Processo Terzo livello. Gli interessi delle coop per la gestione di bar e parcheggi dello stadio di Messina
L’ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, due
cooperative multiservizi di riferimento e una ex blasonata squadra calcistica
peloritana. Poco, anzi pochissimo sport, ma tanta voglia di moltiplicare i
profitti economici, fidelizzare clientele e accaparrare un bel po’ di voti.
Quello dei rapporti tra l’esponente politica già Udc, poi Pd e infine Forza
Italia, le cooperative Universo e Ambiente e Peloritana Servizi e l’Acr Messina
è stato uno dei filoni d’indagine sul cosiddetto Terzo livello, il presunto comitato elettorale-imprenditoriale-criminale
che avrebbe condizionato una parte della recente storia amministrativa,
economica ed urbanistica della città capoluogo dello Stretto. Nei piani di
Emilia Barrile, del fidato consigliere-commercialista Marco Ardizzone e dei
loro più stretti collaboratori, c’era la penetrazione delle due cooperative nella
gestione di bar, servizi di ristorazione e parcheggi dello stadio comunale “Franco
Scoglio” a San Filippo in vista di importanti eventi sportivi e musicali, primo
fra tutti il concerto dei Pooh di inizio estate 2016.
Sulla tormentata vicenda Barrile-coop-Messinacalcio si è
soffermato all’ultima udienza del processo Terzo
livello il capitano dell’Arma dei carabinieri Antonio Bagnato, già in servizio
alla Direzione investigativa antimafia. Una deposizione che ha pure delineato
le tante zone d’ombra del fallimentare calcio semiprofessionistico peloritano e
certe sue presunte contiguità con il sottobosco criminale. E che ha infine documentato
le indiscutibili capacità di pressing di Emilia Barrile sulla macchina
burocratico-amministrativa del Comune di Messina.
Coop fantasma in gradinata
“La cooperativa Peloritana Servizi irrompe nelle indagini sin
dal primo giorno dell’attivazione delle nostre intercettazioni sull’utenza telefonica
della signora Barrile, il 6 ottobre 2015, in quanto emergono i riferimenti ad
un contratto che viene fatto dal notaio”,
ha riferito ai giudici il capitano Bagnato. “Si apprenderà dagli accertamenti
che si tratta del contratto tra la cooperativa e l’Acr Messina per la cessione
di un ramo di azienda per la gestione dei bar all’interno dello stadio San
Filippo. La Peloritana Servizi è una cooperativa sociale che era stata
costituita pochissimi giorni prima, l’11 settembre 2015, da tre soci, Marco
Ardizzone, Angela Costa e Michele Malluzzo (quest’ultimo – va precisato che non
è indagato – è il marito di Dafne Musolino, assessora comunale alle Attività
produttive, ai Rifiuti e all’Ambiente della Giunta De Luca, nonché candidata
alle elezioni europee con la lista di Forza Italia NdA). Angela Costa (è bene ricordare che a gennaio, dopo aver
chiesto il rito abbreviato, è stata assolta dall’accusa di associazione a
delinquere con formula piena per non aver
commesso il fatto NdA) è anche l’amministratore unico e rappresentante
della società ed è la moglie di Giuseppe Chiarella, altra persona molto vicino
a Barrile ed ex consigliere comunale anche lui di passata legislatura che, dal
complesso delle attività investigative, si comprende gestire un patronato che è
proprio quello di via Boccetta dove ha sede la cooperativa Universo e Ambiente
e presso la quale lo stesso Michele Malluzzo svolge la sua attività. In tutto
questo la signora Angela Costa presta solo il nome; noi non l’abbiamo mai
incrociata nell’ambito delle attività. Viene solo convocata in Questura il 14 settembre
del 2016 per delle irregolarità riscontrate durante la somministrazione di
alcune bevande forse nella prima partita della stagione successiva. La
cooperativa Peloritana Servizi in realtà come dipendenti censiti ne ha uno
solo, tale Angela Ridolfo, che viene assunta allo scopo, come dicono loro, di scaricare delle cifre per usufruire del job
act. Sostanzialmente dalle conversazioni emerge che bisogna assumere questa
persona; inizialmente si pensa di assumere Malluzzo, in realtà poi la Barrile
propone di assumere un soggetto che possa usufruire della maternità. Nella
conversazione del 27 novembre 2015 è la Barrile che prende l’argomento e dice a
Marco Ardizzone: Ma dobbiamo fare
quell’assunzione come l’ha fatta tuo fratello. Lui inizialmente non comprende
di cosa parla. E quindi lei deve entrare in argomento e gli dice: Ma allora tu mi hai detto che dobbiamo far
lavorare qualcuno a tempo indeterminato per avere un po’ di cifre. Se è una
donna anziché un uomo va bene? Il 28 dicembre si decide appunto di assumere
questa donna che la Barrile garantisce essere sicura ed affidabile. Dalle banche dati Inps risulta l’assunzione della
Ridolfo il 29 dicembre ma nell’anno 2016 la donna lavorerà solo ventitré
settimane e nelle restanti trenta è in maternità. Dalle intercettazioni però
non è mai emerso che la Ridolfo abbia effettivamente lavorato per conto della
Peloritana Servizi. Non abbiamo nessun ritorno telefonico della sua presenza”.
