Il superdirigente del Comune di Messina: “Quei concerti sono pericolosi e non vanno fatti. Ma fanno cassa…”

Per gli enormi problemi di sicurezza e per il dispendio di risorse e personale, fosse proprio per me, di concerti come quelli dei Pooh, Jovanotti e Ligabue, a Messina non ne farei mai. Valutazione gravissima, soprattutto perché non proviene da un funzionario qualunque mentre era seduto al bar a sorseggiare un caffè. L’autore, infatti, è il superdirigente tuttofare del Comune di Messina  Salvatore De Francesco, recentemente promosso dal sindaco Cateno De Luca a capo della Polizia municipale e, ad interim, del Dipartimento delle Politiche sociali. Location dell’esternazione, l’aula bunker del Tribunale di Messina, dove il dottore De Francesco è stato chiamato a deporre come teste in occasione dell’ultima udienza del processo Terzo livello sul presunto condizionamento della vita politica e amministrativa della città capoluogo dello Stretto, imputati l’ex Presidente del consiglio comunale Emilia Barrile e importanti professionisti e imprenditori locali. Oggetto di buona parte delle domande del Pubblico ministero e degli avvocati difensori, la modalità con cui tre anni fa l’amministrazione comunale decise di assegnare lo stadio San Filippo per organizzare il maxi-concerto dei Pooh e se, soprattutto, la signor Emilia Barrile avesse esercitato in quell’occasione un indebito pressing per far gestire i parcheggi agli imprenditori Angelo e Giuseppe Pernicone, anch’essi imputati di Terzo livello e notoriamente grandi elettori dell’on. Francantonio Genovese, al tempo capo indiscusso del Pd peloritano in cui militava la Presidente del consiglio (sui Pernicone e l’on. Genovese gravano pesantissime richieste di condanna al processo Matassa su politica, affari e criminalità e la sentenza è attesa entro la fine dell’anno). Innumerevoli i non ricordo del potente dirigente comunale, apparso in verità stanco e provato. Ma nonostante la prosa colorita e sgrammaticata e - alla fine - una caduta di stile sul pericolo immigrati, Salvatore De Francesco ha evidenziato la totale insostenibilità e i plurimi costi del modello grandi eventi a Messina, ponendo finanche gravi dubbi sulla reale agibilità degli impianti.
“Io attualmente sono dirigente alla Polizia municipale e di altri otto dipartimenti, evito, nonché la Protezione civile, Politiche culturali, Servizi al cittadino, Pubblica istruzione, ecc.; sono totalmente distrutto, non ce la faccio proprio più”, ha esordito il dirigente Salvatore De Francesco in udienza. “Nel maggio del 2016 ero alle Politiche culturali ed educative. Non mi ricordo se allora sostituivo il dottore Giardina al Commercio, al dipartimento Servizio alle imprese, perché l’attuale Sindaco avrebbe detto che faccio il jolly, anche in quel periodo l’amministrazione mi metteva in sostituzione in altri dipartimenti. Non me lo ricordo, potrebbe essere, come potrebbe essere anche che avevo il Servizio al personale. Dovrei verificare le varie ordinanze di assegnazioni che negli ultimi anni hanno caratterizzato la mia carriera. Ricordo comunque che in quel periodo si stava organizzando un concerto presso lo stadio San Filippo. Probabilmente erano i Pooh, ma negli anni, compreso l’ultimo evento che c’è stato ora, ci sono stati anche Ligabue, Jovanotti, ci sono stati vari concerti. Con un provvedimento di Giunta, attraverso rapporti che prendeva l’amministrazione con i vari organizzatori, venivano organizzati degli avvenimenti allo stadio Scoglio-San Filippo”.
