Esercitazioni di guerra nell’Isola dei droni
Il Comando Usa di Sigonella aveva
annunciato qualche giorno fa che i velivoli di ultima generazione “Osprey” in
dotazione al Corpo dei Marines avrebbero volato tutta l’estate in Sicilia per
esercitarsi alle prossime guerre in Africa. Quanto però fossero molesti i cosiddetti
“convertiplani” (metà elicotteri e metà aerei), lo hanno scoperto all’alba di stamani
i cittadini di Vittoria, in provincia di Ragusa. “Siamo stati svegliati intorno
alle 4 da un rombo insopportabile”, racconta uno di essi. “Nonostante l’oscurità
abbiamo compreso che si trattava del transito di aerei pesanti militari. Sembrava
assistere al film Apocalipse Now. Volavano
a bassa quota, uno dietro l’altro. E le loro evoluzioni si sono prolungate per
almeno un’altra ora…”.
In grado di trasportare più di una ventina di soldati
completamente equipaggiati, gli “Osprey” avvistati nel ragusano appartengono
al gruppo volo del Marine Medium
Tiltrotor Squadron 365 del North Caroline, trasferito un mese fa in Sicilia
insieme a 250-300 uomini della Special-Purpose
Marine Air-Ground Task Force (SP MAGTF), l’unità di pronto intervento Usa
per il combattimento aereo e terrestre, di base in Spagna.
E’ però tutta l’Isola a fare
da scenario dei war games delle forze armate nazionali e di quelle degli Stati
Uniti d’America. Dallo scorso 25 maggio nelle campagne di Caltagirone (Catania)
si alternano combattimenti e lanci di paracadutisti, tutti i giorni dalle 4 di
mattina a sera tardi. Le esercitazioni sono previste sino al 21 giugno sotto il
controllo della stazione aereonavale di Sigonella. Cannoni e armi leggere in
dotazione ai reparti della brigata “Aosta” dell’esercito italiano spareranno sino
al 10 giugno nel poligono di Drasy, alle porte della città di Agrigento e della
Valle dei Templi (patrimonio Unesco). L’area, di straordinaria bellezza
paesaggistica e naturalistica, è off limit per i civili dal gennaio di quest’anno
e dopo una “sospensione estiva”, tornerà il 15 settembre a fare da palestra di
guerra per i militari italiani e Usa.
Dal 3 al 28 giugno l’Esercito
si addestra pure (da lunedì a venerdì dalle ore 6 alle 22) nel poligono di San
Matteo (Trapani), mentre dal 4 sino al 27 giugno i lanci di bombe e le
esercitazioni di tiro interessano anche località Santa Barbara, Messina. Le
attività nei Peloritani sono più ridotte: solo tre ore al giorno e nel tardo pomeriggio,
tranne gli ultimi quattro giorni quando si potrà sparare dalle ore 6 alle 21.
Grandi manovre pure nell’isola
minore di Favignana, dal 4 al 14 giugno. “L’esercitazione denominata Egadi 2013 ha lo scopo di addestrare il personale militare
nell’organizzazione del supporto logistico in previsione dell’impiego fuori dal
territorio nazionale o per utilità sociale, in soccorso della collettività in
aree di intervento complesse”, recita il comunicato emesso dal Comando dell’Esercito.
I mezzi militari sbarcati sull’isola sono
stati forniti dall’8° Reggimento trasporti “Casilina” di Roma e dalle Compagnie
trasporti di sostegno dei Comandi logistici di Padova e Napoli.
Secondo quanto si apprende poi dal testo di alcune notificazioni
ai piloti di aeromobili - i cosiddetti “NOTAM” - emessi dalle
autorità di volo, dallo scorso 21 maggio (e fino a nuova comunicazione) è stato
vietato il passaggio di velivoli passeggeri in prossimità del “Pachino range target”,
il poligono marittimo con un raggio di 2.700 per lo sganciamento di bombe e l’esplosione
di mine, a poche miglia di distanza da Punta Castellazzo-Marza (Pachino-Siracusa),
nella parte più sud-orientale della Sicilia. “Nell’area interdetta sono
previste per tutta la giornata esercitazioni a fuoco con armi pesanti e attività
di velivoli militari senza pilota (Unmanned
Aircraft Military)”, riporta il NOTAM n. A3322/13.
I velivoli a guida remota,
meglio noti come droni, sono in
dotazione all’US Air Force e decollano e atterrano ininterrottamente da
Sigonella ormai da qualche anno. Si tratta dei famigerati MQ-1 “Predator” (utilizzati
per i bombardamenti selettivi in Medio oriente, Somalia e nord Africa), e dei grandi
aerei-spia “Global Hawk” che operano ad
altissima quota e con un’autonomia di volo superiore alle 36
ore.
La lettura di altri NOTAM recenti
conferma come oramai le operazioni nell’intero spazio aereo e negli scali aeroportuali
dell’Isola siano fortemente condizionate e penalizzate dai droni Usa di
Sigonella. Da oltre due anni le autorità di controllo hanno imposto la sospensione
delle procedure strumentali standard nelle fasi
di accesso, partenza e arrivo di aerei passeggeri
a Catania Fontanarossa e Trapani Birgi, “causa attività degli Unmanned Aircraft” militari. Con l’acutizzarsi
del conflitto siriano e le tensioni crescenti in Libia, il Pentagono ha intensificato
le azioni dei droni, imponendo ulteriori restrizioni alla mobilità aerea. Il 31
maggio, in particolare, è stato implementato un “corridoio di transito” ad uso
esclusivo dei Global Hawk di Sigonella perlomeno sino al prossimo 30 giugno. “Le
limitazioni saranno notificate dal management dei velivoli senza pilota ai
velivoli civili e militari entro 48 ore prima e mediante avviso”, spiega il
NOTAM. Sempre a causa degli aerei militari telecomandati, “ulteriori
limitazioni” al traffico aereo civile sono state previste nell’aeroporto di Trapani
Birgi dal 14 maggio al 15 giugno.
Pericolo droni anche per l’aeroporto
di Comiso (Ragusa), l’ex base missilistica nucleare Nato riconvertita in scalo
passeggeri ma non ancora entrato in funzione. Con NOTAM n. B2877/13 dell’1
giugno e con valore “permanente”, si segnala la possibilità di “restrizioni” in
quanto il “traffico verso/da Comiso potrebbe essere soggetto a ritardi in
presenza di attività di velivoli senza pilota”. Sul regolare funzionamento dello
scalo comisano pende pure la spada di Damocle delle potenti emissioni del MUOS,
il sistema di telecomunicazione satellitare della Marina militare Usa in fase
di realizzazione nella vicina Niscemi (Caltanissetta).
Ancora peggio per l’aeroporto di Catania-Fontanarossa,
il terzo più grande in Italia come volume-passeggeri. Qui le “restrizioni” e i “ritardi”
generati dai droni sono sempre più pesanti e frequenti. La vicenda più
eclatante risale al 22 marzo scorso, quando l’intenso movimento di aerei con e
senza pilota nella base militare di Sigonella ha comportato la chiusura per un’ora
e 15 minuti di Fontanarossa e il
conseguente dirottamento su Palermo-Punta Raisi di due aerei già in fase di
atterraggio su Catania. Per i passeggeri del Roma Fiumicino-Catania (AZ 1741- Alitalia)
e Milano Malpensa-Catania (U2 2847 - EasyJet) l’estremo disagio di attraversare
in bus la Sicilia da costa a costa e raggiungere il capoluogo etneo con mezza
giornata di ritardo.
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