Guerre e alleanze dell’ex sindaco podestà dell’isola di Salina

Associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, peculato, falsità ideologica e materiale, abuso d’ufficio, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità. Sono queste le ipotesi di reato che il Pubblico ministero della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, dottoressa Federica Paiola, contesta a Massimo Lo Schiavo, ex primo cittadino di Santa Marina Salina, nell’ambito dell’inchiesta Isola Verde sugli innumerevoli casi di abusivismo edilizio perpetrati negli ultimi anni a Santa Marina Salina, piccolo comune di Salina (isole Eolie). Lo scorso 20 agosto è stato firmato l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari con l’emissione di 84 avvisi di garanzia nei confronti di amministratori locali vecchi e nuovi, tecnici comunali, professionisti e alcuni Vip proprietari di immobili realizzati in violazione delle norme urbanistiche.
Indagato number one è appunto l’ex sindaco Massimo Lo Schiavo (ben 37 i capi d’imputazione contestatigli); primo cittadino di Santa Marina Salina dal 2007 (e prima ancora vicesindaco), lo Schiavo si era ricandidato nel 2012 ottenendo uno schiacciante successo sul suo avversario, il prof. Marcello Sajia, docente universitario negli atenei di Messina e Palermo. “Il risultato (oltre l’82% dei consensi) è l’evidente sintomo della piena fiducia dei cittadini che lo stesso ha ottenuto mediante promesse di assunzioni e/o incarichi ma soprattutto grazie ad una politica volta a favorire l’abusivismo edilizio e ad ostacolare, anche abusando dei suoi poteri, quei pochi che si permettevano di criticarlo o schierarsi palesemente contro di lui”, annota la Compagnia dell’Arma dei Carabinieri di Milazzo nell’informativa di reato sul presunto sacco di Salina, inviata il 4 ottobre 2017 alla Procura di Barcellona.
Ancora nel 2012 Massimo Lo Schiavo concorreva alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana, candidandosi con il Partito dei Siciliani – MPA capitanato dal medico messinese Giuseppe Picciolo, ottenendo 1.805 voti. Il 30 marzo 2015, Massimo Lo Schiavo veniva raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta su un illegittimo trattenimento di una somma di denaro di proprietà di due anziane donne poi decedute. Nell’ottobre 2016, a seguito della condanna in primo grado a tre anni per peculato (in appello ridotta a due anni dopo la richiesta di patteggiamento), Lo Schiavo veniva sospeso dalle funzioni di sindaco con provvedimento del Prefetto di Messina. “Lo stesso, nonostante ciò, ha continuato, e continua tuttora, a frequentare il Comune ed a presenziare in maniera attiva a riunioni attinenti l’amministrazione”, aggiungono i Carabinieri di Milazzo.
Il sindaco podestà dell’(ex) Isola Verde
La complessa attività d’indagine sui presunti illeciti nella vita amministrativa di Santa Marina Salina e Malfa ha preso avvio nel giugno 2013 dopo una serie di esposti anonimi nei quali venivano riferiti fatti che interessavano gli uffici tecnici comunali, con specifico riferimento a gare di appalto, rilascio di concessione edilizie, demolizione e ricostruzione di ruderi, ecc… Gran parte degli illeciti menzionati negli esposti anonimi ruotavano attorno alla figura del geometra Antonio Podetti, libero professionista, con studio privato a Malfa, già sindaco del Comune di Leni. Secondo gli inquirenti, l’incarico assegnato a Podetti “sicuramente gli ha permesso di stringere delle amicizie nei ruoli chiave degli uffici centrali in materia di edilizia quali Genio Civile e Ministero BB.AA.CC.”. Il geometra Antonio Podetti, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2017, ha redatto la quasi totalità dei progetti di edilizia privata realizzati sull’intera isola di Salina. “Lo stesso, inoltre, vanta ottimi rapporti con Massimo Lo Schiavo, all’epoca dei fatti primo cittadino di Santa Marina Salina, e per quello stesso Comune, in passato, ha prestato servizio presso l’U.T.C. mentre a tutt’oggi svolge degli incarichi affidatigli direttamente dal sindaco Domenico Arabia (altro indagato eccellente di Isola Verde e vicesindaco ai tempi della sindacatura di Lo Schiavo Nda) o dal geom. Giuseppe Caravaglio, Capo Ufficio tecnico della predetta Amministrazione”.
