La disumanizzazione degli aiuti umanitari a Gaza: l'Italia coopera alla "soluzione finale" di Netanyahu
Durante
la conferenza stampa in cui il premier genocida israeliano Benjamin Netanyahu
ha spiegato come il piano di occupazione militare e deportazione da Gaza City
di oltre un milione di abitanti preveda pure "la creazione di corridoi
sicuri per la distribuzione degli aiuti umanitari, l'aumento del numero di
punti di distribuzione sicuri gestiti dai contractor militari-privati
USA-Israel e un maggior numero di lanci aerei da parte delle forze israeliane e
di altri partner".
Paracadutare
gli "aiuti" da velivoli da guerra è l'ennesimo atto di
disumanizzazione dell'"intervento umanitario", vergognosamente
costoso, pericoloso e soprattutto funzionale ad accrescere le tensioni e il
caos tra la popolazione di Gaza e, di conseguenza, i "tiri al
bersaglio" contro chi tenta di appropriarsi dei "doni" piovuti
dal cielo.
Dal 9
agosto anche l'Aeronautica Militare italiana ha avviato i lanci degli aiuti dai
C-130 della 46^ brigata aerea di Pisa. “Solidarity Path Operation” è il nome
dato alla missione: i velivoli italiani decollano da una base militare della
Giordania per poi raggiungere la Striscia di Gaza e "liberarsi" dei
"carichi di generi di prima necessità destinati alle aree più isolate e
difficilmente raggiungibili", così come riporta l'ufficio stampa del
Ministero della Difesa.
I
lanci vengono effettuati unitamente ad altri velivoli di Giordania, Emirati
Arabi Uniti, Germania, Francia, Belgio e Olanda.
Dopo
il sostegno a 360 gradi ai crimini di Israele contro la popolazione
palestinese, l'Italia si piega all'ignobile campagna di sterminio per fame
degli abitanti di Gaza, anch'essa funzionale alla loro deportazione ed
espulsione. Con detestabile ipocrisia di parla di "aiuti", mentre
nulla viene fatto per imporre ad Israele il rispetto del diritto internazionale
umanitario, l'apertura dei valichi della Striscia ai camion che trasportano
viveri e medicinali e la fine del blocco navale militare della Marina di Tel
Aviv nelle acque nazionali della Palestina (si vedano gli arrembaggi e i
sequestri delle imbarcazioni della Freedom Flotilla).
I
"paracadutaggi" degli aiuti vengono filmati a fini di propaganda e
legittimazione dell'occupazione israeliana di Gaza. Quella che era fino al 7
ottobre 2023 la più grande prigione a cielo aperto del mondo è stata
trasformata in un immenso lager di sofferenze e morte. Adesso, grazie ai lanci
militari di pochissime scatolette di alimenti, Gaza è ulteriormente
brutalizzata e disumanizzata e resa simile più simile ad una
"gabbia-zoo". Anche di queste nefandezze un giorno tutte e tutti
dovremo risponderne di fronte ai nostri figli e nipoti.



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