Il mare armato della scuola media “Enzo Drago” di Messina

 

La Giornata del Mare all’Istituto Comprensivo “Enzo Drago” di Messina si festeggia con un “incontro formativo” con un ufficiale della Marina Militare in forza alla base di guerra navale della città dello Stretto.

La dirigente scolastica della scuola peloritana, professoressa Virginia Ruggeri, ha pubblicato una circolare destinata alle famiglie degli studenti e ai docenti della scuola secondaria di primo grado con cui si comunica che mercoledì 10 aprile, in occasione della “Giornata del Mare 2024”, nella palestra della scuola si terrà un “incontro formativo, tenuto dal Sottotenente di Vascello Giuseppe Pala della Marina Militare”, rivolto ad una rappresentanza degli alunni e delle alunne delle classi seconde. All’evento parteciperanno nello specifico sette alunni e alunne per classe individuate/i dai singoli coordinatori entro la giornata del 9 aprile.

Di certo si sarebbero potuti scegliere ben altri interlocutori-relatori per la Giornata del Mare, come ad esempio studiosi e ricercatori universitari e i rappresentanti delle tante organizzazioni ambientaliste, culturali e sportive che operano a Messina a difesa e promozione del territorio e dello Stretto. All’IC “Drago” si è invece preferito puntare sulla Marina Militare, quella forza armata che occupa una delle aree più belle di Messina, la cosiddetta “zona falcata”, off limits per i cittadini nonostante il suo rilevante patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico. Ci sarebbe poi da ricordare l’insostenibile impatto in termini di inquinamento del territorio e del mare generato dalle attività dell’Arsenale navale di Messina e dalle aziende della cantieristica committenti del Comando della Marina Militare. Un mare negato dalla militarizzazione a cui si sommano i gravi pericoli per la popolazione rappresentati dal transito nelle acque dello Stretto delle portaerei e dei sommergibili a propulsione nucleare e/o armati con missili atomici.

Purtroppo le Giornate nazionali del Mare sono un’importante occasione per la Marina Militare per fare proseliti tra le nuove generazioni e contribuire all’opera di mistificazione delle funzioni della forza armata stessa. “Si tratta di un’iniziativa nata nel 2017 con l’obiettivo di accrescerne l’amore e il rispetto per questo bene prezioso: con questo provvedimento la Repubblica italiana ha individuato il giorno nel quale celebrare il mare, l’oro blu, inteso come risorsa di grande valore ambientale, scientifico-ricreativo ed economico”, riferiva in occasione della presentazione ufficiale dell’edizione 2022 l’allora sottosegretaria alla Difesa, Stefania Pucciarelli (Lega per Salvini). “L’Italia ha quasi 8 mila chilometri di coste: una risorsa che incide in modo significativo sul Pil nazionale. La penisola è inoltre uno dei principali contributori dell’Economia Blu dell’Unione Europea, ovvero un modello di economia dedicato alla creazione di un sistema economico sostenibile attraverso l’innovazione tecnologica”.

Che la difesa ambientale del mare sia il cavallo di Troia per rafforzare il sistema economico dominante e accrescere le sinergie tra la ricerca e il complesso militare-industriale appare ancora più evidente dalle parole proferite dall’ammiraglio Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina, in occasione della Giornata del Mare 2022. “È necessario proteggere e tutelare l’ambiente marino, così tuteliamo noi stessi: in virtù di questa ferma convinzione, la Marina è all’avanguardia nello sviluppo di sistemi sostenibili e nella transizione ecologica”, ha dichiarato Credendino. “La Marina Militare conferma il suo ruolo in prima linea nella tutela dell’ambiente marino con la recente firma dell’accordo tra il Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA),e il Capo del 5° Reparto Sommergibili dello Stato Maggiore: per rafforzare le rispettive sinergie un contributo rilevante può venire anche dal monitoraggio degli habitat marini attraverso i sensori acustici dei sommergibili. I sottomarini di nuova generazione, grazie ad una dotazione di sensori tecnologicamente avanzati, oltre a garantire deterrenza, sicurezza e protezione degli interessi nazionali nel Mediterraneo, contribuiscono alla ricerca scientifica e alla tutela dell’ambiente marino”.

Identiche finalità bellico-economiche-pseudoambientali sono perseguite dal Protocollo d’intesa sottoscritto il 7 agosto 2023 dallo Stato Maggiore della Marina Militare e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’accordo della durata di tre anni (prorogabile per un altro triennio) è finalizzato a una “mutua collaborazione di carattere educativo e formativo in molteplici aree di intervento: crescita dei giovani cittadini, del cluster marittimo, della cultura del mare, dello sport, della sicurezza marittima, della tutela dell’ambiente, della biodiversità e della salvaguardia del patrimonio marino”.

