Parlamentari Nato a Catania per le prossime guerre mediterranee
Una città in stato d’assedio,
blindata come non mai, dov’è vietato di tutto, transitare, manifestare, pensare.
Dal 2 al 4 ottobre il Palazzo comunale di Catania ospiterà il “Gruppo
speciale sul Mediterraneo e il Medio Oriente” (GSM) dell’Assemblea parlamentare
della Nato, nota cinghia di trasmissione delle strategie di guerra dei generali
del Pentagono e dell’Alleanza Atlantica all’interno dei Parlamenti dei Paesi
membri. Dal 1996 i forum dei parlamentari del GSM analizzano le politiche di sicurezza
Nato nell’area mediterranea e mediorientale; dal 2004 gli inviti sono stati
estesi ai “membri associati” e ai “partner regionali” dell’Alleanza Atlantica, in
particolare Malta, Cipro, Algeria, Egitto, Giordania, Israele,
Marocco, Tunisia e Consiglio legislativo Palestinese. E dai temi più squisitamente,
gli incontri del Gruppo speciale si sono via via estesi all’analisi delle migrazioni e delle differenti implicazioni politiche delle dinamiche economiche e sociali
in nord Africa e Medio oriente.
Quasi a voler confermare che in Italia la fedeltà
atlantica è patrimonio bipartisan, ai lavori del vertice di Catania parteciperanno
il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidentessa della Camera Laura
Boldrini, i ministri Federica Mogherini (Esteri), Angelino Alfano (Interni) e
Roberta Pinotti (Difesa). Sono attesi poi più di un centinaio di parlamentari di
Stati Uniti ed Europa e vari esponenti politici e rappresentanti dei Governi dei
Paesi mediterranei “associati”. Le sessioni di lavoro si soffermeranno in particolare
sul consolidamento
dello Stato libico, sulla sfida delle
migrazioni trans mediterranee (tra i relatori il capo di Stato Maggiore
della Marina militare italiana, ammiraglio Giuseppe De Giorgi), e sull’evoluzione del Movimento jihadista, anfitrione
il sottosegretario di Stato per la Sicurezza Nazionale Marco
Minniti (Pd), già sottosegretario alla Difesa ed ex presidente della
Fondazione Icsa, centro di analisi sui temi della sicurezza e dell’intelligence.
Alla guida di Icsa, Minniti è stato sostituito dal generale Leonardo Tricarico,
ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica ed ex Comandante della 5^ Forza
Aerea Tattica della Nato, strenuo difensore del multimiliardario programma di
acquisizione dei cacciabombardieri a capacità nucleare F-35.
A fare gli onori di casa alla
composita delegazione dei parlamentari pro-Nato, il sindaco Pd del capoluogo
etneo Enzo Bianco, ministro dell’Interno nei governi bis di Massimo D’Alema e
Giuliano Amato, successivamente presidente del Comitato parlamentare di
controllo dei servizi segreti e infine membro della delegazione parlamentare
italiana presso l’Assemblea parlamentare della Nato. Bianco ha esercitato sapientemente
la sua azione di lobbying a Bruxelles per far tenere il GSM 2014 a Catania. Dalla
riuscita dei lavori dipenderà sicuramente l’iter del grande sogno-progetto del
primo cittadino: il trasferimento da Varsavia a Catania della sede centrale di
Frontex (l’agenzia europea di contrasto alle migrazioni) o perlomeno la
creazione in Sicilia di una dependance Ue per il controllo dei flussi migratori
nel Mediterraneo e nell’Africa sub-sahariana.
Per questo il Viminale ha predisposto
in città un imponente apparato sicuritario, mentre Prefetto e Questore hanno adottato
il pugno duro contro ogni potenziale “disturbatore” della pax atlantica. Formalmente vietato il presidio di protesta anti-Nato
indetto in centro da Rete Antirazzista catanese, Coordinamento regionale dei
comitati No Muos, Cobas Scuola, Officina Rebelde, La Città Felice, Unione degli
Studenti, Lila, Catania Bene Comune, Rifondazione comunista, Azione Civile, L’Altra
Europa, Anpi Catania. “Si ritiene di dover dare esatta esecuzione al
provvedimento prefettizio n. 43640 del 30 settembre 2014, con il quale è stato
disposto, a decorrere dalle ore 6 e fino alle ore 19 nei giorni 2 e 3 ottobre,
nell’area circostante il Palazzo Municipale il divieto di pubblica
manifestazione di qualsiasi genere, compresa l’attività di volantinaggio”,
recita l’atto del questore Longo. “Non si era mai verificato a Catania si
vietasse perfino di distribuire un volantino, ma noi in piazza ci saremo”, dichiarano
Alfonso Di Stefano e Matteo Iannitti, esponenti del movimento no-vertice. “La
Sicilia è stata trasformata in un avamposto di guerra con le basi militari Usa-Nato
di Sigonella, Niscemi, Trapani Birgi ed Augusta ed è anche diventata una
prigione-ghetto per i migranti e richiedenti asilo che fuggono dai loro paesi
anche a causa dei criminali interventi umanitari
con cui l’Alleanza Atlantica avrebbe dovuto esportare la democrazia”.
“Con la militarizzazione dell’Isola, è stato già pagato
un pesantissimo prezzo in termini di riduzione degli spazi di agibilità democratica
e libertà di espressione e manifestazione”, affermano i rappresentanti di Officina
Rebelde. “Da una relazione del
prefetto di Caltanissetta Carmine Valente, si è appreso che nel 2013 sono stati
impiegati 7.349 tra carabinieri e agenti di polizia e Guardia di finanza, durante
le manifestazioni di protesta contro l’installazione del MUOS a Niscemi. Uno spiegamento di forze enorme e dispendiosissimo che può
essere paragonato solo ad un’operazione di guerra in casa propria”. Dl resto,
si sa, con i droni killer e spia a Sigonella, il nuovo sistema di telecomunicazioni
satellitari a Niscemi e i sottomarini con i missili intercontinentali nucleari
ad Augusta, la Sicilia è una delle capitali mondiali delle guerre globali del
XXI secolo.
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