Bando alloggi Fondo Fucile. Quello che il Dipartimento Politiche della Casa del Comune di Messina non è riuscito a vedere...
Emergono nuovi particolari sulla gara per l’acquisto di
alcuni alloggi di edilizia popolare in vista del “risanamento” della
baraccopoli di Fondo Fucile di Messina, oggi al centro di uno dei filoni
d’inchiesta della DDA di Messina sugli affari del gruppo criminale-mafioso dei
Romeo-Santapaola.
La graduatoria sulle offerte acquisto alloggi, approvata e
pubblicata sui media il 10 novembre 2014 dal Dipartimento Politiche della Casa
del Comune di Messina con la firma in calce della dirigente architetta Maria Canale
e dell’assessore all’Urbanistica ingegnere Sergio de Cola, vedeva ai primi
posti alla Categoria A (Complessi già
realizzati e dotati di agibilità), in ordine, la Effe D. Costruzioni Srl
(12 alloggi); la Tuttedil Srl (4); la Siracusano Felice & C. (7); alla
categoria B (Complessi in fase di
ultimazione entro il 30.11.2014) la “Parco delle Felci Srl (12 alloggi +
12) – si tratta della società sotto indagine dei magistrati peloritani perché
ritenuta nell’orbita della “famiglia” Romeo e del costruttore Biagio Grasso -;
ANFA Costruzioni Srl (11); infine la Categoria C con gli alloggi singoli dotati di abitabilità (complessivamente 32
abitazioni).
La graduatoria veniva formalmente approvata con Determina
dirigenziale n. 67 del 28/11/2014 dello stesso Dipartimento della casa, mentre
il bando ricognitivo veniva approvato con delibera del Comune di Messina n.
1037 del 16/12/2014.
Subito dopo la pubblicazione dell’esito della gara, alcuni
proprietari degli immobili segnalarono inutilmente alcune anomalie nell’iter
del bando e successivamente, l’avvocato Carmelo Briguglio, per conto degli stessi,
con note del 2 marzo 2015 e dell’1 aprile 2015, denunciava “delle irregolarità
nella documentazione in possesso del Comune di Messina, relativamente ai
requisiti degli alloggi previsti nel bando” e diffidava lo stesso “a porre in
essere ogni atto propedeutico ed essenziale teso ad annullare in autotutela
l’aggiudicazione ritenuta illegittima pronunciata nei confronti di alcune ditte
vincitrici e inserite in graduatoria”. Lo stesso legale inviava copia delle
note all’Assessorato Regionale delle Infrastrutture, chiedendo di “procedere
alla revoca del finanziamento eventualmente erogato in favore delle ditte
segnalate”. La Regione decideva pertanto di nominare un’apposita Commissione
interna ispettiva che con nota n. 46212 del 21 settembre 2015 formalizzava le
proprie conclusioni. Nello specifico, secondo quanto comunicato il successivo
11 novembre dall’Assessorato Regionale direttamente Sindaco di Comune di
Messina Renato Accorinti e alla dirigente Maria Canale, la Commissione aveva
rilevato come la Effe D. Costruzioni Srl di Messina non avesse presentato la necessaria
dichiarazione del possesso di regolare certificazione di abilità, limitandosi a
dichiarare che “gli alloggi saranno dotati alla stipula dell’atto di vendita di
tutti i requisiti fondamentali ed in particolare del certificato di
abitabilità” e ciò nonostante – da certificazione - gli appartamenti
risultassero già ultimati. Identici rilievi venivano fatti dalla Commissione
ispettiva regionale contro un’altra società inserita tra le vincitrici della
Categoria A, la Tuttedil Srl.
Veniva altresì censurata la ANFA Costruzioni Srl: “la ditta
dichiara che gli immobili offerti sono stati edificati in conformità allo
strumento urbanistico ed alle norme in materia di edilizia e sicurezza; in tale
fattispecie secondo il punto 6.11, essa doveva presentare in luogo
dell’abitabilità copia della richiesta avanzata al Comune da almeno 30 gg, a
norma della Legge Regionale n. 17/1994”. Inoltre, rilevava la Commissione, ANFA
Costruzioni, aveva trasmesso al Comune di Messina il certificato di abitabilità
il 29 aprile 2015, “oltre il termine della scadenza della presentazione delle
offerte”. Sulla “Parco delle Felci”, l’altra società su cui erano stati
sollevati rilievi dagli autori degli esposti al Comune e alla Regione, la
Commissione interna riportava che “non si è provveduto ad entrare nel merito in
quanto la stessa ha rinunciato alla vendita”. Altre censure venivano espresse
infine sulla regolarità dei documenti presentati da alcuni singoli venditori al
Comune: per Arnao Teresa & C. e Di
Carlo Rosario “le pratiche sono prive della documentazione prevista dal bando”;
per Nicosia Anna & C. e Raffa Giuseppe & C. non erano stati muniti invece
i certificati di agibilità, mentre le dichiarazioni sostitutive dell’atto di
notorietà non erano state sottoscritte da tutti i comproprietari degli alloggi.
