Emilia Barrile, il Terzo livello e l’assessore “testa di caz…”
Nuova
deposizione eccellente al processo Terzo
livello che vede imputata, tra gli altri, l’ex presidente del consiglio
comunale di Messina Emilia Barrile (già Pd, poi Forza Italia), candidata a
sindaco – non eletta - alle elezioni amministrative del giugno 2018. La Corte
presieduta dalla dottoressa Silvana Grasso ha chiamato a testimoniare
Sebastiano Pino, comandante della navi traghetto Rfi che operano nello Stretto
ed ex componente della Giunta municipale con Renato Accorinti sindaco. All’esame
dell’interrogatorio condotto dal Pubblico ministero Fabrizio Monaco una controversa
delibera approvata dall’amministrazione comunale nell’estate 2015 che
autorizzava la sdemanializzazione a
titolo oneroso di due particelle di terreno di proprietà del Comune adiacenti
alle centralissima via Felice Bisazza, previa richiesta dei fratelli Bartolo
Vittorio, Giacoma, Santa e Antonino Cuscinà (residenti tutti a Valdina),
interessati a realizzare nell’area una palazzina residenziale.
“La
delibera che è stata approvata dalla Giunta comunale - per bypassare la
mancanza del capitolo previsto dal PEG nell’attuale bilancio grazie ad un escamotage trovato da Emilia Barrile -
è stata redatta in maniera non conforme alla legge”, scrive la Direzione
Investigativa Antimafia nell’Informativa del 6 ottobre 2017 sul presunto traffico di influenze illecite che
sarebbe stato gestito dall’esponente politica da sempre vicina all’allora
parlamentare Francantonio Genovese. E proprio per l’affaire della palazzina di
via Felice Bisazza, Emilia Barrile deve difendersi processualmente dall’accusa
di avere accettato dal noto imprenditore mamertino Vincenzo Pergolizzi,
interessato in prima persona all’operazione immobiliare dei fratelli Cuscinà, “la
promessa, per sé o per altri, di utilità economiche, come prezzo della propria
mediazione illecita, per compiere o avere compiuto atti contrari ai doveri di
ufficio”. In particolare, secondo il Pm, Emilia Barrile avrebbe interferito
sull’operato degli uffici comunali, “esercitando un’attività di pressione e di
condizionamento, in ordine ad una pratica amministrativa di interesse di
Vincenzo Pergolizzi e dell’ingegnere Francesco Clemente”, concernente la
vendita del terreno comunale in via Felice Bisazza, “sollecitandone
sistematicamente la trattazione presso gli uffici competenti, dando la garanzia
che, nel caso fosse necessario il passaggio della pratica in Consiglio
Comunale, essa sarebbe stata approvata, anche tramite escamotage irregolari (…)
benché non fosse possibile una regolare imputazione contabile dell’entrata
derivante dalla vendita dell’area comunale”. Escamotage irregolari quelli architettati dall’ex presidente del Consiglio
inspiegabilmente ignorati dall’amministrazione comunale che alla fine sottoscrisse
di proprio pugno un atto che per la pubblica accusa era affetto da vizi di
legittimità.
Competente il Consiglio, ma la
delibera ce la facciamo in Giunta
“Sono stato nominato assessore comunale il 26 gennaio
del 2015 e per un breve periodo ho avuto anche la delega al patrimonio; sono
subentrato dopo le dimissioni dell’assessore Filippo Cucinotta e sono stato
componente della Giunta fino al 26 giugno 2018”, ha esordito al processo Terzo livello il comandante Sebastiano
Pino.
Pm Fabrizio Monaco: – Lei all’epoca, quale assessore al
patrimonio, risulta proponente di una proposta di delibera della Giunta
comunale di Messina che aveva ad oggetto la vendita di relitti di area comunale
ricadenti all’interno del primo comparto dell’isolato 247/A del Prg di Messina,
strada comunale denominata San Sebastiano angolo con via Felice Bisazza. Lei
ricorda questa vicenda?
Sebastiano Pino: – Di questa no. O meglio in quel
periodo ci sono state due delibere perché mi pare che una riguardasse un’altra
area sempre di relitti… Comunque queste delibere sono del dipartimento
patrimonio. Se è agli atti sì, la delibera l’ho firmata.
Pm Fabrizio Monaco: – E’ una delibera di Giunta, lei
risulta proponente, figura anche presente nella riunione dell’11 agosto del
2015 in cui fu votata ed approvata. Ricorda qualcosa? Come funziona questa
procedura della vendita dei relitti di aree comunale, come funzionava all’epoca?
