Escalation conflitti in Medio Oriente e da Sigonella decolla il maxi-drone “Triton” di US Navy
Crescono ogni giorno di più i rischi di esplosione di una guerra globale in Medio Oriente e la Marina Militare degli Stati Uniti d’America invia nel Mediterraneo orientale uno dei maxi-droni Northrop Grumman MQ-4C “Triton” di stanza a Sigonella per svolgere missioni di intelligence e sorveglianza top secret.
Domenica 3 novembre, un velivolo
senza pilota di US Navy (registrato con il n. 169660, c/s BLACKCAT5) è decollato dalla
grande stazione aeronavale siciliana per raggiungere l’isola di Cipro e successivamente
sorvolare i cieli di Siria e Libano.
“Questa missione dovrebbe
essere stata motivata dall’escalation delle tensioni in Medio Oriente,
considerando la prossimità del volo con la Siria e il Libano, così come quella con
il confinante Stato di Israele”, commentano gli analisti di ItaMilRadar che hanno tracciato le
evoluzioni aeree del “Triton” USA. “La presenza di un drone USA in queste zone
potrebbe indicare un’operazione di raccolta di informazioni di intelligence,
possibilmente finalizzata a monitorare i movimenti navali o le attività
militari in alcune località come il porto di Beirut, che è prossimo a queste
aree di interesse strategico”.
Sempre secondo gli analisti di
ItaMilRadar l’utilizzo di droni come
l’MQ-4C “Triton” da parte delle forze armate statunitensi è numericamente in
aumento, “dato che essi forniscono in tempo reale, immagini a lunga distanza e
dati, contribuendo alla sicurezza e alla gestione delle operazioni militari in
zone di conflitto”. La traiettoria evidenziata stamani dal velivolo senza
pilota partito dalla Sicilia mostra chiaramente l’attenzione riservata dal
Pentagono alla regione mediterranea orientale, in particolar modo alle aree
costiere e marittime vicine ad Israele.
L’MQ-4C “Triton” è
un drone a lungo raggio, basato sulla piattaforma dell’RQ-4 Global Hawk,
versione “Block 20”, prodotto dall’industria aerospaziale statunitense Nortrop
Grumman. Rispetto alla versione “madre” entrata in funzione con l’US Air Force
(anch’essa operativa dalla base di Sigonella), il nuovo velivolo monta una
struttura alare rinforzata per operare in condizioni meteorologiche avverse e
resistere maggiormente alla grandine, all’impatto con i volatili, ai fulmini e
al ghiaccio.
Lungo
14,5 metri e con un’apertura alare di 39,9, il “Triton” può operare entro un
raggio di 2.000 miglia nautiche dalla base di decollo, a un’altitudine massima
di 18.288 metri e una velocità di crociera di 575 km/h. Il velivolo gode di
un’autonomia di volo tra le 24 e le 30 ore consecutive. Nel corso di una sola
missione i sofisticati sensori di bordo possono rilevare, classificare e
tracciare obiettivi marittimi operanti in profondità monitorando fino ad una
superficie di quattro milioni di miglia nautiche. Ad oggi US Navy ha trasferito
a Sigonella quattro MQ-4C “Triton”.
L’odierna missione
sui cieli di Siria, Libano ed Israele si inserisce nel quadro delle attività di
rafforzamento della presenza aeronavale degli Stati Uniti d’America in Medio
Oriente. Lo scorso 1° novembre, il portavoce del Pentagono, generale
Pat Ryder, ha annunciato il trasferimento di numerose unità navali e aeree
nell’area mediorientale in funzione anti-iraniana.
“In linea con i nostri impegni
a protezione dei cittadini e delle forze armate USA presenti in Medio Oriente e
in difesa di Israele, e per ridurre le tensioni attraverso la deterrenza e la
diplomazia, il Segretario alla Difesa ha ordinato il dislocamento addizionale nella
regione di cacciatorpediniere per la difesa dai missili balistici, squadroni di
cacciabombardieri e aerei cisterna per il rifornimento in volo, nonché di
alcuni bombardieri strategici B-52 di US Air Force a lungo raggio”, spiega il
generale Ryder. “Queste forze inizieranno a giungere nei prossimi
mesi mentre il Carrier Strike Group guidato
dalla portaerei USS Abraham Lincoln
si prepara a partire”.
“Questi dislocamenti avvengono dopo la recente
decisione di installare in Israele il sistema di difesa anti-missile Terminal High Altitude Area Defense (THAAD)
così come di rafforzare la postura del Gruppo anfibio di pronto intervento del
Corpo dei Marine (Amphibious Ready Group
Marine Expeditionary Unit - ARG/MEU) nel Mediterraneo orientale”, aggiunge
il portavoce del Dipartimento della Difesa USA. “Questi movimenti dimostrano la
natura flessibile della postura di difesa globale degli Stati Uniti d’America e
la capacità di dislocare le sue unità in ogni parte del mondo e in tempi
rapidissimi per rispondere alle minacce alla sicurezza nazionale”.
La nota stampa del Pentagono si conclude con una decisa
minaccia contro le autorità di Teheran. “Il Segretario alla difesa Austin
continua ad essere chiaro: se l’Iran, i suoi partner o i suoi vicini provassero
a colpire in questo momento il personale o gli interessi statunitensi nella
regione, gli Stati Uniti d’America prenderebbero ogni misura necessaria per
difendere il nostro popolo”
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