Sicilia Armata
Ieri la base dei missili, oggi quella degli aerei-robot. Ma il destino della Sicilia dev’essere sempre quello di minacciare il Mediterraneo, ed essere minacciata?
Tre orribili antenne d’acciaio
puntate contro l’orizzonte per teleguidare killer robot. Aerei più o meno
invisibili per stragi e omicidi destinati a restare impuniti e invisibili. Bombe,
granate, missili, mine e testate all’uranio impoverito per disseminare nel
pianeta semi di morte e distruzione. Fregate ed elicotteri lanciamissili che
negano il salvataggio ai naufraghi in
nome della nuova crociata contro le migrazioni. Navi da sbarco e portaerei
trasformate in carceri d’alto mare, pattugliatori dove stipare i rifugiati da
riconsegnare alle polizie delle efferate dittature africane e
mediorientali. Comandi, centri di
controllo, stazioni di telecomunicazione satellitare, radar, videoterminali, piste
per il decollo, depositi e arsenali, qua e là, tra i boschi e le riserve, alle
porte di un capoluogo, nelle isole minori. Ovunque e contro chiunque: unità
aereonavali di Mosca e Pechino, alqaidisti e terroristi arabi, pirati somali,
migranti sub sahariani, richiedenti asilo eritrei e siriani, combattenti
islamici di Mali, Nigeria, nord Africa, Iraq, Afghanistan, Pakistan, Yemen.
Trent’anni fa il timore, fondato,
di lasciare in eredità ai propri figli un’Isola trafitta dal via via di camion
trasportatori e lanciatori dei micidiali missili Cruise, immenso pagliaio
nucleare per sacrificare il mondo all’altare della follia dei signori
Stranamore. Oggi la Sicilia è portaerei tricolore, USA, NATO ed extra-NATO per
ripudiare la Pace e riaffermare la Guerra come strumento unico di risoluzione
delle controversie in Africa, Asia ed Est Europa, frontiera avanzata per saccheggiare
risorse e beni comuni e perpetuare le ingiustizie. Le ricchezze in mano a pochi
sempre più pochi, la condanna alla miseria e alle privazioni per miliardi di
esseri umani.
La Sicilia muro invalicabile per
dividere irrimediabilmente in futuro il Mediterraneo, l’Europa fortezza
dell’egoismo e dell’intolleranza a Nord, il continente nero dei diritti negati
e delle libertà violate a Sud. Lager galleggiante nel Mare Mostrum dove detenere gli scampati ai cataclismi e agli
ecocidi; Lampedusa e Pantelleria come Alcatraz; vecchie caserme, alberghi e
campi sportivi da Trapani alla città dello Stretto e Capo Passero trasformati
in CIE, CARA e centri di prima e unica accoglienza
per coloro a cui bisogna impedire di raccontare, costi quel che costi, i
crimini della globalizzazione neoliberista e del capitale finanziario.
Da
Sigonella capitale mondiale dei droni
al MUOStro della Sughereta di Niscemi per rendere ancora più disumanizzati e
disumanizzanti i conflitti del XXI secolo; dalla baia di Augusta dove si alimentano
i sottomarini atomici e Trapani-Birgi scalo di bombardieri e velivoli-spia ai
cento terminali radar anti-migranti disseminati nelle spiagge e nelle coste, il
processo di militarizzazione della Sicilia appare inarrestabile. Gli spazi di
democrazia ed agibilità politica sono annullati, i diritti sospesi e chi si
oppone ai deliri dell’élite di governo e della borghesia mafiosa è vittima di
arbitri e illegalità infiniti. L’ignavia dei padri consegna un’orribile eredità
ai propri figli. A vent’anni sognavamo la Sicilia Ponte di Pace. Oggi che ne
abbiamo più di cinquanta sentiamo di vivere sospesi, tra il Limbo e l’Inferno. Di
muoverci sempre più in una terra inaridita dall’odio, dal razzismo e dalle
armi. Eppure sentiamo ancora il calore e la forza di quei giovani che per mesi
hanno impedito con i corpi che il MUOStro divorasse le ultime querce
plurisecolari di Niscemi. E nutriamo la speranza, ancora, che quelle
straordinarie presenze non si rassegneranno come i loro padri al macabro destino
segnato dal Pentagono e dai pupi di pezza di Bruxelles, Roma e Palermo.
Articolo pubblicato in I Siciliani, n. 19, dicembre 2013
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