Come fa la Leonardo a dire che non è implicata nei teatri di guerra?
L'ospedale Bambin Gesù ha rifiutato una donazione natalizia di Leonardo ritenendola "inopportuna". La Società ha commentato dicendo "In tutti i teatri di guerra in corso non c'è nessun sistema offensivo di nostra produzione” (La Repubblica, 12 gennaio 2024).
Abbiamo
fatto su questo alcune domande a Antonio Mazzeo, giornalista pacifista specializzato
in questioni militari ed editorialista di “Pressenza".
Antonio, sulla base di cosa Leonardo può fare
un'affermazione del genere? E con quale credibilità?
Beh,
bisognerebbe chiedere ai manager di Leonardo perché si siano inventati una
risposta che non trova alcun fondamento né tra i comunicati stampa emessi in
tutti questi anni dalla holding armiera a capitale pubblico, né tra le
relazioni ufficiali periodiche delle autorità governative sulle attività di
esportazione delle aziende belliche italiane. Israele è uno dei partner
strategici di Leonardo Spa o delle società controllate interamente o
parzialmente che hanno sede sociale in paesi terzi (in particolare negli Stati
Uniti d’America). Sono stati realizzati negli stabilimenti di Alenia Aermacchi
(Leonardo) di Venegono Inferiore (Varese), i caccia-addestratori M-346 “Master”
dove si formano i top gun dell’Aeronautica militare israeliana, prima di
operare nei cacciabombardieri di IV e V generazione (come i famigerati F-35 che
sono stati predisposti per l’uso di armi nucleari tattiche) che stanno
sterminando morte e distruzione a Gaza, Libano meridionale e Siria. Negli
stabilimenti AgustaWestland di Leonardo sono stati realizzati gli elicotteri
d’addestramento che le forze armate israeliane hanno acquistato un paio di anni
fa per “formare” i reparti elicotteristici destinati alle operazioni di guerra.
E a bordo dei carri armati che hanno raso al suolo tanti quartieri di Gaza sono
stati predisposti sofisticati sistemi di “autoprotezione” realizzati in joint
venture dalla controllata USA di Leonardo (DRS) e aziende israeliane leader nel
settore bellico. Questo per quello che riguarda solo il caso di Israele. Ma
possiamo dimenticare l’apporto di Leonardo al potenziamento bellico delle forze
armate turche? Al regime di Erdogan è stato fornito il know how per realizzare
in Turchia gli elicotteri d’attacco “Atak”, la versione nazionale degli Agusta
Westland A129 “Mangusta” di Leonardo, costantemente impiegati dalle forze
armate di Ankara per bombardare i villaggi kurdi in territorio turco, iracheno
e siriano. Ed oltre a questi sistemi di morte, Leonardo SpA, attraverso
la controllata Telespazio, ha fornito alla Turchia componenti vitali per la
realizzazione del programma aerospaziale militare “Göktürk-1”, basato su un
satellite di osservazione della Terra con un sensore ottico ad alta
risoluzione, un centro per l’integrazione satellitare e i test (costruito ad
Ankara) e un segmento terrestre responsabile del controllo missione, della
gestione in orbita, dell’acquisizione e processamento dati. Il satellite
“Göktürk-1” è stato lanciato in orbita il 5 dicembre 2016 dallo spazioporto
europeo di Kourou, in Guyana francese, con un lanciatore italiano VEGA, sotto
il controllo del Centro Spaziale del Fucino di Telespazio.
E' possibile sapere con una ragionevole
approssimazione che parte delle attività di Leonardo è dedicata alla produzione
di armamenti o di sistemi direttamente legati alla guerra?
Soprattutto
il settore aerospaziale transnazionale si sta caratterizzando per la ricerca,
sperimentazione e produzione di sistemi cosiddetti “dual”, che cioè possono
operare in qualsiasi momenti in contesti di tipo “civile” o di tipo “militare”
o in quell’area grigia rappresentata dalle operazioni di “soccorso” in caso di
eventi bellici, pandemie, catastrofi, ecc. Ciò rende davvero impossibile
quantificare le percentuali di produzione a fini bellici di un’azienda che
operi in questo settore. Tuttavia ci sono comparti produttivi di Leonardo che
continuano a caratterizzarsi per l’esclusiva realizzazione di sistemi d’arma.
Penso in particolare agli stabilimenti ex OTO Melara di La Spezia dove si
costruiscono cannoni terrestri e navali, carri armati e blindati, spesso in
joint venture con il gruppo privato IVECO Defense Systems con quartier generale
a Bolzano. C’è poi il settore della cybersecurity i cui prodotti sono destinati
alle forze armate e gli apparati sicuritari statali. Nelle guerre cibernetiche
Leonardo e le aziende controllate hanno assunto un ruolo chiave in Italia e a
livello internazionale.
Le produzioni della compartecipata (il 30% di Leonardo
è capitale pubblico) che andamento hanno avuto negli ultimi anni?
Gli
ordini di prodotti Leonardo sono cresciuti progressivamente negli ultimi anni
(il loro valore era di 11.595.000,000 euro nel 2017, mentre sono stati per
17.226.000.000 euro nel 2022. Anche in termini di ricavi i bilanci di Leonardo
hanno evidenziato una forte crescita: 11.527.000.000 euro nel 2017,
14.713.000.000 euro cinque anni dopo. Nel 2023 fatturati e dividendi sono
ulteriormente cresciuti per cui c’è da attendersi un ulteriore salto in avanti
di quella che è ormai si è consolidata nella classifica “top ten” delle grandi
aziende produttrici di sistemi di guerra. Ma attenzione, non sono tutte “rose”
quello che governi e partiti di maggioranza e opposizione ci fanno credere
quando esaltano le capacità produttrici di Leonardo e i suoi benefici per la
società e l’economia italiana. I bilanci del gruppo rivelano infatti anche il
boom dell’indebitamento della holding, passato da 2.351.000.000 nel 2018 a
3.016.000.000 nel 2022. Come dire cioè, che i benefit vanno ai manager e agli
azionisti, mentre il pagamento dei debiti a banche e gruppi finanziari
internazionali spetta ai contribuenti italiani…
Intervista a cura di Olivier Turquet, pubblicata in Pressenza, il 18 gennaio 2024, https://www.pressenza.com/it/2024/01/antonio-mazzeo-come-fa-la-leonardo-a-dire-che-non-e-implicata-nei-teatri-di-guerra/
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