A partire del marzo 2014, i Carabinieri di Milazzo avviavano le intercettazioni ambientali e telefoniche nei confronti di Antonio Podetti e Massimo Lo Schiavo, nonché all’interno dell’Ufficio Tecnico Comunale. “Nel corso dell’attività investigativa il Podetti, unitamente al geometra Giuseppe Caravaglio e soprattutto al sindaco Massimo Lo Schiavo, si sono dimostrati i personaggi chiave dell’intera vicenda e si ritiene che proprio il primo cittadino abbia affidato, o fatto affidare, al Podetti incarichi professionali presso il Comune di Santa Marina Salina, indirizzando altresì alcuni privati a rivolgersi allo stesso proprio per ottenere in cambio dei favori quali progettazioni gratuite per i suoi immobili”, riporta l’informativa Isola Verde. “Massimo Lo Schiavo si interessa in particolar modo a persone che hanno disponibilità economica e che ricoprono buone posizioni al fine di poterle utilizzare per interessi privati. Il sindaco sfrutta la propria posizione politica anche per far assumere persone presso la Compagnia delle Isole (ex Siremar), una società a compartecipazione pubblica e privata, che riceveva anche finanziamenti nazionali. Nonostante spesso sia stata attaccata sugli organi di stampa dagli altri sindaci delle Eolie, il suo operato è comunque stato sempre difeso da Lo Schiavo”.
La gestione personale del Comune da parte di Massimo Lo Schiavo, sempre secondo gli investigatori, lo rendeva autore di singolari provvedimenti: l’autorizzazione a favore del proprio vicesindaco “ad ospitare persone presso uno stabile di proprietà del Comune e destinato ad Ostello della Gioventù o a far sì che all’interno della farmacia comunale vengano esposti dei prodotti di erboristeria ottenendo poi un regalo”. Il Lo Schiavo si sarebbe poi interessato in prima persona all’esito di alcune gare relative a servizi vari da effettuare nel Comune nel periodo estivo. Alla vigilia dell’affidamento del servizio di guardiania della banchina turistica di Santa Marina Salina, attività svolta sino al 2014 sempre dalla Salina Relax Boats, l’amministrazione era costretta a bandire una gara pubblica che però andava deserta. Il sindaco contattava allora direttamente l’imprenditore barcellonese Carmelo Porcino della Profis&Service, affidandogli il servizio. “I contatti continuavano anche i giorni seguenti poiché Lo Schiavo aveva il nominativo di una persona da far assumere”, annotano gli inquirenti. “Il sindaco inoltre, in questo contesto, manifesta la volontà di far affidare al Porcino anche la pulizia di spiagge e strade, sempre per un interesse personale che si ravvisava nella necessità di far assumere altre persone a lui vicine e/o segnalate”.
Affamato di soldi e di potere…
“Il sindaco inoltre, in gravi difficoltà economiche, sfrutta la sua posizione per ottenere prestiti personali da privati cittadini, ai quali appunto promette, e spesso permette, di realizzare opere con procedure illecite”, aggiungono i militari dell’Arma. “Effettua lui stesso dei lavori abusivi all’interno del suo albergo; è proprietario di un tabacchi sito, fino al 2016, in un immobile mancante di tutte le autorizzazioni edilizie, dal quale è stato costretto a traslocare solo in seguito a controlli dei Carabinieri; fa concedere incarichi a persone a lui utili o che poi svolgono dei lavori nelle sue proprietà o con le quali mantiene stretti legami di amicizia. Utilizza dei soldi raccolti mediante la vendita delle azalee dell’AIRC, per pagare le utenze dell’acqua del 2011 per i quali è moroso, pagamento che si affretta ad eseguire poiché avvisato dagli uffici che i Carabinieri si stanno interessando a tale argomento. Addirittura raccoglie in prima persona dei soldi, con lo scopo di pagare lo spettacolo dei fuochi pirotecnici del 15 agosto, anche se poi è il Comune a pagare la ditta Costa che ha eseguito gli stessi”.