“Di fatto a gestire questa cooperativa erano Emilia Barrile e
il commercialista Marco Ardizzone, con l’intermediazione per le questioni
pratiche di Giovanni Luciano e, per quelle amministrative, di Antonio Tortorella”,
ha specificato l’investigatore. “Luciano e Tortorella risultavano all’epoca
dipendenti della Universo e Ambiente. La Peloritana Servizi ha svolto
principalmente l’attività di gestione dei punti ristoro all’interno dello
stadio San Filippo in virtù di un contratto stipulato con l’Acr Messina
nell’ottobre del 2015. L’8 ottobre il Comune aveva deliberato la concessione
alla società calcistica dello stadio San Filippo; il successivo 22 ottobre
viene pubblicata all’albo pretorio questa delibera e si può fare il contratto
di affitto del ramo di azienda tra l’Acr Messina e la Peloritana Servizi. Così
l’Acr che gestisce in concessione dal Comune gli spazi dello stadio comunale, cede
alla cooperativa la gestione dei bar e il servizio di ristorazione per i tifosi
che partecipano alle partite”.
“Già dal giorno della stipula del contratto abbiamo intercettato
la Barrile a discutere della questione. Ad esempio, il 21 ottobre lei dice a
Luciano: Guarda, questa cosa qua è stata
rinviata a domani perché quella convenzione tra il Comune e l’Acr se la sono
fatta firmare loro e ancora non è pronta. Domani Giuseppe – facendo riferimento a Chiarella – l’avrebbe portata all’ufficio comunale, al
dirigente. Il giorno dopo viene pubblicata la delibera della Giunta comunale
che affida lo stadio San Filippo all’Acr e quello stesso giorno viene stipulato
il contratto con la Peloritana Servizi. Il 22 ottobre, la Barrile chiama
Ardizzone e quest’ultimo le dice che sta già preparando anche la scrittura dei parcheggi perché, come vedremo, l’altro
ambito di interesse della Peloritana è la gestione dei parcheggi allo stadio, che
però non verrà fatta direttamente da essa, ma dalla cooperativa di Angelo e
Giuseppe Pernicone, attraverso l’attività di Marco Ardizzone e per la quale
verranno segnalate due persone da Emilia Barrile e dallo stesso Ardizzone. Il 23
ottobre intercetteremo Emilia Barrile a colloquio direttamente con Natale
Stracuzzi, all’epoca presidente dell’Acr Messina”.
Bar, scontrini e
soldini
“La signora Barrile è informata degli incassi, partita per
partita, direttamente da Luciano e rendiconta poi l’esito di questi incassi ad
Ardizzone”, aggiunge Antonio Bagnato nel corso della sua deposizione al
processo Terzo livello. “Non solo, ma
quando per motivi di salute Luciano non sarà presente ad alcune partite, lei
contatterà il sostituto di Luciano allo stadio, Francesco Prisa, e anche in
questo caso si informerà sugli incassi e poi rapporterà tutto quanto ad
Ardizzone. In più, si occupa anche di organizzare eventualmente il servizio,
tant’è che in un’occasione riferisce di aver trovato qualcuno che possa vendere il tè piuttosto che la cioccolata che di
inverno sono particolarmente vendibili a costo zero e con comodità. Quindi Emilia
Barrile entra nel dettaglio delle più minute attività del ristoro.