Sebastiano Pino: – Allora, il dipartimento patrimonio
istituisce la pratica e evidentemente vi era una manifestazione di interesse
per quest’area che poi sono delle superfici di risulta, abbandonate. Infatti
viene chiamato proprio relitto in base a delle lottizzazioni o comunque
probabilmente lì era un relitto da quando era stata costruita la strada. Il
dipartimento istruisce la pratica e propone, esprime un parere tecnico sulla
congruità del prezzo e sul fatto che comunque quel pezzo di terreno è previsto
nel piano delle alienazioni e viene proposto alla Giunta di approvare una
delibera che poi dovrà andare in Consiglio comunale perché sul patrimonio poi è
questo a decidere.
Pm Fabrizio Monaco: – Mi faccia capire meglio, quindi
questa è una cosa che doveva poi passare dal Consiglio comunale?
Sebastiano Pino: – Sì, sì, tutto quello che riguarda
dismissione di patrimonio ovviamente sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Perché a noi non risulta che
questa cosa sia passata dal Consiglio comunale.
Sebastiano Pino: – Sì, poi non l’ho più seguita, lo
ricordo male però da settembre-ottobre in poi io non ho avevo più la delega al
patrimonio.
Pm Fabrizio Monaco: – A noi risulta che qualcuno era
interessato a che passasse dal consiglio comunale però non passa dal consiglio
comunale questa cosa. Ci sa riferire qualcosa?
Sebastiano Pino: – Su questo aspetto no.
Pm Fabrizio Monaco: – Perché doveva passare dal Consiglio
comunale?
Sebastiano Pino: – Perché trattandosi di una
dismissione di patrimonio comunale è competente il Consiglio e non la Giunta
comunale.
Pm Fabrizio Monaco: – E scusi, come l’avete fatta questa
delibera allora?
Sebastiano Pino: – No, la Giunta fa la proposta di
delibera al Consiglio comunale. Questa è una pratica che istruisce il
dipartimento patrimonio del Comune.
Pm Fabrizio Monaco: – Io vedo qui: Delibera, approvare lo schema dell’atto di vendita predisposto dal
dipartimento demanio eccetera, eccetera, prevedente la cessione a titolo
oneroso dei signori Cuscinà, Bartolo Vittorio, Giacomo, Santa e Antonino.
Lei li ha mai conosciuti questi soggetti?
Sebastiano Pino: – No, assolutamente.
Pm Fabrizio Monaco: – Delibera di autorizzare il dirigente del demanio a procedere alla sottoscrizione
dell’atto di vendita e di autorizzare i servizi finanziari e di ragioneria ad
introitare alla risorsa 640/11 entrata reperita dal patrimonio comunale
disponibile la somma di 76.950 euro. Qui non si parla di Consiglio comunale
o di un passaggio al Consiglio comunale. Lei ricorda che, per esempio, in altre
vicende, vi fu effettivamente un passaggio dal Consiglio?
Sebastiano Pino: – Sì, lo stabilisce la legge. Il
testo unico sugli enti locali, il TUEL.
Pm Fabrizio Monaco: – Quindi lei ha memoria di questa
circostanza, che era noto a chi operava nel Comune di Messina che vi era
necessità di un passaggio in Consiglio comunale? Vorrei capire se le risulta
che per altri casi simili vi fosse stato un passaggio in Consiglio.
Sebastiano Pino: – Sì, ovviamente sì. Però, ripeto,
siccome io ho avuto la delega al patrimonio per un breve periodo non mi sono
occupato perché poi la proposta va in Consiglio e la segue l’assessore
competente. Io non ricordo di essermi interessato ad altre pratiche simili, in
questo senso.
Pm Fabrizio Monaco: – Io leggo da questa delibera che
risulta qui pervenuta una determinazione di stima in data 22 luglio 2014. Com’è
che la delibera poi viene approvata ad agosto dell’anno successivo?
Sebastiano Pino: – Ripeto, l’istruttoria la svolge il
dipartimento patrimonio che fa una valutazione di congruità anche del prezzo,
non è un aspetto che riguarda l’assessorato.
Pm Fabrizio Monaco: – In questa delibera si dà atto che
fondamentalmente l’ultimo atto amministrativo presupposto è questa
determinazione di stima che risale ad un anno prima. Com’è che passa un anno e
com’è che si arriva ad agosto del 2015 a cedere o a proporre di cedere
quest’area ai signori Cuscinà?
Sebastiano Pino: – No, mi pare che sia cambiato anche
in quel periodo il dirigente del dipartimento patrimonio. Probabilmente è
dovuto a questo il ritardo, non saprei. Mi pare che al dipartimento patrimonio
era l’ingegnere Castronovo.
Pm Fabrizio Monaco: – Dal punto di vista contabile come
fa il Comune ad incassare queste somme?
Sebastiano Pino: – E’ indicato qua l’Iban, è indicata
anche una risorsa per le entrate. Qui parla 640/11. E’ il capitolo con la quale
doveva confluire questa somma per…
Pm Fabrizio Monaco: – Sì, e come è denominato?
Sebastiano Pino: – Il P.E.G…
Pm Fabrizio Monaco: – Scusi, come è denominata questa
risorsa?