“La Marina Militare si impegna ad offrire agli studenti opportunità formative di alto e qualificato profilo, per l’acquisizione di competenze trasversali e titoli di studio spendibili ne mercato del lavoro in continua evoluzione”, riporta il Protocollo d’intesa. I moduli e i percorsi formativi predisposti dalla Marina per gli insegnanti e gli studenti rispondono a una precisa visione geostrategica economico-militare. “Il mare svolge un ruolo centrale per le popolazioni”, enfatizza l’accordo. “La globalizzazione ha creato una reale interdipendenza di Paesi geograficamente lontani, il cui elemento di continuità è rappresentato dal flusso globale di persone, merci e risorse energetiche via mare. Per l’Italia – nazione a forte connotazione marittima – il mare è l’elemento fondamentale da cui dipendono significativamente la propria sicurezza, l’economia, la prosperità ed il cui libero uso deve essere garantito, prevenendo e contrastando efficacemente tutti i rischi e le minacce presenti (…) In tale scenario, la difficoltà maggiore è rappresentata dalla generale inconsapevolezza nell’opinione pubblica dell’importanza della dimensione marittima per la prosperità e la sicurezza nazionale: appare quindi opportuno realizzare una politica di informazione e formazione mirata ad una vera e propria rivalutazione del ruolo dell’ambiente marittimo…”.

Chissà se la dirigente e il personale scolastico dell’IC “Enzo Drago” di Messina hanno avuto modo di riflettere sui contenuti e sulle reali finalità “pedagogiche” degli interventi “educativi” della Marina Militare in ambito scolastico. Inquieta tuttavia che nella comunicazione ufficiale dell’incontro formativo sulla Giornata del Mare compaia l’ordine di servizio rivolto a sette insegnanti per accompagnare in palestra gli alunni e le alunne delle classi partecipanti. La legittimità di atti che impongono ai docenti la presenza a iniziative di tipo bellico-militarista è contestata dall’Osservatorio sulla militarizzazione delle scuole e delle università. “Non risulta che le norme vigenti prevedano tale obbligo di servizio in capo al personale docente e/o ATA; inoltre se le attività non sono state deliberata dagli organi collegiali (consigli di classe e di istituto e collegio dei docenti, Nda), non possono essere imposte unilateralmente”, ricorda l’Osservatorio.

“Un ordine di servizio/circolare che non si vuole eseguire può essere contestato con un atto di rimostranza e contestuale richiesta di annullamento e/o di riformulazione in forma scritta con l’indicazione, da parte del dirigente, degli estremi delle norme contrattuali che ne prevedono l’esecuzione”, si aggiunge. “Se il dirigente scolastico non risponde, l’atto di rimostranza è accettato e non si deve eseguire l’ordine di servizio. Se invece il dirigente reitera l’ordine, ci sono due possibilità: o si ottempera e poi si valuta con gli avvocati se intraprendere la via legale; o non si ottempera consapevoli che potrebbe essere avviato un procedimento disciplinare nei confronti del docente”.

Nel Vademecum predisposto dall’Osservatorio sulla militarizzazione delle scuole e delle università per contrastare il dilagante processo di “occupazione” fisica e ideologica del sistema scolastico e d’istruzione da parte delle forze armate, si rileva che attività come quelle promosse a Messina sono in palese conflitto con numerose norme giuridiche. “Con nota del 14 settembre il Ministero dell’Istruzione ha emesso le Linee guida per l’educazione alla pace e alla cittadinanza glocale in cui si afferma che l’educazione alla pace deve essere considerata come lo sfondo integratore dell’intero processo formativo”, “L’art. 1 comma 7 della Legge 107/2015 individua tra gli obiettivi prioritari che le scuole devono perseguire lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace. La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176, nel preambolo afferma: In considerazione del fatto che occorre preparare pienamente il fanciullo ad avere una sua vita individuale nella società, ed educarlo nello spirito degli ideali proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà (…) L’educazione alla pace è incompatibile con attività scolastiche che prevedano il coinvolgimento diretto o indiretto delle Forze Armate italiane, delle forze armate di altre nazioni e di corpi o istituzioni europee e internazionali che svolgono attività militari così come di enti e soggetti ad essi collegati”.

Ci auguriamo, a questo punto, che gli insegnanti “chiamati” ad accompagnare gli alunni dell’IC “Drago” di Messina disobbediscano all’illegittimo ordine del Capo d’Istituto e/o che i genitori facciano in modo che i propri figli disertino in massa l’incontro con l’ufficiale della Marina Militare. Sarà un modo, anche questo, per testimoniare il dissenso contro le scelte scellerate di quei governi che stanno spingendo il pianeta sull’orlo della catastrofe.

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