Sull’organizzazione dei servizi abbiamo una conversazione, il 14 novembre 2015,
in cui lei rappresenta ad Ardizzone che c’è stata una lite sulla ripartizione
delle attività allo stadio tra Giovanni Luciano e Michele Malluzzo perché il
primo aveva disposto di impiegarlo in tribuna e questa cosa per lei non era
giusta perché essendo Malluzzo un socio
ed una persona anziana, non andava trattato
come i ragazzini che vanno a portare il cestino in giro per le gradinate. Quella
del 15 novembre è di fatto la partita più importante dell’anno perché il
Messina gioca il derby col Catania e in quell’occasione ci sarà il record di
presenze allo stadio, si parla di oltre quindicimila spettatori e sarà
effettivamente l’unico momento in cui si incassa molto e bisogna impiegare
moltissimo personale. Il giorno successivo all’incontro, la Barrile parla con
Ardizzone dell’incasso. Lui gli chiede se
c’è il battuto, se avevano fatto tutti gli scontrini, se non li avevano fatti,
e quindi si rivolge a lei per tutte queste questioni e per la mancanza degli
scontrini. E lei aggiunge che anche la figlia aveva dovuto dare una mano quel
giorno alla cassa per aiutare nella vendita e a gestire il bar, perché c’era talmente tanto afflusso. Sempre
il 16 novembre, ancora Ardizzone e Barrile si sentono e lei gli dice di aver
fatto i conti, di averglieli messi in una carpetta e che poi sarebbe andata a
casa perché queste cose che aveva in
tasca le pesavano. Probabilmente erano le monete queste cose che le pesavano, tant’è che Ardizzone le dice di
metterle in cassaforte”.
A passeggio sul mare con gli zoccoli
“Sin dai primi giorni di intercettazioni emergono anche i
problemi legati alla stipula dell’accordo per la gestione dei parcheggi con Pietro
Gugliotta, il vice presidente dell’Acr Messina in quel momento. In diverse
conversazioni Giovanni Luciano informa sul fatto che Gugliotta si è messo di traverso. In particolare il 24 ottobre 2015,
Luciano dice sostanzialmente a Barrile di aver incontrato allo stadio San Filippo
il Gugliotta e Piero Oliveri e che quest’ultimo si è lamentato che gli accordi che avevano preso non erano
quelli. Anche Pietro Gugliotta aveva sostenuto che gli accordi presi con
Emilia Barrile non erano stati rispettati. Su questo concetto ci sarà un altro
dialogo più avanti proprio tra Gugliotta ed Ardizzone, in cui ancora il
dirigente dell’Acr si lamenterà del mancato rispetto degli accordi presi nel suo studio con Emilia Barrile. Nel frattempo si
sono altre numerose conversazioni tra la Barrile e Luciano, in cui questo l’aggiorna
sui rapporti interni al Messina calcio e sui problemi legati alla questione del
parcheggio. La mattina del 4 novembre Ardizzone manda un sms a Gugliotta
presentandosi: Sono Marco Ardizzone,
vorrei parlare con lei. Poco dopo sarà Gugliotta a richiamarlo; sostanzialmente
questa è la conversazione in cui Gugliotta afferma che lui non avrebbe voluto sapere più niente del rapporto con la
cooperativa della Barrile. L’ex vicepresidente della squadra si lamenta anche
che i contratti non erano stati fatti a regola d’arte ma Ardizzone gli fa
presente che li aveva fatti il notaio.