Quello che emerge dalle indagini è la figura di una persona caratterizzata da una personalità affamata di potere, un ego un gradino più basso da dio e comunque due o tre sopra quelli dei comuni mortali. Qua io comando…., dirà Massimo Lo Schiavo nel corso di un colloquio intercettato dopo la cerimonia per la ricorrenza dell’affondamento del piroscafo “Santa Marina”. Poi loro, si sono fermati due scalini sotto di me… Io gli ho fatto segnale con il dito, io gli ho detto voi altri qua dovete stareE ho fatto come Napolitano, ieri mi sono visto a Napolitano come fare l’altare della Patria. il “loro” era riferito ai due Carabinieri che dopo aver deposto una corona d’alloro a memoria dei defunti, erano stati fermati due scalini sotto di lui.
In Capitaneria c’è però chi non si mette ancora sull’attenti e in riga…
Ma Santo Dio, qua comanda Brancato?, domandava irato Lo Schiavo quando il Capo della Delegazione di spiaggia della Capitaneria di Salina, Antonio Brancato, si era lamentato del posizionamento sul porto di alcuni cassonetti con l’assessore Elio Benenati (altro indagato di Isola Verde, nonché Caposervizio delle Guardie della Riserva Orientata “Monte Fossa delle Felci” di Salina). “Verso il predetto Brancato il sindaco nutre un astio particolare, dovuto comunque al fatto che deve proteggere i propri amici utili nel momento del bisogno”, spiegano gli inquirenti. “E’ il caso dei signori Bartolo e Anselmo Taranto, proprietari della TarNav Navigazioni, che avevano organizzato una sfilata di moda a Salina a bordo della motonave Eolian Queen, la sera del 15 agosto 2014 e che stavano per essere verbalizzati proprio dal Comandante Brancato poiché, sprovvisti di autorizzazione”. Subito dopo i controlli a bordo da parte del militare, i Taranto avevano contattato immediatamente Lo Schiavo che poi, sul porto stesso e davanti a numerose persone, aveva una discussione anche con il Brancato. “Ciò portava il sindaco, sentitosi attaccato in pubblico, ad effettuare una serie di chiamate verso i superiori diretti e a commentare con il Taranto la vicenda”, riporta l’informativa.
Agli atti è allegato il testo degli sms che sindaco e titolari della TarNav si inviarono nelle ore della querelle con il delegato della Capitaneria di porto. Intervengo io a modo mio! Stai tranquillo!!, digitava Lo Schiavo la notte del 15 agosto. Dimmi se devo salire! era invece l’sms del giorno successivo. Siamo sempre i numeri uno, gli rispondeva Anselmo Taranto. Sono nero! E nn sai cosa gli ho detto sopra! (Massimo Lo Schiavo). Dagli il culo! (Taranto). Sei un grande! (Lo Schiavo). Fagli il culo (Taranto). Appunto! Quando mi hai chiamato urlando lo denuncio alla procura cosa aveva detto o fatto? (Lo Schiavo). Mi ha minacciato voleva bloccare la nave a salina non so per quale motivo....E' pazzo (Taranto).
