L’Italia ha “protetto” il volo del latitante Netanyahu dagli USA a Israele
Sul premier israeliano Benjamin Netanyahu pende dal 21 novembre 2024 un mandato di cattura della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità e crimine di guerra, commessi dopo l’8 ottobre 2023 contro la popolazione palestinese di Gaza. L’Italia poteva arrestarlo lo scorso 30 settembre ma ha autorizzato, invece – unico paese europeo - che l’aereo in cui viaggiava di ritorno in Israele dagli Stati Uniti d’America sorvolasse lo spazio aereo nazionale.
Il sito
specializzato ItaMilRadar ha
tracciato nel pomeriggio di quella giornata la rotta nel Mediterraneo
dell’aereo del Boeing 767-338 dell’Aeronautica Militare israeliana (numero di
registro 4X-ISR) in cui viaggiava Netanyahu. Dopo il decollo da New York, il
Boeing ha superato lo Stretto di Gibilterra per poi effettuare una lunga diagonale
sopra il bacino marittimo per non dover passare sui cieli di Spagna e Francia.
Il velivolo
si è diretto verso nord-est volando prima a largo delle Baleari e poi in
direzione dello spazio aereo italiano. Il Boeing con il primo ministro
israeliano ha così sorvolato la Sardegna centrale e successivamente il sud
della Calabria per dirigersi infine verso l’Egeo e da lì all’aeroporto di Tel
Aviv.
“L’aereo ha
mantenuto la rotta a sud dell’isola di Creta, sorvolando le acque
internazionali, anche se all’interno della zona sotto il controllo radar di
Atene, ma comunque fuori dello spazio territoriale della Grecia”, riportano gli
analisti di ItaMilRadar.
“Grazie alla
pianificazione del volo lontano dai paesi che hanno assunto una posizione
rigida sul dossier internazionale per il caso Netanyahu, è stata minimizzata
l’esposizione del velivolo alle giurisdizioni ritenute più sensibili”, aggiunge
ItaMilRadar. “Le autorità israeliane
hanno preferito una rotta molto più lunga: Atlantico, Gibilterra, Mediterraneo
meridionale, Egeo, Israele”.



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