E’ il Benin la nuova fortezza Ue e Usa contro i gruppi jihadisti del Sahel
La fornitura di sistemi di guerra
comprenderebbe droni e aerei ai fini di intelligence nell’ambito della campagna
militare anti-terrorismo lanciata lo scorso anno ai confini con Burkina Faso e
Niger.
La
Repubblica presidenziale del Benin si candida a fare da fortezza armata
dell’Unione europea contro la presenza delle milizie jihadiste in Africa occidentale.
Bruxelles ha deciso di destinare un pacchetto di aiuti militari del valore di
11,75 milioni di euro a favore delle forze armate dello stato africano.
Secondo
il sito specializzato Analisi difesa,
la fornitura di sistemi di guerra comprenderebbe droni e aerei ai fini di
intelligence per l’acquisizione di obiettivi, sorveglianza e riconoscimento
nell’ambito della Operazione Mirador,
la campagna militare anti-terrorismo lanciata lo scorso anno dal governo del
Benin per contrastare la minaccia dei gruppi jihadisti nelle regioni
settentrionali al confine con Burkina Faso e Niger.
Il
pacchetto di “aiuti” è stato erogato da Bruxelles attraverso l’European Peace Facility, lo strumento
utilizzato per assicurare le forniture militari destinate all’Ucraina e “finalizzato
a rafforzare la capacità militare nei Paesi terzi e delle organizzazioni
regionali e internazionali impegnate a preservare la pace, la stabilità e la
sicurezza internazionale”.
Prima
della decisione della Commissione dell’Unione Europea era stato il governo
francese del presidente Emmanuel Macron ad armare
e migliorare l’efficienza delle forze armate del Benin. Il 27 luglio 2022, in
occasione della sua visita ufficiale a Cotonou, Macron aveva annunciato che i militari francesi
avrebbero supportato operativamente l’esercito beninese contro i gruppi armati
islamico-radicali, assicurando veicoli blindati, equipaggiamento anti-mine,
giubbotti anti-proiettile, visori notturni, intelligence, supporto addestrativo
ed “aiuti umanitari” alla popolazione civile.
Negli
ultimi mesi il Benin ha potenziato i propri arsenali bellici grazie a una serie
di commesse. A giugno sono stati acquistati tre elicotteri da trasporto
multiruolo H215 “Super Puma” già in dotazione all’Aeronautica militare della
Giordania, mentre a febbraio sono giunti dalla Spagna due elicotteri leggeri da
trasporto tattico, intelligence e addestramento H125M, prodotti come i “Super
Puma” dal gruppo francese Airbus. “Grazie alle sofisticate apparecchiature
tecnologiche ospitate a bordo, gli H125M potranno essere impiegati in missioni
di sicurezza, sorveglianza, ricerca e soccorso per proteggere le frontiere, le
truppe e le infrastrutture critiche del Benin”, hanno spiegato i manager di
Boeing.
Secondo il sito sudafricano Defenceweb nel corso del 2023 il Benin
avrebbe ricevuto anche alcuni veicoli corazzati VAB di seconda mano provenienti
dall’esercito francese, componenti elettroniche e hardware e sei veicoli da
trasporto truppe CSK-131 di produzione cinese. A inizio anno il Pentagono ha
consegnato alle forze armate di Cotonou una decina di battelli pattugliatori di
10 metri di lunghezza per l’impiego anti-pirateria nel Golfo di Guinea.
“US Africa Command, in
collaborazione con l’ambasciata USA in Benin, ha fornito i nuovi pattugliatori
e assicurerà le attività di manutenzione, le infrastrutture di lancio e l’addestramento
alle unità special fluviali e alla Polizia marittima beninesi”, ha riferito il
Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America. “Il Corpo del Genio di US
Army in Europa ha curato la costruzione di una facility rinforzata per l’uso
delle imbarcazioni. Sempre il Genio sta curando per conto del Comando di U.S.
Africom alcuni progetti di assistenza umanitaria in alcune regioni remote del
nord Benin dove operano le organizzazioni violente estremiste, in particolare
la ristrutturazione di scuole e presidi sanitari”.
Anche l’Unione Europea sta
sperimentando nel paese dell’Africa occidentale la vecchia e consolidate
politica del bastone e della carota.
Oltre alla fornitura di armi e apparecchiature militari, il 20 luglio 2023 il
direttore generale della Commissione europea per la cooperazione
internazionale, Koen Doens, ha firmato un accordo con il ministro dell’Economia
e della Finanza Romuald Wadagni, per implementare il programma “PAGODES” per supportare “le riforme di governance
democratica, economiche e sociali” del Benin nel triennio 2023-25.
Grazie
a “PAGODES” l’Unione europea fornirà fondi per 63.75 milioni di euro al fine di
“contribuire allo sviluppo sostenibile e inclusivo del Benin e alla riduzione
della povertà e dell’ineguaglianza”. Complessivamente nell’ultimo quinquennio
Bruxelles ha destinato a Cotonou aiuti
economici alla “stabilità macroeconomica” per 255 milioni di euro,
prevalentemente in tre “assi strategici”: sviluppo
umano, crescita digitale verde,
società prospera e sicura. Una formula assai ambigua che sembra voler
riprodurre in toto i detestabili intenti del neocolonialismo neoliberista
europeo in terra d’Africa.
Articolo
pubblicato in Africa ExPress il 3
ottobre 2023, https://www.africa-express.info/2023/10/03/e-il-benin-la-nuova-fortezza-di-europa-e-america-contro-i-terroristi-del-sahel/
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