“Io mi limito solo a predisporre la proposta di Giunta, che viene adottata dall’amministrazione, dove si dà mandato agli organizzatori di tutte le attività, nonché le responsabilità, perché nella realizzazione di questi concerti la cosa più importante è la responsabilità nella sua realizzazione e per fortuna in questi anni non è mai successo niente”, ha aggiunto il dottore De Francesco. “Quindi, io mi limito a fare gli atti e poi a presenziare le varie commissioni prefettizie, per le autorizzazioni di rito. Io faccio il provvedimento di assegnazione all’organizzatore dell’evento che si occuperà proprio per motivi di sicurezza, di organizzazione all’interno, compresi i parcheggi; attraverso le riunioni, sia del GOS, il Gruppo Operativo di Sicurezza, dove io faccio pure parte e componente, che nella Commissione prefettizia, devono essere garantiti il numero dei componenti dei parcheggi, delle assegnazioni interne, perché deve essere tutto sotto controllo. Ma non sono provvedimenti che faccio io. Io faccio la proposta alla Giunta e poi sarà essa che sceglierà chi opererà; io non ho rapporti con questi soggetti, di nessun genere, io solo con chi organizza l’evento. E non ce l’ho io, perché se fossi io, le assicuro che eventi al San Filippo, come in altre strutture, non ne farei, perché i problemi sono enormi: di sicurezza, di personale, di Forze dell’Ordine. Proprio perché faccio parte del GOS e l’ultimo concerto l’ho vissuto anche come componente della Polizia municipale, glielo giuro che è un dispiego di forze enormi. Sia di personale della Polizia municipale, sia di personale della Questura e di altre Forze dell’Ordine. Quindi io non ne farei mai, proprio. Però, giustamente, io parlo da dirigente, da funzionario; l’amministrazione deve dare l’evento alla città. Quindi, nella città arrivano i Pooh; quest’anno c’è stato Ligabue, due eventi abbiamo, Antonacci con la Pausini. Ligabue è stato un flop, purtroppo. Mentre l’Antonacci e l’Amoroso ha fatto il boom. È chiaro che l’amministrazione, sia le passate, sia l’attuale, sia quelle future, hanno soltanto l’interesse a far venire, per la città, eventi del genere, come fanno tutte le città”.
“Per il concerto dei Pooh, l’organizzazione era La Ferlita di Catania, ma tutti da Catania vengono quelli che organizzano gli eventi. Poi loro si avvalgono di persone di Messina, ma che io non ho a che fare. Quelli che organizzano, quindi uno dei tre, negli ultimi eventi sono stati, io non mi ricordo i nomi delle società, però chiaramente visivamente li so: Costa, La Ferlita e nel passato la Di Sarda. Però la Di Sarda ora eventi non ne ha fatto più perché poi si è istaurato un contenzioso col Comune per un mancato pagamento che lui si opponeva di dare e quindi non abbiamo poi più avviato il procedimento. In occasione del concerto dei Pooh, per ciò che riguarda l’assegnazione della gestione del parcheggio io mi ricordo che c’è stato un passaggio proprio col Presidente del Consiglio (Emilia Barrile, NdA) che allora mi chiamò per sapere, e poi mi ricordo che poi mi mandò delle persone. Sono saliti, sono venuti nel mio ufficio, però io avevo una riunione e mi ricordo che li ho visti e gli dissi: Guardi, io non c’entro niente, è inutile che venite da me. Ma non mi ricordo i soggetti e chi erano. Io sono uno di quei dirigenti che non ha segreteria, nonostante tutti i dipartimenti. Chi mi conosce lo sa. La mia porta è aperta a tutti, io ci ho una stanza al quinto piano del Palacultura, aperto, chi vuole entrare, io dico sempre: Chi vuole mandare, mandi, io posso dare informazioni di atti (…) Ricordo comunque che la signora Barrile mi telefonò, mi pare che fu una telefonata, mi chiese notizie e informazioni, se era sta aggiudicata. Io gli ho detto: Guardi, è inutile parlare con me, io ho fatto una proposta, deve andare in Giunta. Non mi ricordo se la delibera era stata già adottata o doveva essere adottata. Infatti mi sembra, che io dissi: Guardi, non so ancora se il provvedimento è adottato, perché l’amministrazione potrebbe pure decidere all’ultimo momento che non l’adotta la proposta e quindi non l’assegna”.
“Poi la Barrile non mi chiamò più, non abbiamo più avuto modo di parlarne, perché non ci erano più motivi, in quanto non ero io che dovevo rilasciare i provvedimenti”. ha specificato Salvatore De Francesco. “Io certo non è che ricordo tutti i passaggi in questo momento, dovrei rileggerli, ma gli atti parlano. Io non ho scritto niente, né avevo competenze e lo dissi. Né mi ricordo che lei manifestò un interesse articolato, io, no. Mi ricordo solo che mi disse che mi volevano parlare, ma io gli dissi che poi sarà l’amministrazione a stabilire l’organizzazione dell’evento, ma non i parcheggi. Quello non c’entra, perché gli organizzatori dell’evento possono prendere chi vogliono loro nella realizzazione dell’attività del concerto”.
Al dirigente comunale, l’avvocato Salvatore Silvestro, difensore di Emilia Barrile, ha chiesto allora se la propria assistita gli avesse mai chiesto di intercedere con l’organizzatore per fare assegnare le aree del San Filippo destinate a parcheggi. “No, non ricordo questo”, ha risposto De Francesco.
Avv. Silvestro: “No, dico, non lo ricorda o lo esclude?”
