Quel poligono di guerra in Sicilia a due passi dal cimitero di mafia
Martedì 21 aprile e poi mercoledì 29; martedì 12 e giovedì 21
maggio; mercoledì 3 e il 16, 17 e 18 giugno. Sono le prossime date dei war
games del Reggimento Artiglieria Terrestre “Peloritani”, del 5° Fanteria “Aosta”
e del Reparto Comando “Aosta” dell’Esercito italiano nel poligono Santa Barbara
nei comuni di Tripi e Novara di Sicilia, sulla fascia tirrenica della provincia
di Messina. E’ quanto si evince dall’ordinanza emessa dal generale Maurizio
Angelo Scardino del Comando Militare Esercito “Sicilia” che dispone il
cronogramma delle esercitazioni a fuoco dei reparti militari per il primo
semestre 2020. Analoghe esercitazioni di “tiro con armi individuali, di reparto
e lancio bombe a mano” nella zona di Santa Barbara sono state svolte il 22, 23
e 29 gennaio; il 12, 19, 20 e 26 febbraio; il 18 e 19 marzo e dall’1 al 16
aprile scorso, nonostante l’emergenza coronavirus abbia colpito pesantemente
proprio il capoluogo dello Stretto dove hanno sede i reggimenti dell’“Aosta”
impegnati nelle esercitazioni.
Per tutta la durata dei tiri a fuoco e il lancio di bombe (ininterrottamente
dalle ore 8 alle 18), il Comando dell’Esercito ha disposto lo “sgombero di persone
e di animali” dalla zona “delimitata con bandieroni di colore rosso ed
interdetta da vedette”, il divieto di accesso all’area sgomberata e l’interdizione
al transito delle strade che “attraversano la zona pericolosa”. Con l’ordinanza
si rende inoltre noto che “i contravventori a quanto disposto e alle ingiunzioni
delle vedette saranno ritenuti responsabili di ogni danno che dovesse derivare
in conseguenza” con la possibilità che vengano loro contestati i reati previsti
dal codice penale (violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, resistenza,
ecc.).
Non si fermano dunque i preparativi bellici o la produzione
di sistemi d’arma neanche in tempi di pandemia e di surreale limitazione e/o
sospensione dei diritti fondamentali dei cittadini. Anche per questa primavera la
Sicilia continuerà ad essere sottoposta ai bombardamenti delle artiglierie e
dei mezzi pesanti delle Brigata “Aosta”, reparto d’élite inquadrato nelle forze
di pronto intervento Nato, con missioni nei maggiori scenari di guerra
internazionale (Iraq, Afghanistan, Kosovo, Libano). Oltre a quello ospitato occasionalmente
nel cuore dei Peloritani tra i comuni di Tripi, Novara di Sicilia e Mazzarrà Sant’Andrea,
nell’Isola ci sono altri tre poligoni militari: quello “permanente” di Masseria
dei Cippi nei comuni di Monreale e Montelepre (Palermo); il “semipermanente” Drasy
ad Agrigento; il “permanente” San Matteo ad Erice (Trapani).
Non sono certo le servitù militari imposte alla Sardegna o al
Friuli, ma si tratta comunque di territori fragilissimi dal punto di vista idrogeologico
o dall’incomparabile ricchezza naturalistica e/o paesaggistica, indebitamente sottratti
agli abitanti. Il poligono di Santa Barbara si estende su 1,76 ettari di terreni
a ridosso dell’alveo del torrente Mazzarrà e a pochi chilometri in linea d’area
dalla riserva naturale di “San Cono-Casale-Carnena” istituita dalla Regione
Sicilia per offrire rifugio agli animali selvatici. Masseria dei Cippi (19,5
ettari) sorge in un’area agricola e di pascoli sopra una falda acquifera che
alimenta molti comuni del palermitano e viene utilizzato anche per le
esercitazioni a fuoco dei reparti della Guardia forestale, della Polizia di
Stato, dei Carabinieri e della Guardia di finanza. Poligono-beffa quello di San
Matteo (il più esteso con 13 ettari), all’interno del sito d’importanza
comunitaria (SIC) denominato “Monte San Giuliano”, appartenente alla Rete
Natura 2000 e dove Difesa e Regione ritengono evidentemente che cannoni e
mortai possano sparare in palese violazione delle direttive comunitarie e nell’assenza
delle doverose valutazioni d’impatto ambientale. Il Drasy di Agrigento (3,13)
sorge invece a pochi chilometri di distanza dalla Valle dei Templi, sito archeologico noto in tutto il
mondo e patrimonio dell’umanità, in un’area costiera dall’inestimabile valore
naturalistico di cui le organizzazioni ambientalistiche Mareamico, Marevivo,
Legambiente e Italia Nostra chiedono da tempo immemorabile il riconoscimento di
riserva orientata.
L’uso delle quattro aree a fini addestrativi è stato
regolamentato tramite un protocollo valido per cinque anni, firmato il 31
luglio 2018 dal Comando Militare “Sicilia” dell’Esercito e dal governatore della
Regione, on. Nello Musumeci. Insostenibile l’impatto sull’ambiente generato dagli
esplosivi e dal materiale bellico e del tutto irrilevante il piano di
monitoraggio degli agenti inquinanti approntato dallo Stato Maggiore della
Difesa. Nel 2016 le “giornate a fuoco” nel poligono Santa Barbara sono state 15
mentre i campionamenti vengono effettuati solo ogni 4 anni. Per quest’anno i
giorni di esercitazione previsti sono 33 nel primo semestre ma non si prevedono
monitoraggi e campionamenti di suolo e acque (rinviati al 2021). Sempre quattro
anni fa le “giornate a fuoco” a Dresy sono state 89: le frequenze dei
monitoraggi avvengono ogni due anni, zero i campionamenti previsti per il 2020,
otto per il 2021.
Sconcerta e inquieta la location nei Peloritani per i
giochi di guerra della Brigata “Aosta” anche per un altro motivo. Santa Barbara
non è distante da uno degli ecomostri più devastanti della Sicilia, l’(ex)
megadiscarica di rifiuti di Mazzarrà Sant-Andrea-Furnari, per decenni al centro
degli interessi criminali di una delle più spietate cosche di mafia, quella dei
‘mazzarroti, ma soprattutto confina
con una delle aree utilizzate dai clan per far sparire i corpi delle vittime di
lupara bianca delle guerre per il dominio di affari e territorio. “Lo stato dei
luoghi ha subito notevoli modificazioni morfologiche a causa delle erosioni
provocate dall’intensità delle piogge torrenziali e ciò ha reso più complicate
le ricerche dei cadaveri occultati”, riportava il giornalista Leonardo Orlando sulla
Gazzetta del Sud dell’8 gennaio 2011.
“Tuttavia gli scavi proseguono con l’apertura di nuove trincee ai bordi della
strada arginale che conduce tra l’altro nella zona utilizzata dall’Esercito
italiano come poligono di tiro per le consuete esercitazioni”. Una zona off
limit dunque ma non per i mafiosi che hanno potuto commettere per decenni efferati
omicidi nell’assoluta impunità e invisibilità.
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