distanti anche decine di
Km. sono eventualità tutt’altro che remote e trascurabili ed è incomprensibile
come non siano state prese in considerazione dagli studi progettuali della
Marina militare USA. I rischi d’interferenza investono potenzialmente tutto il
traffico aereo della zona circostante il sito MUOS. Nel raggio di 70 Km si
trovano ben tre scali aerei: Comiso, a poco più di 19 Km dalla stazione di
Niscemi, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa
(Catania), che si trovano rispettivamente a 52 Km e a 67 Km». Per gli studiosi
del Politecnico, l’irraggiamento a distanza ravvicinata, di un aereo militare,
potrebbe avere conseguenze inimmaginabili. «Le interferenze
generate dalle antenne possono arrivare infatti a innescare accidentalmente gli
ordigni trasportati. È quanto accaduto il 29 luglio 1967 nel Golfo
del Tonchino alla portaerei US Forrestal,
quando le radiazioni emesse dal radar di bordo detonarono un missile in
dotazione ad un caccia F-14, causando una violenta esplosione e la morte di 134
militari. Tali
considerazioni dovrebbero portare a interdire cautelativamente vaste aree dello
spazio aereo sovrastanti l’installazione del MUOS».
Gli insostenibili pericoli per il traffico
aereo del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari sono del tutto noti ai
tecnici statunitensi, al punto che sei anni fa fu deciso di dirottare a Niscemi il terminale MUOS destinato originariamente alla
stazione aeronavale di Sigonella. A determinare il cambio di destinazione, le
risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate
dalle grandi antenne (Sicily RADHAZ Radio
and Radar Radiation Hazards Model), eseguito da due aziende statunitensi,
AGI - Analytical Graphics Inc. e Maxim Systems. Nello specifico, venne
elaborato un modello di verifica dei rischi di irradiazione sui sistemi d’armi,
munizioni, propellenti ed esplosivi (il cosiddetto HERO - Hazards of
Electromagnetic to Ordnance), ospitati nella grande base siciliana.
Appurato che le fortissime emissioni
elettromagnetiche del MUOS potevano avviare la detonazione degli ordigni, AGI e
Maxim Systems raccomandarono i militari statunitensi di
non installare i trasmettitori a Sigonella.
Contro il devastante progetto militare - mai
discusso in sede parlamentare – sono sorti numerosi comitati popolari, si sono
pronunciati tre consigli provinciali (Catania, Ragusa e Caltanissetta) e quasi
tutti i Comuni vicini all’installazione USA di contrada Ulmo. In un primo tempo
anche il Presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo, si era
dichiarato contro il MUOS, poi con un repentino e più che sospetto giro di
valzer si è trasformato in uno dei suoi più convinti sostenitori. Ciononostante
cittadini, istituzioni e associazioni politiche, sindacali e ambientaliste
stanno moltiplicando gli sforzi per ottenere la revoca delle autorizzazioni
concesse per l’installazione delle mega-antenne. Dopo un corteo di protesta a
Niscemi il 31 marzo scorso e un presidio a Comiso il 4 aprile in occasione del
trentennale della grande manifestazione contro i missili nucleari Cruise, i No MUOS siciliani si sono ritrovati a
Niscemi per un meeting con incontri e spettacoli il 29-30 aprile e l’1 maggio,
a Vittoria il 19 maggio per un grande concerto contro le mega-antenne e ancora
a Niscemi il 4 giugno in occasione della principale tappa in Sicilia della Carovana Internazionale Antimafie
organizzata da Arci, Libera e Avviso Pubblico. Una giornata di studio e
mobilitazione anti-MUOS a Modica sabato 30 giugno, con il fisico Massimo
Coraddu, il giornalista Giulietto Chiesa e i rappresentanti dei movimenti No Ponte e No TAV. E in estate si moltiplicheranno gli eventi di
controinformazione nelle località balneari della Sicilia sud-orientale e, si
spera, davanti alla base della morte di contrada Ulmo.
«L’intero territorio dell’Isola ha già pagato
altissimi costi sociali ed economici per le dissennate scelte di riarmo e
militarizzazione»,
affermano gli attivisti della Campagna
per la smilitarizzazione di Sigonella. «Il recente conflitto in Libia ha
consacrato il ruolo della Sicilia come grande portaerei per le operazioni di
attacco USA, NATO ed extra-NATO in Africa e Medio Oriente. Dallo scalo “civile”
di Trapani Birgi sono stati scatenati buona parte dei bombardamenti contro
l’esercito e la popolazione civile libica. Sigonella è stata trasformata in
capitale mondiale dei famigerati Global Hawk, le attività degli aeroporti di
Catania Fontanarossa e Trapani Birgi sono soggetti a restrizioni per non
disturbare le evoluzioni dei droni e prolifera ovunque l’installazione di radar
per l’intercettazione delle imbarcazioni di migranti. Tutto ciò per perpetuare
il modello di rapina delle risorse energetiche e arricchire i signori del
complesso militare-industriale statunitense». Il MUOS, costato già più di sei
miliardi di dollari, ha come principale contractor Lockheed Martin, il colosso
a capo del dissennato programma dei cacciabombardieri F-35. Il dio di tutte le
guerre ha sempre lo stesso volto di morte.
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