A cena con l’ammiraglio e consorte
Per denunciare lo sgarbo di Antonio Brancato, il sindaco chiamava a tarda ora sia il Comandante della capitaneria di Porto di Milazzo Matteo Lo Presti, superiore del militare, e “sia l’ammiraglio Picchio con cui lo stesso intrattiene rapporti per una pratica edilizia sospetta”. Alessandro Picchio, già consigliere militare dei Presidenti del Consiglio Silvio Berlusconi e Mario Monti ed ex consigliere militare italiano all’Onu, è noto alle cronache per le sue esternazioni in tema di lotta al flusso “illegale” di migranti. “Nel Mediterraneo – ha dichiarato l’ammiraglio il 3 luglio 2017 – ci sono organizzazioni che con la scusa di essere non governative, si lasciano guidare da uno spirito anarchico (…) Sono navi che in teoria non hanno uno Stato di riferimento, ma chi le finanzia, e i finanziatori spesso non sono italiani. Chi vuol creare difficoltà all’Italia? Da un lato le Ong seguono proprie logiche, dall’altro sottostanno a interessi finalizzati a ostacolare il nostro Paese”. In verità l’ammiraglio Alessandro Picchio non è tra gli 84 indagati di Isola Verde. Tra essi compare invece il nome della moglie Luisa Mantegazza, residente a Rho (Milano), relativamente per una concessione edilizia per un immobile posseduto a Santa Marina Salina, con opere che sarebbero “difformi dagli strumenti urbanistici ed in contrasto con i vincoli di fascia di rispetto cimiteriale e stradale”. Per questa vicenda Luisa Mantegazza è indagata insieme all’ex sindaco Lo Schiavo e ai tecnici Podetti e Caravaglio.
Agli atti d’indagine è allegata la trascrizione di un inquietante colloquio telefonico intercorso il 14 aprile 2014 tra l’allora sindaco e i coniugi Picchio-Mantegazza.
Luisa Mantegazza: “Senti, allora adesso ti dico una cosa… Ieri, no, l’altro ieri...”.
Alessandro Picchio: “Che lì in comune sono andati a prendere le copie di un certo numero di progetti”.
Mantegazza: “C’hanno detto che in comune sono andati a prendere un certo numeri di copie di progetti e tra questi c’è anche il nostro. Allora, noi volevamo sapere, chi fa queste azioni? Perché non è una procedura lecita… Tu non ne sai niente?”.
Massimo Lo Schiavo: “Non ti so rispondere, perché se sono andati a prenderli i Carabinieri ci sarà una delega di indagine”.
Mantegazza: “Allora, se... Non sa... Lui dice (rivolgendosi al marito) che se sono andati a prenderli i Carabinieri, vuol dire che c’è in corso qualche indagine”.
Picchio: “Della magistratura?”.
Lo Schiavo: Eh sì, della procura, sì, ritengo di sì”.
Mantegazza: “Tu puoi verificare questo?”
Lo Schiavo: “Eh no, perché a me non lo dicono”.
Mantegazza: “No, no, no... se è vero che sono andati a prendere alcuni progetti…”.
Lo Schiavo: “Ah, appena torno a Salina sì, posso verificarlo”.
Mantegazza: “Perché... e posso capire, per che cosa, cosa c’è, cosa stanno...”.
Lo Schiavo: “E questo non ho idea, posso verificare se sono...”.
Mantegazza: “Se poi sei riuscito a parlare con il comandante provinciale...”.
Lo Schiavo: “Eh, meglio di loro!”.
Mantegazza: “No, no, tu sei riuscito a parlare con il comandante provinciale, mi chiede Alessandro”.
Lo Schiavo: “Ah, non ancora. L’ho detto al nostro comandante che ha avvisato il capitano. E adesso, ormai, non penso di riuscirci prima di Pasqua. Subito dopo Pasqua fisso l’appuntamento, cioè lo fisso prima, ma lo vado a trovare dopo Pasqua”.
Mantegazza: “Va bene, va bene, a capire che cosa c’è sotto, perché insomma è una cosa...”.
Lo Schiavo: “Io vado per il discorso della manifestazione. Non posso chiedere altre cose figurati”.
Mantegazza: “Sì, sì, lui parla del discorso della magistratura quando va (rivolgendosi al coniuge). Aspetta che ti passo Alessandro che ti saluta, un bacio grande”.