Subito dopo questo colloquio telefonico, Marco Ardizzone chiama Luciano e gli
racconta di aver parlato con Gugliotta. Più avanti è Luciano a parlarne con la Barrile;
le dice appunto che Gugliotta si è lamentato del fatto che lei non aveva
rispettato gli accordi, ma la Barrile a sua volta dice che lei non aveva fatto
nessun accordo, che lei accordi con i
delinquenti non ne fa, insomma parla molto male di Gugliotta. Luciano le
dice che Gugliotta si sente un po’
protetto, come a fare intendere che dietro a Pietro Gugliotta ci possa
essere qualcuno che lo protegga. La Barrile dice che se Gugliotta continua a far così lei gli farà revocare la cosa, cioè
la concessione del Comune, e che lo ostacolerà. Lei usa un’espressione
colorita: Gli faccio passare il mare con
gli zoccoli. Facendo riferimento alle protezioni di cui potrebbe
beneficiare Gugliotta, Luciano inserisce il discorso che Marco si sta molto arrabbiando e che quindi appena verrà giù farà
qualcosa contro Gugliotta e lei afferma che Marco è pazzo. Tu non sai di
chi è amico lui, ti racconterò la sua storia un giorno o l’altro, conclude
Barrile. Luciano ride e dice poi che quello si deve spaventare, anche lui con un’espressione
molto colorita: S’avi a cacari na
pitticeddha”.
L’accordo, il
disaccordo e la pacificazione in casa genovese
Con Pietro Gugliotta ci sarà un ulteriore momento di attrito alla
fine della stagione calcistica 2015/2016, nel momento in cui si dovrà rinnovare
il rapporto tra la Peloritana Servizi e l’Acr Messina. “Il 4 maggio 2016 Pietro
Gugliotta manda di sua iniziativa una Pec di disdetta dell’accordo con la
cooperativa”, spiega Bagnato. “Questa cosa Ardizzone l’apprende da Luciano e inizia
un’altra fase di questo rapporto in cui Barrile si rivolge direttamente a
Natale Stracuzzi, il presidente dell’Acr. L’esponente politica gli chiede di
revocare questo provvedimento perché il
Presidente è lui. Stracuzzi le spiega che effettivamente questa è stata
un’iniziativa di Gugliotta di cui non sapeva niente e che l’aveva appreso
successivamente, ma il presidente era lui
e avrebbe messo a posto la cosa”.
“Emilia Barrile arriva a dire a Natale Stracuzzi: Bisogna eliminare l’interferenza di
Gugliotta. Il rapporto ce lo abbiamo noi. Si tratta di un rapporto
finalizzato non solo all’aspetto calcistico. C’è una conversazione in cui
Ardizzone parlando con il pregiudicato Carmelo Pullia sulla situazione dei
lavori della Peloritana con l’Acr dice: Questi
lavori a noi non servono tanto per guadagnare – perché alla fine, come
dicevo, la stagione calcistica è andata molto male, la gente allo stadio non va
più e non è particolarmente remunerativa l’attività – A noi serve per far lavorare questi dieci, dodici ragazzi e poi ci
serve avere il rapporto con Stracuzzi in relazione alle assunzioni che costui
ci dovrebbe fare nella cantieristica. Natale Stracuzzi si occupa infatti anche
di cantieristica; in particolare emerge dalle intercettazioni che è interessato
a mantenere delle relazioni di lavoro con la Siremar, per la quale in passato
avrebbe lavorato e quindi voleva mantenere questo rapporto con la società di
navigazione anche alla luce della nuova gestione. Dalle conversazioni emerge pure
che tra gli interessi di Stracuzzi rappresentati a Barrile vi è quello di
incontrare anche l’onorevole Francantonio Genovese in funzione di possibili accordi
di lavoro con la sua azienda della cantieristica (…) L’iniziativa della Barrile
di intervenire su Stracuzzi è condivisa da Ardizzone, anzi è lui che la esorta
e dice: E’ logico che si tratta… i nostri
ragionamenti sono subordinati prima al disbrigo di questa situazione. Più
volte Ardizzone le dice, quando Stracuzzi vuole andare ad incontrare
l’onorevole Genovese, che prima di accompagnarlo, deve farlo stare un po’ in
attesa ed eventualmente di sottoporgli specifiche richieste. Come a dire: Se lui vuole incontrare l’onorevole per tuo
tramite, in cambio dobbiamo sottoporgli un’assunzione o gli devi sottoporre un
contratto di procacciatore di affari nei miei confronti. Il 18 agosto 2016,
nella fase in cui l’Acr attraverso Gugliotta intende disdire il rapporto con la
Peloritana Servizi, noi documentiamo un incontro tra la signora Barrile, il
Presidente Stracuzzi e Oliveri. I tre si incontrano dapprima nei pressi del
ristorante Anselmo a Torre Faro e poi
tornano indietro verso Ganzirri e vanno nell’abitazione dell’onorevole Genovese.