De Francesco: “Se l’avrà chiesto io non lo ricordo, ma se me lo avesse chiesto io gli avrei detto: Non sono io a doverlo dire, eventualmente sono altri a doverne parlare, ma non io. Cioè, se c’è un’intercessione per un problema amministrativo, concreto, di personale, di assunzione di personale, perché sono problemi quotidiani. Io mi ricordo che occupandomi di Pubblica istruzione, Emilia Barrile mi mandò in tutti i vari anni non so quanti genitori, bambini di scuole, che avevano problemi, proprio per problemi attinenti alle scuole. Io non entro nel merito, non è il mio ruolo. Il mio ruolo è quello amministrativo, io faccio un provvedimento, poi io non me ne occupo più, non sta a me l’intercedere, parlare con terzi”.
Avv. Silvestro: “Questa richiesta di informazioni che le ha avanzato la signora Barrile, o questa richiesta di incontro con queste persone, lei la interpretò come un qualcosa di assolutamente consuetudinario per tutti i consiglieri o era una cosa che ha fatto soltanto lei?”
De Francesco: “Ho fatto una premessa: allora, io sono libero, il mio telefono è aperto a tutti… Io forse ho il difetto di rispondere sempre a tutti, io avrò mille telefonate con Emilia Barrile, così come avrò mille telefonate con consiglieri comunali, consiglieri di quartiere, presidi di scuole, singoli cittadini, perché io ho un mio numero di telefono che non è di servizio, ho un mio telefono personale che do a tutti. E si pensi ora con otto dipartimenti quello che vuol dire per me. Almeno oggi, in questa giornata, ho evitato di rispondere al telefono. Io do il mio telefono a tutti, quindi tutti mi telefonano. Mi hanno telefonato consiglieri, assessori… Mi telefonavano nel passato, chiedendomi sempre notizie di procedure, di pratiche, di situazioni di scuole. Quindi per me non è una novità o una cosa nuova, lo fanno tutti, così come mi telefonano i singoli cittadini per problemi. Perché, ripeto, io svolgo attività che riguardano soprattutto il servizio alla persona e quindi che riguardano le attività delle scuole, degli impianti sportivi e quindi mi chiamano tutti. Non solo: caratterialmente io credo molto nei rapporti personali. Quindi, uso proprio una confidenza, io generalmente do il tu a tutti, chiamo amore mio, chiamo gioia mia, perché sono fatto così. Probabilmente ormai a 60 anni difficilmente potrò cambiare. E siccome ormai tutti mi conoscono sanno che io sono fatto così”.
Avv. Silvestro: “Senta dottore: lei ha mai ricevuto dalla signora Barrile richieste che esulassero la semplice richiesta di informazione, o la semplice richiesta di incontri con persone che avevano necessità di relazionarsi con lei?”
De Francesco: “No, sono sempre state formulate richieste per attività in generale. Mi ricordo anche alcuni episodi relativi agli impianti sportivi, che lei mi telefonò, posso elencarli. Lei mi poneva anche problemi amministrativi, per esempio, sugli impianti sportivi. Noi non abbiamo mai avuto un regolamento, quindi veniva adottato un atto della Giunta che disciplinava i turni e gli utilizzi, che firmavo io. Dato che non c’è regolamento, per non lasciare nessuna discrezionalità, allora si adottò un atto che stabiliva dei turni, delle applicazioni che io facevo adottare all’amministrazione. Lei più di una volta mi sosteneva che doveva esserci un atto del consiglio comunale e io ho sempre detto: Sicuramente sì, ma fino a quando non ci sarà un regolamento del consiglio, io mi atterrò a quelle che sono le disposizioni dell’atto di indirizzo della Giunta. E con questo io lo facevo applicare attraverso le varie disposizioni. Quindi i motivi sono tanti e in questi anni mi chiamava per tanti motivi, nel ruolo di Presidente del Consiglio”.
Avv. Silvestro: “Concentriamoci sempre sull’organizzazione di questo evento. Lei ricorda se con la signora Barrile vi siete dati appuntamento in un bar?”
De Francesco: “Lei una volta mi chiamò dicendomi… Però più di una volta mi diceva: Ci vediamo al bar, perché io rapporti al di fuori con la Barrile non ne avevo, sempre nell’ufficio. Sì, mi pare che una volta mi chiamò, mi disse: Ci vediamo al bar, ma non mi ricordo l’oggetto, la situazione. Poi molte volte ci parlavamo per vari problemi che riguardavano eventuali interrogazioni, atti. Ma non è che io mi posso ricordare gli episodi dopo tanto tempo e con tutto. Certo che mi chiamava, mi diceva: Ci vediamo al bar. Ma stiamo parlando di un organo istituzionale”.