Sebastiano Pino: – Qua c’è scritto: entrate reperite
dal patrimonio comunale disponibile, dalle vendite del patrimonio disponibile.
Pm Fabrizio Monaco: – Scusi, come si vende un’area dove
c’è una strada e si imputa l’incasso alla risorsa patrimonio disponibile?
Sebastiano Pino: – Questo terreno, che io sappia, era
appunto un relitto, un’area inutilizzata, non era pertinenza della strada. Per
questo era stata inserita nel piano della alienazioni.
Pm Fabrizio Monaco: – Ho capito, ma non è che tutte le
aree che il Comune non utilizza sono relitti e si vendono.
Sebastiano Pino: – No, no.
Pm Fabrizio Monaco: – Magari il Comune ci vuole fare
qualcos’altro.
Sebastiano Pino: – No, prima viene inserito nel piano
dismissioni che è approvato sempre dal Consiglio comunale, c’è tutta una serie
di passaggi predisposta dal dipartimento e poi… E quest’area era inserita nel
piano di dismissione…
Pm Fabrizio Monaco: – E da dove risulta questa cosa?
Sebastiano Pino: – Risulta dal parere tecnico intanto
del dirigente. Perché la pratica è istruita dai dirigenti del dipartimento.
Anche il capitolo di imputazione…
Pm Fabrizio Monaco: – Ma se è quello che dice lei, nella
premessa della delibera dovremmo trovare anche che questo relitto di area è
stato inserito nel piano di dismissioni. C’era, esisteva questo piano di
dismissioni all’epoca, agosto del 2015?
Sebastiano Pino: – Sì. Il piano di alienazione, se
non ricordo male, risale al 2015.
Pm Fabrizio Monaco: – In cui ci vanno quali aree?
Sebastiano Pino: – Gli immobili che possono essere
venduti, i terreni…
Pm Fabrizio Monaco: – Ma da dove risulta che quelle aree
fossero del patrimonio disponibile e quindi vendibili?
Sebastiano Pino: – Dovrebbe essere indicato in
ratifica.
Pm Fabrizio Monaco: – Vista che l’ha proposta lei o
magari se non l’ha proposta lei formalmente ci dice sostanzialmente chi l’ha
fatta, se ci vuole dire anche questo relitto di area era inserito in questo
piano di dismissione, se rientravano nel patrimonio disponibile e quindi
vendibile…
Sebastiano Pino: – Su questo aspetto, ripeto, una
volta che c’è il parere tecnico del dirigente, il dirigente ha fatto
l’istruttoria ed ha verificato tutti questi passaggi.
Pm Fabrizio Monaco: – Ho capito. Mi scusi: il P.E.G. che
cos’è?
Sebastiano Pino: – Piano Economico di Gestione, è un
capitolo che viene individuato dai dirigenti quando si predispone il bilancio
per…
Pm Fabrizio Monaco: – Mi scusi, in quel periodo, agosto
del 2015, esisteva questo P.E.G.?
Sebastiano Pino: – Il problema è che c’era un ritardo
nell’approvazione dei bilanci.
Pm Fabrizio Monaco: – Quindi non c’era il P.E.G.?
Sebastiano Pino: – Probabilmente no. No.
Pm Fabrizio Monaco: – Se non c’era il P.E.G. non ci
poteva essere neppure una risorsa specifica su cui imputare questa entrata,
messo che poi questi i soldi li avessero dati.
Sebastiano Pino: – Sì, erano nella delibera
predisposta dal dirigente ed era indicato un capitolo. Sì, un capitolo:
patrimonio disponibile.
Pm Fabrizio Monaco: – Di una strada, di un pezzo di
strada, sia pure relitta, sia pure in stato di abbandono ma di una strada che
si trova dove? In montagna? Dove si trova?
Sebastiano Pino: – Questa è via Felice Bisazza.
Pm Fabrizio Monaco: – Pieno centro.
Sebastiano Pino: – Sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Che ai signori Cuscinà serviva per
farci cosa? Lo sa lei? Lo ha appreso? Lo ha verificato? No.
A questo punto
interviene l’avv. Salvatore Silvestro, difensore dell’imputata Emilia Barrile: – Presidente, le chiedo scusa... Io
invito il Tribunale a valutare l’opportunità eventualmente di interrompere
l’esame e fargli nominare un difensore. Le domande formulate dal Pubblico
Ministero e le risposte date, ma soprattutto le obiezioni inconducenti e
infondate del Pubblico Ministero, potrebbero far assumere al teste una veste diverse.
Pm Fabrizio Monaco: – Inconducenti e infondate lo
stabilisce il Tribunale.
Avv. Silvestro: – Infatti io non ho detto niente. Io
sto sollecitando il Tribunale a verificare questo profilo.