Lei racconterà di questo incontro ad Ardizzone in un’altra conversazione. In
effetti, il contratto corrente viene rinnovato per la stagione successiva e la
Peloritana Servizi continuerà a lavorare per l’Acr, ma nel frattempo, Pietro
Gugliotta verrà raggiunto a giugno del 2016 dall’ordinanza cautelare
dell’indagine Totem con l’accusa di concorso
esterno in associazione mafiosa, quella del gruppo di Giostra. In particolare
per i rapporti con Luigi Tibia. Quindi di fatto verrà estromesso dalla società,
credo che si sia anche dimesso ad un certo punto”.
Non spendiamo niente,
ma guadagniamo la nostra parte
Nel corso della sua deposizione, il capitano Antonio Bagnato
ha poi ripreso il tema della concessione della gestione dei parcheggi dello
stadio San Filippo, fornendo ulteriori particolari. “Dicevo della conversazione
del 22 ottobre 2015 tra Ardizzone e Barrile in cui lui le dice che sta preparando la scrittura per i parcheggi
da mandare a Raffaele Manfredi, che è un altro dirigente del Messina… Lui la
stoppa dicendo che si sarebbero dovuti sentire con l’altro telefono. Poi, la Barrile contatta Stracuzzi, ma il presidente
dell’Acr le dice che per la vicenda dei parcheggi aveva fatto delle modifiche a
questa scrittura e avrebbe preso l’appuntamento con Pernicone. Quindi si
comprende che per la gestione dei parcheggi c’è un accordo con la società di
Pernicone. Proprio perché il 15 novembre ci sarà l’incontro col Catania, c’è l’urgenza
di partire e di organizzare tutto in tempo per questo evento. Il 3 novembre
Luciano spiega ad Ardizzone che il giorno dopo ci sarebbe stata una riunione
per gestire i parcheggi ma che c’era un
problema legato al fatto che la convenzione non consente il subappalto.
Ardizzone spiega che questo non è un problema perché in realtà siamo noi insieme a loro. E Luciano dice: Allora noi glielo facciamo fare direttamente
a Pernicone, tanto quello che viene a noi è a costo zero. Noi in realtà non ci mettiamo niente. Non
spendiamo niente, non abbiamo costi, non abbiamo niente, non impegniamo
personale, non impegniamo gente. A noi ci danno la nostra parte, quello che è,
va bene… Dalle conversazioni successive si comprenderà, e lo dice anche
Luciano ad Ardizzone, che la parte è
sempre la questione delle assunzioni. Mi
devi dare quei due nominativi che me li ha chiesti Pernicone, aggiunge
Luciano. Cioè tra le persone che dovranno lavorare per la gestione dei
parcheggi ci devono essere due persone che vanno segnalate da Barrile e da
Ardizzone. In parallelo una persona che si chiama Francesco Cicceri e si
presenta come collaboratore di Giuseppe Pernicone, inizia a contattare
Ardizzone proprio per gestire le pratiche burocratiche al fine di organizzare
l’assunzione del personale in vista della partita che ci sarà di lì a breve. L’11
novembre Cicceri chiama Ardizzone e gli dice di avergli girato la mail di
Pernicone. Di fatto accerteremo che Ardizzone provvederà, nel suo ruolo di
consulente del lavoro, a fare tutti le iscrizioni Inps ed Inail dei lavoratori
della società e dai dialoghi con Antonio Tortorella intercettati nel dicembre
2015, allorquando si fa la rendicontazione per la società, emergeranno i nomi
delle due persone segnalate. E questo stesso argomento Ardizzone lo tratterà
più avanti con Carmelo Pullia in un’altra conversazione, il 9 gennaio 2016. Lui
gli spiega qual era l’obiettivo di questa attività che loro avevano messo in
campo, cioè quella di far lavorare più ragazzi possibili. Anche se c’è il calo loro riescono a far lavorare sempre…, spiega a
Pullia. Ardizzone in realtà ne parla sempre in prima persona: Io sempre dieci ne sto mantenendo là e
quando c’è stato bisogno ne abbiamo fatto venire anche di più, undici o dodici.