Avv. Silvestro: “Risulta di un appuntamento che vi siete dati il 4 maggio del 2016 al Bar Torino a Messina”.
De Francesco: “Sì, mi pare che mi chiamò allora, ma non mi ricordo l’oggetto qual’era”.
Avv. Silvestro: “Dalla conversazione emerge che vi dovevate incontrare perché dovevate parlare di una cosa importante”.
De Francesco: “No, non mi ricordo”.
Avv. Silvestro: “Può essere che dovevate parlare dello stadio?”
De Francesco: “Può essere che c’era qualche problema, voleva sapere di assegnazione dello stadio, ma non me lo ricordo. Molte volte è capitato, quindi non è che me lo posso ricordare”.
Avv. Silvestro: “Lei conosce Pernicone Angelo?”
De Francesco: “Io lo conosco perché è venuto quel giorno che io gli dissi: Guardi, io non ho niente a che vedere. Poi l’ho visto nel giornale e ho capito chi era, ma non lo conoscevo prima. Cioè, io so che poi era venuto quel giorno, era quel signor Pernicone, ma io non è che ho rapporti. Infatti io allora gli dissi: Con me non devi dire niente, io non c’entro niente, ma io non sapevo chi fosse. L’ho saputo successivamente chi era il soggetto. E quindi dissi proprio che con me non aveva nessun tipo di rapporto perché io non dovevo dare nessuna assegnazione. Con Pernicone Angelo mi sono incontrato solo quella volta, mi pare, quella volta là che mi è stato chiamato. Mi pare che era lui, non sono sicuro, ma credo che sia stato lui”.
Avv. Silvestro: “Ricorda se in quella circostanza, lei ebbe a conferire telefonicamente anche con la signora Barrile?”
De Francesco: “No”.
Avv. Silvestro: “Guardi, noi abbiamo una conversazione intercettata il 10 maggio del 2016. La Barrile la chiama per comunicargli che ci sono quelli di Catania. Lei risponde che le persone sono già da lui, e secondo quelle che sono le interpretazioni che offre l’autorità di Polizia Giudiziaria, gli passa la telefonata, gli passa il telefono con una persona che è lì con lei”.
De Francesco: “Non me lo ricordo se c’era qualcuno”.
Avv. Silvestro: “E secondo quello che scrivono gli investigatori dovrebbe identificarsi in Pernicone Angelo”.
De Francesco: “Non me lo ricordo, probabilmente sì, ma io gli dissi che non me lo ricordo se c’era questo episodio, io non me lo ricordo. Io non sapevo chi fossero. Dopo, successivamente, ho capito chi erano i soggetti. Ma io non avevo rapporti, né dovevo fare procedimenti con loro”.
Avv. Silvestro: “Ricorda se a distanza di circa 20 minuti lei richiama la Barrile?”
De Francesco: “Non me lo ricordo”.
Avv. Silvestro: “Abbiamo anche questa conversazione”.
De Francesco: “Eh, può darsi”.
Avv. Silvestro: “È lei che chiama la Barrile: Gioia, ascoltami, dove sei? La Barrile: Io, 10 minuti e sono da te. Lei: No, non vale la pena, stanno venendo loro perché io gli ho detto tutta la situazione e quello che devono fare”.
De Francesco: “Che io non ci entravo niente, sì”.
Avv. Silvestro: “Lei aggiunge: Loro già le sanno, hanno bisogno di te, ma più lì che qui, quindi stanno venendo da te. E dove stanno venendo, tu dove sei? Barrile: Io sono all’Urbanistica, ora vado al Comune, in caso gli dici di vederci davanti al Comune”.
De Francesco: “Dove io ho detto che io non dovevo fare nessun atto. Che siccome me lo chiedevano, io ho detto: Io non devo fare provvedimenti, non devo fare assegnazioni, non sono io, dovete vedervela con gli organizzatori se vi vogliono prendere, ma non io”.
Avv. Silvestro: “Dottore le chiedo scusa, con quale modalità il signor Pernicone Angelo le veicolò questa richiesta? Lei sta dicendo: è venuto e mi ha chiesto se gli potevamo assegnare, ma con quale modalità? Era, intanto, un affidamento…”.
De Francesco: “Io non me lo ricordo preciso il passaggio. Io non faccio provvedimenti di affidamenti per parcheggi, per posteggi. Io ho fatto solo una proposta di delibera. Dovevano loro, se li voleva, gli organizzatori degli eventi potevano… Non dovevano parlare con me e dovevano vedere se gli organizzatori, non mi ricordo se era La Ferlito o altri, avevano intenzione di prendere gente per fare i parcheggi, o non l’avevano. Se la dovevano vedere con loro, ma non con provvedimenti miei, perché io non ne faccio di questi provvedimenti”.
