Droni a Trapani Birgi per le prossime guerre degli Emiri
Dal
5 luglio, le industrie militari internazionali Piaggio Aerospace e Leonardo-Finmeccanica,
con la collaborazione dell’Aeronautica militare italiana, hanno ripreso nell’aeroporto
“Cesare
Toschi” di Trapani-Birgi
i voli sperimentali del prototipo di drone da guerra P.1HH Hammerhead. L’annuncio è stato fatto dai manager di Piaggio che
però non hanno specificato come e sino a quando proseguiranno i test nei
prossimi mesi. Recentemente è però stata emessa una notificazione (NOTAM B2914)
ai piloti di aeromobili in transito dallo scalo trapanese che annuncia la possibilità
di ritardi nelle operazioni di decollo e atterraggio a Birgi “per le attività
di velivoli militari UAV senza pilota”, nel periodo compreso tra l’11 giugno e
il 30 settembre 2017, cioè proprio nei mesi in cui è maggiore il traffico aereo
passeggeri nell’importante scalo siciliano. Proprio a Trapani Birgi, “al fine di
garantire il mantenimento dei massimi livelli di sicurezza”, l’Aeronautica italiana
effettuerà in autunno lavori di “manutenzione straordinaria sulla pista di volo”,
con la conseguente sospensione di tutti i collegamenti aerei da lunedì 6
novembre a lunedì 11 dicembre 2017.
I voli sperimentali dei droni Hammerhead sono ripresi dopo un’interruzione di 13 mesi a seguito del grave
incidente verificatosi nella tarda mattinata
del 31 maggio 2016, quando un prototipo
del velivolo è precipitato in mare a 5 miglia a nord dell’isola
di Levanzo (Egadi), una ventina di minuti dopo essere decollato da Birgi. Tra le ipotesi dell’incidente più accreditate,
il non funzionamento dei sistemi di controllo volo a distanza. Il 19 marzo 2015,
un alto velivolo sperimentale P.1HH era uscito fuori pista durante le prove di rullaggio,
causando la temporanea chiusura per motivi di sicurezza dell’aeroporto trapanese
e il dirottamento dei voli sullo scalo di Palermo - Punta Raisi. Le prove
sperimentali dei droni hanno causato altri gravi disagi al traffico aereo, come
rilevato dal personale delle compagnie che operano da Birgi.
I
manager di Piaggio Aerospace fanno sapere che la nuova campagna di test nello
scalo siciliano è stata avviata in vista della consegna dei droni di guerra
alle forze armate degli Emirati Arabi, prevista nel 2018. Il contratto del
valore di 316 milioni di euro tra l’industria aerospaziale e ADASI (Abu
Dhabi Autonomous Systems Investments) è stato firmato nel marzo 2016 e include il trasferimento di otto
velivoli a pilotaggio remoto, forniti di telecamere EO/IR (Electro-Optical
Infra-Red), radar e sistemi di comunicazione avanzati. Il contratto comprende
anche il supporto logistico integrato e
l’addestramento alle operazioni di volo da parte dei tecnici dell’azienda
produttrice. Lo scorso anno un prototipo del drone ha raggiunto gli Emirati a
bordo di un aereo da trasporto Ilyushin 76, decollato da Trapani Birgi proprio
alla vigilia dell’incidente al largo dell’isola di Levanzo.
Nel
2015, Piaggio ha pure annunciato la vendita di tre sistemi P.1HH Hammerhead (sei droni più tre stazioni terrestri) all’Aeronautica
militare italiana, ma sino ad oggi il contratto non sarebbe stato formalizzato.
Un anno fa circa, in occasione della fiera internazionale aerospaziale “Farnborough
Air Show” di Londra, i manager dell’industria
hanno ammesso che la consegna dei velivoli alle forze armate italiane potrebbe registrare
ritardi proprio a seguito dell’incidente verificatosi alle Egadi.
I velivoli vengono testati a
Trapani Birgi dal novembre 2013 da un team civile-militare composto da tecnici
di Piaggio Aerospace, Leonardo-Finmeccanica e dell’Aeronautica. Oltre che in
Sicilia occidentale, i nuovi droni utilizzano anche l’aeroporto sardo di Decimomannu e i poligoni di Capo San Lorenzo e
Perdasdefogu per lo sganciamento di bombe da 250 libbre a guida
laser ed infrarosso.
Il P.1HH Hammerhead è il primo velivolo a
pilotaggio remoto della tipologia MALE (Medium
Altitude Long Endurance) progettato e costruito interamente in Italia. Il drone
può raggiungere la quota di 13.700 metri e volare ininterrottamente per 16 ore,
ad una velocità massima di 730 km/h. Ogni singolo sistema Hammerhead è composto da due aerei a
pilotaggio remoto (Uav, Unmanned Aerial
Vehicle), un Ground Control Station e da sistemi integrati di navigazione e
missione. “Il drone è stato progettato per missioni di pattugliamento, sorveglianza,
ricognizione, acquisizione e analisi dati e per rispondere alle più diverse
minacce: dagli attacchi terroristici fino alla lotta all’immigrazione
clandestina, alla protezione delle zone economiche esclusive, dei siti e delle
infrastrutture critiche, ecc.”, spiegano i manager di Piaggio. “Le
apparecchiature montate sul P.1HH lo rendono idoneo per la sorveglianza dei
confini e di spazi aperti, ma anche per l’individuazione di specifici obiettivi,
e per il monitoraggio ambientale di zone disastrate da catastrofi”. Il drone
può tuttavia essere convertito in uno spietato sistema-killer in quanto i radar
e i visori a raggi infrarossi prodotti da Selex ES (Leonardo-Finmeccanica) gli
consentono d’individuare l’obiettivo, anche in movimento, e di
fornire le coordinate per l’attacco aereo o terrestre con missili e bombe a
guida di precisione (il velivolo stesso può trasportare sino a 500 kg di
armamenti).
L’ex industria italiana Piaggio
Aerospace è stata interamente acquisita da Mubadala Development Company, la
società di investimenti del governo di Abu Dhabi che è oggi una dei partner strategici
del colosso statunitense Lockheed Martin (noto in Italia per essere il produttore
dei cacciabombardieri di ultima generazione F-35 e del sistema di
telecomunicazioni satellitari MUOS). Fondata nel 2002 per diversificare le
attività economiche, finanziarie e industriali dell’Emirato, la Mubadala Development
Company è presieduta dallo sceicco Mohamed Bin Zayed Al Nahyan, principe
ereditario di Abu Dhabi e vicecomandante supremo delle forze armate.
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