Leonardo sbarca in Somalia, promuove l’italiano con un occhio alle armi
Leonardo punta a rafforzare la propria presenza in Corno d’Africa e affida l’affaire all’ex ministro dell’Interno Marco Minniti (Pd), alla guida della Fondazione Med-Or costituita dall’holding del complesso militare-industriale italiano per promuovere progetti di “cooperazione” e scambi culturali-accademici con i paesi del cosiddetto Mediterraneo allargato (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or).
Il 21
dicembre 2021 è stato firmato a Roma un Memorandum
of Understanding tra la Fondazione Med-Or e la Repubblica Federale di
Somalia per la “promozione della lingua italiana in Somalia e il sostegno
all’alta formazione, attraverso l’erogazione di borse di studio e corsi di
formazione professionale”. A sottoscrivere l’accordo Marco Minniti e il
Ministro degli Affari Esteri somalo Abdisaid Muse Ali, ma all’evento erano
presenti pure il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale
Luigi Di Maio, il Ministro della Pubblica Istruzione somalo Abdullahi Abukar
Haji e l’intero stato maggiore di Leonardo S.p.A., il presidente Luciano Carta
(generale ritirato della Guardia di finanza), l’amministratore delegato
Alessandro Profumo, il direttore generale Valerio Cioffi e Letizia Colucci, direttrice
generale della Fondazione Med-Or.
“La
Somalia è un paese strategico nei complessi equilibri dell’Africa Orientale ed
è un partner fondamentale per noi nel Corno d’Africa”, ha dichiarato l’ex
ministro Minniti. “L’interesse e l’impegno di Med-Or verso questo paese sono in
linea con quanto fatto nel corso degli ultimi anni dall’Italia in Somalia. Consolideremo
la cooperazione in numerosi campi e le relazioni comuni, insieme alle
istituzioni somali”.
Il
Memorandum firmato con la Repubblica di Somalia segue altri due progetti promossi
e finanziati in Africa dalla Fondazione di Leonardo: il primo con la Mohammed
VI Polytechnic University di Rabat (finanziamento di alcune borse di studio
presso la LUISS “Guido Carli” di Roma, destinate a studenti provenienti dal
Marocco); il secondo con la consegna alla Repubblica del Niger di una cinquantina
di concentratori di ossigeno per
alcune strutture sanitarie impegnate nell’assistenza a malati di Covid-19.
La
presenza a Roma alla firma dell’accordo di “cooperazione” dei massimi vertici
di Leonardo S.p.A., conferma l’intenzione del gruppo di penetrare nel
redditizio mercato dei sistemi d’arma del martoriato Corno d’Africa. Risale a
tre anni fa l’ultima importante
commessa nella regione, la fornitura al governo federale somalo di sistemi ATC - Air Traffic Control. Nello specifico, la
controllata Selex ES Technologies Limited (SETL) con sede in Kenya, ha
installato nel 2018 a Mogadiscio un Centro Nazionale ACC (Air Control Centre) per
l’integrazione degli strumenti operativi di controllo aereo e tre torri radar in
altrettanti aeroporti del Paese per un totale di 16 postazioni operatore, oltre
a un sistema radio VHF e una rete satellitare.
Una
trattativa per la fornitura di un sofisticato sistema radar è in corso tra Leonardo
e le autorità militari di Gibuti, la piccola enclave tra Eritrea, Etiopia e
Somalia, strategica per il controllo dello
Stretto Bab El Mandeb che separa il Mar Rosso dal Golfo di Aden, principale
rotta commerciale e petrolifera tra l’Asia e l’Europa. Il 30 gennaio 2020 i
manager del gruppo italiano hanno accompagnato una delegazione della Repubblica di Gibuti (presenti tra gli
altri il ministro della Difesa Hassan
Omar Mohamed e l’ambasciatore a Parigi
Ayeid Mousseid Yahya) in visita alla 4ª Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e
l’Assistenza al Volo dell’Aeronautica Militare di Borgo Piave, l’ente responsabile
della realizzazione, installazione e manutenzione dei sistemi radar, di
telecomunicazioni e radio assistenze al volo e alla navigazione aerea.