Molto più di un “errore” dunque nel processo di valutazione della
documentazione e nell’espletamento della gara da parte dei responsabili del
procedimento del Comune di Messina.
Il 20 maggio 2015, l’Assessorato regionale alle
Infrastrutture con proprio decreto revocava il finanziamento per l’acquisto dei
12 alloggi ubicati
in “Villaggio Minissale complesso Greinhouse, costituito da due corpi di
fabbrica offerti in vendita al Comune di Messina dalla ditta Effe D Costruzioni
per € 1.869.063,10” e quello per i 4 alloggi siti ancora una volta in “Villaggio
Minissale complesso Greinhouse, per il prezzo complessivo di €. 499.344,75”,
offerti in vendita invece dalla ditta Tuttedil Srl. Appartamenti dunque nello
stesso complesso ma nella titolarità di due differenti società, entrambe con
sede sociale al tempo in Via Scalinata
Domenico Moro is. 429, Messina (oggi Tuttedil ha sede in Corso Garibaldi 118).
C’è però un ulteriore elemento che unisce le sorti delle due società escluse
dall’operazione alloggi di Fondo Fucile: il progettista, infatti, degli
immobili è sempre l’ingegnere Luciano Taranto (consulente
del Presidente dell’Assemblea regionale Siciliana on. Giovanni Ardizzone), già
amministrato delegato di ATO ME 3 S.p.A, la (ex) società di gestione integrata dei
rifiuti. Come si evince infatti dal curriculum vitae del professionista agli
atti della Presidenza dell’ARS, l’ing. Taranto,
nel 2011, ha ricoperto l’incarico di progettista per conto di Effe. D.
Costruzioni s.r.l. per la realizzazione di “due edifici per civile abitazione a
cinque elevazioni, oltre piano seminterrato e sottotetto in villaggio Minissale,
importo complessivo € 3.055.000); nel 2005, per Tuttedil S.r.l., l’ingegnere ha
eseguito il progetto di lottizzazione di un “terreno sito in via Minissale per
la costruzione di due palazzine per civile abitazione a cinque elevazioni,
ecc., importo complessivo, € 1.719.000”. L’ex amministratore di ATO 3, già
Responsabile Unico del Procedimento per i progetti degli impianti finalizzati
all’avvio operativo della gestione integrata dei rifiuti nel Comune di Messina
(impianti di compostaggio a Pace, isole ecologiche a Gravitelli, Giampilieri
Marina, Tremonti, differenziata ecc.), nel 2014, per conto di ANFA Costruzioni
S.r.l. ha progettato “l’edificio per civile abitazione a sei elevazioni più
piano parcheggi e mansarda, in contrada Bisignano, villaggio Contesse, alloggi
popolari legge 05/08/1978, n.457, importo € 3.600.000). Legale rappresentante
di ANFA Costruzioni è il professionista Fausto Buttà, membro di Confindustria
Messina.
Dopo i rilievi dei proprietari e della Commissione
d’inchiesta interna della Regione e un dettagliato esposto in Procura da parte
dei consiglieri comunali (allora Pd) Donatella Sindoni e Santi Zuccarello, fu
avviata un’indagine sull’iter del bando per gli alloggi di Fondo Fucile: il 29
giugno 2015 i Carabinieri eseguirono un blitz all’Ufficio Risanamento del Comune
di Messina e sequestrarono tutti gli atti
relativi alla gara, l’elenco degli alloggi da acquistare, ecc.. Oggi le carte
sono in mano alla Direzione Distrettuale Antimafia che intende far chiarezza su
possibili pressioni da parte di gruppi interessi criminali sulla macchina
amministrativa comunale. L’intera vicenda, aldilà dei suoi esiti processuali e
penali, si presenta comunque gravissima sotto il profilo meramente politico. Ma
ad oggi, né il sindaco, né l’amministrazione comunale, né i consiglieri e le
forze politiche e sociali di Messina sembrano accorgersene….
Commenti
Posta un commento