Presidente dott.ssa
Silvana Grasso: –
Posto in questi termini potrebbe essere anche una forma di pressione nei
confronti del teste. Allo stato non rilevo che ci siano le condizioni, poi
vedremo in seguito.
Avv. Silvestro: – Presidente, se si chiede al teste
di valutare un suo atto, e se si fa evidenziare che non c’è…
Presidente Silvana
Grasso: – Avvocato e
che dobbiamo chiudergli la bocca, non ho capito? Non possiamo farlo parlare?
Avv. Silvestro: – No Presidente, si devono
semplicemente adottare i provvedimenti consequenziali alle risposte date.
Presidente Silvana Grasso: – Perfetto. Visto che non è suo
assistito il teste, visto che le eventuali dichiarazioni che potrebbero essere
usate contro di lui non potrebbero essere utilizzate qualora ci fosse
deposizione, il problema non sorgerebbe a monte. Interesse dei difensori è
quello di stare ad ascoltare, credo, il contenuto della deposizione per poi
fare il controesame. Comunque allo stato non rilevo che ci siano queste
condizioni, quindi possiamo procedere.
Pm Fabrizio Monaco: – Lei conosce Francesco Clemente?
Sebastiano Pino: – No. Assolutamente.
Pm Fabrizio Monaco: – Lei sa chi è Pergolizzi Vincenzo?
Sebastiano Pino: – No, non lo conosco, non so chi
sia.
Pm Fabrizio Monaco: – Non lo conosce. Sa chi sia?
Sebastiano Pino: – Da quello che leggo sulla stampa.
Pm Fabrizio Monaco: – Che cosa ha appreso?
Sebastiano Pino: – Ho appreso che è imputato in
questo processo ma non so…
Pm Fabrizio Monaco: – Sa che è un imprenditore?
Sebastiano Pino: – Sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Ha appreso questa circostanza sia
pure come ha detto lei da notizie di stampa?
Sebastiano Pino: – Sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Ho capito. Lei con riferimento a
questa delibera ha mai avuto a che fare con la signora Barrile?
Sebastiano Pino: – Su questo no, non ricordo.
Pm Fabrizio Monaco: – Non lo ricorda. Lo può escludere?
Sebastiano Pino: – Io non ho un ricordo su questi
aspetti qua, di un intervento della Barrile.
Pm Fabrizio Monaco: – Sa perché? Perché dalla pagina 341
dell’Informativa si legge che la Barrile conversando con il signor Clemente fa
riferimento a lei. Dice che andrà subito a trovarla personalmente e dice… E’ il
28 maggio 2015, sono le ore 11,27… Si fa riferimento ad una testa di cazzo dell’assessore. “Chi è la testa di cazzo”; Barrile: “Vado
direttamente, Pino”; “Uhm – dice Clemente – Lui non ha imparato che quando io
lo chiamo mi deve rispondere, comunque ora vado e me la prendo io brevi manu
perché non è che possono stare. Va bene, ora più tardi ti faccio sapere, ora
sto arrivando al comune”. Lei si ricorda se effettivamente la Barrile si
rivolse a lei per questa vicenda?
Sebastiano Pino: – No. Non ricordo, no.
Pm Fabrizio Monaco: – Non se lo ricorda?
Sebastiano Pino: – Non mi pare.
Barrile & C., tra
calcio a cinque e pallamano
Qualche vuoto di memoria dell’ex assessore Pino anche sul
presunto pressing a tutto campo (in verità a tutto palazzetto) dell’allora
Presidente del consiglio comunale per bypassare il regolamento sulla
concessione degli impianti sportivi ed evitare alla società in cui militava la
figlia la trasmigrazione da una parte all’altra della città. Nella sua
deposizione, il teste non ha lamentato tuttavia comportamenti particolarmente
molesti da parte di Emilia Barrile e comunque alla fine le divergenze tra le
parti furono conciliate provvidenzialmente dal dio maltempo.
Pm Fabrizio Monaco: – Si ricorda di un interessamento
della signora Barrile per altre vicende?
Sebastiano Pino: – Sì, per altre vicende sì. Quelle
che riguardavano la mia delega come assessore allo sport. La Barrile chiedeva
che la squadra dove giocava la figlia, una squadra di pallamano, potesse
svolgere le partite e gli allenamenti al PalaRussello. Ora noi in Giunta
avevamo esitato una delibera di indirizzo per il dipartimento sport del Comune
di Messina sull’utilizzo degli impianti sportivi cercando di razionalizzarne
l’uso e quindi stabilendo quali discipline andavano fatte e in quali impianti.