Avv. Silvestro: “Le faccio la domanda diretta. Pernicone le ha detto: Guarda, sono qui perché mi manda Emilia, mi devi dare i parcheggi?”
De Francesco: “No, assolutamente, mi ha chiesto notizia, informazioni dei parcheggi. E io allora risposi: La realizzazione dell’evento è la Giunta che realizza, e ho spiegato anche le motivazioni. Tutto quello che è il contorno dell’evento, quindi il bar, cose, parcheggi, sono scelte che fa l’organizzatore, quindi con me era inutile. Io, lo ripeto, la mia porta è aperta a tutti, parlo con tutti. Io non so prima; dopo, è chiaro che se io poi so che un soggetto è un tipo di soggetto, io certo non lo faccio più entrare nella mia stanza. Dopo questo momento, io con l’organizzatore mi sono confrontato, ma non per i parcheggi, per altri motivi che sono della sicurezza, in quanto componente della commissione prefettizia e quindi per interventi, lavori, per tutto quello che si deve fare per la realizzazione dell’evento, ma non per questo”.
Avv. Silvestro: “Le faccio un’altra domanda diretta: ha mai la signora Barrile abusato della sua funzione, della sua posizione per chiedere o per ottenere, con lei?”
De Francesco: “Mai, no… Io devo dire che ho passato vari momenti della mia carriera, compresa l’ultima, proprio con la lealtà amministrativa, istituzionale… La Barrile, tutte le volte… Io mi ricordo l’esempio di un lido, c’era un lido che lei mi chiamò più volte e io le dissi: Guarda, questa è un’area demaniale, non si può fare. In quel periodo che ero al Commercio avevo fatto la revoca dell’autorizzazione proprio perché non era a norma, e quindi poi sono andati al TAR e abbiamo vinto pure la sentenza al TAR, e non disse mai niente, né mi forzò. Per esempio per il lido che era a Punto Faro, lei sosteneva che il demanio gli avesse concesso l’autorizzazione. Invece dagli atti da me avuti non era così. Infatti ho fatto la revoca, poi siamo andati al TAR, ma lei poi stessa non mi disse più niente, ma chiaramente poi non l’ho più seguita io. Io ho seguito tutta la fase della chiusura fino alla revoca, poi subentrò il mio collega Giardina, ma già là finì il rapporto. Ma così come per altri eventi, io non ho mai avuto pressione. Anzi, quando poi, come sempre, per gli impianti che lei mi poneva il problema dell’atto di Giunta, perché c’erano delle società che non potevano giocare il calcetto, addirittura in un episodio c’era pure sua figlia che giocava in una squadra di pallamano e mi manifestò il disagio che avevano questi ragazzi che giocavano là, io gli dissi: Io ho fatto un atto di Giunta, l’atto di indirizzo è questo… O tu fai, tu Consiglio Comunale, in quanto rappresentante del civico consenso, un provvedimento di regolamento… Cosa che siamo riusciti ad ottenere ora, per fortuna, con l’ultima amministrazione e quindi riusciamo a disciplinare meglio. E anche attraverso il SalvaMessina, l’esternalizzazione degli impianti, io gli dissi: Oppure io applico e riferisco al mio assessore allo Sport, cosa che io ho sempre fatto. Dove io gliele comunicavo: Guarda che sono arrivate le lamentele delle società, anche del Presidente del Consiglio, addirittura una nota del Presidente della commissione consigliare sport, che mi evidenziava le difficoltà di alcune squadre e li portavo, ma sempre come azione di informazione, di atti amministrativi. E io poi dicevo: Tu sei il Presidente del Consiglio, tu sei…, ma nello scambio reciproco di collaborazione tra un dirigente e un organo amministrativo. Usa tu la l’interrogazione, usa l’atto amministrativo che ti consente di potere intervenire sul provvedimento. Ritengo anche che avevamo un rapporto, proprio, lavorativo, di scambi di idee, perché, ripeto, gioia e amore io lo dico a tutto il mondo intero e chi mi conosce lo sa bene. Perché io avevo a che fare con la seconda carica istituzionale del Comune di Messina, il Sindaco e il Presidente del Consiglio, in quanto eletti direttamente dal popolo. Quindi il rapporto mio istituzionale è di massima lealtà, era così con lei, così come con tutti gli altri amministratori. Non ho mai avuto pressioni da nessuno in genere”.
Avv. Silvestro: “Qualcuno ebbe mai a rappresentarle di comportamenti, chiamiamoli invasivi o posti in essere dalla signora Barrile?”
De Francesco: “Assolutamente no”.