“Gli
ospiti sono stati accolti dal Comandante della 4ª Brigata, generale Vincenzo Falzarano”, riporta
la nota dell’ufficio stampa dell’Aeronautica italiana. “La visita ha
interessato il Sistema FADR (Fixed Air Defence Radar, modello
RAT–31DL, prodotto da Leonardo, nda) che
costituisce la struttura portante del sistema di Difesa Aerea. Il FADR è un radar di sorveglianza a lungo
raggio (oltre 470 chilometri) e l’Aeronautica Militare, grazie alla
sinergia con il mondo industriale nazionale, lo ha utilizzato per il rinnovamento tecnologico di dodici radar
fissi a copertura dell’intero spazio aereo nazionale”.
Come nel caso del Niger, la
Fondazione Med-Or di Leonardo S.p.A. sembra voler privilegiare le regioni del
continente africano dove operano stabilmente le forze armate italiane. In Corno
d’Africa l’Italia è presente nell’ambito di due missioni internazionali, EUTM Somalia (European Union Training Mission to contribute to the training of Somali
security forces) e MIADIT.
L’operazione EUTM ha preso il via nell’aprile 2010 dopo
la decisione dell'Unione Europea di “contribuire al rafforzamento del Governo
Federale di Transizione della Somalia attraverso l’addestramento delle Forze di
sicurezza somale”. Inizialmente il personale militare UE era schierato in
Uganda e operava in stretta collaborazione con le forze armate ugandesi. Furono
costituititi un quartier generale a Kampala, una base addestrativa a Bihanga
(250 km a ovest della capitale) e un ufficio di collegamento a Nairobi (Kenya).
Quando le condizioni di sicurezza in Somalia sembrarono migliori, EUTM inaugurò un centro di formazione
presso l’aeroporto internazionale di Mogadiscio (aprile 2013) e, dall’inizio
del 2014, sia il quartier generale che i centri addestrativi furono trasferiti
in territorio somalo.
“Focus iniziale della Missione
EUTM è stato l’addestramento delle
reclute somale e la formazione di istruttori delle Somali National Security
Forces (SNSF) capaci di gestire in proprio l’addestramento di sottufficiali e della
truppa”, spiega il Ministero della Difesa italiano. “Con il crescente impegno
della Comunità Internazionale e dell’UE nel processo di stabilizzazione del
Corno d’Africa, è stato previsto un ulteriore sviluppo della missione. Dall’aprile
2015, con il 4° mandato, essa si è concentrata sempre più sulla componente
legata alla consulenza operativa, logistica e amministrativa del Ministero
della Difesa e dello Stato Maggiore somalo”. Dal 15 febbraio 2014 il Comando di
EUTM è assegnato all’Italia e il contingente nazionale impiegato è di 148
militari e 20 mezzi terrestri.
Dal 2013 le forze armate
italiane sono impegnate pure nella Missione
Bilaterale di Addestramento delle Forze di Polizia somale e gibutiane – MIADIT. “La missione è volta a favorire la
stabilità e la sicurezza della Somalia e dell’intera regione del Corno
d’Africa, accrescendo le capacità nel settore della sicurezza e del controllo
del territorio da parte delle forze di polizia somale”, spiega ancora il
Ministero della Difesa. “L’obiettivo a
lungo termine è quello di rigenerare la polizia federale somala mettendola
innanzitutto in grado di operare nel complesso scenario e successivamente, con
i corsi training of trainers, portarla gradualmente all’autosufficienza
formativa”.
Il contingente
nazionale impiegato è di 53 militari e 4 mezzi dell’Arma dei Carabinieri. I moduli addestrativi sono
diretti a 150-200 agenti somali e gibutini alla
volta e hanno una durata di 12 settimane. Le attività spaziano dall’addestramento individuale al combattimento,
agli interventi nei centri abitati, alle tecniche di controllo del territorio e
gestione della folla, alla ricerca e neutralizzazione di armi ed esplosivi.
Sempre secondo la Difesa, gli istruttori dei Carabinieri hanno già addestrato
oltre 2.600 unità appartenenti alla Polizia Somala, alla Polizia Nazionale e
alla Gendarmeria Gibutiana, contribuendo inoltre alla ristrutturazione
dell’Accademia di Polizia di Mogadiscio.
Articolo pubblicato in Africa ExPress il 25 dicembre 2021, https://www.africa-express.info/2021/12/24/leonardo-sbarca-in-somalia-la-sua-fondazione-promuove-litaliano-e-addestra-lesercito/
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