Il PalaRussello, cioè il palazzetto di Gravitelli, era destinato a basket e
pallavolo. Ma questo è stato fatto per razionalizzare intanto l’utilizzo, nel
senso che lo smontaggio delle porte e il posizionamento dei canestri comportava
una perdita di tempo e quindi tutto questo a discapito del tempo disponibile
per la squadra che subentrava e soprattutto per tutelare l’impianto in quanto
lo spostamento continuo dei canestri comportava un danneggiamento del parquet e
quindi un danno all’impianto. Per questo era stata fatta questa delibera e la
pallamano era stata destinata in altri impianti, il PalaRescifina di San
Filippo e il palazzetto di Mili Marina. Comunque due palazzetti abbastanza
importanti e quindi ritenevamo che fossero sufficienti per la pallamano.
Pm Fabrizio Monaco: – Ci vuole riferire in che termini
si svolse questo interessamento della Barrile? Quando? Cosa accadde?
Sebastiano Pino: – La delibera è del primo ottobre
del 2015, quindi andava a disciplinare le attività della stagione sportiva
2015-2016. L’intervento avvenne successivamente, non so, sarà stato a metà
ottobre. La presidente del consiglio appunto perorava la causa della Pallamano
Messina che aveva anche scritto tramite il suo presidente chiedendo se era
possibile ritornare ad allenarsi e a giocare al PalaRussello che si trova alla
fine della salita Pietro Castelli, rione Gravitelli. In quell’occasione ho
fatto presente alla Barrile quali erano appunto le motivazioni per le quali la
Giunta aveva emanato quella delibera che però lei non condivideva e quindi
continuava a chiedere in… Se non ricordo male in due o tre occasioni
successivamente per modificare la delibera o comunque di permettere alla
squadra di giocare al PalaRussello.
Pm Fabrizio Monaco: – E
che cosa accadde?
Sebastiano Pino: – L’assessorato aveva comunque
comunicato al dipartimento sport di attenersi alla delibera. Sennonché poi, nel
mese di febbraio, a causa della temporanea inagibilità sia del PalaRescifina
che era interessato purtroppo a delle infiltrazioni di acqua piovana che
avevano danneggiato anche il terreno di gioco e al PalaMili c’era una parte del
tetto scoperchiato per una burrasca invernale, successivamente è stata emanata
un’altra delibera di Giunta che autorizzava le squadre di pallamano, tutte le
squadre di pallamano, a giocare nel PalaRussello fino al ripristino
dell’agibilità del PaleRescifina.
Pm Fabrizio Monaco: – Lei come apprese che in questa
squadra ci giocava la figlia della signora Barrile?
Sebastiano Pino: – Adesso non ricordo se me lo ha
detto direttamente lei o un funzionario del dipartimento sport, uno dei
funzionari, ora non so. Sono tre i funzionari, non saprei chi.
Pm Fabrizio Monaco: – Non se lo ricorda chi?
Sebastiano Pino: – No, ma probabilmente la stessa
Barrile.
Pm Fabrizio Monaco: – Le dico quello che lei ha
dichiarato il 7 agosto del 2018. Lei quando viene sentito sa che ci sono stati
degli arresti?
Sebastiano Pino: – Sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Dalla D.I.A., lo sa?
Sebastiano Pino: – Sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Sa che la signora Barrile è stata
arrestata?
Sebastiano Pino: – Sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Lei dichiara… La domanda è: Ricorda se c’è stato un diretto
interessamento della Barrile affinché il PalaRussello venisse assegnato per
discipline sportive diverse? Lei risponde: Se non ricordo male, nel corso dell’anno 2016 la Barrile sostenne la
necessità di utilizzare tale impianto per la pallamano. In particolare ricordo
di essere stato contattato dal dirigente del dipartimento delle politiche
culturali ed educative nella persona di De Francesco Salvatore, il quale mi
faceva vedere una richiesta presentata da un’associazione sportiva di cui
adesso non riesco a ricordare la denominazione, credo sia la Messana. Se la
ricorda adesso qual era questa società?
Sebastiano Pino: – Sì, sì, ho verificato. La Messana.
Pm Fabrizio Monaco: –E
mi esponeva che voleva utilizzare il predetto palazzetto. Mi riferiva inoltre
che la delibera non permetteva tale utilizzo e pertanto io gli dicevo che si
doveva attenere alla delibera in parola. Nell’occasione De Francesco mi
ricordava che la figlia della Barrile giocava nella squadra… Che cosa le
disse De Francesco?
Sebastiano Pino: – Il responsabile del dipartimento,
il dottor De Francesco, probabilmente avremo parlato, quasi sicuramente perché
avevamo contatti quasi giornalieri sulle questioni che riguardavano le
attività…
Pm Fabrizio Monaco: – Lei apprese in quell’occasione che
c’era stato un interessamento della signora Barrile?
