Una Frontex 2 contro migranti e cittadini europei “sospetti”
Dopo
l’operazione Triton e il varo della forza
navale EUNAVFOR MED, l’Unione europea pensa a nuovi strumenti militari per “garantire una gestione forte e
condivisa delle frontiere esterne” e fare la guerra ai migranti nel
Mediterraneo. Il 15 dicembre la Commissione europea ha infatti deciso di potenziare
il mandato e le risorse finanziarie di Frontex, l’agenzia di vigilanza e
controllo dei confini Ue ed istituire una
Guardia costiera e frontaliera europea che sovrintenda con piena autonomia alla
gestione delle operazioni anti-migrazioni.
“È
giunto il momento di passare a un sistema di gestione delle frontiere realmente
integrato”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea, Frans
Timmermans. “La Guardia costiera e di frontiera europea riunirà l’agenzia
europea per la guardia costiera e di frontiera istituita da Frontex e le
autorità degli Stati membri responsabili della gestione delle frontiere, che
continueranno a occuparsi delle attività giornaliere di gestione delle
frontiere esterne. Il sistema proposto avrà la possibilità di attingere a una squadra di
persone e a un parco di attrezzature di riserva e permetterà
di individuare in tempo reale eventuali carenze, che potranno così essere
risolte rapidamente, migliorando anche la nostra capacità collettiva di intervenire
in modo efficace in situazioni di crisi. Ciò
contribuirà a gestire più efficacemente la migrazione, a rafforzare la
sicurezza interna dell’Unione europea e a salvaguardare il principio della
libera circolazione delle persone”.
Le
misure adottate dalla Commissione comporteranno la riorganizzazione istituzionale
di Frontex e uno smisurato ampliamento delle sue funzioni e dei suoi costi. “I
limiti di Frontex, hanno impedito sino ad oggi un suo efficace intervento per porre
rimedio alle situazioni create dalle crisi dei rifugiati”, ha spiegato il
presidente della Commissione europea, Jean-Claude
Juncker. “L’agenzia Ue non può acquisire le
proprie risorse, non ha un proprio staff operativo e fa riferimento sui contributi
degli Stati membri; non è in grado di svolgere le proprie operazioni di
gestione delle frontiere senza la richiesta prioritaria di uno Stato membro e
non ha un esplicito mandato per condurre operazioni di ricerca e soccorso. Con
la nuova agenzia si potrà fare molto di più”.
A
specificare compiti e mezzi di Frontex 2 è Dimitris Avramopoulos, commissario
europeo per la migrazione, gli affari interni e la cittadinanza. “La nuova agenzia per la guardia costiera e di confine verificherà che le regole di gestione integrata delle
frontiere siano rispettate, potrà agire autonomamente per prevenire
situazioni di crisi e intervenire subito sulle frontiere esterne con azioni
urgenti sul campo. Altre misure proposte
consentiranno la velocizzazione del rimpatrio dei migranti irregolari: ci sarà uno speciale ufficio
rimpatri che collaborerà con gli stati membri finanziando o
co-finanziando le operazioni per
rimandare indietro gli irregolari”.
L’istituzione
di una Guardia costiera e di frontiera europea era stata anticipata il 9
settembre 2015 da Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione, ma il
colpo di acceleratore alla riforma delle agenzie Ue anti-migranti è stato
giustificato dallo stesso presidente della Commissione europea con la necessità
di “dare una risposta ai recenti attentati di Parigi ed alla crescente minaccia
posta dai terroristi combattenti stranieri”.
Secondo
il documento pubblicato dalla Commissione europea il 15 dicembre, la nuova guardia
di frontiera avrà una “squadra di riserva rapida di guardie costiere” e potrà
contare su almeno 1.500 esperti, il cui dispiegamento in una zona a rischio migranti potrà essere effettuato
entro tre giorni. “Essi costituiranno la Forza Europea di Pronto Intervento
rischierabile a ridosso delle frontiere in situazioni di crisi”, scrivono i
commissari di Bruxelles. “Per la prima volta l’agenzia potrà procurarsi le
attrezzature autonomamente e attingere a un parco di attrezzature tecniche
messo a disposizione dagli Stati membri”. Entro il 2020 la nuova agenzia potrà
contare su un migliaio di dipendenti a tempo indeterminato, un numero due volte
maggiore di quanto è impiegato attualmente da Frontex.
