Varo a Palermo dell’unità da sbarco della Marina militare del Qatar. Renato Schifani: “Orgoglio dei siciliani”

 


Fincantieri Palermo vara la nave anfibia (Landing Platform Dock) “Al Fulk”, commissionata dalla Marina di guerra del Qatar.

Presenti alla cerimonia il Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa del Qatar, H.E. Khalid bin Mohamed Al Attiyah; il Ministro della Difesa, Guido Crosetto; il Comandante delle forze navali dell’emirato, Abdullah Hassan Al-Sulaiti; il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Enrico Credendino; il Segretario Generale Difesa e Direzione Nazionale Armamenti, generale Luciano Portolano; il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani; il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla; l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero.

La nuova unità da guerra ha una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare a bordo circa 550 marines. È dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di ospitare un mezzo da sbarco pronto all’uso. Il ponte di volo è inoltre dimensionato per ospitare l’elicottero NH90 prodotto da Leonardo SpA..

Con questa unità anfibia - da sbarco, la Marina militare del Qatar rafforza le proprie capacità di proiezione avanzata ben aldilà delle acque territoriali. L’ennesimo affare per il complesso militare-industriale italiano che innesca un’ulteriore escalation bellica nel Golfo Persico.

Davvero vergognose e infamanti le parole del Presidente Schifani alla cerimonia di stamani: “Sono qui perché noi crediamo nell’industria e nello sviluppo di questa nostra terra. Anche la Regione darà lavoro ai cantieri con importanti commesse. Sono veramente orgoglioso di essere qui a testimoniare la presenza della Regione e l’orgoglio dei siciliani”.

Signor presidente, i siciliani chiedono pace e lavoro, non certo sistemi di morte per paesi belligeranti che violano i più elementari diritti umani, né profitti e dividendi per le aziende del comparto militare-industriale che hanno scelto da anni di esternalizzare commesse o trasferire all’estero (vedi in particolare negli Stati Uniti d’America) interi cicli produttivi.

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