Avv. Silvestro: “O richieste extra legge o contro legge?”
De Francesco: “No. Io con i miei colleghi ho sempre avuto un buonissimo rapporto di scambi di idee, da Giovanni Bruno, ad altri… In quel periodo il dottore Bruno era vicesegretario e quindi lavorava come attività con la Presidente del Consiglio. Così come altri, mai parlato di pressioni o di altro del Presidente del Consiglio. Non mi risulta totalmente, da parte dei miei colleghi”.
E’ stato poi il Pubblico ministero Fabrizio Monaco a condurre il controesame di Salvatore De Francesco.
PM Monaco: “A noi risulta che in effetti è proprio lo stesso 10 maggio 2016, la data di questa conversazione, che il dipartimento Politiche culturali e ricreative da lei diretto, istruisce e propone la pratica alla Giunta, che l’approva nello stesso giorno”.
De Francesco: “Ma io la proposta l’ho mandata, l’ho proposta, perché mi è stata chiesta dalla Giunta, dall’amministrazione. Come c’erano i tempi dell’organizzazione e la dovevano adottare… Eravamo in ritardo e mi erano stato chiesto, che la loro proposta quando veniva adottata. E allora io l’ho istruita perché il concerto era dopo un mese, mi pare. E quindi l’ho mandata (…) Poi la Giunta adotta il provvedimento. In occasione di quel colloquio mi chiedevano notizie del provvedimento, poi se l’assegnazione dei parcheggi, del bar, mi si chiedeva notizie su tutto… Io ora mi ricordo che proprio era La Ferlita che sollecitava il provvedimento, perché ancora non aveva i tempi, aveva paura che non riusciva a fare la commissione prefettizia. Perché l’organizzazione di un concerto comporta una serie di lavori nello stadio, proprio per motivi di sicurezza, che ti portano a fare le commissioni prefettizie. Io ho predisposto la proposta, l’ho mandata in Giunta, nonostante vari solleciti, perché poi alla fine l’ho fatta all’ultimo periodo”.
PM Monaco: “Chi gliele sollecitò?”
De Francesco: “Proprio La Ferlita, non è che io mi ricordo”.
PM Monaco: “Solo in quella occasione o anche in precedenza lei aveva avuto incontri con questo signore?”
De Francesco: “No, io questo non me lo ricordo”.
PM Monaco: “Quindi una volta questo signore viene da lei?”
De Francesco: “Ma anche poi, mi pare, dall’amministrazione. Perché poi i tempi erano già ridotti. Quindi io non è che mi ricordo tutti i passaggi. La Giunta poi affida all’organizzazione degli eventi, da quel momento per me diventa solo un problema di commissione prefettizia, affinché la struttura sia messa a norma”.
PM Monaco: “Perché Angelo Pernicone partecipa pure a questo incontro?”
De Francesco: “Non lo so. E allora, Angelo Pernicone perché, se è Angelo, io non lo so. C’erano due persone, io poi ho visto dopo chi fosse la persona e il cognome. Perché questo io non glielo so dire”.
PM Monaco: “Lei ricorda come fu formalizzata la concessione relativa alla gestione dei parcheggi per questo concerto?”
De Francesco: “No, non me lo ricordo. Assolutamente”.
PM Monaco: “Chi decide a chi affidare la gestione dei parcheggi?”
De Francesco: “Non io”.
PM Monaco: “E sa perché a distanza di qualche settimana, poco prima dello svolgimento del concerto, la Giunta, su proposta che ha istruito lei come dirigente di questo dipartimento, ha autorizzato la società della La Ferlita a gestire i parcheggi?”
De Francesco: “Esatto, certo”.
PM Monaco: “Quindi, scusi, l’autorizza lei La Ferlita a gestire i parcheggi?”
De Francesco: “Ma la società…”.
PM Monaco: “Siccome aveva detto che non aveva autorizzato nulla…”.
De Francesco: “Io do alla società. Facciamo questo provvedimento perché nel passato questa gestione dei parcheggi avveniva addirittura gratuitamente. Da quando ci sono io, noi che facciamo? La diamo sempre alla società, ma prevediamo intanto che loro si assumano tutte le responsabilità, perché se succede un incidente risponde la società e no così il Comune di Messina. E per fortuna, in tutti gli eventi che ci sono stati noi siamo sempre stati sollevati da tutte le responsabilità. Sia nei parcheggi, sia fuori. Io non do, come posso spiegare, la sub-concessione, io do l’organizzazione, l’amministrazione, io faccio la proposta. Perché poi è l’amministrazione che mi dice: Fai questo provvedimento. Così come per i parcheggi si è fatta la proposta che sia data alla società. Poi decide lei di chi vuole prendere, se la gestiscono in maniera autonoma, se prendono un terzo. Comunque le devono presidiare perché poi in sede di commissione prefettizia, uno degli elementi fondamentali è il controllo, proprio per evitare incidenti, soprattutto quando ci sono eventi con oltre quarantamila persone. Cioè, a me dirigente, faccio l’atto che mi interessa per la tutela delle persone, per la gestione del servizio. Questo è un atto cui io posso fare perché è una gestione a pagamento per il Comune, quindi posso fare l’affidamento a quelle società. Infatti noi ogni anno rivediamo tutte le società che fanno richiesta, le articoliamo sul calendario, le assegniamo…”.