Sarà
attivato inoltre un Centro di
monitoraggio ed analisi dei rischi per controllare i flussi migratori verso
l’Unione europea e al suo interno e “svolgere valutazioni obbligatorie della
vulnerabilità, volte a individuare i punti deboli ed a porvi rimedio”. L’agenzia
includerà la “criminalità transfrontaliera” e il “terrorismo” nelle analisi dei rischi e collaborerà con
altre agenzie dell’Unione e le maggiori organizzazioni internazionali nella “prevenzione
del terrorismo”. Funzionari di collegamento verranno distaccati negli Stati
membri per garantire una presenza dove si riterrà che le frontiere siano a
rischio pressione migratoria. “L’agenzia
potrà valutare la capacità operativa, le attrezzature tecniche e le risorse di
cui dispongono gli Stati membri per fronteggiare le sfide alle loro frontiere
esterne e potrà imporre agli Stati membri di adottare misure entro un termine
prestabilito”.
Il
documento della Commissione europea fa esplicito riferimento al diritto d’intervento sovranazionale
della nuova superagenzia Ue. “Gli Stati membri potranno richiedere operazioni
congiunte e interventi rapidi alle frontiere, nonché il dispiegamento di
squadre della guardia costiera e di frontiera europea a sostegno di tali operazioni”,
spiega Bruxelles. “In caso di persistenza delle carenze o di ritardo o
inadeguatezza dell’azione nazionale qualora uno Stato membro sia sottoposto a
una forte pressione migratoria che rappresenti una minaccia per lo spazio
Schengen, la Commissione potrà adottare una decisione di esecuzione per
stabilire che la situazione in un particolare tratto delle frontiere esterne
richiede un intervento urgente a livello europeo. Ciò permetterà all’Agenzia di
intervenire, dispiegando le squadre della guardia costiera europea, per
assicurare l’azione sul campo anche quando uno Stato membro non può o non vuole
prendere le misure necessarie”. Frontex 2 potrà pure inviare funzionari di
collegamento ed avviare operazioni congiunte con Paesi terzi confinanti, anche sul
loro territorio.
Le attività
di controllo delle frontiere effettuate sino ad oggi dalle Guardie costiere
nazionali saranno poste gerarchicamente sotto il comando-gestione della nuova Guardia
costiera e di frontiera europea; congiuntamente anche i mandati dell’Agenzia europea di controllo della pesca
e dell’Agenzia europea per la sicurezza
marittima “saranno allineati” a quello della neonata istituzione. “Le tre
agenzie saranno in grado di avviare operazioni di sorveglianza congiunte, ad
esempio utilizzando sistemi aerei a pilotaggio remoto (droni) nel Mar
Mediterraneo”, scrive la Commissione Ue.
Nell’ambito della nuova agenzia
sarà istituito pure un Ufficio europeo
dei rimpatri che “permetterà di dispiegare squadre europee di intervento
per il rimpatrio, composte da personale di scorta e di sorveglianza nonché da
specialisti in materia di rimpatrio, che lavoreranno con efficacia per
rimpatriare i cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare”. Bruxelles
ha previsto inoltre di introdurre “controlli sistematici” - basati sul raffronto
con le banche dati esistenti - dei cittadini Ue che entreranno o usciranno
dall’Unione. “Per accrescere la sicurezza nello spazio Schengen, si propone una
modifica mirata del codice frontiere
Schengen volta a introdurre controlli sistematici obbligatori dei cittadini
dell’Ue alle frontiere esterne terrestri, marittime ed aeree”, riporta il paper
del 15 dicembre. “Saranno introdotti controlli obbligatori dei cittadini dell’Ue
basati sul raffronto con banche dati, quali il sistema d’informazione Schengen,
la banca dati dell’Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti e i
pertinenti sistemi nazionali, al fine di verificare che le persone in arrivo
non rappresentino una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza interna”.
La Commissione Ue propone inoltre di rafforzare l’obbligo di verificare gli
identificatori biometrici nei passaporti dei cittadini europei “in caso di
dubbi sull’autenticità del passaporto o sulla legittimità del titolare”. La
valutazione dei rischi sarà comunicata alla nuova superagenzia di controllo
delle frontiere, “che potrà giudicare il modo in cui è applicata l’eccezione
nella sua valutazione della vulnerabilità”. Sempre secondo la Commissione, i controlli
sistematici nelle banche dati saranno eseguiti secondo un sistema cosiddetto Hit/no hit, sulla base cioè di
valutazioni meramente soggettive dei funzionari di Frontex 2 sulla presunta
pericolosità sociale del cittadino Ue. “Se la persona controllata non
rappresenta un rischio, il controllo non viene registrato e i suoi dati non
subiscono un ulteriore trattamento”, conclude la Commissione. L’ennesimo colpo
di piccone allo stato di diritto e alle libertà individuali nel nome dell’Europa lager e fortezza armata.
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