Sebastiano Pino: – Sì, mi pare di sì. Io anche
nell’interrogatorio del 6 agosto, poi ho verificato, non riuscivo a collocare
temporalmente se era già 2016 o 2015, ripeto, poi ho avuto la possibilità di
verificare successivamente e, come dicevo prima, la delibera è del primo
ottobre quindi probabilmente anche il periodo è un po’ anticipato di qualche
mese rispetto all’inizio del 2016. Siamo a fine 2015…
Pm Fabrizio Monaco: – Sì. La mia domanda era che cosa le
dice De Francesco…
Sebastiano Pino: – Sì, di questo abbiamo parlato
sicuramente anche con De Francesco quando… Perché lo chiedeva all’assessorato
come doveva comportarsi essendoci una delibera…
Pm Fabrizio Monaco: – Le disse che c’era stato un
interessamento, una segnalazione della Barrile?
Sebastiano Pino: – Io ricordo di sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Ricorda? Ne è certo? Va bene
Presidente, visto che il ricordo non è certo, sempre stesso verbale: Nell’occasione De Francesco mi ricordava che
la figlia della Barrile giocava nella squadra che aveva fatto la richiesta e
che pertanto la stessa era stata segnalata dalla Barrile. La conferma
questa dichiarazione?
Sebastiano Pino: – Sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Ha detto la verità lei alla D.I.A.?
Sebastiano Pino: – Certo. Per quello che ricordavo,
sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Poi, dopo questo contatto con De
Francesco, lei ha detto che diede indicazioni di attenersi a questa delibera.
Sì?
Sebastiano Pino: – Sì, certo.
Pm Fabrizio Monaco: – Lei, dopo, ha avuto ancora a che
fare con la signora Barrile?
Sebastiano Pino: – Sì, ripeto, ci sono state due o
tre occasioni… Per questa vicenda, sì.
Pm Fabrizio Monaco: – E che cosa accadde?
Sebastiano Pino: – No, non accade nulla perché fino a
febbraio, mi pare alla fine di febbraio, c’erano le condizioni per giocare al
PalaRescifina e continuarono a giocare lì.
Pm Fabrizio Monaco: – Le chiedevo questo incontro con la
Barrile, se avvenne, quando, dove, che cosa vi siete detti, che cosa le disse.
Se lo ricorda? Se non se lo ricorda io le dico quello che lei ha dichiarato.
Sempre stesso verbale, Presidente: Ribadivo
quando asserito ovvero di attenersi alla delibera. Dopo qualche giorno la Barrile
si è presentata presso il mio ufficio a palazzo Zanca, perorando
insistentemente che predetto palazzetto potesse essere utilizzato anche per la
pratica dell’attività sportiva di pallamano riferendosi alla squadra del
Messana. Ricorda quale sia stato l’atteggiamento della signora in questo
caso? La conferma intanto questa cosa che le ho letto?
Sebastiano Pino: – Sì, sì perché è probabile che… Sì,
la Barrile sarà venuta nel mio ufficio sicuramente e siccome si parlava di
questo anche negli incontri nei corridoi, per questo dico… Comunque lo
confermo, sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Ricorda questo atteggiamento come
fu?
Sebastiano Pino: – Lei contestava quella delibera
dicendo che non era giusto, secondo il suo punto di vista non era corretto e
quindi chiedeva ancora di modificarla, di consentire di giocare al PalaRussello,
in questo senso…
Pm Fabrizio Monaco: – Lei le rappresentò queste
problematiche che ha riferito adesso, cioè il fatto che c’erano delle
difficoltà di spostare delle attrezzature, che questo avrebbe potuto
danneggiare gli impianti?
Sebastiano Pino: – Certo, sì.
Pm Fabrizio Monaco: – Scusi, la signor Barrile le dice: Sì, effettivamente è vero, hai ragione,
oppure le dice qualche altra cosa?
Sebastiano Pino: – No, no, non mi ha detto che avevo
ragione, insisteva per concedere l’utilizzo del PalaRussello.
Pm Fabrizio Monaco: – Mi scusi, condivideva queste
problematiche o le rifiutava?
Sebastiano Pino: – No, no, non le condivideva e le
contestava in un certo senso.
Pm Fabrizio Monaco: – Com’è terminato questo incontro?
Sebastiano Pino: – Ognuno è rimasto sulle proprie
posizioni.
Pm Fabrizio Monaco: – Lei poi ha detto che per qualche
mese effettivamente il PalaRussello fu utilizzato anche per la pallamano.
Sebastiano Pino: – Sì, sì. Poi ho verificato, era una
delibera del 23 febbraio.
Pm Fabrizio Monaco: – Fu utilizzato anche per altre
discipline sportive e in relazioni alla quali ci fu un interessamento della
Barrile?
Sebastiano Pino: – Sì, anche per il calcio a cinque.
Pm Fabrizio Monaco: – Ci racconta questo fatto?
Sebastiano Pino: – Anche qui non ricordo se la
comunicazione mi venne data da De Francesco o direttamente dalla Barrile. C’era
una richiesta della società Pompei di calcio a cinque di poter giocare al PalaRussello,
credo che questo fosse comunque successiva a quella della pallamano ed eravamo
già nella fase in cui al PalaRescifina si verificavano già delle infiltrazioni
d’acqua e quindi c’era qualche problema a continuare a giocare lì… Anche in
questo caso la Barrile ha sostenuto la richiesta di far giocare la Polisportiva
Pompei di calcio a cinque al PalaRussello.