PM Monaco: “Comprese che questo Angelo (Pernicone, NdA) avrebbe gestito i parcheggi con La Ferlita?”
De Francesco: “Dopo, io, no. Io non è che ho appreso, ho capito, io addirittura pensavo che erano insieme, che organizzavano insieme. Ma io poi ho capito chi erano le persone. M a me non mi interessa, perché io non ho rapporto con lui, con La Ferlita. Cioè, l’amministrazione ha rapporto”.
PM Monaco: “Sì, La Ferlita che viene accompagnato da un uomo con il quale lei parla al telefono della Barrile”.
De Francesco: “Ma a me non mi interessa chi viene e chi non viene. Io non mi metto a guardare. Io nella mia stanza ho un miliardo di persone che entrano, perché io sono un impiegato del Comune col ruolo di dirigente, che devo dare dei servizi dove do sempre la disponibilità di aiutare a tutti”.
PM Monaco: “Sa per cosa era stato arrestato Pernicone?”
De Francesco: “Ma io non ho rapporti con lui, io avevo rapporti con La Ferlita. E né io chiedo i rapporti che ha lui, a me interessa che La Ferlita mi gestisca la struttura, mi paghi le quote che sono previste, faccia i lavori di sistemazione dello stadio e soprattutto si assume tutte le responsabilità penali e civili sull’utilizzo del San Filippo. Questo è il mio ruolo”.
PM Monaco: “Nel corso di una delle conversazioni a cui si è fatto riferimento, questo Angelo che parla al telefono con la Barrile, tramite il suo telefono, dice: Con De Francesco si conoscono da 40 anni”.
De Francesco: “Io non ho ricordi. Mi ricordo che questo mi chiamava, ho detto: Guardi, gliela passo la Barrile, le faccio vedere che qua non deve parlare niente con me, ma se ne deve andare via. Mi ricordo questo passaggio”.
PM Monaco: “Sì, dice: Si conoscono da 40 anni. Non vi conoscevate da 40 anni?”
De Francesco: “No, io, guardi, visivamente sì, ma non è che ho mai avuto rapporti di atti, di gestioni o di cose, assolutamente. L’avevo visto altre volte la persona, non mi ricordo, forse allo stadio, perché io sono componente del GOS, quindi avevo una visione della persona, che conoscevo. Ma non è che avevo mai avuto dei rapporti o di altro, no, assolutamente (…) Io più di aver fatto la proposta, non dovevo fare altro. Perché se io faccio dei rapporti come Pubblica amministrazione, chiedo le referenziale, il DURC, il casello giudiziario, perché sono obbligato a fare. Io i rapporti ce li ho soltanto con la società che organizza gli eventi”.
PM Monaco: “Scusi, quando lei dice alla signora Barrile: Hanno bisogno di te, ma più lì che qui, che significa?”
De Francesco: “Da te per vedere se l’atto viene adottato, quindi chiedere informazione attraverso il protocollo al servizio degli affari di Giunta, perché c’è tutta la predisposizione degli atti, e vedere se l’atto viene affidato. Da me non dovevano fare niente, né io potevo fare qualcosa, né avevo intenzione di fare niente…”.
Prima di lasciare l’aula bunker, il dirigente Salvatore De Francesco è sottoposto al controesame dell’avvocato Billè, legale di Angelo e Giuseppe Pernicone.
Avv. Billè: “Torniamo alla questione della concessione dello stadio per il concerto dei Pooh. Lei ricorda quanto tempo prima La Ferlita, quindi Musica e Suoni, che era la società che La Ferlita rappresentava, aveva chiesto la disponibilità dello stadio San Filippo?”
De Francesco: “No, io le date non me le ricordo”.
Avv. Billè: “È stata acquisita agli atti una nota con la richiesta che è protocollata, novembre 2015, ma la richiesta è datata 30 ottobre 2015. Ora io le chiedo, era un fatto normale, atteso che il concerto era previsto per il 18 giugno, che ancora alla data del 10 maggio la Giunta non avesse…”.
