Gli affari d’oro della nostra industria bellica in Qatar. Fincantieri connection
Si chiama Barzan Holdings ed è una
specie di cassaforte da cui l’emirato del Qatar attinge i finanziamenti per la
ricerca, lo sviluppo, la produzione e la compravendita di nuovi sistemi d’arma
e per “rafforzare le capacità militari delle forze armate nazionali”. Fondata solo
due anni fa, la società è quotata in borsa ed è interamante controllata dal
Ministero della difesa. “Barzan Holdings agisce pure come porta d’ingresso
commerciale in Qatar per le industrie militari e offre l’opportunità alle
compagnie internazionali di collaborare nella produzione e il trasferimento di
tecnologie innovative nel settore della difesa e della sicurezza”, spiegano i suoi
amministratori. La sede principale è a Doha, all’interno del Parco scientifico e tecnologico realizzato
dalle autorità qatarine accanto all’Education
City, il grande complesso universitario, con lo scopo di facilitare lo
scambio di conoscenze tra le industrie militari e il mondo
accademico-scientifico. Da qualche mese, il gruppo italiano a capitale pubblico-privato
Fincantieri ha stretto con essa un’alleanza strategica per poter accrescere
affari e profitti nei tempestosi mercati d’armi mediorientali e africani.
Il 24 gennaio 2020, l’amministratore delegato di
Fincantieri Giuseppe Bono e il presidente di Barzan Holding Nasser Al Naimi,
alla presenza del ministro della Difesa Khalid Bin Mohammed Al Attiyah e dei vertici militari del Qatar,
hanno sottoscritto un Memorandum of
Understanding per “accrescere la partnership attraverso la valutazione e
gli studi di nuove tecnologie e capacità in vista dell’acquisizione di nuove
unità navali all’avanguardia”.
“L’intesa
– aggiunge Fincantieri – implementa una relazione con le forze armate del Qatar
e si inserisce nella strategia di sviluppo del business della società in Medio
Oriente”. Fincantieri si candida a contribuire alle attività di progettazione,
costruzione e gestione delle nuove infrastrutture navali della Marina militare
dell’emirato e dell’intera flotta navale; all’implementazione di nuove
tecnologie radaristiche e della cyber
security; alla fornitura di unità da guerra di superficie e
sottomarini. Ci sarebbe in ballo, in particolare, la possibilità di realizzare
nello stabilimento del Muggiano, La Spezia, una versione aggiornata dei
sommergibili della classe “Todaro” già acquistati dalle forze armate italiane.
Per dovere di cronaca, il MoU Fincanteri-Barzan Holdings è stato sottoscritto
48 ore dopo la visita ufficiale in Qatar del presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, scopo il potenziamento dei legami politico-militari anche in
relazione all’escalation bellica in Libia e la promozione nell’emirato del
“sistema Italia”, con Leonardo-Finmeccanica, Fincanteri, Eni, Saipem in testa.
Con il Ministero della Difesa del
Qatar, Fincantieri aveva firmato nel giugno 2016 un contratto dal valore di
quattro miliardi di euro per la fornitura di sette navi di superficie (quattro
corvette, un’unità anfibia d’assalto e due pattugliatori d’altura), più
relativi sevizi di supporto per dieci anni. I lavori di costruzione sono stati
avviati nel 2018 nei cantieri spezzini di Riva Trigoso-Muggiano. Secondo la
rivista specializzata Analisi Difesa,
almeno due corvette e i pattugliatori dovrebbero essere consegnati nel 2022, il
resto entro la fine del 2024. All’affaire miliardario, con Fincantieri sono
interessate altre holding industriali italiane. Con un dislocamento di 3.250 tonnellate,
una lunghezza di 107 metri e una velocità massima di 28 nodi, le corvette imbarcheranno
112 marinai e un elicottero pesante multiruolo NFH90 prodotto dal consorzio NH
Industries costituito dall’italiana Leonardo, dalla franco-tedesca Eurocopter e
dall’olandese Stork Fokker Aerospace. Nella nave anfibia d’assalto LPD (8.800 tonnellate
di dislocamento, 143 metri di lunghezza e una velocità di 20 nodi) saranno
ospitati sino a 550 marines e due elicotteri NFH 90. I sistemi radar, da
combattimento e missilistici di tutte le unità navali destinate al Qatar
saranno invece progettati e prodotti da aziende controllate dall’holding
Leonardo e da Elettronica S.p.A, altra importante società del comparto bellico e
cyber con sede a Roma. Determinante anche il contributo dato dalla Marina
militare italiana alla formazione e all’addestramento del personale qatarino
presso i centri del Comando Scuole e all’Accademia di Livorno e nelle basi
navali dell’emirato. Sempre secondo Analisi
Difesa saranno impiegati anche i nuovi strumenti computerizzati e i simulatori
forniti da una joint-venture costituita dal Centro per gli Studi di Tecnica Navale – Cetena
(una controllata di Fincantieri che si occupa di ricerca e consulenza in campo navale e marittimo) e dalla
società di software IBR Sistemi di Genova, specializzata in sistemi di simulazione e
applicazioni multimediali. Alla formazione del personale militare qatarino e
alla manutenzione delle unità concorreranno i tecnici della Fincantieri
Services Middle East LLC,
società di proprietà al 100% di Fincantieri, costituita a Doha nel 2018. A
determinare la decisione di dar vita a una propria filiale in Qatar, la firma
di una lettera d’intenti durante la
fiera dei sistemi navali da guerra DIMDEX (marzo 2018) del direttore Navi Militari di Fincantieri, Angelo Fusco,
e del responsabile business development di Barzan Holdings, Abdulrahman Fakhro.
Nello specifico i due gruppi s’impegnavano a studiare possibili forme di
collaborazione negli ambiti della sorveglianza marittima e
delle coste, della ricerca e sviluppo nel settore delle imbarcazioni navali a
pilotaggio remoto e relative stazioni di controllo e dell’implementazione di
nuove tecnologie e gestione nell’ambito dei futuri programmi navali della
Marina del Qatar.
A documentare i successi della grande
società cantieristica i dati forniti con il bilancio finanziario per l’anno
2019. “L’area di
business delle navi militari registra ricavi per euro 1.503 milioni (euro 1.434
milioni al 31 dicembre 2018) con un incremento del 4,8%”, riporta il Consiglio
d’amministrazione di Fincantieri. “Proseguono a pieno regime le attività di
costruzione relative alle commesse per il Ministero della difesa del Qatar che
ha visto l’impostazione di una corvetta e un pattugliatore. Lo scorso anno sono stati forniti
pure il pacchetto automazione per i pattugliatori d’altura e l’impianto eliche
di propulsione e manovra per la nave anfibia d’assalto”. Da adesso scatta il
count-down per le consegne e l’armamento.
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