Pm Fabrizio Monaco: – Come ha appreso lei questa
circostanza? Ci racconti che cosa è accaduto.
Sebastiano Pino: – Nel dettaglio non ricordo perché
comunque c’erano anche tante altre cose.
Pm Fabrizio Monaco: – Va bene, le leggo quello che lei
ha dichiarato. La domanda è: Con riguardo
invece all’utilizzo del PalaRussello per compagini di calcetto vi fu un
interessamento della Barrile? Lei risponde: Sì, ricordo che successivamente alla vicenda riguardante la pallamano
sono venuto a conoscenza – ora magari ci dice come – che la Barrile si era interessata anche per fare in modo che una
squadra di calcetto a cinque…. Ricorda lei come è venuto a conoscenza di
questo fatto, cioè che la Barrile si interessò per fare in modo che una e non
varie squadre, una squadra di calcetto a cinque giocasse all’interno del
palazzetto?
Sebastiano Pino: – Io appunto non ricordo se fu
direttamente la Barrile o tramite il dirigente che mi sollecitava questa
soluzione, ecco.
Pm Fabrizio Monaco: – Chi era il dirigente?
Sebastiano Pino: – Il dottor De Francesco.
Pm Fabrizio Monaco: – Ci dica lei che linea tenne.
Sebastiano Pino: – La linea era sempre quella,
comunque, di mantenere quanto previsto nella delibera di indirizzo, nell’atto
di indirizzo per l’utilizzazione dei palazzetti. Poi ci sono state le cause di
forza maggiore, ripeto, quelle che hanno reso inagibili i due palazzetti dove
veniva svolto anche il calcio a cinque.
Pm Fabrizio Monaco: – Questo avvenne quando?
Sebastiano Pino: – Questi lavori al PalaRescifina,
sempre per una questione di bilancio non erano utilizzabili subito i fondi e, ho
avuto modo di verificare successivamente all’interrogatorio dell’agosto 2018,
si conclusero poi nell’estate del 2016. I lavori si conclusero in estate, fine
settembre se non mi ricordo male...
Pm Fabrizio Monaco: – Signor Pino, c’è una conversazione
registrata il 13 settembre del 2016, parlano la signora Barrile con il
dirigente Salvatore De Francesco. La Barrile dice: Io ho detto, tu stai togliendo la possibilità a squadre di campionato,
gli ho detto che hanno pure la serie giovanile per mettere il minibasket, che
hanno il club, che fanno scuola più che altro, gli ho detto io togliendo la
priorità a certe società che lavorano sul territorio. Qui la Barrile dice
anche: Io ho detto: io me ne vado in
Procura e denuncio tutte le cose. Lei ricorda se la Barrile le disse che
l’avrebbe denunciata?
Sebastiano Pino: – No.
Pm Fabrizio Monaco: – Uhm? Del resto non si ricorda
neppure se ci aveva parlato quindi questa è una cosa impressa…
Controesame dell’avv. Silvestro: – Un paio di chiarimenti. Lei
rispondendo alla domanda del Pubblico Ministero ha collocato nel 2016 la richiesta
o il primo incontro che lei ha con De Francesco.
Sebastiano Pino: – No, io nell’interrogatorio del 6
agosto non ricordavo esattamente il periodo e poi ho potuto verificare che in
effetti era l’inizio della stagione 2015-2016. La delibera infatti di indirizzo
al dipartimento per l’utilizzo degli impianti è del primo ottobre 2015 (…)
Quindi siamo a subito dopo l’ottobre del 2015.
Avv. Silvestro: – Quindi siamo o fine 2015 o inizio
2016?
Sebastiano Pino: – Fine 2015 è più probabile.
Avv. Silvestro: – Perfetto. Quando De Francesco si
presenta a lei, parliamo della necessità di assegnare il ParaRussello alla
squadra di pallamano, le riferiscono di una richiesta informale da parte del
presidente della società?
Sebastiano Pino: – No, no, c’era una richiesta formale,
una richiesta scritta.
Avv. Silvestro: – Lei ha avuto contezza del
contenuto di questa richiesta? Le disse De Francesco quali erano le ragioni?
Sebastiano Pino: – Le ragioni erano soprattutto sul
fatto che il PalaRescifina era un po’ fuori mano, si lamentava dei problemi
logistici.
Avv. Silvestro: – Solo dei problemi logistici o si
lamentava anche delle condizioni del parquet, del pavimento che era sollevato,
della mancanza di idoneità dei servizi igienici? Lo ricorda?
Sebastiano Pino: – No, non lo ricordo.