De Francesco: “Ma è normalissimo. Noi ora l’abbiamo fatti un mese prima, perché poi l’amministrazione questi atti li adotta all’ultimo momento. Quindi a me non mi viene l’indicazione poi di predisporlo, perché poi, alla fine, me lo si deve dire. Perché la Giunta decide di fare l’evento, se non mi si dice, io non predispongo”.
Avv. Billé: “Ma il La Ferlita lamentava che questa vicinanza dell’evento fosse un problema?”
De Francesco: “Sì, di tempi, di sicurezza e di realizzazione dell’evento. Questo passaggio me lo ricordo, un po’ come è successo anche quest’anno per questi altri eventi. Perché poi alla fine, quando si mette in moto la macchina organizzativa di concerti, prevede una serie di passaggi… La commissione prefettizia, la messa a norma, perché la struttura poi non è a norma per quarantamila spettatori, essa è a norma per duemila spettatori, quelle da piccole partite. E quindi abbiamo una parte della struttura dello stadio che rimane chiusa…”.
Avv. Billè: “Questo, una volta che la Giunta delibera, grava sull’imprenditore, cioè, su quello che organizza l’evento?”
De Francesco: “Tutto lui, sì”.
Avv. Billé: “Quindi, quello ha l’interesse che la concessione se deve essere data, venga fatta il prima possibile…”.
De Francesco: “Certo, perché deve fare i lavori, perché se no gli salta il concerto e perde i soldi. Perché l’artista lo deve pagare e gli artisti li pagano prima. Perché un Ligabue, dico Ligabue, anche se ora ha dato più scarsa fortuna, ma un Biagio Antonacci e un Amoroso, loro un anno prima fanno i contratti e li paghi. Quindi questo rischio grava solo sull’imprenditore, non grava certamente sul Comune”.
Avv. Billè: “Nella specie, risulta che la concessione dello stadio e quella dei parcheggi furono fatte con due delibere distinte e separate, per altro distanti nel tempo di un mese, perché mentre è vero quello che la delibera che ha concesso lo stadio fosse del 10 maggio, quella dei parcheggi risulta essere del 14 giugno. Il concerto era soltanto il 18. Come mai questa discrasia?”
De Francesco: “Capita, perché prima ci sono alcuni atti dove si dà interamente tutto. Poi per i parcheggi, certe volte, si cerca di capire se ci sia disponibilità, che ne so, della società che ti propone una percentuale maggiore. Quindi acquisire maggiori risorse. Perché come ente abbiamo una percentuale economica maggiore. Io non me lo ricordo a quanto è stato dato questo”.
Avv. Billè: “Al 15%. Avete anche, con la delibera, stabilito le tariffe, addirittura”.
De Francesco: “Cambia, quindi alla fine l’amministrazione, l’assessore, va a fare proprio una concertazione con gli organizzatori, cercando di acquisire il maggiore aspetto economico che va al Comune”.
Avv. Billè: “Poi invece dopo la concessione dei parcheggi fu data in un tempo successivo…”.
De Francesco: “Successivo, perché probabilmente non vi era ancora l’accordo su quale percentuale, come dargliela. E quindi poi ci sono alcuni casi che arriva già la richiesta. Ti dicono: ti facciamo i parcheggi al 15%, 20%, in alcuni casi no. A questo punto noi si fa due atti, ma non cambia il contenuto. Tu gli dai prima la gestione, proprio per convocare in Prefettura la commissione e avviare dei procedimenti e fare i lavori vogliono la delibera, la concessione. Se no non gliene possono fare. E poi si fa, se non ci sono i tempi, quelli del parcheggio”.
Avv. Billè: “E fui dato allo stesso La Ferlita, anche in quel caso?”
De Francesco: “Ma per forza, lo ripeto, noi si dà agli organizzatori in tutti i provvedimenti. Perché quando si fa il tavolo del GOS, gli organizzatori a chi hanno dentro deve essere gente di sicurezza. Cioè, il rapporto deve essere diretto tra l’organizzazione e tutti quelli… Perché poi se succede un attentato, se succede quello perché c’era lo Srilankese, un modo di dire, perché c’era quello, chi l’ha fatto entrare all’interno dello stadio? Quindi deve essere una cosa totalmente fatta dagli organizzatori, ma soprattutto perché se ne assumono la responsabilità e soprattutto per i motivi di sicurezza. Perché quando si ha a che fare con quarantamila spettatori non si scherza. E io devo dire grazie a Dio in questi anni che sono stato alla gestione del dipartimento, problemi di questa natura, per fortuna non ce ne sono stati. Quelli sì che mi fanno piangere”.

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