E poi: Due gliele ho fatte mettere al
parcheggio, perché due glieli ho imposti a quello là. Sopra dieci del
parcheggio – gli ho detto – due te li indichiamo noi. Il quello là è Pernicone, un’altra persona
arrestata nell’ambito dell’operazione Matassa,
Angelo Pernicone e il figlio Giuseppe Pernicone. I due vengono arrestati il 12
maggio del 2016 e hanno tre capi di imputazione nell’ordinanza cautelare. Gli
viene contestata la partecipazione all’associazione mafiosa in particolare al
clan di Santa Lucia Sopra Contesse. Poi per aver messo, tra le altre cose, a
disposizione anche l’abitazione di Angelo Pernicone per tenerci dei summit
mafiosi. E poi per l’intestazione fittizia di una cooperativa sociale che si
chiama Angel, di fatto gestita dal
pregiudicato Gaetano Nostro. Il terzo capo di imputazione invece riguarda
l’ipotesi di un’associazione per delinquere finalizzata alla turbativa del voto
elettorale. Corruzione elettorale…”.
Al concerto dei Pooh
con il superdirigente comunale
Prima di concludere la sua deposizione, il capitano Antonio
Bagnato ha descritto le modalità con cui Emilia Barrile e i suoi collaboratori
tentarono di aggiudicarsi la gestione dei parcheggi e della ristorazione in
occasione del grande spettacolo dei Pooh
allo stadio San Filippo, il 18 giugno 2016. “In realtà gli eventi del calcio erano
poco remunerativi però era previsto un concerto di un gruppo molto importante
che in quell’occasione avrebbe attirato la partecipazione di molta gente”, ha
raccontato l’investigatore. “Quello è l’affare e quindi iniziano una serie di
dialoghi volti a comprendere se c’è la possibilità che la Peloritana Servizi
partecipi a questo evento gestendo uno o più punti di ristoro all’interno del
bar. Dall’altra parte in quello stesso periodo emerge la questione che il Comune
non ha affidato la gestione dei parcheggi in vista di quell’evento. E i Pernicone,
dapprima Giuseppe e successivamente anche Angelo, contattano la signora Barrile
al fine di farla intervenire sugli uffici che devono affidare questo servizio.
Siamo all’inizio di maggio del 2016, ma già c’era stato un precedente contatto
tra la Barrile e Giuseppe Pernicone nel dicembre del 2015. Lui le organizza un
incontro per una persona che è un amico suo, gli manda dapprima un sms e
successivamente la chiama. Si capisce dal tenore della conversazione che c’è un
rapporto di conoscenza e anche di familiarità, quanto meno di confidenza,
tant’è che lui la chiama bella… Dopodiché
rapporti diretti non ce ne sono fino al maggio del 2016. Nel frattempo, a
novembre, Francesco Cicceri, l’intermediario di Pernicone, gestisce con
Ardizzone l’inquadramento dei dipendenti e d’altro canto Luciano che frequenta
quotidianamente lo stadio San Filippo e la società dell’Acr più volte rapporta
dei problemi con Pernicone. Poi il 3 maggio 2016 Giuseppe Pernicone chiama
Barrile e le chiede un incontro. I due come spesso fa la Barrile, concordano di
vedersi in un bar. Dopo l’incontro, come di abitudine, Barrile aggiorna
Ardizzone e gli spiega sostanzialmente il problema dello stadio, cioè che non gli
hanno dato la convenzione per i parcheggi. Emergerà inoltre che Pernicone è in
contatto con l’organizzatore del concerto, una società catanese, che è a
conoscenza di tutta la vicenda. In questa conversazione la Barrile dice ad
Ardizzone: Gli hanno dato lo stadio ma
non la gestione dei parcheggi, il Comune quella ancora non l’ha data e quindi
sono venuti a cercarmi. Poi dice che l’organizzazione non è quella
dell’anno scorso, dei concerti precedenti, questo
qui è un altro con cui si può ragionare meglio. E quindi gli dice anche che
lei conosce da tempo Pernicone perché in passato erano in un consorzio dove
c’era anche Universo, poi hanno litigato e se n’erano andati… Gli spiega inoltre
che l’anno prima, nel precedente concerto, il ristoro era stato fatto da una
ditta di Franza, mentre quest’anno lo daranno a questa società la quale lo può
subappaltare a vari soggetti e quindi loro devono valutare se prendere o no la
gestione di qualche punto vendita, se è economicamente conveniente e
logisticamente gestibile. Perché per gestire più punti vendita bisogna avere
frigoriferi, banchi, oltre il personale, quindi per potersi far carico di tutta
la ristorazione bisogna avere una struttura logistica molto ampia che non è
nella disponibilità della Peloritana Servizi, mentre invece uno, due punti
vendita, eventualmente in tribuna, si possono gestire. Quindi devono valutare
questo aspetto qui. Nella conversazione Barrile aggiunge a Marco Ardizzone: A loro per i parcheggi il Comune non glieli
ha dati, quindi come facciamo? Si possono avere direttamente? Gli ho detto: Va
be’, fammi parlare un attimo e capire che cosa vuole fare il Comune. In caso o
glieli danno direttamente a loro o glieli danno tramite una società e loro poi
pagano la società, vediamo. Hanno intenzione pure di darti tutta la consulenza
a te… Poi ti spiego meglio nei dettagli”.
