Decolla pure da Fontanarossa l’aereo USA che spia la Tunisia
Anche lo scalo aereo di
Catania Fontanarossa, insieme a Pantelleria, è interessato dalle attività di
spionaggio aereo delle forze armate Usa in Tunisia. Secondo il cronogramma
pubblicato sul sito Flightradar24.com
che registra i voli effettuati nell’ultima settimana, il
bimotore Beech B300
Super King Air, numero di matricola N351DY, utilizzato per le
operazioni d’intelligence top secret in Tunisia, ha effettuato almeno un decollo
al giorno dall’aeroporto etneo, escluso sabato 27 giugno. Più specificatamente
l’aereo nella disponibilità di US Africom, il Comando delle forze armate
statunitensi per il continente africano, è decollato da Fontanarossa giovedì 25
alle ore 4.10; venerdì 26 alle 4.14; domenica 28 alle 5.41; lunedì 29 alle 5.27
(nella stessa giornata il bimotore ha operato alle 13.07 pure da Pantelleria); martedì
30 alle 5.12, mentre stamani 1° luglio il Beech Super King ha lasciato Catania
un po’ più tardi del solito, alle 6.42.
Contemporaneamente all’utilizzo
di un secondo aeroporto siciliano come base di supporto logistico, l’aereo spia
ha esteso il proprio raggio d’azione ad altre regioni della Tunisia. Mentre
inizialmente le missioni si erano concentrate infatti alle aree di Monte Chaambi, Djebal Salloum e Foussena, al
confine con l’Algeria, dove sono in corso violenti combattimenti tra le forze
armate tunisine e i gruppi ribelli islamico-radicali, nell’ultima settimana il
velivolo Usa ha operato pure sui cieli di Sousse (la località turistica dove si
è consumata l’efferata strage dei turisti in spiaggia), Hammamet e Bargou (governatorato
di Siliana).
Nei
giorni scorsi, il ministero della Difesa, nel rispondere a due interrogazioni
parlamentari del M5S, aveva ammesso di aver autorizzato sin dall’ottobre 2014 il “rischieramento
temporaneo” sulla base aerea di Pantelleria di “un assetto civile, identificato
come King Air BE-350, non armato e gestito da una compagnia privata
per conto di Africom”, al fine di “consentire l’esecuzione di missioni di
riconoscimento e sorveglianza nel Nordafrica”. Il ministero della Difesa aveva dichiarato
altresì che l’autorizzazione ai voli spia potrebbe essere prorogata sino alla
fine del 2015 e che “l’Aeronautica militare italiana fornisce un limitato
supporto tecnico-logistico, regolamentato da un apposito accordo tecnico di
contingenza, denominato Contingency Technical Arrangement”.
Sempre per ammissione della Difesa, il rischiaramento del bimotore a
Pantelleria è stato autorizzato anche se “non si è al corrente di specifici
accordi fra la Tunisia e gli Stati Uniti”.
Queste ultime affermazioni hanno irritato particolarmente gli attivisti
no war siciliani e il team di legali del Coordinamento dei comitati
No Muos che in sede amministrativa e penale ha sollevato più di un dubbio sulla
legittimità costituzionale degli accordi sulle basi Usa e Nato in Italia e quelli
realtivi all’installazione in territorio italiano di strumenti di guerra ad uso
esclusivo delle forze armate statunitensi. “La risposta alle interrogazioni del M5S, oltre a
confermare l’utilizzo di Pantelleria per le suddette operazioni Usa, dimostra
l’assoluta superficialità con la quale l’uso è stato autorizzato pur senza
conoscere nulla di ciò che si stava autorizzando”, commentano gli avvocati
Paola Ottaviano e Sebastiano Papandrea. “Affermare di non essere al corrente di specifici accordi fra la
Tunisia e gli Stati Uniti, significa che è stata autorizzata un’attività
della quale si sconoscono gli scopi, le modalità e gli accordi sottostanti”.
“Sconcerta poi
che tutto questo sia stato fatto in base ad un semplice Accordo Tecnico”, aggiungono i due legali No MUOS. “Consentire
l’effettuazione di attività d’intelligence in una zona di guerra, per le
ricadute che può avere e il possibile coinvolgimento del nostro territorio nel
conflitto in corso, non può essere definito con un semplice accordo tecnico. Si
tratta di una precisa scelta politica che andrebbe fatta, intanto conoscendo
bene quali sono i termini della questione e quali gli accordi sottostanti (un
supporto militare alla Tunisia? Solo attività di intelligence? Supporto tecnico
con fornitura di attrezzature?). Va invece ribadito che una simile decisione,
secondo la nostra costituzione, spetterebbe al Parlamento che, ai sensi
dell’art. 80, ha il compito di approvare tutti quegli accordi internazionali
che hanno rilevanza politica”.
Paola
Ottaviano e Sebastiano Papandrea lamentano come la vicenda dei voli spia in
partenza dagli scali di Pantelleria e Catania Fontanarossa sia del tutto simile
a quella relativa all’installazione del terminale terrestre del MUOS a Niscemi.
“Ancora una volta, dobbiamo constatare come di fronte ai diktat degli Stati
Uniti si compiano violazioni di norme e principi costituzionali”, scrivono i
due avvocati. “L’aeroporto di Pantelleria era destinato alla conversione
civile, ma l’instabilità dell’area ha spinto verso la decisione di potenziarlo
a fini militari. La logica della guerra sfrenata e fuori dai paletti
giuridici e politici a cui dovrebbe sottostare secondo regole nazionali e
internazionali, mette sempre più a rischio la sicurezza e la salute delle
persone, sacrifica l’economia della Sicilia, favorendo solo le lobby legate al
commercio delle armi, settore sempre lautamente finanziato a discapito dei
servizi essenziali”.
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