Avv. Silvestro: – Rispetto al primo approccio che
lei ha con De Francesco, l’incontro che poi ha con la Barrile, quanto tempo
dopo è avvenuto?
Sebastiano Pino: – Ricordo questioni di giorni
potevano essere…
Avv. Silvestro: – Le infiltrazioni, tutti quei
problemi logistici, quando si sono verificati?
Sebastiano Pino: – Ad inizio della stagione invernale,
appunto.
Presidente Silvana Grasso: – Queste infiltrazioni quando si
sono verificate, prima o dopo?
Sebastiano Pino: – No, le infiltrazioni si sono
verificate dopo. Poco prima della delibera del 23 febbraio, quindi siamo nel
mese di gennaio probabilmente.
Avv. Silvestro: – Le chiedo scusa, se il problema
era l’osservanza della delibera e la delibera è successiva, mi fa capire in che
contesto temporale si inseriscono queste conversazioni e come fa lei, rispetto
ad una delibera successiva a dire: Io mi
devo attenere alla delibera?
Sebastiano Pino: – No, un momento… La delibera di
indirizzo sull’utilizzo degli impianti sportivi è del primo ottobre 2015.
Quindi da quel momento la pallamano non poteva più essere svolta al PalaRussello.
Quindi le squadre giocavano al PalaRescifina e al PalaMili.
Avv. Silvestro: – Quante squadre c’erano di
pallamano a Messina?
Sebastiano Pino: – Di pallamano a Messina almeno tre
che facevano campionati regionali e poi tutta l’attività giovanile e si
dividevano tra il PalaRescifina e il PalaMili. Credo che anche oggi ancora si
dividono.
Avv. Silvestro: – Nel momento in cui sono sorti quei
problemi logistici si trasferì solo la Messana o si trasferirono tutti?
Sebastiano Pino: – No, si trasferirono tutte le
squadre ovviamente perché poi la delibera successiva, quella di febbraio, dava
la possibilità di spostare tutte le squadre al PalaRussello, due o tre squadre
credo che fossero quelle che facevano i campionati regionali. Per la durata
comunque strettamente necessaria per ripristinare l’agibilità, questo diceva la
delibera dei due palazzetti.
Avv. Silvestro: – La signora Barrile rispetto alla
Giunta di cui lei faceva parte, eravate della stessa espressione politica?
Sebastiano Pino: – No.
Avv. Silvestro: – Lei era all’opposizione? Come
eravate? Come funzionava?
Sebastiano Pino: – L’amministrazione non aveva un
colore politico, era una lista civica.
Avv. Silvestro: – Nella sua determinazione di non
addivenire a questa istanza formalmente presentata dal presidente della Messana
ci furono anche ragioni politiche?
Sebastiano Pino: – No, assolutamente, solo una
valutazione di tutela dell’impianto e di razionalizzare l’utilizzo dei tempi di
utilizzazione.
Avv. Silvestro: – Tutela dell’impianto. Lei
rispondendo al Pubblico Ministero ha detto che se si dovesse svolgere una
partita di pallamano si doveva smontare tutto? Mi faccia capire come funziona.
Sebastiano Pino: – No, se per esempio, finito
l’allenamento o la partita di pallamano, successivamente lo spazio era
destinato a pallacanestro, devono smontare le porte, adeguare il terreno di
gioco e soprattutto lo spostamento dei canestri comportava la perdita di un
quarto d’ora, venti minuti per fare questo lavoro. Quindi era tempo che si
rubava all’altra squadra e sommando nella giornata, perché si allenavano dalle
3 del pomeriggio fino alle 10 di sera, tutti questi tempi creavano una sottoutilizzazione
della struttura e c’erano delle proteste anche da parte di chi faceva
pallacanestro e doveva aspettare. Lo spostamento continuo tra l’altro dei
canestri, siccome si muovono su ruote avevano iniziato a danneggiare il
parquet. Su questo c’erano delle relazioni anche del dipartimento manutenzione che
segnalavano questi inconvenienti.
Avv. Silvestro: – Nell’ottobre del 2015 la signora
Barrile che cosa le chiedeva al di là di questo?
Sebastiano Pino: – Voleva che ci fosse la possibilità
di far giocare la Messana al PalaRussello.
Avv. Silvestro: – E lei le ha detto che non c’era la
possibilità. Ci sono stati atti ostili nei suoi confronti sotto il profilo
politico a seguito di queste determinazione? Che ne so, potrebbe anche essere
che il presidente del consiglio comunale dinanzi a una delibera che presenta
lei assume determinati comportamenti per non fargliela approvare, oppure lei
disse: Non si può fare e il discorso
finì là?
Sebastiano
Pino: – No,
no, finì là.Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 12 aprile 2019, http://www.stampalibera.it/2019/04/12/il-processo-altro-teste-altro-giro-emilia-barrile-il-terzo-livello-e-quellassessore-testa-di-caz/
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