Picchio: “Ciao Massimo, scusa”.
Lo Schiavo: “Ciao, come stai?”.
Picchio: “Bene, bene. E a te come va?”
Lo Schiavo: “Tutto bene, tutto bene. Ma guarda... io queste vicende mi mettono anche a me un po’ in difficoltà perché io non riesco più a lavorare con gli uffici con tutti questi controlli che fanno. Materialmente ho l’ufficio bloccato. L’altro giorno ne parlavo pure con la segretaria”.
Picchio: “Ma lì che cosa è… L’unica autorità che potrebbe aver disposto delle indagini è la magistratura”.
Lo Schiavo: “Sì, sì. Probabilmente se loro hanno fatto questa richiesta, ci sarà una delega. Ma questo, figurati, a me il comandante della stazione né glie lo chiedo né me lo direbbe... Figurati poi: per loro ormai noi sindaci siamo tutti quanti colpevoli di qualche cosa, quindi...”.
Picchio: “Certo, e sì, vabbè, insomma, sono un po’ assurdi... No, più che altro, e vabbè, perchè lì adesso noi, vabbè hanno messo anche il tetto, potrebbero... Perchè mi dicevano, perché l’altro giorno ho sentito il prof. Giuffrè, ha detto che lì ci sono alcuni in paese, poi credo che siano sempre i soliti insomma, che dicono che la costruzione non era così grande etc, perché loro vedevano solo la parte...”.
Lo Schiavo: “Ma figurati, c’è tutta la documentazione fotografica...”.
Picchio: “Esatto, ma poi anche quando abbiamo tolto le macerie, è venuto fuori proprio il forno, il palmento etc… Quindi insomma è un po’ pretestuoso quello che dicono...”.
Lo Schiavo: “Vabbè ma questo è il solito soggetto... purtroppo”.
Picchio: “E’ sempre lui?”.
Lo Schiavo: “Eh figurati, lui ha fatto partire sicuramente la denuncia”.
Picchio: “Lui col suo gruppo insomma, perché non è che è da solo, da quello che dicono”.
Lo Schiavo: “No, c’è anche sicuramente uno dei miei consiglieri di opposizione, un certo Giuffrè...”.
“Lo Schiavo, che si trova fuori isola, riferisce agli interlocutori che al suo rientro si informerà se sono stati acquisiti anche i loro progetti, ma aggiunge che non può saperne il motivo”, riportano a conclusione gli inquirenti. “Inoltre nella seconda metà di maggio 2014, Podetti, Lo Schiavo e i coniugi Picchio-Mantegazza, si incontravano a cena presso il Ristorante NNi Lausta, sito in Santa Marina Salina, come emerge da una discussione avvenuta sempre tra Podetti e Lo Schiavo”.
Anche l’allora vicesindaco e odierno primo cittadino Domenico Arabia non avrebbe nutrito simpatia per il Delegato della Capitaneria di porto di Salina. A seguito ad una nota inviata al Comune da Antonio Brancato per il posizionamento di alcune bancarelle sul lungomare e per l’apposizione di un cartello di divieto di transito, Arabia riportava con un sms il proprio stato d’animo a Massimo Lo Schiavo: Da oggi x quanto mi riguarda è guerra con Brancato... ha scritto x le bancarelle. Immediata la risposta del sindaco: E guerra sia!. Poi con un altro sms, Lo Schiavo chiedeva ad Arabia di inviare la nota del militare rompiscatole al Comandante della Capitaneria di Milazzo, Matteo Lo Presti.

Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 6 settembre 2019, http://www.stampalibera.it/2019/09/06/linchiesta-isola-verde-affamato-di-soldi-e-di-potere-ecco-tutte-le-accuse-al-sindaco-podesta-massimo-lo-schiavo/?fbclid=IwAR174R4J1Kxffp1VXVIofBGxVFxDuD92JDm92KS8T7p1trgESox5K_4DPQ8

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