Dopo aver incontrato Pernicone, il 4 maggio 2016 Emilia Barrile
contatta Salvatore De Francesco, il dirigente del Comune di Messina
coordinatore dell’Area amministrativa e responsabile ad interim del Dipartimento
sport, turismo, cultura e tempo libero, una delle figure guida di palazzo Zanca,
il cui ruolo è ulteriormente cresciuto con il nuovo sindaco Cateno De Luca
(attualmente De Francesco è alla guida dei Dipartimenti Politiche culturali ed educative e Politiche
della casa, nonché vicesegretario generale del Comune, mentre per un breve
periodo, sempre su nomina di De Luca, ha ricoperto il ruolo di responsabile
della Polizia municipale). “Sono i Pernicone che hanno chiesto alla Barrile di intervenire perché ci sono problemi e quindi dicono che lei può agevolare in qualche modo questa
pratica”, spiega Bagnato. “Con il dirigente del Comune Salvatore De
Francesco, Emilia Barrile ha ottimi rapporti… Nelle intercettazioni si vede che
hanno un rapporto molto confidenziale e molto amicale tant’è che Barrile lo
chiama Salvo. Quando lo contatta gli
chiede di incontrarsi con urgenza e gli dice che è una cosa importante e si devono incontrare fuori. Questo
appuntamento viene concordato in piazza Antonello. Dopo che lei ha incontrato
il dirigente, Pernicone la chiama per sapere se ci sono novità. E le dice
appunto che il lunedì seguente dovrebbe arrivare da Catania l’organizzatore del
concerto e che sentirà suo padre. Quindi si organizza un incontro fra la
società di Catania, i Pernicone e la stessa Barrile. Il 5 maggio ancora
Giuseppe Pernicone chiama Emilia Barrile per sapere se si possono incontrare, ma
quel giorno la donna è a Roma. Il 6 maggio è Angelo Pernicone a chiamare
Barrile e lei gli risponde che sarebbe rientrata l’indomani a Messina e quindi
concordano l’appuntamento con l’organizzatore del concerto, per il martedì
successivo. La mattina del 7 maggio Giuseppe Pernicone le chiede in un altro
sms se si devono vedere al Comune, ma lei gli conferma l’appuntamento davanti
al cinema Apollo. C’è poi una conversazione, il 10 maggio, ancora una volta fra
Pernicone e Barrile, poco prima che i Pernicone, con l’organizzatore di Catania,
incontrino Salvatore De Francesco. A questo incontro doveva presenziare anche la
Barrile che però è in ritardo. La Barrile dice a Pernicone che sta per chiamare
il dirigente comunale e aggiunge: Tanto,
tu già ci puoi parlare con Salvatore – De Francesco ovviamente – quanto io finisco che sono all’urbanistica e
vi raggiungo. E allora Pernicone dice: Ma
facciamo noi da soli. Poi parliamo io
e tu, capisci? Quando vieni tu parliamo noi. Non avere problemi, non spaventarti di niente... A questo punto,
come aveva promesso, Barrile chiama direttamente De Francesco, per dirgli che ci sono quelli di Catania e De Francesco
le dice che sono già da lui, quindi già lo hanno incontrato. E passa il
telefono ad una persona che noi identifichiamo dalla voce in Angelo Pernicone. Questi
scambia due battute con Barrile e poi concordano di incontrarsi dopo una
ventina di minuti. Quando finisce l’incontro con i Pernicone e quello di
Catania, Salvatore De Francesco chiama Barrile rapportandogli quello che è
successo e le dice sostanzialmente: Non
c’è bisogno che tu ci raggiungi, stanno venendo loro da te, gli ho spiegato la
situazione e quello che devono fare. Loro già lo sanno, hanno bisogno di te, ma
più lì che qui… Quello che comprendo io, più lì che qui è all’urbanistica”.
“Poi c’è il rapporto che Barrile fa ad Ardizzone di
questo incontro con i Pernicone. E gli dice: Guarda, sono con l’organizzatore di Catania… Siccome Luciano diceva che
tu saresti venuto a Messina e qua c’era pure Pernicone, sarebbe bene che tu
venissi qui e capissi come gestire questa situazione. E gli spiega appunto
che possono affidare la gestione del servizio di venti punti bar ad un’unica
società e poi questa società li può ripartire… Qui siamo al 10 di maggio, il 12
maggio i Pernicone vengono però arrestati nell’operazione Matassa, prima di poter definire in concreto questi accordi per il
concerto che era programmato per il 18 giugno. Ovviamente l’arresto dei
Pernicone è oggetto di commento da parte di Barrile ed Ardizzone, insieme a
tutta l’esecuzione di Matassa, perché
c’era anche coinvolto un altro consigliere comunale molto vicino all’area della
signora Barrile, Paolo David. Ciò trascina la Barrile in un momento di assoluto
sgomento, la misura cautelare viene eseguita proprio quando sta andando con la
squadra di pallamano della figlia a Pescara per le finali del campionato… Il
fatto è commentato da subito. Già la mattina del 12, la Barrile con Ardizzone
leggono i nomi: c’è Pernicone padre e figlio, poi c’è un certo Guarnera, c’era Pippo Capurro, ex consigliere che era di
Forza Italia e adesso è con l’on. Germanà, poi c’è anche Paolo David… Emilia
Barrile fa un’analisi dei reati contestati al consigliere comunale e sostanzialmente
dice che con queste contestazioni chiunque può essere coinvolto… Lei fa un
esempio: Se tu fai del patronato nei
confronti di una persona, gli fai avere un qualche cosa e poi a distanza di
anni magari lo chiami, stai influendo sulla sua libertà di autodeterminazione e
allora così pure io… La Barrile aggiunge che David è entrato nelle
intercettazioni perché aveva i rapporti con Pernicone e poi afferma: Io ora mi dimetto, le indagini le fanno sul
passato, due o tre anni prima, nel 2012 (…) Ma tu non sai che persone sono… Mica
gli fai il camerale o il coso. E Ardizzone: Stai calma e sangue freddo. Emilia Barrile: Io non ce l’ho il sangue freddo (…) Io sono morta, veramente con questo carattere. E Ardizzone: Oramai quello che è fatto è fatto. Se ti
dovevano arrestare ti avrebbero già arrestato…. Ma anche il coinvolgimento
di Lorenzo Guarnera preoccupa la Barrile. Egli è uno dei primi dei soggetti
centrali dell’indagine Matassa ed è, tra
l’altro, un dipendente della cooperativa Angel. Dalla lettura dell’ordinanza, Guarnera
risulta essere in rapporti con un certo Cosimo Santapaola, un dipendente di
Universo Ambiente, cioè una persona anche lui molto vicino alla Barrile e per
cui l’esponente politica si spenderà per farla assumere da una società
cantieristica…”.
Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 13 maggio 2019, http://www.stampalibera.it/2019/05/13/terzo-livello-parla-linvestigatore-emilia-barrile-tra-palco-e-realta-gli-interessi-delle-coop-per-la-gestione-di-bar-e-parcheggi-dello-stadio/?fbclid=IwAR3y0O30P01PLsOl7NbPgoXM2DnFxlNV7mDm-8ovbhjbXt7g-TINHmBU_3c
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